martedì 30 aprile 2024

Ok Morona seguiro' il tuo consiglio 😎😏😏

 


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Bruno Pontecorvo

 


Bruno Pontecorvo, il “Cucciolo” di Via Panisperna, ha contribuito in modo estremamente importante allo sviluppo della fisica dei neutrini e delle interazioni deboli. Le sue intuizioni sulle oscillazioni dei neutrini hanno aperto le porte alle scoperte della fisica al di là del Modello Standard. A partire dal 1950 lavorò a Dubna,in Unione Sovietica, dove all’epoca si trovava il più grande acceleratore di particelle del mondo. Qui maturarono le sue rivoluzionarie idee, tra cui quella del mescolamento e delle oscillazioni dei neutrini. Quest’ultima fu teorizzata nel 1957 poco dopo la proposta della teoria dei neutrini a due componenti da parte di Lev Landau, Tsung-Dao Lee, Chen Ning Yang e Abdus Salam, e la sua conferma sperimentale attraverso l’esperimento di Goldhaber. 


Pontecorvo fu particolarmente interessato alle oscillazioni particelle neutre studiate da Murray Gell-Mann e Abraham Pais nel 1954. Questa ipotesi suggeriva che certe particelle, in particolare i mesoni K (oggi noti come kaoni) potessero trasformarsi nella loro antiparticella e viceversa. Nel suo lavoro “Mesonium and antimesonium” propose la seguente questione: 

“..se esistono altre particelle neutre ‘miste’ (non necessariamente elementari) che non sono identiche alle rispettive antiparticelle e per le quali le transizioni  particella-antiparticella non sono rigorosamente proibite.”

Identificò un tale sistema con il muonio, un atomo esotico composto da un antimuone e un elettrone, e l’antimuonio:


“L’unico sistema formato dagli attuali costituenti conosciuti che potrebbe essere una particella mista sarebbe il mesonio, definito come il sistema legato (μ+-e-), e l’antimesonio, cioè il sistema (μ+-e+). Inoltre, l’inversione mesonio-antimesonio non solo non è vietata da nessuna delle leggi conosciute, ma anzi dovrebbe effettivamente verificarsi in virtù delle interazioni già stabilite."


Bisogna chiarire una questione di notazione: quello a cui Pontecorvo fa riferimento col termine mesone è, in realtà, il muone. Questa confusione nasce con una scoperta nel 1936 da parte di Anderson della particella mediatrice delle interazioni nucleari forti che venne identificata inizialmente come il mesone. Solo la serie di esperimenti di Conversi-Pancini-Piccioni degli anni ’40, sotto una Roma bombardata, permisero di fare luce sulla vera natura della particella. Si trattava infatti del muone!

Concluse poi:


“Se la teoria del neutrino a due componenti dovesse rivelarsi errata (cosa che al momento sembra piuttosto improbabile) e se la legge di conservazione della carica del neutrino non si applicasse, allora in linea di principio le transizioni neutrino-antineutrino potrebbero avvenire nel vuoto. Anche in questo caso, così come nel caso in cui si assuma che per ogni mondo esista un anti-mondo, il numero di neutrini e di antineutrini nell'universo dovrebbe essere lo stesso.”


Nel 1956 Frederick Reines e Clyde Cowan svolsero un importante esperimento per dimostrare l’esistenza dei neutrini. Scrissero poi a Wolfgang Pauli, colui che ne aveva teorizzato l’esistenza denominandoli “lo stupido figlio della mia crisi esistenziale”, che recitava:

“Siamo lieti di informarti che abbiamo individuato con certezza i neutrini osservando il decadimento beta inverso dei protoni. La sezione d’urto osservata concorda bene con quella prevista.”

Pauli il giorno dopo rispose:

“Grazie per il messaggio. Tutto arriva a chi sa aspettare.”


Anche qui una nota a margine: in realtà scoprirono l’antineutrino attraverso un processo di decadimento beta dove l’antineutrino interagisce con un protone per dare un neutrone e un positrone.


Allo stesso tempo, Raymond Davis condusse un esperimento con l'obiettivo di rilevare la produzione di argon-37 attraverso l'interazione degli antineutrini provenienti dai reattori nucleari con il cloro-37. Questi eventi potrebbero essere dovuti alle transizioni degli antineutrini in neutrini destrorsi durante il tragitto dal reattore al rivelatore. 

Questi due esperimenti suggerirono a Pontecorvo l’idea delle oscillazioni dei neutrini, che pubblicò in uno dei primissimi lavori intitolato “Processi beta inversi e non conservazione della carica leptonica”. Qui scrive:


“È stato osservato che il neutrino potrebbe essere una particella ‘mista’ e di conseguenza potrebbe esistere la possibilità di vere e proprie transizioni neutrino-antineutrino nel vuoto, a patto che la carica leptonica non si conservi. Nella presente nota si studia in modo approfondito questa possibilità, il cui interesse è stato rinnovato da recenti esperimenti sui processi beta inversi.”


E fa due assunzioni: il neutrino e l’antineutrino sono due particelle distinte e che la legge di conservazione della carica del neutrino non è valida per alcuni processi. Scrive poi:


“Dalle ipotesi precedenti si deduce che nel vuoto un neutrino può trasformarsi in un antineutrino e viceversa. Ciò significa che il neutrino e l’antineutrino sono particelle ‘miste’, cioè una combinazione simmetria e antisimmetrica di due particelle di Majorana di diversa parità.”


Si era aperto un nuovo e vasto campo di ricerca in cui lo stesso Pontecorvo vestirà i panni di protagonista.

Storie Scientifiche 

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Salisburgo

 


Da quando il Salisburgo è rinato sotto il marchio Red Bull nel 2005, l’Österreichische Fußball-Bundesliga non è stata più la stessa: un campionato dominato dai biancorossi in termini di calciatori, vittorie e possibilità economiche che li ha visti campioni d'Austria per 14 volte in 17 anni.


Sarà che Austria e Germania hanno un filo rosso che li unisce, ma quest'anno si avvertiva la necessità di cambiare: in terra teutonica ci ha pensato il Leverkusen, ma in Austria?


Lo Sturm Graz di Christian Ilzer sta compiendo una missione apparentemente impossibile: sfatare il tabù RB Salisburgo. Prima li sbatte fuori dalla Coppa d'Austria in semifinale, poi vanno vicinissimi ad una vittoria storica.


La doppietta di Alexander Prass - esterno sinistro classe 2002 al 7° goal in campionato - tenta di far scappare lo Sturm a +6 a tre partite dal termine.

Il Salisburgo non molla e rimonta due goal, ma alla Red Bull Arena tutti hanno visto quale sia la squadra più forte (e che merita di più).


Più che lasciar cucinare i bianconeri, forse dovremmo lasciarli scrivere la storia. 🇦🇹

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Michele Paolucci 😱

 


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Campo di papaveri viola 💜

 


(Non è IA)

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AldaMerini ✨️🌹

 

Il sole dei vecchi è un sole stanco,

trema come una stella

e non si fa vedere,

ma solca le acque d'argento

dei notturni favori

E tu che hai le mani piene

d'amore per i vecchi

sappi che sono fanciulli

attenti al loro pudore.

AldaMerini ✨️🌹

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Buongiorno 😘

 


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Sarà una punizione per aver buttato fuori il Milan?

 


Atalanta - Roma si giocherà il 12 maggio, la Lega ha puntualmente respinto la richiesta della Roma di posticipare la gara visti i tanti impegni europei, quelli che le squadre "preferite" non hanno più da qualche settimana. Chissà se ci fosse stato il Milan al posto nostro, ma vabbè... è uscito prima. 


Una risposta scontata, ovvia, prevedibile quella della Lega, ma la cosa più importante è aver visto da parte della Roma la volontà di tutelare la squadra e i propri tifosi. La voglia di difendere un sogno. I pugni battuti violentemente sul tavolo di una Lega marcia e malata sono un motivo di vanto e orgoglio. 


Uniti con la Roma. Insieme contro il mondo. 


Avanti Romanisti🚩

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Tor Bella Monaca, anni Ottanta.

 



Fotografia di Toni Garbasso

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Oh wow! 😍

 


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Giovanni dalle Bande Nere...

 




Si fa conoscere che è ancora un ragazzino, quando sul ponte di Sant’Angelo a Roma viene sbeffeggiato da una banda di tagliagole. Il capo lo insulta tirandogli una pietra. Lui si gira, torna sui suoi passi, si fa prestare una spada da un amico che è con lui, ed invita l’altro a farsi sotto, e lo uccide. Quell’uomo si chiama Brancaccio, ed è un temibile capitano di ventura che si è distinto in diverse imprese militari al soldo di Camillo Orsini.

Per lui è un’apoteosi. Soldati italiani che fanno a gara per entrare nella sua compagnia di ventura che diventa un’élite, perché Giovanni de’ Medici ha un carisma che nessun altro condottiero possiede. Con lui i maestri d’arme hanno poco da fare, perché cura personalmente l’addestramento dei suoi uomini con la spada e con la lancia. Lascia agli addestratori solo “l’imparamento dell’archibugio”. Condanna a morte i traditori, ma mangia e dorme con i suoi soldati che conosce uno per uno, e che l’adorano.

Quando è in campo aperto si posiziona in sella al suo cavallo davanti alla sua armata, cosa che non faceva nessun altro ufficiale, perché lui dice:

Se sono dietro, come fanno i miei uomini a seguirmi?

Sotto le insegne Papali, con la sua compagnia d’arme, che raggiungerà nella massima portata non più di 4.000 fanti e 300 cavalieri, combatte dovunque, e vince sempre. Nel 1521 con le insegne di papa Leone X è con l’imperatore Carlo V contro Francesco I di Francia per restituire Milano agli Sforza. A Vaprio d’Adda mette in fuga i francesi che se la danno a gambe levate. Poi espugna Milano, Pavia, Parma e Piacenza.

Sconfigge a San Secondo il Vescovo di Treviso che reclamava per sé le proprietà di territori appartenenti invece alla sorellastra Bianca Riario, figlia di Caterina Sforza e Girolamo Riario, uno dei partecipanti alla famosa congiura dei Pazzi contro Lorenzo il Magnifico. Ma quando Leone X muore, in segno di lutto cambia il suo stendardo a righe bianche e viola, facendolo diventare nero.

Da quel momento verrà chiamato Giovanni dalle Bande Nere, il Gran Diavolo

eADV

Ma il suo coraggio e la sua sete di avventura non si placano. Si scontra a Bergamo contro l’esercito militarmente più avanzato dell’epoca, la fanteria svizzera, alleata dei francesi, e semplicemente annienta gli uni e gli altri.

EROI ITALIANI

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ETTORE

 



Prima di dirigersi verso il fatale scontro con ACHILLE, Ettore trova il coraggio di fermarsi per un momento con la sua amata moglie, ANDROMACA, e il loro giovane figlio, ASTIANATTE. 

Il cuore di Ettore è gravido di presagi e preoccupazioni, ma il suo sguardo è pieno di determinazione e amore quando si avvicina alla sua famiglia.

Andromaca, con gli occhi colmi di lacrime, lo supplica di non affrontare Achille, proponendogli di rimanere al sicuro dentro le mura della città. 

Ma Ettore, con voce ferma e gentile, le spiega che il suo destino è già scritto e che il suo dovere è quello di difendere Troia e il suo popolo fino all'ultimo respiro. 

La sua mente è pronta per la battaglia, ma il suo cuore si spezza all'idea di lasciare Andromaca e il loro figlio.

Con una carezza delicata, Ettore asciuga le lacrime di Andromaca, rassicurandola con un sorriso triste e sincero. 

Le parole sono poche, ma piene di passione e affetto: la sua devozione a lei è senza limiti e il suo desiderio più grande è che lei rimanga al sicuro e trovi la forza di affrontare il futuro, indipendentemente da ciò che potrebbe accadere.

Si volta poi verso Astianatte, prendendolo tra le braccia con tenerezza. 

Ettore abbraccia il figlio con forza, baciandolo sulla fronte mentre si domanda se rivedrà mai crescere il suo bambino. 

Gli occhi di Astianatte sono pieni di fiducia, ignari della gravità della situazione, ma Ettore spera che questa stessa fiducia lo accompagni per tutta la vita.

Con un ultimo, intenso sguardo ad Andromaca e Astianatte, Ettore si allontana per affrontare il suo destino, portando con sé l'immagine della sua famiglia nel cuore. 


Giuseppe Di Crosta

Mitologia greca 

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Buongiorno Morona😎😏😏

 


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Seneca

 


Quello che non poté guarire la ragione, l'ha spesso guarito il tempo.


(Seneca)

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Il porto di Palermo

 


Lo sapevate che?

Nel corso del 13° secolo, il porto di Palermo era un vero e proprio gigante economico e culturale. Non solo fatturava più di tutta l'Inghilterra messa insieme, ma era anche il crocevia più importante al mondo per le merci e le comunicazioni. Questo porto siciliano era il cuore pulsante del Mediterraneo, un luogo dove si intrecciavano le rotte commerciali e si incontravano culture diverse.

La sua importanza storica è indiscutibile: Palermo era una città cosmopolita, un punto di incontro per mercanti e viaggiatori provenienti da ogni angolo del mondo conosciuto. Il suo porto, grazie alla posizione strategica e ai buoni fondali, era un attracco sicuro per le navi e un punto di partenza per le avventure marittime.

La ricchezza e la prosperità di Palermo in quel periodo sono testimoniati dalla sua architettura, dalle sue infrastrutture e dalla sua vivace vita culturale. Era un luogo dove l'arte e il commercio fiorivano fianco a fianco, e il suo porto era il simbolo di questa grandezza.

Un porto che ha fatto la storia, un'eredità che ancora oggi possiamo ammirare e che continua a influenzare la città di Palermo e il suo ruolo nel Mediterraneo.

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Batista nell' Avellino

 


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Buongiorno...

 


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This realm beyond the veil is not a wasteland, but my dominion.

 


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Il mio posto felice. 🙂

 


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Consider this a game of chance… 💀😱

 


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29 Aprile 1945 , piazzale Loreto

 


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lunedì 29 aprile 2024

Laura Antonelli, 1989 Buonanotte!

 


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Positano

 


La magia indescrivibile della notte a #POSITANO 🖤

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I am a force beyond your comprehension!



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Tyrone Power & Lana Turner, 1947 Buon Appetito!

 


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L'assassinio di Alcibiade

 


Secondo Plutarco, l'assassinio del militare e politico ateniese Alcibiade si consumò mentre l’uomo - che viveva con l’amata Timandra - si stava preparando per raggiungere la corte persiana. La sua casa fu circondata e incendiata ed egli, non vedendo alcuna possibilità di fuga, affrontò i suoi assassini, trovando però la morte. L’epilogo della vicenda viene raffigurato da Michele De Napoli, nato a Terlizzi il 25 aprile 1808, in questo olio su tela del 1839, conservato a Napoli, nel Museo Nazionale di Capodimonte. Dal 1837 il pittore era stato ammesso all'Esposizione biennale con il dipinto Alessandro e il suo medico Filippo - che gli valse la grande medaglia d'argento. Due anni dopo espose “La morte di Alcibiade” - premiato con la piccola medaglia d'oro - e acquistato dalla casa reale. Il quadro gli meritò la protezione dei marchesi Forcella, che ottennero di farlo studiare a Roma, a palazzo Farnese.

ROMA PULCHRA DEA

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La zucca vuota di Vannacci avrebbe sicuramente ispirato l'astrofisico per nuove teorie scientifiche!

 


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Per Stronzetti Provera con affetto da parte del Grognardo

 


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Gravina da qualche scudetto anche alla Roma ogni tanto...

 




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La storia quella vera

 


E ha ragione Barbero quando dice "venite a dirmelo in faccia" che avreste preferito che la Germania delle camere a gas vincesse la guerra. 


E io aggiungo: io vorrei proprio vedere come reagireste se domani, mentre siete sul divano ad alternare una boiata su Facebook a una partita di pallone, arrivasse della gente in divisa a dirvi che dovete cambiarvi e andare in piazza a fare ginnastica, a saltare nel fuoco, a fare adunate. Se vi chiedessero la fede nuziale in regalo. Se vi ritrovaste sbattuti fuori dal lavoro perché senza tessera di un partito. Se il federale vostro vicino di quartiere allungasse le mani su vostra  figlia e voi vi ritrovaste inermi perché la magistratura copre i gerarchi. Se vi portassero via un cugino, uno zio, un fratello perché di fede od orientamento diverso, e ve lo vedeste sbattere su un treno per chissà dove. 


Vi vorrei vedere.

Ma son convinto che il giorno dopo pure la sciarpa rossa vi mettereste.

Leonardo Cecchi 

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Enrico Mattei

 


Fece arruolare migliaia di uomini tra le fila dei partigiani. Costruì prima e mise a disposizione poi una rete di contatti fondamentale. Combatté in prima linea. E diede un contributo enorme alla Liberazione d’Italia.


Enrico Mattei, che nasceva in questo giorno, fu uomo straordinario. Venuto dal niente, si guadagnò tutto ciò che aveva. Lo dimostrò quando finita la guerra si prese un carrozzone inefficiente, l’AGIP. Ma anziché liquidarlo e dismetterlo come gli era stato chiesto, lo trasformò in un’azienda fiorente. Un’azienda che oggi si chiama ENI e che fa 43 miliardi e rotti di fatturato.


Mattei aveva un obiettivo: mettere l’Italia alla pari delle altre nazioni. Per farlo serviva energia, serviva combustibile. Lui li trovò dove nessuno credeva possibile. Mise in piedi una diplomazia parallela con i paesi in via di sviluppo. Li trattò alla pari, a differenza di altri paesi che si credevano superiori e andavano solo a sfruttare. E per questo era amato.


Lo ammazzarono in autunno. Dava fastidio a tanti. Dava fastidio alle 7 sorelle, le 7 compagnie petrolifere che vedevano l’AGIP e l’Italia come un pericolo.


Ad oggi non ci sono ancora colpevoli per la sua morte, e questa è la cosa peggiore.


A un grande uomo, a un grande italiano che ha amato davvero l’Italia, il ricordo di tutti

Leonardo Cecchi 

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Vorrei essere a Bora Bora 🩵

 


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Buongiorno 😘

 




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Daniele De Rossi

 


"Abbiamo pareggiato e non è da buttare a Napoli, ma non è la partita che volevamo. Loro sono una squadra tanto forte, li becchiamo in un momento in cui possiamo avere meno lucidità ma dobbiamo essere più puliti col pallone. Ci sta che siano pericolosi loro, noi abbiamo perso palla troppo spesso. Il Napoli ha fatto una buona partita, noi dobbiamo fare meglio e ritrovare le forze perché giovedì abbiamo un'altra partita importante".


Stanchezza fisica e nervosa?:

"Non lo so. È una rosa costruita non con tanti palleggiatori a centrocampo, se Paredes manca si vede ma non possiamo giocare solo quando c'è lui. Bisogna fare molto meglio di così con la palla, la stanchezza a fine campionato ce l'hanno tutti, abbiamo fatto tante partite ma ne mancano tante ancora difficili. Se pensiamo di essere stanchi faremo brutte figure fino alla fine della stagione".


Sull'assist di Ndicka:

"Oltre a quello ha marcato tutta la partita, marcando un giocatore da 150 milioni come in Coppa d'Africa. Sono contento abbia segnato Tammy dopo un periodo lungo, abbiamo recuperato due giocatori rientrati da infortuni di sofferenza. Abbiamo bisogno di tutti".


Su Smalling e Lukaku:

"Pensiamo possano recuperare per giovedì, capiremo dai prossimi allenamenti se i problemi saranno alle spalle".


Sulle scelte fatte: 

"Alla fine il pallone l'abbiamo tenuto come loro, non è quello ma cosa ci facciamo col pallone e dove andiamo. Mancini ha fatto una partita in linea con gli altri, che non hanno fatto una partita eccezionale. Non è stata la nostra miglior versione, ma non c'è uno che ha influito sulla nostra prestazione. Non è facile poi giocare sempre e lui gioca sempre anche quando non è in perfette condizioni".


Su Renato Sanches:

 "È entrato perché ha palleggio e qualità. Sul rigore aveva recuperato una bella palla ma è stato sfortunato sull'episodio. È entrato bene. Le mie scelte lo penalizzano, non ha mai giocato 90 minuti e non avrebbe tanti minuti da darci ma secondo me è giocatore importantissimo, nell'ultimo mese si è allenato con grande intensità e faremo affidamento anche su di lui"


Daniele De Rossi

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SIGNORI, È SUCCESSO DI NUOVO.




Quando per l’ennesima volta sembrava dover arrivare la prima sconfitta in stagione del Bayer Leverkusen, gli uomini di Xabi Alonso hanno rimontato da 0-2 a 2-2 con un gol all’ultimissimo secondo.


Neanche noi gli ultimi giorni di scuola a recuperare le insufficienze.

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E va gustata, obbligstoriamente, fredda!

 


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Auguri Victoria!

 


Victoria dei Maneskin oggi compie 24 anni, 

le facciamo gli auguri?

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Piaggine

 


Nel cuore del #Cilento c’è un piccolo borgo dove con una imponente cascata nel centro 😍 benvenuti a #PIAGGINE 🤎

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Il giornalismp della destra italiana è solo merda

 


...Aristippo disse a Diogene: "Vedo che stai mangiando una cena molto povera. Voglio darti un consiglio. Se tu imparassi ad essere ossequioso con il re, non saresti costretto a mangiare lenticchie." 

Diogene si girò verso l'amico e gli rispose: "Voglio darti anch’io un consiglio: impara ad amare le lenticchie. Se tu avessi imparato a vivere mangiando lenticchie, ora non saresti costretto ad adulare il re e a vivere da schiavo cercando di soddisfare ogni sua esigenza.»


(ketty)

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Maometto e Carlomagno

 


"Senza l’Islam, l’Impero franco probabilmente non sarebbe mai esistito e, Carlo Magno, senza Maometto, sarebbe inconcepibile."

Henri Pirenne,”Maometto e Carlomagno”

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In questo libro Henri Pirenne, uno dei più grandi storici medievalisti del XX secolo, riassume la sua tesi rivoluzionaria sulla nascita del Medioevo.


La tesi di Pirenne consiste nell’affermare che il vero inizio del Medioevo non fu la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel V secolo, ma l’espansione islamica nel VII secolo, che interruppe i legami economici e culturali tra l’Europa e il Mediterraneo. Secondo Pirenne, infatti, le invasioni barbariche non avevano distrutto la civiltà romana, ma l’avevano solo trasformata, mantenendo in vita il sistema monetario, il commercio, l’arte, la letteratura e il diritto romani. I barbari, inoltre, si erano convertiti al cristianesimo e avevano accettato l’autorità dell’imperatore romano d’Oriente, che continuava a regnare da Costantinopoli. L’Europa, dunque, era ancora parte integrante del mondo romano e mediterraneo.

Tutto cambiò con l’avvento dell’Islam, che conquistò in pochi decenni le province romane d’Oriente, il Nordafrica, la Spagna e parte della Francia. Questa espansione, secondo Pirenne, ebbe effetti devastanti sull’Europa, che si trovò isolata dal resto del mondo e tagliata fuori dai commerci. L’Europa entrò in una fase di impoverimento e di decadenza, in cui scomparve la moneta, il commercio, l’arte, la letteratura e il diritto romano. L’Europa si trasformò in una società agraria e feudale, basata su una gerarchia di signori e vassalli, che si alleavano con la Chiesa di Roma per contrastare la minaccia islamica. In questo contesto, nacque l’Impero franco, che sotto Carlo Magno raggiunse il suo apice, riunendo gran parte dell’Europa occidentale e tentando di restaurare l’antico impero romano. Per Pirenne, dunque, l’Islam fu il fattore determinante per la formazione dell’Europa medievale e dell’Impero franco, e senza Maometto, Carlo Magno sarebbe stato inconcepibile.

La tesi di Pirenne ha avuto un grande impatto sulla storiografia e ha suscitato molte discussioni e critiche. Moltissimi storici hanno riconosciuto il valore della sua analisi e hanno cercato di integrarla con nuove evidenze e prospettive, mostrando la complessità e la diversità delle situazioni storiche e geografiche. La citazione di Pirenne, quindi, è uno stimolo a riflettere sulla storia europea e sul rapporto tra Islam e Cristianesimo.

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Così Albert Einstein descrisse Paul Ehrenfest.

 


“Non era solo il miglior insegnante che io abbia mai conosciuto, era anche appassionatamente preoccupato dello sviluppo e destino dei suoi studenti. Comprendere gli altri, ottenere la loro fiducia, aiutare chiunque fosse in difficoltà, incoraggiare il talento dei giovani. Tutto ciò rappresentava per lui l’elemento naturale, quasi più dei problemi scientifici.”

Così Albert Einstein descrisse Paul Ehrenfest. 


Ehrenfest si formò all’Università di Vienna dove seguì i corsi di Ludwig Boltzmann sulla teoria cinetica dei gas e sulla termodinamica. Boltzmann, uno dei più noti fisici del tempo, ebbe una grande influenza su di lui, introducendolo per la prima volta allo studio della fisica teorica. C’è un aneddoto che viene spesso riportato nel quale si racconta di come si guadagnò il favore di Boltzmann. Durante una presentazione Ehrenfest spiegò in modo particolarmente approfondito un lavoro di Boltzmann, che avrebbe scherzosamente replicato: “Se solo conoscessi così bene i miei lavori!”


Ma vengono anche riportarti attriti fra i due; d’altro canto, Boltzmann era nella fase finale della sua vita, quella caratterizzata da una profonda crisi depressiva che lo portò a suicidarsi durante una vacanza estiva a Duino, vicino Trieste. 


I principali contributi di Ehrenfest furono nel campo della meccanica statistica, in particolare sulla teoria delle transizioni di fase e degli invarianti adiabatici, e nella meccanica quantistica con un noto teorema che stabilisce un collegamento tra la meccanica classica e la teoria quantistica, dimostrando che le leggi del modo seguite dai valori di aspettazioni degli operatori sono le stesse leggi del modo classiche.

Arnold Sommerfeld scrisse in una lettera:


“Raramente ho sentito un uomo parlare con tale fascino e genialità. Sa rendere concrete e intuitive anche le cose più difficili. Le argomentazioni matematiche vengono da lui tradotte in immagini facilmente comprensibili”.


Queste parole trovano conferma quando fu chiamato da Felix Klein a completare ciò che il suo maestro aveva interrotto dopo la sua morte: un articolo sui fondamentanti statistici della seconda legge della termodinamica sulla prestigiosa Enciclopedia delle scienze matematiche. Durante un convegno, infatti, Ehrenfest spiegò alcuni tra gli aspetti più oscuri della teoria di Boltzmann, sostituendo la complessa matematica con un esperimento mentale in cui delle pulci potevano saltare avanti e indietro tra due cani, andando a spiegare così come cambia la funzione di distribuzione delle particelle nel tempo.


Si è detto che “quando gli eminenti scienziati del XX secolo si incontravano per gettare le basi della fisica moderna, volevano Ehrenfest nella stanza”. Ma una nuova generazione di fisici stava scrivendo pagine importanti e si affidavano a concetti sempre di più astratti e di difficile interpretazione. Questa sua preoccupazione era unita a una vita privata molto difficile: rimasto orfano a soli 16 anni, si scontrò per quasi tutta la sua vita con una grave forma di depressione. La sua malattia ostacolò anche il suo lavoro. In una lettera a Niels Bohr, col quale aveva costruito un profondo legame di amicizia, scrisse:


“Ho perso completamente il contatto con la fisica teorica. Non ne posso più di leggere e sentirmi incapace di farmi anche la più vaga idea di cosa ha senso nella marea di articoli e di libri. Forse non è più nemmeno possibile aiutarmi.”


E ancora a qualche suo ex studente:


“Ogni nuovo numero dello Zitschrift für Physik o della Physical Review mi immerge in un panico cieco. Ragazzi miei, io non so assolutamente nulla.”


Produsse un lungo elenco di argomenti del mondo della nuova fisica che, a suo dire, erano completamente al di là della sua capacità di comprensione. Quella lista, dopo varie insistenze, apparse sottoforma di contributo proprio nella rivista della Zeitschrift für Physik intitolato “Alcune domande di esplorazione riguardanti la meccanica quantistica”. La risposta fu di alcuni tra i più eminenti colleghi, tra cui Wolfgang Pauli e Rudolf Peierls che descrissero le domande come tutt’altro che prive di significato. Einstein dipinse un quadro molto preoccupante in una lettera al consiglio dell’Università di Leida, dove espresse una profonda preoccupazione per il suo amico e collega. Quella che viene spesso citata come la sua lettera d’addio fu scritta un anno prima del gesto, ma mai spedita:


“Miei cari amici: Bohr, Einstein, Ioffe…Non so assolutamente più come portare avanti nei prossimi mesi il peso della mia vita che è diventato insopportabile. È quasi certo che mi ucciderò e se ciò accadesse un giorno, allora mi piacerebbe sapere che ho scritto con calma e senza fretta a voi, la cui amicizia ha avuto un ruolo così grande nella mia vita. Negli ultimi anni è diventato sempre più difficile per me seguire gli sviluppi della fisica. Dopo averci provato, sempre più snervato e combattuto, mi sono arresto alla disperazione. Perdonatemi.”

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domenica 28 aprile 2024

“Viva l’Italia antifascista”.



- Antonio Scurati vi aspetta questa domenica a Che Tempo Che Fa sul Nove.

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Voeller: “Il Bayer è dominante, la Roma di De Rossi bella da vedere. In finale chi meriterà”

 


GAZZETTA DELLO SPORT 

Il passato bussa di nuovo, ma sarà bello rivederlo. “Sarò all’Olimpico con la famiglia, mia moglie Sabrina, romana, due dei miei figli, Greta e Kevin. Io, loro, Roma, la Roma e il Leverkusen. Bello. Una partita con tanto amore. Ma non chiedetemi pronostici, è sempre difficile, sono anche mezzo romano”. Rudi Voeller, 64 anni, ex giocatore e allenatore giallorosso e anche del Bayer, con cui poi ha proseguito la carriera dirigenziale, due anni fa aveva lasciato le cariche operative del club per una tranquilla pensione, rimanendo nel consiglio di sorveglianza, ma continuando a vivere nel club.


Buongiorno signor Voeller, giovedì prossimo il Leverkusen incontra la Roma in semifinale di Europa League, proprio come un anno fa: quanto è diverso da quello della stagione scorsa?

“Innanzitutto sta vivendo un momento eccezionale, ha vinto il campionato tedesco per la prima volta, si può immaginare. In ogni posto della Germania in cui vado si complimentano per il gioco, tutti riconoscono che non è stata una questione di fortuna, casuale o altro. E poi ci sono altri protagonisti, rispetto alla semifinale in cui passò la Roma”.


(...)


Xabi Alonso è diventato subito una star fra gli allenatori: visto da vicino, com’è, come lavora?

“Bravissima persona, sempre corretto, allena come giocava, ha un grande stile. E ha migliorato tanti giocatori. Penso a Jonathan Tah, il difensore centrale: con Xabi Alonso ha fatto un salto in avanti incredibile. Ma non è l’unico”.


Oltre alle mosse del tecnico, un nome sopra agli altri da temere?

“Florian Wirtz, il nostro pupillo anche in nazionale, è un fuoriclasse: è ancora migliore rispetto all’anno scorso, lui fa davvero la differenza”.


(...)


Daniele De Rossi prenderà appunti: come giudica la sua avventura sulla panchina romanista?

“Sono contento per la Roma, per Daniele. Ci siamo scambiati alcuni messaggi, complimenti vari. Siamo amici non so da quanti anni. E’ un bravissimo ragazzo e sta diventando anche un grande allenatore. Sono felice se arriva in Champions League, lo merita”.


Ha visto giocare la sua Roma?

“Sì. l’ho già vista un paio di volte: mi è piaciuta, gioca in un modo diverso da quello di Josè Mourinho”.


Perché?

“I giocatori sono molto disciplinati in campo, hanno un sistema e una tattica chiara: sarà difficile anche per il Leverkusen, che probabilmente avrà più possesso palla, però sono sicuro che si dimostrerà una sfida ad alto livello, proprio da semifinale europea, bella per la gente”.


E lei come la vivrà?

“Sono stato invitato dal Leverkusen per questa trasferta. Sono contento di vedere una partita all’Olimpico, con questi tifosi eccezionali, con questo spettacolo straordinario. Sono felice, perché anche per me è qualcosa di particolare. Sarà anche questa volta una sensazione strana, per quello che ho fatto a Leverkusen e perché la Roma per me è una storia indimenticabile, e in città sono nati anche tre dei miei cinque figli. Spero che sia una bella partita anche al ritorno, qui in Germania. Andrà in finale chi avrà giocato meglio e avrà così meritato il passaggio del turno”.

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🛎️ 𝗚𝗟𝗜 𝗔𝗠𝗕𝗔𝗦𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢𝗥𝗜 𝗜𝗧𝗔𝗟𝗜𝗔𝗡𝗜 𝗗𝗘𝗟 𝗖𝗔𝗟𝗖𝗜𝗢: 𝗖𝗔𝗟𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢𝗥𝗜 𝗔𝗭𝗭𝗨𝗥𝗥𝗜 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗗𝗔𝗟𝗟'𝗘𝗨𝗥𝗢𝗣𝗔 - 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗘 𝟭




Al giorno d’oggi, non è così raro sentire storie di calciatori italiani che, per ragioni di vario tipo, decidono di abbandonare l’Europa in cerca di maggiore fortuna (calcistica o economica che sia). Storie che, puntualmente, stuzzicano la nostra curiosità, aprendo discussioni intra ed interpersonali in merito alla condivisibilità della scelta fatta dal giocatore. Storie che, per la loro indiscutibile unicità, secondo noi di Sottoporta, meritano sempre di essere raccontate.

A tal proposito, perciò, ci siamo chiesti: “Ma perché non farveli conoscere tutti, i nostri ambasciatori del calcio sparsi in giro per il mondo?“ 

Ecco a voi, dunque, una breve rubrica, divisa per macro-aree, sui calciatori italiani attualmente in attività fuori dai confini europei, tra volti (stra)noti e insospettabili scoperte. 


𝗠𝗲𝗱𝗶𝗼 𝗢𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 (𝗲 𝗖𝗮𝘂𝗰𝗮𝘀𝗼)


In questo primo “capitolo”, il nostro viaggio comincia dal Medio Oriente, senz’altro la destinazione più in voga degli ultimi anni, nonché la macro-area che, calcisticamente parlando, sta causando maggiore controversia. 

Qui, troviamo subito uno dei più celebri rappresentanti del calcio italiano all’estero, ovvero 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗩𝗲𝗿𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶. Il centrocampista abruzzese, a causa di un rapporto non così idilliaco con il nuovo allenatore Luis Enrique, la scorsa estate ha deciso di trasferirsi in Qatar e vestire la maglia dell’Al-Arabi. Una decisione che forse ha accontentato tutti, considerati la cifra a cui è stato ceduto dal PSG (45 milioni) e il suo stipendio annuo attuale (30 milioni).

Il pescarese, però, non è l’unico azzurro a giocare nella Stars League qatariota: anche il giovane 𝗜𝗯𝗿𝗮𝗵𝗶𝗺𝗮 𝗕𝗮𝗺𝗯𝗮, infatti, ha scelto di proseguire la sua ancora breve carriera nel paese sede degli ultimi mondiali. Cresciuto nelle giovanili della Pro Vercelli e maturato definitivamente al Vitoria Guimaraes, Bamba è un difensore centrale classe 2002 ancora piuttosto promettente, sebbene in questa stagione in forza Al-Duhail stia giocando al di sotto delle aspettative. Un suo ritorno in Europa, insomma, è tutt’altro da escludere. 


Basta spostarsi di pochi chilometri, per scovare i prossimi italiani emigrati fuori dall’Europa: il primo è l’ex Sampdoria 𝗠𝗮𝗻𝗼𝗹𝗼 𝗚𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗱𝗶𝗻𝗶 che, dal luglio scorso, sta giocando (e segnando) con gli emiratini dell’Al-Nasr Dubai. Con 33 anni da compiere, dopo 69 gol in Serie A e più di 50 presenze in Premier League, non si può proprio dire che la sua non sia una “pausa” meritata. Il secondo, invece, è passato per l’altra squadra di Genova, lasciando forse un ricordo meno indelebile: si tratta di 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹 𝗕𝗲𝘀𝘀𝗮, che dopo una breve esperienza in Brasile (suo paese natale), si è stabilito ormai da due anni nell’Al-Ittihad Kalba. 


Proseguiamo, poi, facendo tappa nel campionato più chiacchierato della penisola araba, ovvero la Saudi Pro League, dove troviamo un altro brasiliano con passaporto italiano: 𝗟𝘂𝗶𝘇 𝗙𝗲𝗹𝗶𝗽𝗲. La sua esperienza europea si è (momentaneamente) conclusa dopo sei anni alla Lazio e uno al Betis, e ora, in Arabia Saudita, condivide lo spogliatoio con nomi altisonanti, quali Benzema, Fabinho e Kanté. La carta d’identità segna 27 anni: il tempo per tornare nel calcio che conta ci sarebbe pure, ma ci sarà anche la voglia?


Prima di spostare lo sguardo sul prossimo continente, c’è ancora un paese da dover menzionare, nel cui campionato militano altri due nostri connazionali, dai cognomi molto meno rinomati rispetto a quelli citati finora. Nella Bardsragujn chumb (no, non ce la siamo appena inventata, così si chiama la massima divisione calcistica armena), giocano infatti 𝗦𝘁𝗲𝗳𝗮𝗻𝗼 𝗖𝗿𝗶𝘃𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗼 e 𝗩𝗮𝗹𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗩𝗶𝗺𝗲𝗿𝗰𝗮𝘁𝗶. 

Il primo, a 22 anni, è un terzino destro praticamente alla sua prima esperienza da professionista, che sta cercando di ritagliarsi un posto tra le file del West Armenia, club coinvolto in una serratissima lotta per la permanenza nella massima categoria; il secondo, invece, classe ‘95, è ormai al quinto anno in Armenia ed è l’attuale portiere titolare del FC Noah, squadra momentaneamente in testa alla classifica del torneo. Molto eloquenti, per l’analisi in questione, le parole rilasciate da quest’ultimo in un’intervista del 2022: “In Italia avevo pensato di cercare una squadra, ma mi sono fermato quando in Serie C mi è stato detto che, nonostante fossi conosciuto, non servivo perché non portavo soldi e nessun tipo di valorizzazione.” Con buona pace di chi sostiene che si tratti sempre e solo di una scelta economica. 


𝗔𝗳𝗿𝗶𝗰𝗮


Dall’altra parte del canale di Suez, secondo le fonti principali, al momento c’è un solo giocatore di nazionalità italiana in un campionato di massima serie. 

L’unico calciatore azzurro in attività nel continente africano, infatti, sembra essere 𝗭𝗮𝗸𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗛𝗮𝗺𝗮𝗱𝗶, esterno offensivo ventiseienne in forza al Mouloudia d'Oujda, squadra di bassa classifica della Botola (la “Serie A” marocchina). Cresciuto nelle giovanili del Milan, ha fatto il suo debutto tra i professionisti al Chiasso, nella seconda divisione svizzera, per poi passare per l’Yverdon-Sport, i dilettanti del Wolfsburg II e il Bellinzona. Dal 2022, è tornato nella terra di origine dei genitori, dove sta giocando sì con continuità, ma senza mai riuscire a spostare gli equilibri delle partite in cui è in campo. 


E voi, finora, li conoscevate tutti? Ce ne sono altri, nei continenti analizzati, che giocano magari nelle serie minori e che non abbiamo menzionato? Fatecelo sapere nei commenti!

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Nella mappa globale della siccità, l'Italia è fra i punti caldi

 


Sono 21 le zone a rischio nel mondo, dal Nord della Cina al Cile
 
 L 'irrigazione delle colture agricole è fra le cause della crisi idrica, accanto al cambiamento climatico e lala crescita demografica (fonte: zms, iStock) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalla Cina settentrionale alle coste cilene, sono 21 le aree del mondo nelle quali la disponibilità di acqua sta diventando un problema e fra queste c'è l'Italia, dove la causa principale è l'irrigazione per l'uso agricolo.

E' il quadro che emerge dalla prima mappa globale della siccità, che raggruppa in sette zone i 21 punti caldi della crisi idrica, pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters: coordinata dall'Università olandese di Utrecht, è stata condotta con il finanziamento della National Geographic Society.

Oltre all'uso agricolo, domestico e municipale dell'acqua, le altre principali cause della carenza sono i cambiamenti idroclimatici e la crescita demografica,

Più in generale, ad accomunare le 21 aree, identificate grazie all'analisi combinata di modelli idrogeologici e di 300 casi descritti nella letteratura scientifica, è l'esistenza di un divario significativo tra la domanda di acqua da parte dell'uomo e la disponibilità di questa risorsa. "Sebbene abbiamo scoperto che la scarsità d'acqua ha fattori simili in alcuni punti caldi, l'impatto sulle persone, sugli ecosistemi e sulle economie, così come le risposte sociali e politiche, potrebbero variare notevolmente da luogo a luogo", osserva Myrthe Leijnse, prima autrice dello studio e ricercatrice dell'Università di Utrecht. "Speriamo che questa ricerca - ha aggiunto - dimostri ai decisori politici che, se esistono fattori comuni che contribuiscono alla scarsità d'acqua, possano esistere soluzioni comuni per affrontarla".

Sarebbe un errore pensare ai punti caldi della siccità solo come a luoghi dall'aspetto arido: "la scarsità d'acqua non si presenta sempre come un lago o un fiume che si prosciuga in un clima arido, ma può manifestarsi anche in climi più umidi come un flusso temporaneamente basso o un abbassamento dei livelli delle acque sotterranee", dice uno degli autori della ricerca, Marc Bierkens, National Geographic Explorer e professore di Idrologia all'Università di Utrecht.

L'Italia appartiene alla zona che comprende il maggior numero di punti caldi: ben otto su 21, tutti accomunati dall'uso agricolo dell'acqua. Con il nostro Paese fanno parte di questo gruppo la grande pianura alluvionale della Cina settentrionalela valle che attraversa la zona centrale della California, gli altipiani degli Stati Uniti occidentali, la valle del Nilo bianco in Sudan e il delta del Nilo.

Fra le altre sei zone, la penisola arabica soffre di una bassa disponibilità di acqua naturale contro un elevato consumo di acqua pro capite, mentre in Cile centrale, Spagna e nel bacino australiano del Murray Darling il problema è il progressivo calo delle precipitazioni; l'impatto della crescita della popolazione si fa sentire nei bacini fluviali dell'Indo e del Gange, l'impoverimento delle acque superficiali e sotterranee è un problema nelle zone costiere di Perù e Iran, lo sfruttamento eccessivo delle acque sotterranee sta provocando il cedimento del terreno in Messico, Giava e Vietnam; infine, in Thailandia, uno dei maggiori esportatori di riso al mondo, è un serio il cosiddetto commercio virtuale dell'acqua, ossia la quantità di acqua necessaria per questa produzione.

(ANSA)

Cheney71



Iraq approva legge contro i gay, fino a 15 anni di carcere

 


Finora l'omosessualità era tabù ma non era previsto il carcere 
 

 
Iraqi Prime Minister Mohammed Shia al-Sudani © ANSA/EPA

Il Parlamento iracheno ha approvato una legge che punisce le relazioni omosessuali con condanne fino a 15 anni di carcere.

Le persone transgender possono essere detenute per un periodo compreso tra uno e tre anni.

Una precedente bozza aveva proposto la pena capitale per le relazioni omosessuali, in quella che gli attivisti avevano definito una "pericolosa" escalation contro i diritti umani. I nuovi emendamenti consentono ai tribunali di condannare le persone che hanno relazioni omosessuali a pene comprese tra i 10 e i 15 anni di carcere, in un Paese in cui le persone gay e transessuali devono già affrontare frequenti attacchi e discriminazioni. La legge prevede inoltre una pena minima di sette anni di carcere per la "promozione" di relazioni omosessuali e una pena da uno a tre anni per gli uomini che si comportano "intenzionalmente" come donne. La legge emendata rende reato il "cambiamento di sesso biologico basato su desiderio e inclinazione personale" e punisce le persone transgender e i medici che effettuano interventi chirurgici con una pena fino a tre anni di carcere. L'omosessualità è un tabù nella società conservatrice irachena, ma in precedenza non esisteva una legge che punisse esplicitamente le relazioni tra persone dello stesso sesso.

(ANSA)

Cheney71



Nuovo arresto per Antonio Savino Presidente dell’ Unac