lunedì 30 aprile 2012

QUESTO GOVERNO NON POTREBBE AMMINISTRARE UNA GELATERIA -



Dopo il pagamento di luglio, il governo effettuerà una verifica sul
gettito dell'Irmi e se dovesse mancare qualcosa per far quadrare
i conti potrebbe intervenire di nuovo sulle aliquote; anche le abitazioni sfitte, la cui situazione dipende dal mercato, cadono sotto
il regime della seconda casa, L'Agenzia delle entrate ha chiesto
le siano comunicate tutte le utenze telefoniche, comprese quelle
domestiche.

Commento.

Primo: è la conferma che non si intende ridurre la spesa pubblica,
ma si commisura l'entità delle casse dell'ammontare della spesa.
Secondo: nessuno arrmiinistrerebbe un'azienda con un bilancio
simile; questo governo non potrebbe amministrare neppure una
gelateria.

Terzo: Solo il sovrano assoluto variava le gabelle secondo i propri
bisogni,

Quarto: il cittadino non è in grado di programmare la propria vita
perché non saprà mai di quali risorse potrà disporre.

Quinto: per via fiscale, si sta instaurando' un regime totalitario di
socialismo reale cui questo governo evidentemente si ispira

Ma peggio del governo c'è certo giornalismo che fa letteralmente
schifo tanto e afono ,e servile davanti a tali mostruosità giuridiche
ed etico-politiche. *

Stangata Udine, la Lazio annuncia ricorso: "Reazione di Marchetti e Dias condizionate da errore tecnico dell'arbitro"

© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
“Bergonzi è uno dei migliori arbitri che ci sono ma è stato evidente che c’è stato un errore tecnico, basta guardare le immagini”. Sono le parole di Igli Tare che, ai microfoni di Radio Manà Manà Sport 24, spiega che “vedendo il movimento dell’arbitro, si nota che lui, mano davanti alla bocca, aveva detto di voler annullare il gol ma poi il quarto uomo gli fatto cambiare idea decidendo il contrario e creando così confusione. Il regolamento è chiaro, non abbiamo mai chiesto nulla tranne il rispetto del regolamento. Prima l’arbitro e il quarto uomo hanno detto di voler annullare il gol poi hanno cambiato idea”. Durante la trasmissione ‘C’è calcio per te’, è intervenuto anche l’ex arbitro Paparesta che dice la sua: “L’arbitro Bergonzi non ammetterà mai di aver sbagliato, se fosse stato coerente doveva ammettere l’errore. Ricordo che per errore tecnico la partita può essere ripetuta. Bergonzi ha detto ai giocatori che si riprendeva con una rimessa dal fondo ma poi non l’ha fatto, questo è un errore tecnico. La cosa grave è il comportamento incerto condito da una scarsa conoscenza del regolamento. Le dichiarazioni del presidente dell’Aia sono gravi, non bisogna giustificare il fatto. Anzi Giannoccaro, quarto uomo di Udinese-Lazio, è stato premiato riproponendolo subito in campionato in Fiorentina-Novara. Per Nicchi è stato fatto tutto alla grande ma non è così”. E’ ancora il direttore sportivo della Lazio, poi, a riprendere la parola: “Siccome è il finale di stagione e ci giochiamo tanto allora bisogna stare attenti. Quello successo a Udine è un errore un umano ma tecnico. Faremo ricorso per le squalifiche di Marchetti e Dìas e valuteremo se ci sono i presupposti per la ripetizione della gara”. “Bisogna capire anche se e cosa ha scritto l’arbitro nel suo referto. Non pensiamo alla malafede e da qui a dire che la Lazio ha aggredito ce ne passa tanto. Le immagini sono brutte è vero, ma è pur vero che è chiaro l’atteggiamento dei giocatori e dei dirigenti che cercano solo di far rispettare il regolamento. – continua Tare - E’ una fase delicata del campionato e non ci va di subire queste squalifiche ingiuste. Se non dovessimo andare in Europa per questi torti non sarebbe una cosa bella. Abbiamo grande rispetto per le istituzioni ma ci vuole attenzione, noi ieri abbiamo solo chiesto di rispettare il regolamento che diceva che quel gol non andava convalidato. Va sottolineato che quello di Bergonzi è stato un errore tecnico”. “Appena c’è stata l’espulsione di Dìas – rivela - è scattato il parapiglia e così noi abbiamo deciso di intervenire per dividere i nostri giocatori ed evitare altre sanzioni contro la nostra squadra. C’è stato qualche dirigente dell’Udinese che ha cercato il contatto fisico con i dirigenti e con Dìas. Vedendo la sentenza del giudice sportivo c’è amarezza nel notare che non ci sono sanzioni per l’Udinese. Non ho aggredito nessuno nel tunnel degli spogliatoi, anzi abbiamo cercato di calmare gli animi. Detto questo facciamo i complimenti all’Udinese perché ha vinto meritatamente e questo non lo abbiamo mai messo in discussione. La Lazio l’anno scorso ha perso la Champions per la differenza reti e queste cose vanno sottolineate”. 

STADIO. Avv. Gentile: «Trattativa per l’Olimpico fallita per i biglietti». L’alternativa è Palermo

(getty images)
«La trattativa con il Coni per l’affitto dello stadio Olimpico è fallita per la solita questione dei biglietti da concedere loro». È questa la posizione della Lazio dopo il mancato accordo per l’affitto dell’impianto romano. «E poi parlano di etica…» conclude il legale della società biancoceleste Gentile.
La risposta del Coni non si fa attendere:
«Evidentemente tutti gli sforzi compiuti da questa società per superare i dissidi che hanno caratterizzato il rapporto nella presente stagione e rendere disponibile anche alla Lazio il progetto di valorizzazione dello Stadio Olimpico – scrive l’ad della Coni Servizi Raffaele Pagnozzi -, non hanno sortito alcun effetto dovendosi registrare, come nel passato, una reale chiusura ad ogni trattativa di buona fede».
Il club biancoceleste «pur avendo a disposizione ampio tempo e con risultati sportivi che già dalle prime partite facevano prevedere un possibile accesso alle competizioni Uefa – la replica del Coniha atteso l’ultima settimana utile per manifestare un interesse, tra l’altro con toni e contenuti del tutto inappropriati, considerato che l’impianto non è di sua proprietà. Coni Servizi, nonostante ciò, si è resa disponibile per un incontro, tenutosi il 24, nel corso del quale sono state illustrati il progetto e le condizioni d’uso che questo comporterà nella prossima stagione, lasciando peraltro la possibilità di optare per un contratto annuale».
Nella riunione «sono state esposte le ragioni per le quali Coni Servizi intende continuare a concedere l’uso dello stadio per i giorni degli eventi calcistici poichè vi sono ospitate manifestazioni anche di altre Federazioni sportive». La lettera della Lazio ha sorpreso il Coni «poichè rimette in discussione questioni che nel corso dell’incontro sembravano già definite. Tale atteggiamento sembra piuttosto orientato a precostituire pretestuose argomentazioni da utilizzare successivamente in una eventuale sede giudiziaria, poichè allo stato questa società non può ritenere che sussistano le condizioni per rilasciare responsabilmente la dichiarazione d’uso ai fini Uefa. Non è stato raggiunto alcun accordo, ne è pensabile che Coni Servizi possa impegnarsi a concedere la disponibilità dell’impianto di proprietà in assenza di un accordo con il potenziale utilizzatore». «Nel confermare che si prende atto della vostra dichiarazione di non accettazione della proposta di uso dello Stadio Olimpico - conclude Pagnozzi - quale è stata da noi formulata nell’incontro del 24 aprile e reiterata con la lettera del 27 aprile, si comunica che il nulla osta richiesto, allo stato, non può essere concesso».
IPOTESI PALERMO – È Palermo l’alternativa allo stadio Olimpico per le gare in Europa della Lazio nella prossima stagione. Il club biancoceleste ha infatti presentato oggi in Figc la documentazione per le licenze Uefa per l’impianto romano (senza il sì del Coni) e per quello del capoluogo siciliano.

Il giudice sportivo..... vaneggia!!!!!

Costa cara la rissa finale del "Friuli": 3 turni a Dias, 4 a Marchetti e ammenda alla società... Presidente dell'AIA: "Bergonzi ha ritenuto il fischio ininfluente"

30.04.2012 15:18 di Emiliano Storace   articolo letto 6984 volte
Fonte: Emiliano Storace/ Giorgia Baldinacci - Lalaziosiamonoi.it
Stangata doveva essere e stangata è stata. La rissa finale dello Stadio “Friuli”, costa cara alla Lazio sia in termini di squalifiche che di ammende pecuniarie. Sono stati infatti squalificati per 3 giornate di campionato il difensore brasiliano Andrè Dias per avere, al termine della gara nel recinto di giuoco, assunto un atteggiamento aggressivo e gravemente intimidatorio nei confronti del Quarto Ufficiale venendo trattenuto con la forza dai presenti, e per 4 giornate il portiere Federico Marchetti, per avere, al termine della gara sul terreno di giuoco, posto da tergo le mani sulla spalla dell'Arbitro, spingendolo con veemenza. Inoltre è stata sanzionata la società Lazio, con un’ammenda di 20.000 € per aver omesso di impedire, al termine della gara, l'ingresso non autorizzato nel recinto di giuoco di un proprio dirigente e di un collaboratore, che spingeva un dirigente della squadra avversaria, facendolo cadere al suolo. Nessuna ammenda è stata invece corrisposta alla società Udinese calcio.
Una rissa quella nel finale dalle pesanti conseguenze per la Lazio, e proprio per questo, evitabilissima soprattutto perchè quel gol dell'Udinese era assolutamente ininfluente ai fini del risultato: "Quello che è successo lo hanno visto tutti, è mancato il buon senso perchè la partita era conclusa", ha commentato Marcello Nicchi, Presidente dell'AIA, durante la trasmissione 'La politica nel pallone' su Gr Parlamento. "Quello che ci coglie di sorpresa sono queste reazioni non prevedibili, anche violente, da parte di professionisti - continua il numero uno degli arbitri - Va sicuramente condannato quello sprovveduto che ha emesso il triplice fischio, ma bisogna controllare i nervi. L'arbitro ha chiaramente fatto capire che non aveva fischiato e ha fatto continuare il gioco perchè ha ritenuto che c'erano le condizioni per farlo". Il regolamento a tal proposito parla chiaro, l'arbitro deve interrompere il gioco se ritiene che un agente esterno abbia influito sul corso della partita, e chiaramente Bergonzi non ha ritenuto tale il fischio fantasma, come sottolinea ancora Nicchi: "L'unico che ha il potere di interrompere il gioco è l'arbitro, che in quel momento ha reputato che il fischio non aveva influito sulla gara. Spero - ha concluso - che il fischio fantasma sia provenuto dall'esterno e non dal recinto di gioco".

La Lazio giocherà a Palermo?

Rottura tra Lotito e Coni. Petrucci: "E' impossibile andare d'accordo con certa gente"... La Lazio propone Palermo come alternativa, l'avvocato Gentile precisa: "Accordo saltato per i biglietti"

pubblicato alle ore 20.00
30.04.2012 23:05 di Luca Capriotti   articolo letto 4997 volte
Fonte: Giorgia Baldinacci/Luca Capriotti-Lalaziosiamonoi.it
© foto di Marco Iorio/Image Sport
Mancano 4 ore. Solo 4 ore prima della scadenza della concessione per giocare la prossima Champions League, o coppa europea di tono minore che sia, ed è rottura tra Coni e Lotito: il presidente biancoceleste avrebbe rifiutato, come riporta Sky, l'offerta del Comitato Olimpico. Fitto mistero sul quale sia la soluzione all'ennesima grana in casa biancoceleste, quel che è certo, è che le parti sono lontane. "Più passa il tempo e più mi rendo conto che con certa gente è impossibile andare d'accordo".Gianni Petrucci, presidente del Coni, motiva così la rottura della trattativa con Claudio Lotito per il rinnovo dell'affitto dello stadio Olimpico alla società biancoceleste. La Roma, lo ricordiamo, ha stipulato un accordo valevole fino a 30 giugno 2015. E alla Lazio mancano 4 ore, solo 4 ore.
PALERMO COME ALTERNATIVA - Il club biancoceleste deve presentare entro la mezzanotte di oggi la documentazione necessaria per ottenere la licenza Uefa, quello è l'obbligo. E dopo l'ennesima rottura con il Coni, Lotito è corso ai ripari per tutelare la partecipazione della Lazio alle prossime competizioni europee. Sembrerebbe infatti che comunque, nella giornata di oggi, il patron biancoceleste abbia presentato in Figc la documentazione, indicando come stadio per le coppe internazionali l'impianto capitolino in primis - pur senza il si del Coni - e come alternativa il 'Barbera' di Palermo. Se la Lazio non riuscisse a ricucire i rapporti con il Coni, sarà questa la prospettiva per la prossima stagione?
I BIGLIETTI LA CAUSA DI DISCORDIA - Intanto iniziano a emergere i primi dettagli sulla nuova rottura tra Lotito e il Coni. Secondo il club capitolino l'accordo - che sembrava esser stato trovato la scorsa settimana, con la firma che doveva arrivare prima di questo weekend - sarebbe invece saltato a causa dei biglietti che la Lazio si impegna a concedere al Coni per la prossima stagione: "La trattativa con il Coni per l'affitto dello stadio Olimpico è fallita per la solita questione dei biglietti da concedere loro", ha chiarito il legale del club biancoceleste Gian Michele Gentile, "E poi parlano di etica..." . Pronta però la smentita del Coni, non sono i biglietti la causa dell'ennesimo divorzio. E' quanto avrebbe comunicato al club biancoceleste l'amministratore delegato del Coni Raffaele Pagnozzi: "Evidentemente tutti gli sforzi compiuti da questa società per superare i dissidi che hanno caratterizzato il rapporto nella presente stagione e rendere disponibile anche alla Lazio il progetto di valorizzazione dello Stadio Olimpico - scrive l'ad - non hanno sortito alcun effetto dovendosi registrare, come nel passato, una reale chiusura ad ogni trattativa di buona fede. La Lazio pur avendo a disposizione ampio tempo e con risultati sportivi che già dalle prime partite facevano prevedere un possibile accesso alle competizioni Uefa -risponde il Coni- ha atteso l'ultima settimana utile per manifestare un interesse, tra l'altro con toni e contenuti del tutto inappropriati, considerato che l'impianto non è di sua proprietà. Coni Servizi, nonostante ciò, si è resa disponibile per un incontro, tenutosi il 24, nel corso del quale sono state illustrati il progetto e le condizioni d'uso che questo comporterà nella prossima stagione, lasciando peraltro la possibilità di optare per un contratto annuale". Un atteggiamento quello della Lazio che secondo il Coni è stato tutt'altro che disponibile per trovare una soluzione e un compromesso che riunisse le due parti.
LA LETTERA DELLA LAZIO - Il club capitolino ha reso nota una lettera che ha inviato al Coni con la sua proposta di rinnovo del contratto d'affitto dell'Olimpico. "Le nostre osservazioni traggono spunto dall'analisi delle condizioni di mercato in materia di impianti sportivi: il nostro rapporto ha ad oggetto l'unico impianto sportivo esistente a Roma autorizzato ad ospitare competizioni nazionali ed internazionali, e il fatto che non ve ne siano altri disponibili pone la vostra società in 'posizione dominante', con il conseguente obbligo del rispetto dei diritti del mercato. Inoltre Coni Servizi è il braccio operativo di una pubblica amministrazione e in quanto tale soggiace all'obbligo di rispettare il mercato e di evitare posizioni in conflitto con la legislazione antitrust". Poter usufruire dell'impianto capitolino 365 giorni l'anno, come Inter e Milan con lo Stadio di San Siro, la stessa proposta che aveva avanzato la Lazio un anno fa, quando si discuteva del rinnovo del contratto. Nella lettera la Lazio sottolinea anche che a Milano le spese di manutenzione straordinaria sono sostenute dalla proprietà e non dai club, la società biancoceleste avrebbe richiesto quindi lo stesso trattamento, assumendosi l'incarico di gestire i servizi di ristoro. Poi il nodo cruciale, quello relativo ai biglietti che la Lazio offre al Coni. Come sottolineato dall'avvocato Gentile sembra questo il pomo della discordia, e la società stessa sottolinea nella lettera la sua posizione: "L'attuale situazione del Paese porta ad abolire tutti i privilegi di cui godono alcuni soggetti rispetto ad altri. La politica governativa è nel senso del recupero delle entrate laddove sia possibile privatizzare servizi e prestazioni, ponendo a carico dei destinatari oneri economici per incrementare i ricavi e le entrate pubbliche". La Lazio avrebbe quindi proposto al Coni: "Di porre in vendita i posti della tribuna autorità Coni (122 posti) che avete in programma di realizzare e di dividere il ricavato tra le nostre società. I residui tagliandi richiesti per ospiti (100 tribuna d'onore, 100 Monte Mario, 30 distinti e 200 di servizio) sono a vostra disposizione. Per non appesantire la trattativa accettiamo di subire la determinazione del canone d'uso richiesto (2.880.000 euro per 10 mesi a cui vanno aggiunti Iva e adeguamento Istat) anche se non lo riteniamo conforme a quelli di mercato". Conclude poi la lettera del club capitolino: "Nel dichiararci disposti a sederci al tavolo delle trattative vi invitiamo a rilasciare entro oggi la dichiarazione di disponibilità dello stadio a nostro favore al fine di evitare che la tifoseria laziale, nell'auspicata partecipazione alla Champions o altra competizione europea debba essere costretta a recarsi in altra città per sostenere la propria squadra". La lettera è stata inviata dalla Lazio nella giornata di oggi, prima che arrivasse la rottura - ennesima e definitiva - tra la società biancoceleste e il Coni. 

CODACONS: “UDINESE vs LAZIO va ripetuta per grave errore tecnico”

«Manca una manciata di secondi alla fine di Udinese Lazio. La palla è tra i piedi di Gonzales che potrebbe rilanciare nell’aria di rigore avversaria per un ultimo tentativo di pareggio. Qualcuno fischia la fine della partita, ma non è l’arbitro. Il giocatore della Lazio lascia la palla, il portiere Marchetti si getta in terra disperandosi per la fine della partita. Solo un giocatore dell’Udinese prende la palla e giocando praticamente da solo segna nella porta vuota, mentre l’arbitro Bergonzi fa segno di non aver fischiato la fine, con il che dimostrando di aver sentito anche lui il triplice fischio, che hanno sentito distintamente milioni di telespettatori.
L’arbitro convalida, poi si ferma e pare voglia scodellare la palla annullando il gol, poi ci ripensa e comanda la battuta dal dischetto del centrocampo. Si scatena una rissa e tre giocatori della Lazio vengono pesantemente sanzionati: ma avevano ragione. Infatti il regolamento dice: ‘Se uno spettatore emette un fischio e l’arbitro considera che tale fischio abbia interferito col gioco (ad esempio, inducendo un calciatore a raccogliere il pallone con le mani presumendo che il gioco sia stato interrotto), l’arbitro interromperà il gioco e lo riprenderà con una propria rimessa dal punto in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrottò.
Tutto ciò si legge nell’Interpretazione delle Regole del Gioco e linee guida per arbitri preso dal sito dell’AIA, Associazione Italiana Arbitri. Di fronte all’evidenza delle immagini è lecito domandarsi se l’arbitro Bergonzi conoscesse il regolamento.
Il Codacons ha predisposto una richiesta alla FIGC ed alla Lega per la ripetizione della partita per grave errore tecnico. Il nostro compito - dicono dal Codacons – è tutelare gli azionisti e gli scommettitori. I primi subirebbero un danno se una S.P.A. quotata in borsa non centrasse l’obiettivo Champions League proprio per questo errore. I secondi sono danneggiati in maniera evidente: sia chi aveva scommesso sull’1 a 0, sia chi aveva scommesso sull’eventuale 1 a 1, sia, infine, chi ha scommesso sulla qualificazione della Lazio in Champions.
Se la partita non dovesse essere annullata e ripetuta il Codacons predisporrà azioni collettive di risarcimento a favore dei soggetti lesi e nei confronti della FIGC, della Lega Calcio e dello stesso arbitro Bergonzi».

Crollo Palaexpo, dopo 8 anni tutti assolti

nell'incidente cinque operai rimasero gravemente feriti

Si è concluso con 5 assoluzioni, a otto anni dai fatti, il processo per il crollo avvenuto il 14 settembre del 2004 all’interno del Palaexpò di via Nazionale. Cinque operai rimasero gravemente feriti durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio: un controsoffitto cedette e il peso delle macerie provocò cadute a catena.
L’accusa, per i cinque imputati, era di concorso in disastro colposo e lesioni gravi. Il giudice monocratico Flavia Costantini ha assolto Ezio Mario Gruttadauria, responsabile dei lavori, Bruno Moauro, rappresentante della ditta che aveva appaltato i lavoro, Paolo Colasanti, capocantiere, Sergio Senni, direttore del cantiere e Antonio Di Muro, coordinatore della sicurezza.
Per quanto riguarda l’ imputazione di disastro colposo il giudice ha motivato la sentenza con la formula “perché il fatto non sussiste”, quanto alle lesioni gravi l’assoluzione è “per non aver commesso il fatto”. “Finalmente dopo anni di processo è stata fatta giustizia e riconosciuta la professionalità dell'azienda interessata”, hanno commentati i difensori degli imputati.

http://www.corriereromano.it/roma-notizie/12979/crollo-palaexpo-dopo-8-anni-tutti-assolti.html

 

La vedete Piazza Dante? Beh, salutatela vah


La notizia ce l’abbiamo tra le mani da alcuni mesi ma non abbiamo, lo confessato, osato pubblicarla. Si tratta infatti di una news dal potenziale deflagrante. Roba da scendere in piazza con torce e forconi insomma. Per farla molto molto breve: Piazza Dante potrebbe essere requisita dai Servizi Segreti per tempo indefinito. E non è la scenografia di un film degli anni Settanta. Il palazzone che affaccia sulla Piazza, già Poste Italiane, è passato ai Servizi Segreti che ci sposteranno le loro sedi. E fin qui niente di male (ovvio, avremmo preferito un grande cinquestelle), se non che i Servizi hanno chiesto, tramite il Ministero dell’Interno, di piazzare l’area di cantiere non all’interno nel capientissimo cortile grande quasi quanto la piazza, ma nell’area verde di Piazza Dante.
L’Esquilino, insomma, che dalla Giunta Bordoni (tale è) si aspettava riqualificazioni e riscatto. Si ritrova a fine legislatura zeppo di bancarelle, cartelloni, sosta selvaggia. Privo di qualsiasi progetto strategico di sviluppo, privo della protezione fondamentale delle strisce blu, e privo dell’unico o uno degli unici spazi verdi dell’area.
Con quale prospettiva poi? Beh, non è per fare terrorismo, ma si sa come vanno a finire in Italia questi cantieri “secretati”. Il palazzo degli esami di Trastevere è lì come monito.
Le domande sono parecchie: quanto ‘pagherà’ in termini di oneri il Ministero dell’Interno? Il disagio sarà sanato dalla riqualificazione della Piazza e delle vie circostanti? Sarà occupato tutto il giardino o solo parte di esso? Per cercare di dare qualche risposta il PD dell’Esquilino ha organizzato un incontro per venerdì 14 ottobre alle ore 18 proprio a Piazza Dante.

http://www.degradoesquilino.com/2011/10/la-vedete-piazza-dante-beh-salutatela-vah.html

Salute: Al Bambino Gesù arriva il “Kids kicking cancer"

"Dare un calcio alla malattia" l'obiettivo del progetto avviato nell'ospedale dall'associazione, utilizzando le tecniche delle arti marziali per aiutare i piccoli a gestire meglio la propria quotidianità di Federica Cifelli

Curare vuol dire prendersi cura a 360° del benessere psico-fisico dei pazienti e della loro famiglia. Parte da quest’idea di fondo il progetto che ha portato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù il “Kids kicking cancer”, associazione no profit nata negli Stati Uniti nel 1999. L’obiettivo: “dare un calcio alla malattia”, utilizzando le tecniche e la filosofia proprie delle arti marziali per offrire ai bambini affetti da cancro e da gravi patologie croniche un ulteriore aiuto per affrontare e gestire meglio la propria quotidianità.
 
Per riuscire a garantire loro una vita il più possibile normale, l’ospedale ha accolto l’iniziativa di Kids kicking cancer Italia, la neonata costola italiana dell’associazione statunitense, per integrare quanto quotidianamente viene fatto in ospedale. All’interno di un ambiente sicuro e controllato, supportati dai professionisti del Bambino Gesù, gli istruttori dell’associazione affiancano i piccoli pazienti nella degenza e nella riabilitazione extra ospedaliera, promuovendo lezioni e corsi pratici per allenare il corpo, «ma soprattutto la mente, attraverso l’insegnamento di semplici tecniche di arti marziali», spiegano i responsabili.

Fino ad oggi al Bambino Gesù hanno preso parte al progetto 15 bambini e ragazzi del reparto di onco-ematologia, e l’iniziativa si sta via via allargando anche ai piccoli affetti da fibrosi cistica e da altre patologie croniche, riferisce il direttore e coordinatore atletico di Lids kicking cancer Italia, Mark Palermo. «L’eliminazione del dolore da tutte le procedure assistenziali che coinvolgono i bambini rappresenta uno standard proprio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – sottolinea il direttore sanitario Massimiliano Raponi – e sul fronte dell’accoglienza e del miglioramento della qualità della vita dei nostri piccoli pazienti siamo quotidianamente impegnati a trovare nuove opportunità di miglioramento». L’oncologia pediatrica «ha raggiunto risultati straordinari in termini di percentuale di guarigione – gli fa eco Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco – ematologia pediatrica -. Iniziative come queste contribuiscono a migliorare la qualità di vita dei piccoli, il loro contatto con le attività ludico-sportive e a canalizzare positivamente le tensioni legate al percorso di diagnosi e cura».

A spiegare il senso dell’impegno dell’associazione è Rabbi Elimelech Goldberg, fondatore e direttore di Kids Kicking Cancer. Attraverso esercizi di «respirazione, rilassamento e meditazione – spiega - i bambini che partecipano ai nostri programmi imparano a gestire meglio il dolore e ad affrontare con maggiore determinazione, coraggio, ma anche serenità interiore la malattia e le terapie a cui devono sottoporsi». Ogni bambino diventa così, a sua volta, «testimone e ambasciatore di questa filosofia, insegnando agli altri, fratelli, sorelle, genitori, nonni, le tecniche che ha appreso, perché possano a loro volta imparare a gestire meglio dolore, rabbia, ansia, paura, stress o altri problemi psico-fisici».
 
http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=8255

p.s. per ,aggiori informazioni cliccate su: http://www.kidskickingcancer.it

Bus inaccessibili ai disabili. Campidoglio condannato per "condotta discriminatoria"

Bus inaccessibili ai disabili. Campidoglio condannato per "condotta discriminatoria"
Il Campidoglio è stato condannato dal Tribunale civile di Roma. La questione risale al 2009 quando un disabile fece causa al Comune perché non riusciva a prendere i mezzi pubblici


Bus inaccessibili ai disabili. Campidoglio condannato per "condotta discriminatoria"

Roma non fornisce servizi di trasporto adeguati per i disabili. Sarebbero queste le conclusioni che potrebbero essere tratte dalla condanna appena inflitta al Comune. Il Campidoglio è stato infatti condannato in primo grado per "condotta discriminatoria" dal Tribunale civile di Roma nei confronti di un disabile costretto su sedia a rotelle che aveva fatto causa due anni fa perché non riusciva a prendere i mezzi pubblici.
LA CAUSA - La questione risale al 2009, quando Gustavo Fraticelli, persona disabile e co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, che ha curato l'aspetto legale della questione, fece causa al Comune di Roma perché, secondo uno studio condotto dalla sua associazione, è risultato che nel centro storico solo il 10% di 460 fermate di bus erano "accessibili" a disabili. Dopo due anni è arrivata la sentenza del Tribunale che si basa sulla legge 67 del 2006 che prevede un'apposita azione a favore del disabile che ritiene di aver subito una discriminazione diretta o indiretta.


Potrebbe interessarti: http://www.romatoday.it/cronaca/condanna-campidoglio-autobus-inaccessibili-disabili.html
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Bus inaccessibili ai disabili. Campidoglio condannato per "condotta discriminatoria"
LA CONDANNA - Il giudice ha condannato il sindaco di Roma a pagare un risarcimento di 5mila euro, più rimborso delle spese legali pari a 2.500 euro, a Gustavo Fraticelli ed ha ordinato la pubblicazione della sentenza sulle pagine romane del quotidiano "Il Messaggero", anche queste a spese del Comune) e la realizzazione, entro 12 mesi, di un piano per la messa a norma dei marciapiedi di via Cernaia, Passeggiata di Ripetta, Piazza Fiume, Via Veneto e via dei Cerchi, le fermate dei bus prese in oggetto dalla causa. (Fonte Ansa)


http://www.romatoday.it/cronaca/condanna-campidoglio-autobus-inaccessibili-disabili.html 

Bus impossibili per i disabili condannato il Campidoglio

Il Messaggero - Cronaca di Roma
Elena Panarella
 Uno scivolo che non c’è, lo scalino del marciapiede troppo alto, strisce pedonali assenti. Ostacoli che non permettono di muoversi liberamente in città a chi ha una disabilità. Raggiungere le fermate dei bus poi è quasi impossibile. Per questi motivi il Campidoglio è stato condannato dal Tribunale  civile di Roma a pagare 5mila euro di risarcimento ad un cittadino costretto sulla sedia a rotelle. Per i giudici la presenza di barriere testimonia una “condotta discriminatoria” nei confronti dei disabili. 
Una sentenza che lo stesso sindaco Gianni Alemanno riconosce “importante e giusta”. 
In particolare la seconda sezione civile del Tribunale ha ordinato “al Comune di Roma, in persona del sindaco pro-tempore, la realizzazione entro 12 mesi, di un piano per la messa a norma dei marciapiedi  corrispondenti alle fermate di via Cernaia, passeggiata di Ripetta, Piazza Fiume, via Veneto, via dei Cerchi”. E ha disposto la pubblicazione della sentenza sulle pagine romane de Il Messaggero a spese dell’Amministrazione. 
Dopo due anni di guerra legale Gustavo Fraticelli, denunciante e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, è soddisfatto e fiero per quella che lui definisce una “storica vittoria. Nel nostro Paese non 
si bada al rispetto di una cosa davvero semplice: la legalità”. 
Costretto a muoversi sulla sedia a rotelle, non riusciva a salire sugli autobus: “Per 33 anni ho lavorato in Alitalia ed ho sempre viaggiato - continua Fraticelli - Negli ultimi dieci anni sono sulla sedia a rotelle ma questo non ha fermato il mio amore per i luoghi lontani, l’ultima volta che sono stato a New York ho utilizzato gli autobus da solo per spostarmi, lì tutto è semplice. Ma soprattutto non ero l’unico. Invito 
invece tutti a fare questa riflessione: quante persone vedete in giro per Roma in carrozzina ad aspettare l’autobus?” “Nel 2008 chiedemmo per iscritto al sindaco quanti fossero gli autobus attrezzati per trasportare disabili e quanti usufruissero del servizio ogni anno aggiunge Fraticelli - Ci rispose che il 64% dei bus era attrezzato ma che nel 2007 solo 500 disabili avevano preso i mezzi pubblici. Ci siamo chiesti il perché e siamo arrivati, attraverso uno studio, a scoprire l’arcano: i marciapiedi dove stanno le fermate non hanno le pedane o ci sono ostacoli architettonici”. 
La sentenza rappresenta un precedente importante, pur se in primo grado, è immediatamente esecutiva e il Campidoglio dunque, se non si attiverà, commetterà un reato penale. Ieri, è stato illustrato  dall’associazione anche un filmato girato nel centro di Roma: su 460 fermate bus nel I Municipio, solo il 10 per cento risulta accessibile ai disabili. 
Mentre il 30 è totalmente inaccessibile, il 60 per cento invece poco o molto poco accessibili. 
E’ una sentenza clamorosa che apre la strada ad una nuova stagione per i diritti dei disabili e il miglioramento delle loro condizioni - spiega il segretario dei Radicali Italiani, Mario Staderini - Questo è  un insegnamento per il sindaco che invece di trattare problemi quotidiani si occupa di inutili beghe politiche”. Inoltre, conclude Staderini: “Denunceremo Alemanno alla Corte dei Conti per danni erariali. Perché dobbiamo pagare ora noi cittadini per le mancanze di quest’Amministrazione?” 
L’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni, sottolinea: “È tempo di riappropriarsi dei propri diritti la decisione del Tribunale che condanna il municipio capitolino per condotta discriminatoria  contro disabile sarà un precedente importante, perché ogni disabile potrà chiedere che sia rispettato il suo diritto alla libera circolazione a vivere senza barriere architettoniche. 
Parte dunque da Roma, in tutta Italia, una campagna di affermazione dei diritti delle persone con disabilità”. 
Il Pd parte all’attacco: “Un altro passo indietro della nostra città, l’ennesimo, frutto solo dell’incapacità della giunta Alemanno - dice il segretario romano, Marco Miccoli che anche in materia di politiche sociali in quattro anni ha collezionato fallimenti su fallimenti. 
La cosa più incredibile è il suo commento, che ammette placidamente che si tratta di una sentenza giusta. Ricordiamo al sindaco che il suo attuale mestiere è quello di amministrare la città e non di commentare sentenze che poi non rispetta. Un’amministrazione più seria e preparata avrebbe  saputo evitare questo nuovo schiaffo”. 

http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/bus-impossibili-i-disabili-condannato-il-campidoglio 

 


 


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Bus inaccessibili ai disabili. Campidoglio condannato per "condotta discriminatoria"



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La7, il direttore Ruffini nega la crisi di ascolti della rete


Tutti sembrano essersi accorti della crisi di ascolti di La7, tranne il direttore della rete, Paolo Ruffini, che, in un’intervista sul Corriere della Sera, minimizza…

Ruffini nega in modo deciso il flop di ascolti della rete di Telecom Italia Media e ammette solo che La7 soffre nella fascia pomeridiana ma aggiunge di confidare in una ripresa grazie all’arrivo di Cristina Parodi (che dovrebbe condurre un programma pomeridiano

In realtà i dati Auditel di marzo della rete non sono particolarmente brillanti (e non solo nella fascia pomeridiana):
Lo share più alto, quasi il 4%, che viene raggiunto nella fascia preserale grazie alle buone performance del Tg di Enrico Mentana, mentre in prima serata (20.30-22.30) si rimane sotto il milione col 3.5% di share.
Nell’intervista la linea di difesa di Ruffini è chiara: negare tutto. E quindi sostiene che non si possa parlare di flop nè per Sabina Guzzanti nè per Serena Dandini… Contento lui…
Ma nell’intervista, “Ruffini nelLa7 delle meraviglie” conferma tentativi di contatto con Michele Santoro anche se ritiene fuori luogo parlare di trattative

http://www.tuttotv.info/2012/04/18/la7-il-direttore-ruffini-nega-la-crisi-di-ascolti-della-rete/


Mafia:familiari vittime,Grillo offensivo

Coro di critiche dopo comizio Palermo, 'partiti peggio di mafia'

 

PALERMO, 30 APR - ''Le parole di Beppe Grillo, che ieri a Palermo ha detto che la mafia non strangola i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo, sono un'offesa nei confronti di tutti i familiari delle vittime di Cosa Nostra e un insulto al lavoro svolto in questi anni dai magistrati e dalle forze dell'ordine''. Lo afferma Angela Ogliastro, sorella di un ex poliziotto ucciso da una 'lupara bianca'.Come lei la pensano Pina Maisano,vedova di Libero Grassi. Il coordinatore del Fli Granata: 'Parole vergognose'. (ANSA)

l Tar sospende il "richiamo" di Vattani il console che cantò al concerto fascio-rock

l Tribunale amministrativo regionale boccia la Farnesina. Storace: "Un concerto per fare festa"

 di PAOLO BOCCACCI

 Caso Vattani, dietrofront. Il Tar del Lazio ha sospeso l'efficacia del decreto con il quale la Farnesina ha richiamato in servizio al ministero il console italiano a Osaka. Il richiamo era scattato il 21 febbraio per la sua partecipazione ad un concerto fascio-rock di Casapound e vincolava il diplomatico a riprendere servizio al Mae entro il 31 marzo prossimo.

Ora, l'ordinanza del Tar sospende in via cautelativa l'esecuzione del decreto fino alla Camera di Consiglio che si terrà il 4 aprile, alla quale, si legge nel provvedimento, "viene fin da ora differita la trattazione in sede collegiale dell'istanza cautelare proposta dalla parte ricorrente".

Il Tar in particolare rileva che "la complessità e delicatezza della vicenda e degli interessi in essa coinvolti, anche alla luce dei riflessi mediatici assunti in un quadro di non sempre apprezzabile sovraesposizione nei confronti della pubblica opinione degli intendimenti in via di perfezionamento ad opera del responsabile del competente Dicastero, impone che la valutazione delle censure proposte con il mezzo di tutela all'esame intervenga nella appropriata sede collegiale". Secondo il Tribunale amministrativo, dunque, va tutelata "l'esigenza di cautela" fatta valere da Vattani.

"Ci vorrebbe un bel concerto per festeggiare. Magari sotto il Campidoglio". È stato il commento del leader de La Destra Francesco Storace. 

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/16/news/il_tar_sospende_il_richiamo_di_vattani_il_console_che_cant_al_concerto_fascio-rock-31670461/ 

SCHERMA: INTOSSICATO AL RISTORANTE, MONTANO RISARCITO

SCHERMA: INTOSSICATO AL RISTORANTE, MONTANO RISARCITO

Si chiude con la remissione di querela, e un risarcimento da 35.000 euro, il contenzioso tra lo schermitore Aldo Montano e un noto ristorante di Milano Marittima, sulla riviera romagnola: lo schermidore azzurro, era rimasto vittima di un'intossicazione alimentare il 24 agosto 2010, dopo aver mangiato un tortino al formaggio. L'olimpionico livornese aveva avvertito lo staff del locale della sua allergia, secondo quanto emerso dalle indagini, ma un errore dei camerieri lo aveva costretto a correre in ospedale. Cinque lavoratori del ristorante erano stati indagati per lesioni colpose. Secondo quanto riferisce 'La Voce di Romagna', una volta notificato il pagamento la querela sarà ritirata: Montano ha annunciato che devolverà il risarcimento in beneficenza.

Cancellata Luck, la serie tv di Michael Mann con Dustin Hoffman

“Luck”, la serie televisiva diretta e prodotta da Michael Mann con Dustin Hoffman protagonista, è stata cancellata. La HBO si è ritrovata costretta a chiudere la serie dopo le numerose polemiche e le accuse ventilate di boicottaggio al programma lanciate dal PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) e dalla AHA (American Humane Association). Le due associazioni hanno cominciato a interessarsi a “Luck” sin dal primo incidente sul set che è costato la vita a uno dei cavalli protagonisti. L’animale si è ferito gravemente e ha dovuto essere abbattuto, così come è successo altre due volte nel corso della produzione, nonostante fossero in vigore le norme di sicurezza.
La AHA ha peraltro inviato una lettera di attenzione al Dipartimento dello Sceriffo di Los Angeles chiedendo che venga aperta un’indagine e lo stesso tipo di azione è stata richiesta dal PETA al Procuratore della città, affermando che lo show usava droghe per gestire gli animali sul set di “Luck”.
La decisione della HBO è stata presa per evitare controversie legali e non gettare in pasto alla pessima pubblicità e a un processo mediatico la serie televisiva. Va detto anche che “Luck”, per via dell’importanza dei personaggi coinvolti, era un prodotto dispendioso e dai costi elevati; senza dimenticare anche il fatto che gli indici d’ascolto erano tutt’altro che esaltanti, benchè il canale avesse comunque deciso di rinnovare il serial per una seconda stagione.
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Dustin Hoffman e Michael Mann alla premiere di Luck | © Kevin Winter/Getty Images
Questo quanto dichiarato da David Milck e Michael Mann, produttori esecutivi di “Luck”:
È con il cuore spezzato che annunciamo la cessazione di ogni futura produzione di Luck. La sicurezza è stata sempre la nostra prima preoccupazione. Abbiamo mantenuto gli standard più elevati durante tutta la produzione, più alti in fatti di quelli che esistono nelle corse dei cavalli. Tuttavia gli incidenti occorrono e non ci è possibile garantire che non ce ne saranno altri. Per questo abbiamo preso questa decisione difficile. Siamo incredibilmente fieri della serie, degli autori, degli attori e di tutta la troupe.
Si conclude così l’esperienza di “Luck”, titolo ossimoro per una serie tv che di fortuna nella sua breve vita ne ha avuta davvero poca.

http://www.cinezapping.com/cancellata-luck-serie-tv-michael-mann-dustin-hoffman/#utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+cinezapping+%28CineZapping%29

Beppe Grillo a Palermo: “La mafia non strangola le proprie vittime”

Il comico genovese, in Sicilia per sostenere il candidato sindaco Riccardo Nuti, sconvolge con le sue nuove dichiarazioni: “La mafia si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la propria vittima”. Dura la reazione del Pd e di Sel: “Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno già utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti”.


Beppe Grillo torna all’attacco. Questa volta il comico, fondatore de Il Movimento a 5 Stelle, si è presentato a Palermo carico di rabbia contro la crisi economica, affermando brutalmente che questa uccide a differenza della mafia.

Grillo dichiara a gran voce: “Un quarto del nostro stipendio va a pagare un debito che aumenta sempre. Un governo di transizione doveva diminuire il debito. Fermarlo. Mettere un tetto alle pensioni e far confluire quei soldi in un fondo per i giovani”.

In Sicilia per sostenere il candidato sindaco Riccardo Nuti, il comico dichiara poi: “La mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, i propri clienti. Si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la propria vittima.  I politici lasciateli sfogare, son ragazzi. Non appena rimarranno senza televisioni, senza giornali e senza i poliziotti che sono ormai stanchi di far da scorta ai politici che fano burlesque, e si iscrivono di nascosto al Movimento Cinque Stelle, allora saranno costretti a confrontarsi con i cittadini”.

Grillo si rivolge poi ancora una volta al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Faccia il presidente della Repubblica. Lui deve stare al di sopra. Noi ci confrontiamo con le persone concrete e lui non è stato eletto dai cittadini”. Per quanto riguarda i politici, questi, secondo il leader del Movimento a 5 Stelle, devono essere “processati da una giuria di incensurati e devono restituire il maltolto, loro che non hanno più il coraggio di confrontarsi in piazza”.

Il comico invita anche il presidente del Consiglio, Mario Monti a fare i nomi degli scudati “di coloro, cioè, che se la sono cavata a poco prezzo, mentre i poveracci sono messi sotto torchio”. Lo stesso Grillo ricorda anche: “Monti, che era il consulente di Cirino Pomicino, esorcizza al contrario, invece di esorcizzare i colpevoli, colpisce le vittime. Stanno smantellando lo stato e questa è la spietatezza contabile”.

Il genovese se la prende anche con D’Alema: “Un topino di Parlamento che non esce mai se non una volta ogni cinque, sei anno. Con l’aria da finto snob dice qualche cosa, ma parla senza avere alcuna idea del futuro perché vive nel passato”, e critica, rivolgendosi ad Alfano, Bersani e Casini,  “l’ABC, questo alfabeto del nulla”.

Tra i primi a commentare duramente le parole di Grillo, c’è Flavio Arzarello, della segreteria nazionale del Pdci, che dichiara: “Le parole del comico, pronunciate tra l’altro alla vigilia del trentennale dell’assassinio di Pio La Torre, sono uno schiaffo a tutte le vittime di mafia e a chi lotta ogni giorno per il riscatto del mezzogiorno. Si dovrebbe vergognare. Questa volta è andato oltre i consueti sermoni populisti, ed è in sintonia con chi in questi 50 anni, proprio con questi atteggiamenti, ha assecondato il dominio mafioso”.

Anche Nico Stumpo, responsabile del Partito Democratico critica le affermazioni del comico genovese: “Da un pifferaio a un ciarlatano, l’Italia non merita chi non conosce la storia e la realtà. C’è una crisi  economica grave, ma non credo che Grillo ne sappia qualcosa. Come evidentemente non sa nulla di mafia. C’è in Grillo una povertà culturale che gli italiani non meritano”.

Claudio Fava, di Sel, Sinistra Ecologia e Libertà, afferma poi: “Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno già utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l’ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni”.

http://www.corriereweb.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=23602:beppe-grillo-a-palermo-%E2%80%9Cla-mafia-non-strangola-le-proprie-vittime%E2%80%9D&Itemid=228

Cancro alla prostata: dubbi sull'efficacia dell'intevento chirurgico standard, la prostatectomia radicale

L'intervento di prostatectomia, la rimozione chirurgica della ghiandola prostatica, potrebbe non essere efficace nell'aumentare l'aspettativa di vita dei pazienti affetti da tumore della prostata: l'affermazione, che ha costituito un vero e proprio 'shock' per la comunità scientifica, viene dal più grande trial randomizzato mai condotto sull'argomento, il Prostate Intervention Versus Observation Trial (PIVOT), condotto da Timothy Wilt, professore di Medicina alla University of Minnesota School of Medicine, che con il suo gruppo, che dal 1994 colleziona dati su 731 uomini, ha permesso di evidenziare che l'intevento chirurgico standard per la cura del cancro alla prostata non produce risultati significativi in termini di aumento degli anni di sopravvivenza

 
Il tumore alla prostata è il cancro più comune nella popolazione maschile mondiale. In Italia circa 11.000 uomini ogni anno ricevono una diagnosi di cancro alla prostata: di questi circa 1.000 hanno un'età inferiore ai 65 anni. Si tratta del primo tumore maschile per incidenza che colpisce circa il 12 percento degli uomini. Tuttavia, nel 50 percento dei casi cresce molto lentamente, così, i pazienti affetti, anche se non fruiscono di alcun trattamento, potrebbero vivere per molti anni per poi morire di qualcos’altro.

I risultati dello studio Prostate Intervention Versus Observation Trial (PIVOT), condotto da Timothy Wilt e cominciato nel 1994 con 731 uomini, hanno mostrato che i soggetti che si sono sottoposti al trattamento chirurgico avevano meno del 3 percento di beneficio in termini di anni di sopravvivenza rispetto a coloro che non avevano ricevuto alcun trattamento, dopo essere stati seguiti per 12 anni. La differenza evidenziata, peraltro, non è risultata essere statisticamente significativa e potrebbe, dunque, essere emersa per caso.

Lo studio ha messo a confronto la rimozione chirurgica della ghiandola prostatica – la prostatectomia radicale – con “l’osservazione di attesa” (senza fare niente). I risultati hanno evidenziato che la chirurgia non estende la prospettiva di vita dei pazienti. Uno dei più importanti specialisti britannici, come riportato sul The Indipendent, che ha chiesto di non rivelare il suo nome ha affermato: “l’unica risposta razionale a questi risultati è che quando si presenta un paziente con un tumore della prostata la cosa migliore è non fare niente”.

Quando i risultati sono stati presentati al meeting della European Association of Urology a Parigi lo scorso febbraio, alla presenza di oltre 11.000 specialisti del settore provenienti da tutto il mondo, sono stati accolti con un silenzio che bene evidenziava lo sbigottimento collettivo.

Un esperto che ha partecipato all’evento ha commentato l’accaduto ricordando che mentre durante questi eventi solitamente i risultati di ricerche importanti vengono tweettati immediatamente tra i veri specialisti del settore, lui “non ha visto alcun urologo tweettare entusiasticamente i risultati di questo studio”.

Alcuni urologi che hanno speso molti anni della loro vita per formarsi così da poter attuare complesse tecniche chirurgiche trovano l’idea di osservare il decorso della malattia senza far nulla, assolutamente inaccettabile. Tuttavia, la chirurgia di rimozione della ghiandola prostatica porta con se una serie di effetti collaterali che possono avere un impatto molto forte sulla qualità della vita delle persone che vi si sottopongono, con un 50 percento di uomini che soffre di impotenza e un 10 percento di incontinenza.

La controversia sul miglior trattamento per il cancro alla prostata ha diviso gli esperti in maniera significativa: alcuni specialisti evidenziano che il trattamento chirurgico è al livello in cui si trovava l’intervento chirurgico per il tumore al seno ‘una generazione fa’, quando l’unico trattamento chirurgico era la mastectomia – la rimozione dell’intera mammella. Oggi, la maggior parte delle donne con tumore alla mammella sono trattate attraverso un intervento di rimozione chirurgica del tumore, lasciando il resto della mammella intatto.

Gli urologi sostengono che un approccio simile deve essere approntato per il trattamento del tumore alla prostata e attraverso questa metodica si potranno migliorare anche i tassi di sopravvivenza e ridurre il rischio di effetti collaterali, in quanto una piccola porzione della ghiandola prostatica verrebbero asportati, lasciando i tessuti adiacenti intatti.

Le critiche a questo pensiero sono legate alla mancanza di evidenze scientifiche che giustifichino la terapia targhettizzata. Joel Nelson del Dipartimento di Urologia dell’Università di Pittsburgh, ha affermato che il cancro alla prostata produce dei cambiamenti molecolari nell’intera ghiandola, che può portare a trasformazioni maligne.

Secondo il dott. Nelson, avere come obiettivo una sola parte della ghiandola da un “falso senso di sicurezza”, quando in realtà c’è un rischio di ricaduta che può essere ancor più difficile da trattare. Non esistono chiari criteri per confermare il successo, il che può portare a “incompetenza tecnica”.

La dottoressa Kate Holmes, a capo del The Prostate Cancer Charity in Inghilterra, ha commentato: “i dati preliminari del PIVOT certamente suggeriscono che la chirurgia per rimuovere la prostata non conferisce nessun beneficio significativo in termini di sopravvivenza per gli uomini con un cancro alla prostata di rischio basso o medio. Tuttavia, nonostante questi risultati provengono dal più grande studio mai condotto sul tema, bisogna aspettare la pubblicazione dei risultati definitivi per poter aiutare gli uomini in futuro a prendere una decisione molto più informata rispetto alla alternative a disposizione”.

Gli stessi dubbi sono da tempo al centro del dibattito scientifico per quanto riguarda la fase di prevenzione del tumore alla prostata, con punti di vista discordanti sull'utilità degli strumenti diagnostici tradizionali. Un recente studio del Karolinska Institutet svedese considera inutili gli screening periodici per l'identificazione del rischio di cancro alla prostata. I dati di questo studio si contrappongono alle numerose evidenze relative all'ipotesi che ricercare in anticipo i segni di tumore possa migliorare la prognosi di questo specifico cancro.

Un altro recente studio, condotto dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Medical Center di New York individua un unico esame di ricerca del Psa (antigene prostatico specifico) da somministrare all'età di 60 anni, la cui validità è tutt'ora oggetto di numerosi studi scientifici. Il test individuerebbe 2 gruppi: un primo gruppo con alti livelli di Psa (9 morti su 10 afferiscono a questa categoria), e un secondo con livelli medi o bassi, al quale consigliare ulteriori controlli.

Secondo gli autori di questo studio, tale approccio darebbe una buona soglia di garanzia, in quanto circa il 50 percento della popolazione avrebbe la certezza che dopo i 60 anni non dovrà confrontarsi con un'evoluzione maligna della propria condizione.
 

Nata a Torino la prima bambina con autotrapianto di tessuto ovarico: una nuova Aurora per molte donne

“Dopo tutto quello che ho passato è la mia vittoria più grande, oggi è stato il giorno più bello della mia vita perché non speravo che questo potesse accadere”, così Rosanna, mamma di Aurora: la bimba che oggi ha visto la luce, prima in Italia nata a seguito di un autotrapianto di tessuto ovarico della madre; il risultato è stato ottenuto grazie al lavoro di un’equipe universitaria che fa capo alla Clinica universitaria di Ginecologia e Ostetricia 1 dell’ospedale Sant’Anna di Torino, diretta da Chiara Benedetto

 
Ieri all'ospedale Sant'Anna di Torino è nata la prima bimba la cui mamma era stata sottoposta ad autotrapianto di tessuto ovarico: Aurora è nata di 3,670 kg intorno alle 9:30; Rosanna, la madre, era stata sottoposta a trapianto di midollo osseo e chemioterapia preventiva ad alte dosi all'età di 21 anni perché affetta da beta talassemia, ma in un periodo precedente era stata sottoposta a chirurgia laparoscopica e il tessuto ovarico prelevato, ricco di ovociti, era stato immediatamente crioconservato in azoto liquido per circa 8 anni.
 
In un periodo precedente all’inizio delle sedute di chemioterapia, che avrebbero reso la donna sterile, la paziente era stata sottoposta a chirurgia laparoscopica, eseguita dal professor Gianluigi Marchino, nel corso della quale erano state eseguite biopsie ovariche multiple. Il tessuto ovarico prelevato, ricco di ovociti, era stato immediatamente congelato e crioconservato in azoto liquido per circa 8 anni. Le tecnica applicata, tuttora sperimentale, rappresentava l’unico modo possibile per offrire alla paziente una possibilità di gravidanza futura. La crioconservazione e il ripristino della fertilità sono state operazioni seguite in particolare dal professor Alberto Revelli, con le dottoresse Elisabetta Dolfin, Luisa Delle Piane, Francesca Salvano ed Emanuela Molinari.
 
Dopo il trapianto di midollo osseo e la chemioterapia la paziente era entrata in menopausa, accusando sintomi tipici di questa situazione ormonale, ed era stato necessario impostare una terapia ormonale sostitutiva con estrogeni e progesterone. Il tessuto ovarico è stato conservato nel laboratorio Fiver dell’ospedale Sant’Anna, coordinato dalla dottoressa Cinzia Racca, fin quando, nel 2010, la paziente ha chiesto di poter scongelare il tessuto ovarico e ritrapiantarlo per poter provare ad avere una gravidanza.

Nel marzo dello stesso anno, la paziente è stata sottoposta a 2 interventi chirurgici laparoscopici, con cui è stato ritrapiantato il suo stesso tessuto ovarico, conservato per 8 anni.

Dopo il trapianto la paziente ha potuto sospendere la terapia ormonale senza accusare i sintomi della menopausa e, dopo 3 mesi dall’intervento, è stata osservata una ripresa dei cicli mestruali spontanei. Dopo poco più di un anno, la paziente è rimasta spontaneamente incinta e in seguito a una gravidanza a decorso regolare oggi ha partorito con taglio cesareo la bimba di 3,670 grammi.
 
Rosanna, la neomamma, prima donna in Italia – e una delle prime al mondo – ad aver concepito e portato a termine la gravidanza grazie a un autotrapianto del proprio tessuto ovarico, era affetta da una forma di beta talassemia per la quale all’età di 21 anni era stata sopposta a un trapianto di midollo osseo da donatore familiare, che richiedeva una preventiva chemioterapia ad alte dosi.

Dopo tutto quello che ho passato è la mia vittoria più grande" ha detto Rosanna, mamma di Aurora. “Oggi è stao il giorno più bello della mia vita perché non speravo tanto che questo potesse realmente accadere”, ha aggiunto, consigliando a chi domandava cosa consigliasse ad altre donne nella sua condizione di “essere sempre positivi, di provare sempre con tanta speranza”.

Il risultato ottenuto a Torino, primo nel suo genere in Italia, rappresenta un ulteriore passo avanti per offrire l’opportunità di una gravidanza anche a chi subisce chemioterapie che possono mettere a grave rischio la fertilità. Sono una quindicina i bambini nati nel mondo grazie all’approccio realizzato nel capoluogo piemontese.

La scienza della riproduzione sta seguendo questa e altre vie per rispondere al desiderio di maternità di donne che non possono avere figli: “preservando gli ovociti con la vitrificazione- tecnica che permette di conservare le cellule uovo anche per anni) si possono avere gravidanze in queste donne, ovviemante quando gli effetti della che mio sono finiti”, commenta Bruno Lunenfeld, uno dei padri della ricerca sulle gonadotropine e sulla fertilità.
 

Brescia, arrestato giovane marocchino è accusato di addestrare terroristi

 

Monitorati vari siti web con documenti a sfondo jihadista. Nel progetto terrorista la sinagoga di via della Guastalla a Milano

  MILANO - Nelle prime ore della mattina di giovedì la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino marocchino, Mohamed Jarmoune , 20 anni, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere ritenuto coinvolto in attività di addestramento all'uso di armi e di esplosivi per finalità di terrorismo.

I SITI WEB - L'operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale di Cagliari, è stata condotta dal Servizio Centrale Antiterrorismo e dalle Digos delle Questure di Cagliari e Brescia e ha permesso di far luce sul giovane, che vive in provincia di Brescia dall'età di 6 anni, attraverso la costante attività di monitoraggio dei numerosi siti web che ospitano discussioni e diffondono documenti su tematiche jihadiste.

LA SINAGOGA - La misura restrittiva si è resa necessaria anche perché, di recente, sono stati acquisiti «preoccupanti elementi su una progettualità terroristica» (una missione jihad, come lo stesso indagato ha confidato in un messaggio intercettato) che aveva in animo di realizzare contro "obiettivi sensibili". Tra questi, spicca per importanza un reperto sequestrato dagli investigatori della Digos di Brescia relativo ad un dettagliato «sopralluogo virtuale» della sinagoga di via della Guastalla a Milano

IL DOCUMENTO - Nel documento, salvato sul proprio computer, il giovane marocchino si sofferma in particolare sulle misure di sicurezza adottate a salvaguardia del tempio ebraico di Milano (personale di polizia, manufatti interdittivi, possibili vie di accesso). Le indagini continuano anche in ambito internazionale in stretto raccordo con le autorità di Polizia statunitensi e britanniche che stanno conducendo indagini parallele a quella coordinata dalla Dcpp/Ucigos. Per quanto accertato finora, infatti, gli internauti in contatto con l'arrestato sono perlopiù presenti all'estero. In questo quadro, contestualmente all'arresto operato a Brescia, la Metropolitan Police di Londra ha posto in stato di fermo una donna risultata in contatto con il giovane marocchino.

http://www.corriere.it/cronache/12_marzo_15/marocchino-terrorista-arrestato-brescia_49001468-6e6b-11e1-850b-8beb09a51954.shtml

Progettava attentato alla sinagoga di Milano, arrestato per terrorismo marocchino 20enne

Preso a Brescia: aveva messo online le possibili vie d'accesso al Tempio ebraico e le misure di sorveglianza


La sinagoga di via della Guastalla (Fotogramma)La sinagoga di via della Guastalla (Fotogramma)
MILANO - Non ha mai frequentato una moschea e quindi non è certo un buon musulmano, eppure era diventato un fanatico della jihad e sul suo computer aveva studiato nei dettagli come violare le misure di sicurezza che proteggono il Tempio ebraico di Milano, in via della Guastalla, indicando in una sorta di «sopralluogo virtuale» le possibili vie d'accesso e le misure di sorveglianza. Inoltre, aveva creato gruppi su Facebook per condividere istruzioni sull'uso di armi ed esplosivi. Per questi motivi è stato arrestato a Brescia, all'alba di giovedì, un giovane marocchino.
Mohamed JarmouneMohamed Jarmoune
ARMI E ESPLOSIVI - L'arrestato, Mohamed Jarmoune, ha 20 anni e dall'età di 6 vive nel Bresciano, dove lavora come operaio. E' accusato di essere coinvolto nell'addestramento all'uso di armi e di esplosivi con finalità di terrorismo. A chi entrava nei gruppi creati ad hoc su Facebook era proibito caricare video su canti religiosi, mentre erano permessi solo quelli su armi ed esplosivi. Sulla vicenda proseguono le indagini anche a livello internazionale, con la Metropolitan Police di Londra che ha fermato una donna accusata d'essere in contatto con il giovane marocchino. Il giovane è stato individuato attraverso «la costante attività di monitoraggio dei numerosi siti web che ospitano discussioni e diffondono documenti su tematiche jihadiste». LA SINAGOGA - Gli inquirenti hanno arrestato il giovane dopo aver acquisito elementi sugli attentati che progettava: in particolare in un documento salvato sul proprio computer il giovane analizzava «le misure di sicurezza adottate a salvaguardia della sinagoga di Milano, come personale di polizia e possibili vie di accesso». Non si tratterebbe di un progetto giunto già alla sua fase operativa. «Di sicuro era qualcosa di più di una curiosità, ma nel corso dell'operazione non sono stati trovati esplosivi o armi». L'indagine prosegue per accertare se Mohamed Jarmoune fosse in collegamento diretto con componenti di un gruppo terroristico, in Italia o all'estero.
FANATICO VIRTUALE - Secondo Claudio Galzerano, dirigente della divisione antiterrorismo internazionale della Dccp/Ucigos, il ragazzo sarebbe «un mago del computer, una sorta di hacker radicalizzatosi su Internet, al di fuori del circuito delle moschee», che avrebbe seguito, sempre in modo virtuale, un «percorso verso un fanatismo sempre più integralista». Quanto alle sue pagine web, vi si accedeva «solo attraverso un complicato sistema di controlli e passaggi che lo stesso arrestato aveva messo in piedi». In questo modo il giovane aveva intessuto «una serie di relazioni al di fuori del circuito nazionale», con «più di una decina» di simpatizzanti. La pericolosità di questo soggetto in particolare stava soprattutto nel suo fanatismo per le armi: le informazioni che dava sui suoi siti non erano soltanto virtuali, ma molto pratiche, e da qui viene l'accusa di addestramento all'uso di armi e di esplosivi con finalità di terrorismo.

Roberto Jarach (Fotogramma)Roberto Jarach (Fotogramma)
«NON E' ISOLATO» - «Dubito che sia una iniziativa individuale, la metodica e la mole della documentazione acquisita non sembrano frutto del lavoro di un folle isolato», è il commento di Roberto Jarach, presidente della comunità ebraica milanese. «La notizia - aggiunge Jarach - ci ha colto di sorpresa. Da circa due mesi c'era stato un generico rialzo del livello di attenzione, segnalato dalle Forze dell'ordine, ma non sembravano esserci elementi specifici di preoccupazione». «Mi hanno riferito - spiega il presidente - che potrebbero esserci legami con l'Inghilterra. Stiamo facendo anche noi delle verifiche per capire la consistenza di eventuali cellule terroristiche». «Quello che giunge oggi - conclude Jarach - è uno dei segnali più inquietanti per la comunità ebraica di Milano, città in cui in passato ci sono stati pochi momenti di tensione legati a segnalazioni specifiche».

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_15/progettava-attentato-via-guastalla-sinagoga-arrestato-marocchino-brescia-terrorismo-islamico-2003688748053.shtml?fr=correlati

 

 

Allarme per gli impotenti, comincia lo sciopero del viagra

La minaccia dei farmacisti del Lazio contro le liberalizzazioni. Potrebbe partire dal 30 aprile.

 Un  mese di «stato di agitazione permanente» per protestare contro il decreto liberalizzazioni. Ma se poi le loro richieste non saranno accolte dal 30 aprile è previsto, negli ospedali pubblici e nelle aziende sanitarie, il provocatorio 'sciopero del viagra'.
Ad annunciare questa singolare forma di protesta è il Sinafo, il sindacato regionale farmacisti ospedalieri del Lazio (ma appoggiato a livello nazionale), che questo pomeriggio ha organizzato un sit-in di protesta davanti a piazza del Parlamento.
«Protestiamo contro l'iniquità nell'attribuzione dei punteggi ai titoli del servizio dei farmacisti pubblici, che operano negli ospedali e nelle aziende sanitarie locali», ha spiegato Loredana Vasselli, Direttore Uoc Farmacie Territoriali Asl, che ha chiesto a nome di tutta la categoria «al ministero della Salute che gli vengano attribuiti almeno gli stessi punteggi dei titolari privati, perché attualmente con questo testo ci vediamo valutati circa la metà». Altrimenti, ha aggiunto, «saremo costretti a far partire il provocatorio sciopero del viagra, un farmaco importante e richiesto ma che non mette a rischio la sicurezza del paziente».

http://www.lettera43.it/economia/macro/45504/allarme-per-gli-impontenti-comincia-lo-sciopero-del-viagra.htm