Tenetevi forte, più forte che potete.
Perché a Roma, ieri, è successa una cosa che, se non fosse documentata da foto e articoli, penseremmo fosse frutto di Lercio o dell’IA.
Fratelli d’Italia, nella Giornata delle vittime della strada, aveva organizzato una protesta contro le piste ciclabili, contro le zone 30 e per la libertà di guidare l’auto (libertà non si sa bene negata da chi).
Un’idea già di per sé geniale, ma poi, al momento di partire, l’apoteosi: non sono partiti. Perché? Perché si sono bloccati da soli.
Troppe macchine, hanno detto. Avrebbero paralizzato la città.
Cioè: volevano protestare contro le piste ciclabili “perché creano traffico” e la loro protesta, con 300 automobili, creava così tanto traffico che hanno dovuto cancellarla.
Se non è arte questa, non sappiamo cosa lo sia.
Hanno dimostrato in diretta il motivo esatto per cui le piste ciclabili servono. Hanno fatto la più efficace campagna pro-mobilità sostenibile degli ultimi vent’anni. Hanno realizzato lo spot perfetto per Gualtieri, gratis.
È stato un attimo perfetto, quasi poetico: il partito che si lamenta dell’ingorgo, che crea l’ingorgo in cui rimane bloccato.
Una scena così surreale che, per un istante, abbiamo quasi pensato fosse un esperimento sociologico: “Vediamo se riusciamo a dimostrare tutte le nostre contraddizioni in un solo pomeriggio”.
E ci sono riusciti. Con lode.
Alla fine la scena finale è stata la più bella: il corteo che non parte, i manifestanti delusi, l’autobus degli organizzatori parcheggiato come un’installazione artistica e l’inevitabile ammissione: “Se partiamo, blocchiamo Roma”.
Una frase che doveva essere un atto d’accusa contro la sinistra e che invece è diventata la sintesi perfetta di cosa sono i destropitechi.
Il tutto senza un colpo di vento, senza pioggia, senza disagi: hanno fatto tutto da soli.
Che spettacolo. Per favore, regalateci il sequel.

Bullsheet
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