sabato 29 novembre 2025

PONTE MILVIO: IL GIORNO IN CUI COSTANTINO CAMBIÒ IL DESTINO DEL MONDO

 


Il 28 ottobre del 312 dopo Cristo, alle porte di Roma, si combatté una delle battaglie più decisive della storia occidentale. Presso il Ponte Milvio, sulle rive del Tevere, Costantino affrontò Massenzio in uno scontro che avrebbe trasformato per sempre il destino dell'impero romano e del cristianesimo. La battaglia non fu semplicemente un confronto militare tra due pretendenti al trono, ma rappresentò lo scontro tra due concezioni opposte del potere imperiale e segnò l'inizio di una nuova era per l'intera civiltà romana.


Nella primavera del 312, Costantino aveva radunato in Gallia un esercito di circa quarantamila soldati, attraversando improvvisamente le Alpi per attaccare l'Italia. Dopo aver sconfitto Massenzio nelle battaglie di Torino e Verona, l'esercito costantiniano prese la via Flaminia verso Roma, accampandosi a Malborghetto, vicino a Prima Porta, sulla riva destra del Tevere a poca distanza dal ponte. Massenzio, che controllava Roma con l'appoggio dei pretoriani e disponeva di circa centomila soldati per la difesa dell'Italia e dell'Africa, aveva inizialmente deciso di attendere l'avversario al riparo delle mura aureliane, che aveva fatto restaurare proprio in previsione di un assedio. Contava sui copiosi approvvigionamenti che aveva raccolto e sulla protezione delle fortificazioni cittadine.


Secondo le fonti antiche, la notte precedente la battaglia accadde qualcosa di straordinario. Lattanzio, nel suo trattato scritto poco dopo lo scontro, afferma che Costantino fece un sogno in cui gli venne comandato di mettere il simbolo celeste di Dio sugli scudi dei propri soldati. La mattina dopo, l'imperatore fece apporre un segno sugli scudi, probabilmente uno staurogramma, una croce latina con la parte superiore cerchiata. Eusebio di Cesarea, nella sua opera composta dopo la morte dell'imperatore, racconta una versione diversa: Costantino avrebbe visto con i propri occhi, insieme al suo esercito, una croce di luce nel cielo sopra il sole, che recava l'iscrizione con questo vinci. Nella notte successiva, Cristo gli sarebbe apparso in sogno ordinandogli di fare un'immagine di quel segno e di usarlo come protezione negli scontri.


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La battaglia si svolse sulla riva destra del Tevere, tra il fiume e l'antica via Flaminia. Costantino condusse un lungo combattimento contro le ali dell'esercito di Massenzio, che furono travolte scoprendo i fianchi della fanteria. La cavalleria costantiniana ruppe le linee avversarie, mentre la fanteria caricò facendo ritirare le truppe nemiche verso il Tevere. Massenzio aveva fatto tagliare il Ponte Milvio e costruire un ponte temporaneo per permettere alle sue truppe di attraversare il fiume, ma durante la ritirata il ponte crollò. Molti soldati, bloccati sulla riva nord del Tevere, furono fatti prigionieri o uccisi. Lo stesso Massenzio cadde nel fiume e annegò. Il suo corpo fu successivamente trovato, estratto dal Tevere e decapitato.


La vittoria di Ponte Milvio permise a Costantino di diventare l'unico sovrano della parte occidentale dell'impero, passo decisivo verso il suo dominio assoluto. L'arco trionfale eretto nel 315 per celebrare la vittoria attribuisce il successo all'intervento divino, sebbene non mostri alcun simbolismo esplicitamente cristiano. A seguito della battaglia, Costantino adottò una politica di tolleranza verso i cristiani, che l'anno successivo trovò espressione nell'incontro con Licinio a Milano, dove venne concordata la libertà di culto. La battaglia segnò quindi l'inizio della trasformazione del cristianesimo da religione perseguitata a fede protetta dall'autorità imperiale, processo che avrebbe profondamente modificato la civiltà europea nei secoli successivi.


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