sabato 27 aprile 2024

NON DATE LA COLPA A KLOPP? IL LIVERPOOL SI ARENA A FINE STAGIONE

 



Dopo la sconfitta secca e senza appello nel derby contro l’Everton, Jurgen Klopp si è personalmente scusato con i tifosi per il momento della sua squadra, che appare la pallida copia di quel che era solo poche settimane fa. Ma che è successo al Liverpool? È giusto gettare la croce addosso al tecnico tedesco, giunto ormai al giro d’onore con la squadra dove aveva trovato l’ambiente ideale per il suo calcio?


È vero, farsi scivolare tra le dita due o tre trofei che sembravano alla portata nel giro di qualche settimana non induce all’ottimismo e alle analisi misurate. Dopo aver alzato la Coppa di Lega a febbraio, strappandola al Chelsea nei supplementari, il Liverpool era ampiamente in corsa per l'Europa League, l’FA Cup e la Premier League. Il fatto da non scordare è che lo era comunque fuori pronostico, visto che la stagione dei Reds del Merseyside era partita come un anno di ricostruzione, in cui tornare a essere squadra e integrare i nuovi. 


Le sconfitte con lo United in FA Cup, l’Atalanta in Europa League e adesso l’Everton in Premier League sono però arrivate in rapida sequenza a far crollare una squadra che solo ora sembra apparire un gigante dai piedi d’argilla. Il capitano Van Dijk davanti ai microfoni ha parlato di mancanza di carattere, del fatto che l’Everton arrivasse prima sul pallone. Nelle sue parole sembra palesarsi quella mancanza di energia, innanzitutto mentale, che Klopp aveva indicato come causa del suo addio nell’annuncio di gennaio.


Di mezzo si sono messi anche gli infortuni, perché nella vita si sa, piove sempre sul bagnato. Mohamed Salah, se ve lo foste scordati, aveva saltato 10 partite in 7 anni al Liverpool, trascinando la squadra nei momenti difficili. In questa stagione quando è stato presente lo è stato raramente a pieno servizio, sempre alle prese con un acciacco o un altro. Stessa cosa per Diogo Jota, che non ha potuto dare quanto avrebbe sperato. Quelli che non avrebbero dovuto farli rimpiangere, Darwin Nuñez e Luis Dias, non sono stati all’altezza. Sicuramente non sono giocatori mediocri in senso assoluto, semplicemente non sono ancora al livello dei compagni in questa stagione, pur avendo totalizzato nel caso dell’uruguagio un gol ogni 180’.


A questo punto ci vorrà ben più di un miracolo nelle quattro partite che restano per provare fino in fondo a lottare per il titolo. Quattro gare da vincere contro avversari di alta classifica tostissimi come West Ham, Tottenham, Aston Villa prima di trovare da ultimi i più abbordabili Wolves. Il sempre più popolare modello statistico di OPTA – non chiamatelo supercomputer! – dà ai Reds il 2.7% di chances residue di mettere nel sacco Arsenal e City. Non impossibile, ma quasi, con Guardiola che stasera va a far visita al discepolo De Zerbi a Brighton. 


“You lost the League at Goodison Park” cantavano tutti in coro i tifosi dell’Everton dopo aver battuto i rivali e possiamo caprine bene il sentimento di rivalsa. La vendetta d’altronde è un piatto che va servito freddo ed era da molto che aspettavano, da quando c’era ancora Rafa Benitez. Nonostante le tante azioni da gol create e non concretizzate, resta la sensazione che si potesse fare di più. Soprattutto la difesa ha mollato sul più bello, concedendo occasioni ad avversari sulla carta meno attrezzati e facendo fare bella figura agli attaccanti avversari (se Calvert-Lewin può staccare di testa in area da solo…) 


Sicuramente Klopp potrà imparare anche da questi errori per la sua prossima avventura, così come il suo successore – per molti si tratta del tecnico del Feyenoord, Arne Slot – starà prendendo appunti per evitare di caderci mani e piedi anche lui alla prima occasione. Perché i manager vanno – anche quelli che resteranno sempre nel cuore – il Liverpool resta.

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