mercoledì 11 aprile 2018

La Bibbia non dice quello che ci hanno fatto credere: parola di biblista

di Fabio Della Pergola
sabato 26 gennaio 2013  
 
Per due millenni ci hanno raccontato che Dio creò l'universo dal nulla, l'uomo dalla terra, la donna dalla costola dell'uomo e che la natura umana è originariamente peccaminosa per via di un illecito morso al frutto proibito.

Non è che ci avevamo creduto davvero, ma la favola biblica è entrata pesantemente a condizionare tutta la cultura occidentale ben al di là di quanto le menti razionali e acculturate abbiano mai sospettato.

Un’intervista di Antonio Gnoli a Carlo Enzo, pubblicata alla fine di dicembre su Repubblica (potete scaricarla da qui) - che fa seguito ad un’altra di Romano Màdera sull’Unità nel marzo dello scorso anno - ci offre invece la possibilità di valutare due o tre cosette interessanti sulla cultura in cui siamo immersi (e storicamente sommersi).

Partiamo dall’inizio: chi è Carlo Enzo? È un sacerdote, raffinatissimo e puntiglioso esegeta di 85 anni, docente di Scienze Bibliche e di Storia della Filosofia Medievale, autore di molti testi, che ha avuto il merito (secondo alcuni) o l’insopportabile ardire (secondo altri) di studiare il Tanakh (cioè la Bibbia ebraica composta dai cinque libri della Torah più i ventuno libri profetici ed i tredici degli Agiografi) con un metodo interpretativo strettamente filologico, ma di filologia prettamente biblica, secondo la tradizione ebraica dell'indagine midrashica (cioè la ricerca del significato più profondo del testo "secondo un suo codice di rimandi e di significati interni" alla scrittura stessa).
Il che lo ha portato - per dirla brevemente - fuori dal seminato.
Cioè ben fuori dalla strada maestra della lettura dogmatica imposta da Santa Madre Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana che pretende di dirci che cosa c’è davvero scritto nei testi antichi. Cioè che cosa dobbiamo credere secondo la parola di Dio che sarebbe scritta in quei testi e che loro - ma solo loro - affermano di poter interpretare. Potere sublime e inebriante che li ha portati, nei secoli, alle più ineffabili nefandezze.
Poi arriva uno come Enzo l’esegeta che dice “no, non c’è scritto quello che dite voi” e allora gli si toglie il microfono (sembra incredibile, ma è un episodio realmente accaduto durante una lezione quando il Patriarca di Venezia lì presente - il futuro Papa Luciani, di breve pontificato - gli tolse la parola bruscamente esclamando “sono cose pazzesche!”).
Poi lo si ostracizza per un quarantennio facendo calare su di lui una cappa di soffocante silenzio; il classico “tu non esisti”, che è pur sempre meglio dell’abituale rogo di qualche secolo fa, ma che consiste tuttavia in un pesante fardello da sopportare per uno studioso che ha dedicato la vita allo studio degli antichi testi.

Insomma, che avrà detto mai di così terribile da meritare gli strali della nuova Inquisizione?
"Qualcosa che si discosta da tutto quello che siamo abituati ad aspettarci da una esegesi, anche da quelle più ‘nuove’ o ‘rivoluzionarie’”, come scrive Màdera; qualcosa che “smonta ogni valenza cosmologica o naturalistica” delle Sacre Scritture.

Vale a dire che la Bibbia non parla affatto della Creazione del mondo “dal nulla” (come peraltro già ci aveva spiegato Gershom Scholem alcuni decenni fa) né di un Dio unico e assoluto (come ci raccontano i reperti archeologici databili al V sec. a.C. in cui si inneggia con disarmante semplicità a Jahvè e alla sua “compagna” Anat); e non parla, se non per metafora, della cacciata di Adamo dal giardino nell’Eden, racconto favolistico già presente nella mitologia sumerica duemila anni prima di quella biblica.

Qui si parla invece, nelle intenzioni degli estensori biblici (secondo l'interpretazione data da Enzo), di “un uomo chiamato a educare la sua natura umana”.

In altre parole non c’è, nella Bibbia, nemmeno il ‘peccato originale’ (“interpretazione tarda” la definisce l’autore) perché “Adamo inizia il suo cammino che è polvere e deve farsi per prova ed errori. E questi ultimi non sono imputabili al peccato originale”.

Ma l’architettura concettuale cristiana si fonda invece proprio sulla colpa di Adamo che si trasmetterebbe di generazione in generazione, macchiando l’anima di ogni singolo nuovo nato e corrompendo così la natura spirituale dell’intera umanità. Da questa colpa ontologica che contraddistingue l’umano nel suo rapporto con il divino, deriverebbe la necessità categorica della Redenzione; quindi di un Redentore e - per la valenza "assoluta" della colpa - la necessità che l’Assoluto stesso intervenga tramite l’Incarnazione.

Tutta la struttura ideologica dell'occidente cristianizzato si fonda insomma su questa pietra angolare del peccato d'origine che, ci dice Carlo Enzo, “non esiste”. Duemila anni di cultura cristiana si fondano su un testo che, in realtà, dice altro.

Ci sarebbe da rimanere allibiti se non fosse che, effettivamente, pur senza arrivare alle acutissime vette di ricerca filologica proposte dallo studioso veneziano, un dubbio ce l’avevamo anche noi da tempo. Per il semplice fatto che il libro della Genesi - dopo la trasgressione di Adamo e l’omicido di Caino - in immediata sequenza ci racconta che Dio si accorge delle peccaminosità e corruzione dell’umanità e decide di intervenire nella storia con il Diluvio Universale; che c'è anche nella versione in italiano che conosciamo, con tanto di imprimatur della CEI.

Cioè lavò via l’acqua sporca dell’umanità corrotta salvando però il bambino dell’uomo “giusto”: quel Noè che, evidentemente, non aveva ereditato né la colpa di Adamo né la cattiveria di Caino. E con l’umanità successiva Dio stabilisce perciò la sua Alleanza (che non è l’alleanza con il popolo ebraico, quella viene dopo), simbolizzata dall’arcobaleno apparso fra le nubi alla fine del diluvio.
Perché mai dunque, per duemila anni ogni neonato è stato battezzato per lavargli via la colpa di Adamo che gli macchiava l’anima se quel bambino in realtà non poteva che essere altro che un discendente del buon Noè? Perché mai la natura umana per venti secoli è stata considerata originariamente peccaminosa e corrotta? Possibile che Dio sia stato un pasticcione totalmente incapace che quando decide di intervenire nella Storia fa un disastro epocale (biblico, è il caso di dirlo) senza riuscire a risolvere il problema che voleva affrontare?

Ebbene sì. Il dogmatismo cristiano, affermando che la corruzione ha resistito al diluvio, sembra proprio dire questo (salvo poi parlare di 'onnipotenza' divina) e il nostro antico dubbio oggi viene confermato da un raffinatissimo esegeta che ci dice che il “peccato originale” non esiste; è un’interpretazione tarda di qualcuno che ha voluto scoprire nel testo quello che la sua mente contorta e perversa ci voleva scoprire: la natura umana è originariamente peccaminosa, siamo tutti peccatori. Lo disse il Paolo di Tarso dell'Epistola ai Romani, ben prima dell'Agostino indicato dal nostro biblista, ma questo è forse un piccolo disaccordo con lui relativamente poco importante.

Così gli ebrei, che hanno conservato per duemila anni la ‘loro’ lettura della Torah, hanno vissuto per la maggior parte all’interno dei confini della Cristianità, resistendo al Cristianesimo e alle deformazioni interpretative delle loro Scritture; e resistendo in particolare all’ideologia del peccato originale, affermando al contrario che l'essere umano nasce senza macchia.

Lo afferma anche il biblista di Venezia in un suo libro, "Il progetto di mondo e di uomo delle generazioni di Israele. Genesi 1-4", citando un passo talmudico: "Felice l'uomo la cui ora della morte somiglia a quella della nascita: così come nasce senza peccato possa anche morire senza peccato".
A Carlo Enzo è stato, per queste sue interpretazioni, riservato un sadico ostracismo durato decenni; quello che si serba per chi rifiuta di chiudere gli occhi e pretende sempre di conoscere.

All’ebraismo invece è stata riservata una prassi persecutoria di secoli. Culminata settant’anni fa con lo sterminio di sei milioni di persone colpevoli solo di essere quelle che erano.

E, ancora oggi, proprio nel tempo in cui ricorre la Giornata della Memoria, ci chiediamo perché questo sia successo. Nessuno sa rispondere alla vecchia domanda "perché gli ebrei?" che ritorna con metodica, ipnotica regolarità ad ogni convegno storico sulla Shoah.

Forse perché, come Carlo Enzo, la cultura giudaica ha rifiutato i deliranti dogmi della cristianità sulla natura originariamente peccaminosa degli esseri umani ? Perché non doveva esistere all'interno dell'Europa cristianizzata una sola voce dissonante ? una cultura "altra" ? E' stata questa la diversità ebraica che doveva scomparire ?

L’azzardatissima ipotesi - spiegare la Shoah con il rifiuto ebraico del “peccato originale” - aprirebbe innovativi filoni di ricerca storico-culturale, imponendo di approfondire la gravità terribile del dogma cristiano, entrato a piè pari nella filosofia, nella psicologia, in ogni aspetto della cultura dominante con tutta la violenza - non solo psichica - che accompagna la sua ideologia fondante.
Una ricerca che non può esimersi dal chiedersi qual è realmente la verità umana; e, con essa, chiedersi qual è la vera realtà della civiltà occidentale che tuttora viene chiamata "giudaico-cristiana", con irridente disprezzo per le vittime che si vedono così affiancate ai loro carnefici nella denominazione di quella "civiltà" che le ha viste così crudelmente schiacciate.

Ciò aggraverebbe la posizione dell’esegeta veneziano agli occhi di Santa Madre Chiesa che, dopo gli imbarazzanti silenzi di Pio XII sulla persecuzione nazista, tenta da anni di riciclarsi nel ruolo di attiva protettrice degli ebrei.

Ma Carlo Enzo avrà dato anche il suo contribuito importante ad una ricerca fondamentale sulla verità della storia e della realtà umana.



http://www.agoravox.it/La-Bibbia-non-dice-quello-che-ci.html

Frollini71
 

Yaser Murtaja: morire informando (VIDEO)

di Doriana Goracci
domenica 8 aprile 2018

 

Era armato... di macchina fotografica, soffio di libera informazione. Sul petto aveva scritto Press che in italiano sta per Stampa.

Yaser Murtaja (1987-2018) è stato un video giornalista palestinese e fotografo della Striscia di Gaza,ucciso dalle forze di sicurezza israeliane durante le proteste di confine a Gaza dell'aprile 2018.

Murtaja è stato il co-fondatore di Ain Media Production Company che a sua volta informa Al Jazeera, BBC, VICE,e altre diverse altre società di media. Yaser Murtaja è stato uno dei primi a portare una macchina fotografica a drone, a Gaza, territorio senza aeroporto o grattacieli.

Yasser era sposato e aveva un bambino di soli 2 anni, scrive NDTV :"Yaser Murtaja aveva spesso filmato dal cielo, ma non ha mai vissuto per realizzare il suo sogno di volare su un aeroplano tra le nuvole."


 

 

Era su Facebook e allego quanto è stato messo in sua memoria nella copertina: Yasser generoso vivo libero, che fa volare il desiderio di giustizia e informazione.

Grazie figlio caro, che avevi solo 30 anni e sei volato su in cielo per guardare questa infelice Terra che non trova pace, tu che tanto avresti voluto farlo, e viaggiare, libero con la tua famiglia....

Doriana Goracci
https://www.ndtv.com/world-news/he-was-wearing-vest-marked-press-was-shot-dead-at-gaza-protest-1834317

 



http://www.agoravox.it/Yaser-Murtaja-morire-informando.html

Frollini71

Chiuso il sito anti-fake news Butac dopo la denuncia di un medico olistico

Il portale è stato sottoposto a sequestro preventivo da parte della Procura di Bologna perché accusato di diffamazione per un articolo del 2015


Da questa mattina il sito Butac, acronimo di BufaleUnTantoAlChilo, è offline poiché sottoposto a sequestro preventivo da parte della Procura di Bologna, con un’operazione svolta dalla polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia-Romagna. Si tratta di uno dei più noti siti italiani di debunking e nel corso degli anni si è occupato di verificare molte delle false notizie diffuse soprattutto sul web.

A renderlo noto, attraverso un post su Facebook, è lo stesso fondatore del portale nato nel 2013 per denunciare le fake news, Michelangelo Coltelli. «Abbiamo ricevuto una querela per diffamazione per un articolo pubblicato su Butac nel 2015, da parte di un medico iscritto all’Ordine nazionale che si occupava di medicina olistica - spiega Coltelli -. Stiamo lavorando con i nostri avvocati per il dissequestro. Abbiamo fiducia nelle istituzioni con cui abbiamo più volte collaborato quando richiesto . Nel frattempo vi chiediamo di portare pazienza, e ci auguriamo la vostra comprensione».

Al centro della vicenda, un medico oncologo iscritto all’albo, che promuove la medicina olistica e che si è rivolto alla Procura di Brindisi per denunciare il sito che confutava le sue tesi, andate in onda anche sul Tg1. «Anzitutto ci troviamo davanti a un caso in cui l’iscrizione all’albo non è garanzia di professionalità - si legge nell’articolo di Butac, che nonostante il blocco del sito è ancora reperibile tra le pieghe del web -, nonostante le specializzazioni conseguite, l’oncologo in questione pratica e diffonde le teorie della medicina olistica. Per chi non lo sapesse, trattasi di `medicina alternativa-fuffa´». I magistrati pugliesi hanno poi girato gli atti ai colleghi di Bologna e la polizia postale dell’Emilia-Romagna ha eseguito il sequestro disposto dal giudice.

In passato Butac, con il suo archivio di migliaia di pagine analizzate per risalire alle fonti e individuare eventuali fake news, aveva ricevuto altre querele, ma non era mai stato oscurato del tutto. Da quanto trapela il gip di Bologna potrebbe aver ravvisato il rischio di recidiva, disponendo così il sequestro di tutto il sito.

«Chiedo per cortesia di evitare `shitstorm´ (la pratica di inondare di messaggi per lo più offensivi le pagine social responsabili di una determinata opinione o azione, ndr) di alcun genere su bacheche di soggetti che ritenete d’aver identificato, non ne hanno colpa alcuna, loro diritto era querelare, la giustizia farà il suo percorso!» ha aggiunto Coltelli su Facebook.

In un’intervista il fondatore del sito ha commentato: «La decisione presuppone, stando alla legge, che si consideri il sito `pericoloso´. Francamente mi sembra troppo. Collaboro con la Federazione degli Ordini dei medici per il loro sito anti-bufale (dottore ma è vero che) e credo di perseguire il buon senso. Butac tra l’altro non è una testata giornalistica, nè un sito commerciale, ma un blog e questa chiusura crea comunque un danno d’immagine».

Anche il giornalista e direttore del TgLa7 Enrico Mentana è intervenuto sull’argomento. «Proprio ora leggo che il sito di smascheramento di bufale Butac.it è sotto sequestro disposto dalla procura di Bologna. Oscurare un intero sito informativo è una misura molto grave, quasi da censura fascista. Se poi davvero il provvedimento è stato adottato su denuncia di un medico che promuove terapie oncologiche olistiche, allora è se possibile ancora più grave», ha scritto sulla sua pagina Facebook. 

http://www.lastampa.it/2018/04/06/italia/cronache/chiuso-il-sito-antifake-news-butac-dopo-la-denuncia-di-un-medico-SzcWiRqct1EKM5JIegmYnN/pagina.html

Diabete, addio aghi per misura glicemia 'arriva' un cerotto

Sviluppato in GB, potrebbe aiutare a gestire meglio la malattia

Diabete, addio aghi per misura glicemia 'arriva' un cerotto

 

Addio aghi per i diabetici, 'arriva' un cerotto per misurare la glicemia che si appiccica sulla pelle e dà una misura molto accurata ogni 10-15 minuti, senza punture.
    Funziona 'risucchiando' lo zucchero presente nei fluidi sottocutanei per poi misurarlo.
    Il cerotto - che potrebbe rivoluzionare la gestione quotidiana del diabete per i pazienti - è stato presentato in un lavoro oggi sulla rivista Nature Nanotechnology, condotto presso la britannica University of Bath da Richard Guy del Dipartimento di Farmacia e Farmacologia.
    Nel diabete l'organismo non riesce più a tenere sotto controllo la concentrazione dello zucchero nel sangue (glicemia) e il paziente ha bisogno di assumere farmaci e/o insulina (l'ormone cardine che regola la glicemia) per evitare pericolosi picchi di zuccheri (in eccesso o in difetto). Per la gestione delle terapie diviene dunque fondamentale per il paziente il monitoraggio della glicemia, che il paziente esegue tutti i giorni in autonomia con degli apparecchietti portatili che leggono la glicemia su una goccia di sangue.
    Purtroppo, spiega Guy, proprio il dover ricorrere a questa punturina anche più volte al giorno complica la gestione della malattia e riduce la qualità di vita del paziente.
    Di qui l'idea di una alternativa alla goccia di sangue per misurare la glicemia. Il cerotto, spiega l'esperto, fa lo stesso lavoro senza punture, e in maniera molto più accurata. Sulla sua superficie vi sono dei microsensori che captano lo zucchero presente nei fluidi sottocute. Impercettibili microcorrenti richiamano lo zucchero dai fluidi tra le cellule cutanee e il cerotto lo ''immagazzina' per misurarlo ogni 10-15 minuti.
    La speranza è che questo cerotto, una volta superati tutti i test su pazienti, sia in grado di inviare le letture della glicemia direttamente allo smartphone del paziente che così può sapere con sicurezza quando deve prendere le terapie o l'insulina. 

(ANSA)

Diabete, addio aghi per misura glicemia 'arriva' un cerotto

Sviluppato in GB, potrebbe aiutare a gestire meglio la malattia

Diabete, addio aghi per misura glicemia 'arriva' un cerotto

 

Addio aghi per i diabetici, 'arriva' un cerotto per misurare la glicemia che si appiccica sulla pelle e dà una misura molto accurata ogni 10-15 minuti, senza punture.
    Funziona 'risucchiando' lo zucchero presente nei fluidi sottocutanei per poi misurarlo.
    Il cerotto - che potrebbe rivoluzionare la gestione quotidiana del diabete per i pazienti - è stato presentato in un lavoro oggi sulla rivista Nature Nanotechnology, condotto presso la britannica University of Bath da Richard Guy del Dipartimento di Farmacia e Farmacologia.
    Nel diabete l'organismo non riesce più a tenere sotto controllo la concentrazione dello zucchero nel sangue (glicemia) e il paziente ha bisogno di assumere farmaci e/o insulina (l'ormone cardine che regola la glicemia) per evitare pericolosi picchi di zuccheri (in eccesso o in difetto). Per la gestione delle terapie diviene dunque fondamentale per il paziente il monitoraggio della glicemia, che il paziente esegue tutti i giorni in autonomia con degli apparecchietti portatili che leggono la glicemia su una goccia di sangue.
    Purtroppo, spiega Guy, proprio il dover ricorrere a questa punturina anche più volte al giorno complica la gestione della malattia e riduce la qualità di vita del paziente.
    Di qui l'idea di una alternativa alla goccia di sangue per misurare la glicemia. Il cerotto, spiega l'esperto, fa lo stesso lavoro senza punture, e in maniera molto più accurata. Sulla sua superficie vi sono dei microsensori che captano lo zucchero presente nei fluidi sottocute. Impercettibili microcorrenti richiamano lo zucchero dai fluidi tra le cellule cutanee e il cerotto lo ''immagazzina' per misurarlo ogni 10-15 minuti.
    La speranza è che questo cerotto, una volta superati tutti i test su pazienti, sia in grado di inviare le letture della glicemia direttamente allo smartphone del paziente che così può sapere con sicurezza quando deve prendere le terapie o l'insulina. 

(ANSA)

Algeria: cade aereo militare, 200 morti

E' precipitato a Boufarik, una città nella provincia di Blida, circa 30 km da Algeri. Non ci sono sopravvissuti.

 

Un aereo militare con circa 200 persone a bordo è precipitato a Boufarik, una città nella provincia di Blida, circa 30 km da Algeri. Non ci sono sopravvissuti. Lo ha detto una fonte militare all'emittente locale Al-Hadath, secondo quanto riporta il Sun.

(ANSA)

LA RICONOSCETE? E’ STATA UNA DELLE ICONE ANNI ’80

LA RICONOSCETE? E’ STATA UNA DELLE ICONE ANNI ’80 – OGGI L’ATTRICE 54ENNE APPARE STANCA E PROVATA E VIENE FOTOGRAFATA ALL’USCITA DELL’AEROPORTO DI PHILADELPHIA SU UNA SEDIA A ROTELLE. DI CHI SI TRATTA?

 

brigitte nielsen brigitte nielsen

E’ stata una delle icone degli anni ‘80 grazie al suo look statuario. Ha sposato Sylvester Stallone, sfilato sulle passerelle di tutto il mondo e interpretato diversi film d’azione.

Oggi Brigitte Nielsen, 54 anni, non sembra in forma, almeno stando alle foto che la vedono su una sedia a rotelle all’uscita dell’aeroporto di Philadelphia mentre si dirige verso la sua auto. L’ex modella appare stanca e non si conoscono i motivi del suo trasposto in sedia a rotelle.

brigitte nielsen brigitte nielsen brigitte nielsen brigitte nielsen BRIGITTE NIELSEN BRIGITTE NIELSEN BRIGITTE NIELSEN E ARNOLD SCHWARZENEGGER BRIGITTE NIELSEN E ARNOLD SCHWARZENEGGER brigitte nielsen brigitte nielsen NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN NIELSEN BRIGITTE NIELSEN BRIGITTE NIELSEN brigitte nielsen brigitte nielsen 


http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/riconoscete-rsquo-stata-icone-anni-rsquo-80-ndash-oggi-170869.htm

 

Greenpeace, dimezzare consumo carne e latte per salvare clima

"Pac Ue ci sta portando verso baratro di insostenibilità"

 

ROMA - "Se vogliamo evitare gli impatti più devastanti dei cambiamenti climatici e rispettare l'Accordo di Parigi, dobbiamo dimezzare produzione e consumo globale di carne e prodotti lattiero caseari entro il 2050". Lo afferma il rapporto di Greenpeace "Meno è meglio".

In Europa, secondo la ong, la riforma della PAC (Politica Agricola Comune) deve facilitare la transizione dal modello degli allevamenti intensivi a forme di agricoltura e di allevamento ecologiche.

"La Politica Agricola Comune ci sta spingendo verso un baratro di insostenibilità - afferma Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia -. Gli allevamenti intensivi sono una grande fonte di emissioni di CO2, di inquinamento dell'aria e dell'acqua, e possono causare seri problemi alla salute, tra cui lo sviluppo della resistenza agli antibiotici. L'Italia e l'Unione europea devono garantire che l'imminente riforma della PAC acceleri il passaggio a una produzione sostenibile di ortaggi e verdure e a ridurre gli allevamenti industriali, ritirando il sostegno della produzione intensiva di animali".

 

(ANSA)

Rovigo. Alberto Saccardin, primo segretario provinciale del Sunia di Rovigo ci ha lasciato.


Rovigo, 9 Aprile 2018



Alberto Saccardin, fondatore del SUNIA di Rovigo si è spento nella giornata di sabato.
 
Partigiano della prima ora, iscritto da sempre all’ANPI, è stato consigliere comunale di Rovigo per due mandati tra gli anni ’60 e ’70 per il Pci e Presidente dell’Ater nel 1991-92.
Alberto è stato tra i fondatori della nostra organizzazione e segretario del Sunia di Rovigo dalla sua costituzione fino all’aprile del 2010.

La segreteria e la Direzione Nazionale del SUNIA lo ricordano come esempio di onestà, rettitudine ed impegno civile, doti che hanno arricchito la sua terra, le organizzazioni in cui ha militato e riempito di orgoglio la sua famiglia.

La commemorazione funebre in forma civile si terrà martedì alle 16 all’ingresso del cimitero di Rovigo.

I famigliari invitano i partecipanti a non acquistare fiori, ma fare eventuali donazioni all’Anpi di Rovigo.
iban: IT19W0622512291100000007365.
 
 
http://www.sunia.it/notizie-dalle-regioni/rovigo-alberto-saccardin-primo-segretario-provinciale-del-sunia-di-rovigo-ci-ha-lasciato/

SE NE VA A 92 ANNI, SAURO TOMÀ, ULTIMO SUPERSTITE DEL GRANDE TORINO

IL DINO-SAURO GRANATA – SE NE VA A 92 ANNI, SAURO TOMÀ, ULTIMO SUPERSTITE DEL GRANDE TORINO – SCAMPO' LA TRAGEDIA DI SUPERGA PER UN INFORTUNIO – IL CLUB GRANATA LO RICORDA CON UN TWEET: "CIAO SAURO, ULTIMO DEGLI INVINCIBILI"

 

sauro tomà sauro tomà
(ANSA) - E' morto Sauro Tomà, l'ultimo superstite del 'Grande Torino'. "Hai raggiunto i tuoi compagni in cielo. Ciao Sauro, ultimo degli Invincibili", si legge in un tweet sul profilo ufficiale del club granata.

sauro tomà sauro tomà
Tomà aveva 92 anni ed era ricoverato all'ospedale Mauriziano. Il 4 maggio del 1949, quando l'aereo della squadra granata si schiantò sulla collina di Superga al rientro da un'amichevole a Lisbona, era assente per i postumi di un infortunio al ginocchio. Difensore e mediano, viveva nel capoluogo piemontese vicino allo Stadio Filadelfia, il 'tempio' della squadra granata.
sauro tomà sauro tomà


 
http://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/dino-sauro-granata-ndash-se-ne-va-92-anni-sauro-toma-ultimo-171231.htm

 

E IL BANANA RIESCE A CAZZEGGIARE PURE CON CHI L’HA QUASI ROVINATO A COLPI DI FLASH



1. BLINDATO NEL DOPPIO PETTO BLU E CAPELLI CATRAMATI, SILVIO BERLUSCONI IERI SI È PRESO UNA PAUSA DAL TEATRINO POLITICO PER RECARSI NEL TRIBUNALE DI TEMPIO PAUSANIA, NEL CUORE DELLA GALLURA, A UNA CINQUANTINA DI CHILOMETRI DA VILLA CERTOSA. QUI HA INCONTRATO IL SUO (EX) SPAURACCHIO, IL FOTOREPORTER SARDO ANTONELLO ZAPPADU
2. E IL BANANA RIESCE A CAZZEGGIARE PURE CON CHI L’HA QUASI ROVINATO A COLPI DI FLASH
3. ZAPPADU IMMORTALO’ BACI SAFFICI IN PISCINA A VILLA CERTOSA E IL PREMIER TOPOLANEK COL CAZZONE ALL’ARIA – ORA VIVE IN COLOMBIA. APRIRA' UN "BUNGA BUNGA BAR" - FOTO HOT!

Giacomo Amadori  per la Verità

il fotoreporter Zappadu il fotoreporter Zappadu
Doppio petto blu e cravatta in tinta, Silvio Berlusconi ieri si è preso una pausa dalle consultazioni politiche romane per recarsi nel tribunale di Tempio Pausania, paesone di 14.000 abitanti nel cuore della Gallura, a una cinquantina di chilometri da villa Certosa. Qui ha incontrato il suo (ex) spauracchio, il fotoreporter sardo Antonello Zappadu (L' incubo di Berlusconi era il titolo della sua biografia scritta dal fratello Salvatore).

A Tempio, Berlusconi è stato accolto come una star e non si è sottratto a foto e selfie: si è messo in posa con una scolaresca, qualcuno gli ha messo in braccio il proprio marmocchio e alla fine lui si è issato sul predellino della Maserati grigia con cui viaggiava per un saluto alla popolazione. In Sardegna Berlusconi è giunto direttamente dal Continente per testimoniare nella causa promossa contro Zappadu per violazione della privacy. Il motivo del contendere è una foto di copertina dell' Espresso, intitolata «Voi quorum, io Papi», in cui Berlusconi appariva in dolce compagnia in Sardegna, mentre il resto d' Italia, era il giugno 2011, votava per il referendum sull' acqua pubblica.

VILLA CERTOSA -FOTO ZAPPADU VILLA CERTOSA -FOTO ZAPPADU
TUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU TUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU
L' autore di quello scoop ripesca nei ricordi: «Quel giorno, anche se i miei informatori in aeroporto non mi avevano allertato, ci pensò un cliente di un bar di Olbia, con una birra in mano, ad avvertirmi: «Ho visto Silvio con i miei occhi al centro commerciale». E così in 45 minuti salii sulla mia solita collinetta, lo fotografai e tornai a casa». Ieri tra Zappadu e Berlusconi c' è stata persino una stretta di mano, dopo anni di tensione. E non sono mancate le battute.

«Perché oggi non lo fotografa?» ha chiesto sornione l' avvocato Niccolò Ghedini al difensore di Zappadu, Giancarlo Frongia. «Perché il mio assistito non vuole un' altra querela» ha risposto prontamente il legale di Zappadu. L' imputato e il suo accusatore si sono incrociati mentre il leader di Forza Italia attendeva di testimoniare. «A presentarci è stato Ghedini, spiritoso come sempre. Berlusconi mi ha detto: "Ah, lei è il famoso Zappadu" e mi ha chiesto un po' preoccupato: "Ma non vive all' estero?"». Risposta del reporter: «Certo, però sono venuto direttamente da Bogotà per il processo. Ho lasciato il caldo per il freddo». «Ma lei è matto» gli ha sorriso l' ex Cavaliere.

VILLA CERTOSA BERLUSCONI VILLA CERTOSA BERLUSCONI
Zappadu con La Verità ha chiosato: «È chiaro che Berlusconi preferisca che io stia lontano dalla Sardegna, ma può stare tranquillo: adesso io me ne torno in Sud America, la stagione delle foto a villa Certosa è finita». Anche perché il dibattimento non si è ancora concluso e Berlusconi non ha ritirato la querela, sebbene il procedimento sia a rischio prescrizione e molto probabilmente finirà con un nulla di fatto.

OGGI VILLA CERTOSA 4 OGGI VILLA CERTOSA 4
Durante la testimonianza l' avvocato Frongia ha chiesto a Berlusconi con insistenza a che distanza secondo lui fossero state scattate le foto. Il leader di Forza Italia ha risposto tranquillamente: «Sicuramente dall' esterno della villa». «Ma da che distanza?» ha insistito il legale. «Da molti metri» è stata la replica. «Da quanti metri?» lo ha incalzato il difensore. A questo punto Berlusconi si è un po' spazientito e ha esclamato: «Ma lo chieda al suo cliente» e ha accompagnato la frase con un altro sorriso, cercando con lo sguardo Zappadu.

Anche il giudice Carlo Contu è apparso divertito per il siparietto. Dopo mezz' ora era tutto finito. Berlusconi si è concesso il suo bagno di folla, mentre Zappadu è tornato ad Olbia per incontrare l' editore Enrico Faricelli che pubblicherà un suo romanzo legato alla produzione della cocaina, al centro di molti suoi reportage: «Si intitolerà U Clandestinu e sarà la storia di un irredentista corso che si rifugia in Ecuador, dove incrocia narcotrafficanti e servizi segreti» ci ha anticipato l' autore.

OGGI VILLA CERTOSA 2 OGGI VILLA CERTOSA 2
Alla fine dell' udienza abbiamo chiesto un commento a Zappadu sull' incontro con Berlusconi. «Subito dopo la stretta di mano, ho fatto notare a un mio amico che il presidente aveva addosso profumo di donna» scherza il fotografo dei due mondi. Lui e il presidente di Forza Italia avrebbero potuto scambiarsi consigli, visto che anche Zappadu non disdegna il fascino femminile e dal 2009 si è trasferito in Colombia, dove ha sposato l' affascinate Susan Morales, 25 anni più giovane di lui.

FRANCESCA PASCALE AL MARE A VILLA CERTOSA FRANCESCA PASCALE AL MARE A VILLA CERTOSA
Una scelta di vita quasi obbligata, vista la guerra che al tempo era scoppiata con Berlusconi. Nel 2007 Zappadu, grazie a una dritta partita dall' entourage dell' ex premier, si era appostato su un poggio alle spalle di villa Certosa, immortalando quello che il settimanale Oggi definì «l' harem di Silvio». Alla vigilia del G8 dell' Aquila del 2009, con Berlusconi premier, sul sito del quotidiano spagnolo El Paìs apparvero le scene un po' libertine inquadrate da Zappadu nel parco di villa Certosa: baci saffici, bellezze al bagno e persino l' ex presidente della Repubblica Ceca, Mirek Topolànek in versione adamitica.

BERLUSCONI A VILLA CERTOSA BERLUSCONI A VILLA CERTOSA
Ne parlarono i giornali di tutto il mondo, anticipando lo scandalo che dopo neanche tre settimane sarebbe esploso con l' affaire di Patrizia Daddario e «le cene eleganti» di Palazzo Grazioli. Ghedini chiese il sequestro delle foto e denunciò Zappadu. Che si trasferì all' estero.

Sembra passata un' era geologica da allora, eppure Berlusconi continua a essere al centro dell' agenda politica e Zappadu a fare il fotografo, sebbene ad altre latitudini. Vive a Cali, in un bell' attico che ha acquistato grazie agli scatti di villa Certosa. «In realtà adesso sto per trasferirmi in una villa indipendente in stile spagnoleggiante» ci annuncia.

TOPOLANEK TOPOLANEK
E mostra le foto di una dimora color latte circondata da vegetazione equatoriale: «Qui aprirò un "pizzorante" e un locale che si chiamerà bunga bunga bar, con tripla B, una bianca, una rossa e una verde. Ho già il logo. Il piatto forte del menù saranno i ravioli alla Berlusconi con pomodoro, mozzarella di bufala e basilico, il tricolore amato dall' ex premier».
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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/blindato-doppio-petto-blu-capelli-catramati-silvio-berlusconi-si-171183.htm