giovedì 27 novembre 2025

KAMIKAZE CONTRO I VACCINI

 

(Una ragazza sente Burioni in TV e sceglie di vaccinarsi. Poi, la malattia e l’incontro coi gruppi “free-vax”)


Torniamo a parlare di un articolo de La Verità. Si rimprovera Roberto Burioni, Medico di non essere petaloso quando risponde ai commenti. In realtà questa è solo l’introduzione. Serve alla collega Angela Camuso per farci empatizzare con una campionessa di Karate, attualmente fotografa. Convinta dal Virologo a vaccinarsi contro la Covid si ritrova a vivere «come una anziana», a seguito di una malattia autoimmune sopraggiunta dopo aver ricevuto la dose di Pfizer. [1] Come per certi ospiti di Fuori dal Coro, la ragazza si trova così a essere l’ennesimo kamikaze da scagliare contro Burioni e i vaccini, per appagare i lettori No vax. Ma cosa sappiamo esattamente delle condizioni della ragazza? Cosa c’entrano i vaccini? Come ha verificato il direttore Maurizio Belpietro le fonti dell’articolo in oggetto?


*** Potete recuperare la versione audio nella nuova puntata del podcast LENZUOLATE. Cliccate nella mia pagina Juanne Pili. Altrimenti lo trovate in tutte le piattaforme di podcasting. ***


Premessa: non sto dando del kamikaze a nessuno, né uso il termine in senso offensivo. Mi riferisco al modo in cui, secondo me, certi pazienti vengono usati da associazioni e media. Sempre al fine di tutelare queste persone, che ritengo vittime di una narrazione anti-scientifica che non le aiuterà di certo. 


Siccome non ho lo stesso senso della deontologia e del rispetto delle persone che hanno i colleghi de La Verità, preferisco chiamare la ragazza con un nome di fantasia. Ho dato un’occhiata a quel che pubblica nel suo profilo Instagram. Scopro così che la nostra “Giulia” sostiene di soffrire della «sindrome ASIA», detta anche «sindrome di Shoenfeld», perché ipotizzata per la prima volta nel 2011 dall’immunologo israeliano Yehuda Shoenfeld. [2] Raccoglie sotto un unico «ombrello» diversi quadri clinici che si ipotizzano dovuti all’esposizione a un «adiuvante», qui inteso come sostanza che stimola il sistema immunitario. Secondo Shoenfeld, nei soggetti predisposti potrebbe scatenare una risposta infiammatoria autoimmune. Non si tratta solo di sostanze contenute nei vaccini, ma anche in protesi al silicone, impianti metallici, esposizione a determinate sostanze oleose, filler, metalli e mesh chirurgiche. [3] 


Ho consultato alcuni neurologi, i quali mi confermano che la sindrome ASIA non è una patologia riconosciuta. Non esistono prove di un collegamento causale tra adiuvanti e tale condizione autoimmune. Uno studio del 2017 condotto su 18.000 pazienti ha osservato che l’esposizione ad adiuvanti come quelli a base di alluminio avevano una minore incidenza di malattie autoimmuni rispetto ai gruppi di controllo. [4]


«Da poche settimane mi è stata diagnosticata una sindrome autoimmune chiamata sindrome ASIA […], causata da un vaccino - riporta Giulia su Instagram nel 2024 - I vaccini hanno aiutato i più fortunati, ma qualcosa da scontare c’era sotto ed ecco qui, lo sapevamo». 


Nel lamentare le sue condizioni la ragazza sostiene di non essere stata creduta dai medici, secondo i quali lei sarebbe una «narcisista ipocondriaca». Inoltre, aggiunge che «l’unico farmaco che sono stati in grado di VOLERMI dare ma che non ho mai preso sono stati antidepressivi». [5] Allora chi ha fatto la diagnosi di ASIA? 


Stando a quanto ho letto nelle fonti che trattano di questa sindrome, i sintomi generalmente sono un affaticamento persistente che non migliora con il riposo, accompagnato da mal di testa, dolori articolari, ansia e perdita di capelli. Nei casi più gravi possono sorgere eruzioni cutanee, sintomi depressivi, variazioni significative del peso corporeo e più raramente l’insorgenza di patologie autoimmuni. 


Nell’ultimo post su Instagram, risalente al 3 novembre scorso, Giulia sostiene di avere una «invalidità riconosciuta dall'Inps, non mi importa dei giudizi altrui, so la mia storia, so chi sono. Il danno è stato fatto e non si torna indietro, si spera solo di non degenerare». [6] 


È plausibile che la ragazza stia dicendo la verità. Il problema è che per adesso non mi sembra chiaro quale sia il tipo e grado di disfuzionalità che l’Inps ha riconosciuto.


Sarebbe di grande aiuto se La Verità rendesse pubblica la documentazione (con tutti i debiti omissis), che mi auguro Camuso e Belpietro avranno esaminato prima di pubblicare.  


Lo stesso si potrebbe chiedere al «Comitato» che Giulia cita nei post Instagram e con cui sembrerebbe collaborare. Per adesso non aggiungo altro, ma i colleghi conoscono questa organizzazione come specializzata nel raccogliere casi di presunti “danneggiati da vaccino”, ovvero persone che lamentano patologie DOPO il vaccino. Ecco, diciamo che me ne hanno parlato in maniera “poco lusinghiera”. 


Non posso esaurire tutti questi punti poco chiari nel seguente articolo. Fatemi sapere se volete leggere una seconda puntata con interviste a esperti e - bontà loro - eventuale analisi della documentazione medica, messa a disposizione dalla stessa Giulia. Altrimenti questi attacchi ai virologi e ai vaccini lasciano il tempo che trovano. Se certi Comitati e Redazioni hanno un sincero interesse per questo tipo di pazienti dovrebbero essere i primi a garantire una certa trasparenza; non limitarsi a usare delle persone che soffrono di una condizione rara come kamikaze per qualche click o seguace in più. 


[Intanto ho inserito il 27 novembre un aggiornamento coi chiarimenti di Giulia sui punti poco chiari che ho elencato fino a qui, lo trovate in fondo all'articolo.]


Non di meno, sia Giulia che la collega de La Verità citano delle fonti. Vediamo prima quelle proposte dalla ragazza. La prima è un documentario caricato su Y0uTub3 dal titolo “Inside the Vaccine Trials - Lived Experiences”, del canale “Inside mRNA Vaccines - The Movie”. [7] Ci trovi personaggi come Robert Malone e Ryan Cole, due autori No vax noti per l’attività di disinformazione sui vaccini Covid. Cominciamo molto male. [8-9] 


Il primo paper che Giulia cita è una lettera all’editore, dunque nemmeno uno studio. [10] Il secondo documento riguarda 16 casi studio. Meglio, ma ancora non possiamo parlare di una ricerca scientifica con tutti i crismi. [11] Il terzo e quarto documento in realtà sono sempre i primi due citati all’inizio. Un refuso comprensibile, specialmente se non si ha l’abitudine di leggere le fonti, fidandoci di chi ce le passa. 


Nell’articolo de La Verità si parla di una «neuropatia delle piccole fibre i cui primi sintomi sono comparsi subito dopo il vaccino», che effettivamente corrisponde all’ipotetica sindrome ASIA nella sua forma più grave. Si sostiene che gli studi citati da Burioni non bastano.


«Lo studio è del 2021 e nel panel ci sono persone vaccinate anche con una sola dose - spiega Camuso -, quando invece i maggiori e più gravi effetti collaterali si sono visti e documentati su persone che hanno fatto più dosi, ma questo Burioni non lo specifica». Non sto nemmeno a sindacare. Prendo per buone le obiezioni della collega. 


Capisco di Statistica quanto Belpietro e Giordano, però sono un discreto giocatore di Wargame. So bene che più volte tiro un dado maggiore sarà la possibilità di ottenere il risultato che mi serve per eliminare le miniature dell’avversario. Nelle popolazioni - a prescindere dai vaccini - ci sarà sempre una minoranza di persone che si ammalerà di patologie rare. Quindi, se ho una popolazione che in buona parte si vaccina è logico che più si va avanti con le dosi maggiore sarà la probabilità di trovare correlazioni spurie con le condizioni che sto cercando.


Ma andiamo avanti. Burioni cita lo studio nella sua newsletter di Substack, che vi invito a recuperare. [12] Parliamo di una ricerca che si basa su oltre 8milioni di persone. [13] Quali sono le fonti alternative proposte da La Verità? Nell’articolo si parla di «due lavori pubblicati su Pub Med». Frase che non significa nulla, perché “PubMed” è un database di studi biomedici pubblicati da riviste scientifiche, di vario tipo. A volte capita di imbattersi pure in riviste predatorie, dove basta che paghi e ti accettano qualsiasi cosa. Con santa pazienza cerco il primo. [14] Stando alla stessa descrizione dei limiti fatta dagli autori, non mi sembra un paper che riporta dati tali da essere considerato una alternativa più rigorosa agli studi che negano un collegamento causale. Leggiamo alcuni passaggi riportati dagli stessi ricercatori:


«Questo articolo è una revisione narrativa e, in quanto tale, è soggetto a bias di selezione e di reporting. Non sono state condotte una revisione sistematica e una meta-analisi, pertanto le conclusioni tratte riguardo a ciascuna manifestazione si basano su interpretazioni della letteratura esistente. […] Non si può concludere che una complicanza sia un effetto collaterale del vaccino o una riattivazione di una malattia sottostante. Pertanto, le conclusioni presentate in questo articolo devono essere interpretate con cautela».


Vediamo allora la seconda fonte. «C’è lo studio prospettico Neuropatia delle piccole fibre associata all’infezione da Covid-19 e alla vaccinazione di Vincenzo Donadio, dell’istituto delle Scienze neurologiche di Bologna, pubblicato a gennaio 2025». Ho trovato anche questo, che risulta pubblicato nel novembre 2024 [15]


I ricercatori hanno studiato la neuropatia delle piccole fibre (SFN) dopo infezione da COVID-19 o vaccinazione su «66 pazienti: 33 che hanno sviluppato sintomi sensoriali e autonomici dopo un'infezione naturale da COVID-19 (P-COVID) e 33 dopo una vaccinazione a mRNA contro COVID-19 (P-VAC). Abbiamo inoltre utilizzato 33 controlli sani (HC) abbinati, raccolti prima del 2019, anno della comparsa del virus COVID-19».


Il campione è piccolo e parliamo di una condizione rara, che resta tale anche dopo pandemia e vaccini. Non di meno è interessante constatare che i risultati sembrano smentire la narrazione suggerita da La Verità. «Le scale cliniche hanno mostrato punteggi più elevati per i sintomi autonomici nei pazienti con COVID-P rispetto ai pazienti con VAC-P, ma le altre scale non differivano. […] La SFN era più frequente nei pazienti con COVID-P (94%) rispetto ai pazienti con VAC-P (79%). […] Le anomalie autoimmuni erano frequenti in entrambi i gruppi, ma, cosa importante, non erano correlate alla SFN». 


Ma io sono un geometra. Leggiamo allora il commento dell’anestesista Emilio Giorgetti, che ha pubblicato la sua analisi prima di me e con maggiore competenza. [16] «Indovinate quali sono stati i risultati? - chiede Giorgetti -. Quelli che avevano avuto il COVID presentavano molto più frequentemente la SFN dei vaccinati e i problemi periferici erano maggiori. Ergo, la vaccinazione rispetto alla malattia era protettiva anche contro questa patologia. E le alterazioni autoimmuni trovate non erano correlate alla patologia SFN». Mi chiedo se in tutta questa storia ci sia qualcuno che legge le fonti prima di citarle, o se si affidano tutti a qualche “Comitato” (scherzo, la mia è satira).


Ma attenzione, perché c’è pure un terzo paper. Sarà la volta buona? «È stato anche studiato il meccanismo alla base delle sindromi autoimmuni di tipo neurologico post vaccinali in un lavoro retrospettivo di Mauro Mantovani e Paolo Bellavite (due “vecchie conoscenze”), pubblicato nel 2024». Secondo Bellavite «i dati scientifici dicono che sia il virus naturale del Covid che il vaccino possono provocare neuropatie, ma questo vuole anche dire che la sovrapposizione di dosi vaccinali e infezione naturale possono potenziare la malattia». 


No, vuol dire che se sei positivo alla Covid-19 non sempre te ne accorgi. Sicuramente un’infezione presenterà un numero di Spike, usate dal virus per infettare, decisamente più rilevante di quelle prodotte da un vaccino, che nemmeno possono infettare. Aggiungi che sicuramente il vaccino riduce le probabilità di sviluppare forme sintomatiche e gravi di Covid e il resto è facile da intuire. 


Sono riuscito a risalire allo studio in oggetto. [17] Risulta pubblicato in una rivista MDPI, casa editrice nota assieme a Frontiers per essere “di manica larga” nel revisionare gli articoli prima della pubblicazione. [18] Ad ogni modo, si tratta di una analisi retrospettiva di pochi casi. Insomma, nulla che possa competere coi milioni di soggetti esaminati nello studio menzionato da Burioni. Non solo, sembrerebbe che almeno il Virologo le fonti se le legga prima di citarle. Incredibile!


AGGIORNAMENTO (27 novembre)


“Giulia” mi ha contattato la scorsa notte fornendomi alcuni chiarimenti. Innanzitutto spiega che gli studi a cui fa riferimento sono quelli dei medici che la stanno seguendo, alcuni dei quali sarebbero «No vax», altri invece sarebbero in una via di mezzo. La ragazza sostiene che queste persone le stanno salvando la vita.


Riguardo alla sindrome ASIA si tratterebbe di un suo errore non aggiornato risalente al 2024. Errore che continuo a vedere nei post del Comitato a cui fa riferimento Giulia nei suoi Reel. 


L’invalidità attualmente riconosciutale dipende da una diagnosi di «neuropatia della piccole fibre e di disautonomia su base autoimmune con relativa produzione di 12 autoanticorpi positivi su 18». La ragazza riferisce anche di avere «una 104 associata insieme alle 68, il 50% di invaliditá anche se avrebbe potuto essere molto di più». 


La ragazza nega di aver mai avuto problemi psicologici. Anche se ribadisce che i primi medici le avevano raccomandato degli antidepressivi. Io nell’articolo mi limito a riportare questo. Ho aggiornato comunque il testo rimuovendo le parti opinabili e non necessarie. Infine, Giulia afferma di essersi messa in contatto con il professor Burioni, col quale - se ho capito bene - vorrebbe chiarirsi. 


Trovate tutte le fonti nel primo commento. 👇

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