domenica 23 novembre 2025

MASADA: L’ULTIMA FORTEZZA. QUANDO IL SILENZIO DEGLI EROI SFIDÒ ROMA.



Masada sorge su uno sperone roccioso che domina il Mare Morto. La sua posizione isolata le ha conferito, nel tempo, un’aura di leggendaria inaccessibilità e valore strategico.


Fu Erode il Grande a fortificarla e ad arricchirla di palazzi, magazzini, cisterne ingegnose, pensati per resistere a lunghi assedi. Nel pieno della prima guerra giudaica, dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., Masada divenne ultimo rifugio per i Sicari guidati da Eleazar ben Yair.


L’assedio iniziò tra il 72 e il 73 d.C. Il generale romano Flavio Silva dispose intorno alla fortezza un muro di circonvallazione lungo oltre tre chilometri, con otto accampamenti che accoglievano migliaia di legionari.


I Romani non si limitarono al blocco. Decisero di costruire una gigantesca rampa d’assedio sul versante occidentale, impiegando legname, pietre e terra. La rampa permise di portare arieti e torri mobili fino al livello delle mura, superando ogni ostacolo naturale.


Durante l’attesa dell’assalto finale, la tensione all’interno era altissima. Eleazar ben Yair parlò ai suoi, consapevole che non vi sarebbe stata salvezza. Nell’ultima notte, secondo Flavio Giuseppe, i Sicari preferirono incendiarsi le case e darsi la morte piuttosto che cadere nelle mani dei Romani.


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Il rituale fu crudo e struggente: sorteggiati tra loro, alcuni uccisero i compagni e solo l’ultimo, rimasto solo, pose fine anche alla propria vita. Si salvarono appena due donne e cinque bambini, nascosti nelle condutture dell’acqua.


Quando i Romani irruppero all’alba, trovarono una fortezza silenziosa, segnata dalla tragedia. Silva osservò il luogo dove la disperazione si era spinta al limite dell’eroismo e della morte.


La critica moderna ha spesso discusso la veridicità del suicidio collettivo narrato da Flavio Giuseppe. Alcuni storici parlano di enfasi letteraria, altri di memoria manipolata. Gli scavi archeologici di Yigael Yadin hanno però confermato l’esistenza del muro romano e degli accampamenti.


Oggi studi dell’Università di Tel Aviv suggeriscono che l’assedio durò meno di quanto si pensasse: alcune settimane, non tre anni. Masada cadde nella primavera del 73 o 74 d.C., segnando la fine della prima guerra giudaica.


La fortezza resta ancora oggi un simbolo potente di resistenza, disperazione e orgoglio, un luogo dove la storia ha trovato voce nella pietra e nella memoria.


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