lunedì 31 luglio 2023

Giuseppe Verdi in Piazza della Scala (Milano, 1900)

 


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Inno alla morte


Ho conosciuto la morte è 

non indossava occhi di Fiamme, 

ma lei  vestiva sol sapienze di cristallo 

ho conosciuto la morte 

è tra le sue mani non strinse

la spada dell'ultimo compianto 

ma dal suo sinistro un fosco corvo 

mi osservò di brama insaziabile 

egli portò con sé il sapor del consueto 


ho conosciuto la morte 

ed essa al mio fronte si mostrò

in un tempo di intimato addio,

indossando or suo antico manto

di velluto corallo immensità 

adornato di fantasie in pizzo oscuro oblio 

prostrandomi la sua generosità è il giusto 

del suo compiere

la morte giunse al mio essere ,

volle dirottare la rotta del mio spirito dalla attuale realtà confinando essa oltre il varco

ove la mia spiritualità si affaccio' tra innovativi è inderogabili universi  ,

Nel personal compito di far conoscer 

il percorso non ancora svelato 

ove v'aspettan saggiosi realismi 

esse paralleli il fronte 

al conosciuto riflesso terreno 



nel mentre quel mio ossario lì lasciato  perire al miraggio giaceva sul terreno

del tempo  in quell'attimo esso rinnegato ,

è le mie spoglie beate abbandonaron 

le memorie ed le carenze mortali 

di un realismo giunta al suo tempo irreale ..

nel procomber del focoso astro 

Faccio all'amore con il padre divino ovunque il gemito del Tirreno 

ibrida sulle mie Carni spoglie di derivanza

procace  il serpente or focoso ripercorrere 

scaglia per scaglia i copulati Territori del godurioso sigillo di piacer proibito



Guardai la morte nel viso ,

la morte  insemino' l'anima del reietto 

una divina Eccitazione sensoriale

dopodiché godurioso venni nel grembo 

Della madre purificatrice 

concedendo il gusto del mio seme  

sul promontorio dei mistici rinascenti 

il sapor tratto dal palato 

del predenzioso copulato ,

Lubrificando di brame settentrioni narciscenti ove vi si recan 

in vista  della fallida nube 

esoterici liberali qual ognuno d'essi  

risorti dal trattato spiritico

dell'ardito pentacolo 



Ho genita di molteplici lune

Io vi riconobbi inebriante tra i fossari 

di coella vostra culla ultraterrena 

io vi narrai assestante tra le turpolenti 

penombre di alati avanzamenti funerari

io vi amai in forma e materia 

su reale è immaginario tra i confinanti

sobborghi spiritici è tombali ,

oh egregia tutrice eterna 

io vi accolsi essenzialmente 

tra gli scorci di questi miei

da voi lodati sentieri carnali 

ove voi ben disporrete saggezza 

mie pelli prostreranno a voi il lor cammino 

così saranno per voi embrione di tragitti 

Verso mutevoli destini ,

aldilà di esponenti è miraggiose percorrenze




Ho conosciuto il saggio teschio seducente  foderata di bruma notturna è 

salace falce scaltrita ,

ci incrociammo io è lei 

tra le astruse ceneri del notturno 

liddove vi espandono le briganti

nebbiosita' del sepolcrale arcano 

giunse lei limpida all'incontro del mondano ,

tempestiva nel disporre il tragitto 

del sontuoso mistico sulle regali frontiere

lì ove si oppongono a lor stesse 

le torbide ombre aldilà del confine 

del sinistro valico terrestre ,

fu così che da lei Dama dell'ultimo respiro

Il mio essere immateriale fu presto convocato ad occupare posto 

tra le plateali seggiovie del sonno infinito

abbandonando così le crudezze 

di un sfiorita è remota esistenza 

Risorgendo  di spirito tra anime scarlatte 

dal folto riposo nel quale vi incomberà 

la nube esoterica del lugubre primordio 




Ho conosciuto la morte è 

lei  vestiva sol sapienze di cristallo

ma dal suo sinistro un fosco corvo 

mi osservò di brama insaziabile 

la morte giunse al mio essere

non indossava occhi di Fiamme, 

tra le sue mani non strinse

la spada dell'ultimo compianto 

Guardai la morte nel viso 

ed egli al mio fronte si mostrò

in un tempo di intimato addio,

indossando or suo antico manto

di velluto corallo immensità 

egli portò con sé il sapor del consueto

ho conosciuto la morte

genita di molteplici lune ....

volle dirottare la rotta del mio spirito dalla attuale realtà confinando essa oltre 

il varco liddove vi espandono le briganti

nebbiosita del sepolcrale arcano ,

la morte giunse al mio essere

il  seducente teschio di sentieri è realtà 

ci incrociammo lei ed io tra 

le astruse ceneri del notturno

giunse lei limpida all'incontro del mondano

concedendo il gusto del mio seme  

sul promontorio dei mistici rinascenti 




Ho conosciuto la morte 

ed essa al mio fronte si mostrò

in un tempo di intimato addio

Ho conosciuto la madre della notte 

lei insemino' l'anima del reietto 

una divina Eccitazione sensoriale

Ho conosciuto la morte

è non indossava occhi di Fiamme, 

ma lei  vestiva sol sapienze di cristallo 

Ho genita di molteplici lune

Il mio essere fu  da voi presto convocato 

ad occupare posto tra le plateali 

seggiovie del sonno infinito

ho genita di eterni riposi

Io vi amai in forma e materia

oh egregia tutrice eterna

io vi narrai assestante tra 

le turpolenti penombre 

risorgendo  dal folto riposo dal quale 

vi incomberà la nube esoterica 

del lugubre primordio

liddove vi espandono le briganti

nebbiosita del sepolcrale arcano



oh madre di eternità 

a voi  io mi presto 

In voi è il mio risveglio 

dalle nubi soccombo

In buio rinascenti saremo ,

oh tutrice di verità 

sulle nubi io mi presto

in voi  rinascente sarà 

su di voi io soccombo 

dal buio il nostro risveglio avverrà

Sogni d'oro e incubi d'argento 



Antichrist

“BRUCIO TUTTO SE NON MI AIUTATE”

 

LA “BOMBA” DEI POVERACCI SENZA PIU’ REDDITO DI CITTADINANZA È GIÀ ESPLOSA – A TERRASINI (PALERMO) UN DISOCCUPATO DI 60 ANNI, RIMASTO SENZA SUSSIDIO, SI È PRESENTATO IN COMUNE E HA GETTATO BENZINA NELLA STANZA DEL SINDACO: “BRUCIO TUTTO SE NON MI AIUTATE”. L'UOMO È STATO FERMATO DAI CARABINIERI – IL SIT IN DEGLI “ESODATI” DEL REDDITO ALLA SEDE INPS DI NAPOLI – IL PIANO DEL VIMINALE PER AFFRONTARE PROTESTE E TENSIONI – VIDEO

 

1 – PERDE IL REDDITO DI CITTADINANZA E TENTA DI DAR FUOCO ALLA STANZA DEL SINDACO

Estratto dell'articolo di www.today.it

terrasini - disoccupato minaccia di dare fuoco al comune terrasini - disoccupato minaccia di dare fuoco al comune

Un disoccupato di 60 anni dopo avere ricevuto la notizia che non avrebbe più ricevuto l'assegno mensile del reddito di cittadinanza si è presentato al Comune di Terrasini e gettando della benzina a terra ha tentato di dare fuoco alla stanza del sindaco, versando parte del carburante anche su se stesso.

 

"Brucio il Comune se non mi aiutate", ha detto al sindaco Giosuè Maniace che ha subito chiamato i carabinieri. Il segretario generale Cristofaro Ricupati ha cercato di dialogare con l'uomo e alla fine è stato il presidente del consiglio comunale Marcello Maniaci a far desistere il disoccupato dal gesto. L'uomo è stato accompagnato dai carabinieri e dai sanitari all'ospedale di Partinico per accertamenti.

 

terrasini - disoccupato minaccia di dare fuoco al comune terrasini - disoccupato minaccia di dare fuoco al comune

"Stanno passando dei messaggi distorti in questi giorni" afferma il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci. "I percettori che si sono visti togliere il reddito di cittadinanza vengono sollecitati a rivolgersi ai Comuni. È chiaro che i Comuni da soli, se non c'è uno strumento legislativo, se non c'è il governo, se non c'è un intervento della Regione, non possono essere in grado di aiutare tutte queste famiglie che hanno goduto del beneficio” […]

sede del comune di terrasini - palermo sede del comune di terrasini - palermo

 

Intanto si apprende che sono in corso contatti tra l'Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l'effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. […]

 

2 – LA PROTESTA DEI PERCETTORI DEL REDDITO DI CITTADINANZA ALLA SEDE INPS DI NAPOLI

Estratto da www.corriere.it

 

sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza 4 sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza 4

Un gruppo di percettori del Reddito di cittadinanza insieme ai militanti di Potere al popolo hanno dato vita a un sit in di protesta all'esterno della sede centrale dell'Inps in via De Gasperi a Napoli. «Senza il Reddito saremo costretti a non pagare più bollette e affitti. E' sbagliato generalizzare, bisogna aiutare chi davvero non ce la fa»: sono le parole dei manifestanti che, tramite sms, hanno ricevuto la comunicazione dell'interruzione dell'erogazione del Reddito. […]

 

3 – IL PIANO DEL VIMINALE PER LE PROTESTE DEGLI ESCLUSI IL SIT-IN A NAPOLI PRIMO TEST

Estratto dell'articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza

Napoli come banco di prova. Per capire quanto sia diffusa la protesta appena iniziata per la sospensione del Reddito di cittadinanza e quanto possa essere potenzialmente pericolosa per l’ordine pubblico, abbinata allo stallo politico sulla questione del salario minimo, e all’inflazione.

 

L’appuntamento di questa mattina alle 10 davanti alla sede Inps in via Alcide De Gasperi, con il presidio organizzato da Potere al Popolo e dai sindacati di base, viene monitorato con attenzione dalle forze dell’ordine anche perché si tratta dello stesso ufficio che da giorni viene subissato di telefonate da parte di chi percepiva il contributo e se l’è visto togliere con un sms sullo smartphone.

sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza

 

[…] Sulle 169 mila famiglie italiane — senza minori, disabili e over 60 — che hanno appreso di non aver più diritto al Rdc, quasi 37 mila sono residenti in Campania, e di queste 21mila in provincia di Napoli.

 

[…]  C’è preoccupazione in molte città: a Roma, ad esempio, dove le persone senza più Reddito sono 12.200. A Palermo 11.500. A Catania (9mila) e Caserta (quasi 8mila). Milano è al decimo posto con 3.278 ex beneficiari.

 

[…] Il timore è che a fare le spese della rabbia possano essere gli impiegati. Per utenza la sede Inps di Napoli è la seconda d’Italia. Roberto Bafundi, direttore dal gennaio scorso, ribadisce che «nessuno sarà lasciato solo: circa la metà di queste persone sono in una situazione di disagio sociale e potranno rivolgersi ai servizi sociali, e se inseriti in un progetto multidimensionale di recupero potranno avere ancora il sussidio. Gli altri dovranno andare ai centri per l’impiego e firmare il Patto di servizio personalizzato per essere avviati al lavoro».

sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza sit in di protesta alla sede inps di napoli degli ex percettori del reddito di cittadinanza

 

Ma l’assegno di supporto di 350 euro mensili (al massimo per un anno) potrebbe scattare subito: «Un sostegno è personale, non legato al nucleo familiare — sottolinea Bafundi — quindi può ottenerlo chi partecipa a corsi di formazione accreditati, anche più persone nella stessa famiglia».

 

 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-bomba-rdquo-poveracci-senza-piu-rsquo-reddito-362224.htm

Dalema71

 

"GALLIANI E BERLUSCONI HANNO AVUTO CORAGGIO A INVESTIRE SU DI ME. SPERO DI ROMPERE LA BARRIERA DI DIFFIDENZA VERSO I GIOVANI"

 

"GALLIANI E BERLUSCONI HANNO AVUTO CORAGGIO A INVESTIRE SU DI ME. SPERO DI ROMPERE LA BARRIERA DI DIFFIDENZA VERSO I GIOVANI" - L'ALLENATORE DEL MONZA, RAFFAELE PALLADINO, PARLA DEL SUO RAPPORTO CON IL CAV: "PARLAVAMO SOLO DI CALCIO CON TUTTA LA FAMIGLIA, COMPRESE MARTA FASCINA E MARINA" - "HO PRESO MOLTO DA LIPPI E DA GUARDIOLA MA IL COPIA E INCOLLA NON FUNZIONA NEL CALCIO. PER GUIDARE UN GRUPPO SERVE UMANITA'"

 

[...] Estratto dell'articolo di Franco Vanni per “la Repubblica”

 

raffaele palladino 4 raffaele palladino 4

[...]Raffaele Palladino [...] a 38 anni ha preso il Monza con un solo punto dopo sei partite e l’ha portato all’undicesimo posto, nella prima storica stagione in Serie A.

 

[...] Galliani e Berlusconi ci hanno visto giusto.

«Hanno avuto coraggio a investire su di me, superando incognite e perplessità».

 

Lei a 39 anni è considerato un allenatore giovanissimo. La trafila per arrivare in panchina in Italia è troppo lunga?

raffaele palladino adriano galliani 1 raffaele palladino adriano galliani 1

«Mi auguro che la mia esperienza rompa la barriera di diffidenza nei confronti dei giovani. Ne trovi tanti in Serie D, in Lega Pro, nelle Primavere. In Serie A, invece, pochissimi. Non ha senso. In Germania sono più avanti, ci sono giovani ad alti livelli».

 

[...]

Quest’anno dovrà affrontare tre suoi ex allenatori: Gasperini, Ranieri e Juric. Da chi ha imparato di più?

«Mi etichettano come gasperiniano, ed è vero che i rimproveri di Gasperini mi hanno aiutato. Ma ho preso molto anche da Lippi e Guardiola. Da Juric ho imparato il perfezionismo. Ranieri è bravo nella gestione delle persone, come Deschamps, che non faceva distinzioni fra anziani e giovani. Io sono in cerca di un approccio che sia davvero mio, il copia e incolla nel calcio non funziona. Per guidare un gruppo non esiste un manuale, serve umanità. Contano le sensazioni: quando entri in spogliatoio, quando vedi i giocatori passeggiare, quando sono giù di morale dopo una sconfitta».

raffaele palladino silvio berlusconi raffaele palladino silvio berlusconi

 

[...] Chi le ha chiesto di fare l’allenatore della prima squadra?

«Galliani. Mi ha chiamato un lunedì mattina, dicendomi che mi voleva dare questa responsabilità, ma che mancava l’approvazione di Berlusconi. Siamo andati a cena da lui ad Arcore, mi sono sentito in famiglia».

 

Di cosa avete parlato?

«Solo di pallone, per quattro ore. Ho capito subito che mi trovavo fra appassionati di calcio come me, comprese Marta Fascina e Marina».

 

Marina Berlusconi?

«Sì. Sapevo che è una donna molto intelligente, ma mi ha sorpreso la sua competenza calcistica: i giocatori, gli avversari, le dinamiche di gioco. Ha parlato dei tempi del Milan. Il padre si fidava di lei in tutto. Avevano un rapporto bellissimo, una grande sintonia».

 

raffaele palladino adriano galliani 2 raffaele palladino adriano galliani 2

Cos’è cambiato al Monza dopo la morte di Silvio Berlusconi?

«Abbiamo perso una guida. Come ci ripete Galliani, dobbiamo dare il massimo anche per lui, che ci ha permesso di salire in Serie A e restarci. Mi manca anche personalmente. Lo sentivo spesso, andavo a trovarlo».

 

Cosa vi dicevate?

«Mi faceva complimenti, dopo le vittorie mi ringraziava. Sono convinto che nel nostro piccolo gli abbiamo dato pensieri felici anche nell’ultimo periodo, segnato dalla sofferenza».

raffaele palladino 3 raffaele palladino 3

 

 Fra i nuovi arrivi c’è Roberto Gagliardini. Come si motiva un calciatore che ha giocato poco ed è stato fischiato dai suoi ex tifosi?

«È già super motivato. Anzi devo frenarlo, va a duemila all’ora. Sono contento che sia accompagnato da un po’ di diffidenza, farà ricredere molti. Prima del suo arrivo ho voluto conoscerlo e mi è piaciuto. Lo faccio sempre, per assicurarmi che i nuovi siano uomini giusti per il gruppo».

 

[...] Oggi il cartellino dell’attaccante Palladino quanti milioni varrebbe?

raffaele palladino 2 raffaele palladino 2

«Direi pochi, ma la verità è che non lo so. Ho giocato in un’epoca di campioni. Nella Juve con me c’erano Trezeguet, Del Piero, Nedved, Camoranesi.

 

A Roma giocavano Totti, Montella e Cassano. Nell’Inter, Adriano e Ibra. Noi giovani facevamo fatica a emergere. Oggi in Serie A i campioni sono più rari, i ragazzi hanno più occasioni».

 

[...] Quest’anno per la prima volta in Serie A ci sarà un giocatore che ha fatto coming out. Perché nel calcio maschile si è sempre fatto finta che l’omosessualità non esista?

«Per ipocrisia. Ma credo sia arrivato il momento di superare le paure e vivere il tema con serenità. È una cosa normale. Siamo nel 2023, dobbiamo avere una mentalità aperta».

raffaele palladino raffaele palladino

 

 Il razzismo negli stadi come si supera?

 «Tolleranza zero: condanne, segnalazioni, divieto di entrare allo stadio. Non so se fermare le partite sia efficace, ma si faccia tutto quel che serve. I compromessi non esistono».

 

[...]

 

raffaele palladino raffaele palladino raffaele palladino raffaele palladino raffaele palladino 1 raffaele palladino 1 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/quot-galliani-berlusconi-hanno-avuto-coraggio-investire-me-spero-362192.htm

Previti71

 

La tecnologia non ci sta rendendo più stupidi

 

- Luglio 23, 2023 
 
 

Ci sono molti aspetti negativi associati ai dispositivi digitali: l’uso ininterrotto o lo scrivere messaggi di testo mentre si guida così come la luce del display che inibisce il sonno. Ora, secondo un nuovo studio, possiamo essere certi che l’era digitale non ci sta rendendo più stupidi.

Un team di ricercatori ha scoperto che l’era digitale non sta minando le nostre capacità intellettive. “Non ci sono prove scientifiche che dimostrino che gli smartphone e la tecnologia digitale danneggino le nostre capacità cognitive biologiche”, afferma il Professor Anthony Chemero dell’Università di Cincinnati, coautore di un nuovo articolo pubblicato su Nature Human Behavior.

Nel documento il Prof. Chemero e i colleghi della Rotman School of Management dell’Università di Toronto espongono l’evoluzione dell’era digitale, spiegando come la tecnologia intelligente integra il pensiero, aiutandoci così a eccellere. “Quello che gli smartphone e la tecnologia digitale sembrano invece fare è cambiare i modi in cui impieghiamo le nostre capacità cognitive biologiche”, afferma Chemero, aggiungendo che “questi cambiamenti sono in realtà cognitivamente benefici”.

Computer, tablet e smartphone aiutano a memorizzare, calcolare e archiviare informazioni e presentarle quando ne hai bisogno. Poiché i nostri telefoni possono indirizzarci dove vogliamo andare, possono risolvere facilmente problemi matematici e memorizzare numeri di telefono, così il nostro cervello può usare quell’energia per altri usi.

Inoltre, la tecnologia intelligente ci consente di prendere decisioni che troveremmo difficili da prendere da soli. Ad esempio, utilizzando la tecnologia GPS possiamo scegliere un percorso in base alle condizioni del traffico oppure se intraprendere un percorso più panoramico. Ad esempio, lo smartphone conosce la strada per un determinato luogo in modo da non dover leggere una mappa o chiedere indicazioni stradali, il che libera energia cerebrale per pensare a qualcos’altro. Lo stesso vale in un ambiente professionale: “Non stiamo risolvendo complessi problemi matematici con carta e penna o memorizzando numeri di telefono nel 2021″.

Albert Einstein una volta descrisse come non avesse mai memorizzato nulla, in modo da poter usare il potere del suo cervello per formare idee.

“Metti insieme tutta questa tecnologia con un cervello umano nudo e ottieni qualcosa di più intelligente… e il risultato è che noi, integrati dalla nostra tecnologia, siamo effettivamente in grado di svolgere compiti molto più complessi di quanto potremmo con le nostre capacità biologiche non integrate. “, ha aggiunto Chemero. “Anche se ci possono essere altre conseguenze per la tecnologia, renderci stupidi non è una di queste”.

https://beppegrillo.it/la-tecnologia-non-ci-sta-rendendo-piu-stupidi-2/

Dalema71 

 

Creare acqua dall’aria

  - Luglio 25, 2023

 

di Gunter Pauli – Il mercato mondiale per la produzione di acqua potabile è qualcosa di immenso. Cresce a ritmi vertiginosi, se nel 2007 era stimato intorno ai 400 miliardi di dollari, nel 2013 toccava quota 533 miliardi di dollari.

Tuttavia i costi non sono pochi.

Oltre alla produzione e al trattamento dell’acqua potabile, richiede anche le infrastrutture per la cattura e la distribuzione dell’acqua. Gli Stati Uniti hanno posato oltre 700.000 chilometri di tubi d’acqua, una rete quattro volte più lunga di tutte le autostrade nazionali.

Ma il dato allarmante è che non c’è abbastanza acqua per tutti.

Il consumo globale di acqua potabile è aumentato di 6 volte nel corso dell’ultimo secolo. La produzione di acqua non è stata in grado di tenere il passo con questa tendenza, il che ha portato a conseguenze inquietanti.

Più di 1,2 miliardi di cittadini nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e 2,4 miliardi di persone non dispongono di strutture igienico-sanitarie adeguate. L’approvvigionamento idrico è ulteriormente aggravato dal fatto che l’acqua e il suolo sono sempre più contaminati. I nostri sistemi di produzione, soprattutto in agricoltura, sono ad alto consumo di acqua. Un hamburger richiede 2.400 litri d’acqua, un paio di scarpe 8.000 litri d’acqua e una t-shirt di cotone 4.000 litri d’acqua.

Mentre il 70% della terra è fatto d’acqua, solo il 2,5% è acqua dolce e la maggior parte viene catturata nelle calotte glaciali.

Dove possiamo prendere l’acqua che ci serve? Forse dalle nuvole.

Una delle risorse meno sfruttate sono i 12.900 chilometri cubi di acqua sospesa come vapore nell’atmosfera. Un chilometro cubo di nuvole potrebbe contenere fino a 3.000 metri cubi di acqua.

Questa fonte d’acqua altamente distribuita, facilmente disponibile su oltre il 70% del territorio, rappresenta una delle opportunità uniche per rispondere al drammatico aumento della domanda.

Il ciclo di evaporazione, condensazione e precipitazione è noto come ciclo dell’acqua. Si tratta di un sistema naturale che è stato ampiamente descritto e studiato. Diversi inventori si sono concentrati sulla cattura del vapore attraverso il controllo del punto di rugiada, cioè il momento, più precisamente la temperatura, in cui l’aria diventa acqua.

Ecco l’innovazione che potrebbe cambiare tutto.

La Atmospheric Water Technologies (USA) ha concesso in licenza il primo sistema in assoluto che garantisce un approvvigionamento permanente di acqua potabile a 350 abitanti del villaggio di Jalimundi, in India. Tutto questo perché sono riusciti a controllare il punto di rugiada.

Tuttavia, la sfida più grande è il costo dell’energia per la refrigerazione, necessaria per controllare il punto di rugiada. La maggior parte dei luoghi che mancano di acqua, sono anche a corto di elettricità e l’enorme richiesta di elettricità rende inadatta per qualsiasi applicazione pratica, l’energia solare.

Come ottenere tutta questa energia?

Probabilmente è impossibile, ma Curt Hallberg, l’ingegnere che ha utilizzato l’effetto naturale del vortice per la disinfezione di acqua potabile a costo zero, ha voluto applicare la stessa idea ai sistemi aria-acqua.

Ma il punto di rugiada si ottiene con due parametri naturali: la temperatura e la pressione. La grande innovazione utilizzava la temperatura, ma abbiamo visto che richiede troppa energia. Così ha pensato al suo sistema vortice e ha utilizzato l’altro parametro fisico chiave: l’aumento della pressione.

Man mano che l’aria viene aspirata in un tubo, formando un vortice, la pressione aumenta. Grazie al movimento vorticoso, l’acqua viene “spinta” fuori dall’aria. Incredibile. E inoltre l’energia necessaria per aspirare l’aria attraverso il vortice è una frazione dell’energia necessaria per ridurre la temperatura con la refrigerazione.

Questa innovazione permetterebbe una produzione distribuita di acqua, molto simile alla produzione decentralizzata di energia. E, poiché la scarsità di acqua è quasi sempre accompagnata da una scarsità di elettricità, la soluzione dell’una può portare alla soluzione dell’altra, soluzioni a cascata che possono essere raggruppate in innovazioni che utilizzano le risorse disponibili.

https://beppegrillo.it/creare-acqua-dallaria/

Dalema71 

 

Non di solo salario

 

- Luglio 29, 2023 
 
 

di Claudio Cominardi – In questi ultimi anni si sta concentrando il dibattito politico attorno alla proposta di istituire un salario minimo orario.

Nulla di nuovo sotto il sole.

Chi sostiene la proposta ricorda come la maggior parte dei Paesi europei abbia una legislazione dedicata. Chi la contrasta richiama il primato della contrattazione collettiva e paventa il pericolo di licenziamenti di massa dovuti a un repentino e insostenibile aumento dei costi del personale. Questi ultimi ignorando l’articolo 7 della proposta di Legge del MoVimento 5 Stelle che prevede benefici “proporzionali agli incrementi retributivi corrisposti ai prestatori di lavoro” proprio a favore delle imprese.

Non volendo banalizzare, è corretto ammettere che in parte questa preoccupazione possa essere legittima.

Ma ragioniamo in termini prospettici, l’aumento dei costi del personale costringerebbe varie aziende a creare nuovo valore aggiunto orientandosi verso servizi/beni di maggiore eccellenza che di contro genererebbero profitti adeguati alla qualità dei servizi resi. Dopodiché un aspetto tutt’altro marginale è che quei 3 milioni di lavoratori italiani e le corrispettive famiglie che ad oggi si trovano con paghe da fame inferiori ai 9 euro lordi, potranno elevare la propria propensione marginale al consumo sostenendo quindi il sistema economico. Tenuto inoltre conto che la spesa al consumo è in buona sostanza retta dalla classe media che drammaticamente ogni anno si impoverisce sempre più. Peraltro, ragionando in termini di entrate per lo Stato si stima 1,5 miliardi di euro all’anno tra maggiore Irpef incassate e minori uscite per sussidi.

Il contesto attuale è preoccupante se pensiamo che negli ultimi due anni vi è stata una perdita del potere di acquisto delle famiglie italiane del 15%. Ancor più se teniamo conto del fatto che il tasso di fecondità si attesta intorno a 1,2 nati per donna (terz’ultimi in Europa). Ad ogni modo va considerata la variabile tecnologia che avrà un ruolo sempre più pervasivo anche nei luoghi di lavoro. Automazione dei processi, digitalizzazione e intelligenza artificiale già stanno rivoluzionando il modo di lavorare e il pericolo è quello di vedere milioni di persone espulse dal proprio posto di lavoro. C’è chi sostiene che si creeranno nuove opportunità per gli “esclusi”, qualora fosse una previsione corretta resta l’incognita del quando, per quanto tempo non verranno ricollocati?

Al tempo stesso occorre tener presente che l’efficientamento dei processi produttivi ha sempre portato a una massimizzazione dei profitti per effetto di una maggiore produttività. Questi maggiori profitti dovrebbero inevitabilmente essere redistribuiti in favore della cosiddetta forza lavoro tramite l’aumento dei salari. Detto ciò, il salario minimo non è la panacea di tutti i mali, piuttosto un punto di partenza per affermare il concetto di lavoro dignitoso anche dal punto di vista remunerativo.

Le trasformazioni tecnologiche moderne hanno una rapidità di diffusione senza precedenti, con un impatto sociale potenzialmente devastante. Per cui, oggi più che mai, un altro tema centrale dovrebbe essere quello dell’istituzione di un reddito di base universale incondizionato.

Un’utopia per molti. Una necessità per lungimiranti intellettuali, per alcune amministrazioni pubbliche che l’hanno sperimentato, per uno degli uomini più potenti, innovativi e ricchi al mondo come Elon Musk e per centinaia di migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la petizione per “introdurre redditi di base incondizionati in tutta l’Unione europea” (l’Italia è stato il secondo Paese in Europa per numero di firme raccolte, dietro solo alla Germania).

Tra i Paesi che hanno messo alla prova dei programmi nello spirito dell’RBI troviamo l’Alaska, il Canada nel Manitoba, la Finlandia, l’India per i residenti di Madhya Pradesh e il Brasile con la “Bolsa Familia”.

Tra i benefici sociali riscontrati: la riduzione delle diseguaglianze e delle disparità, un contributo concreto nel promuovere una società più equa e un risparmio in termini di tempo, di risorse in burocrazia per i cittadini e le pubbliche amministrazioni. Gli effetti diretti sui beneficiari nei diversi contesti hanno mostrato un miglioramento in termini di stress e di felicità con ripercussioni positive sulle condizioni di salute, un miglioramento della nutrizione, delle condizioni igienico-sanitarie e la frequenza scolastica tra i bambini e infine un effetto positivo sul tasso di fertilità.

Alla luce di queste evidenze e pensando al tema della lungimiranza e alla responsabilità a cui è chiamata la politica, non trovo frase più calzante e attuale di quella che pronunciò a suo tempo Alcide De Gasperi: “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”.

Claudio Cominardi, classe 1981, nasce a Calcinate (BG) e vive da sempre in provincia di Brescia. Nel 2013 diventa deputato della Repubblica Italiana. È stato promotore di “Lavoro 2025”, la prima ricerca sociale predittiva, interdisciplinare sull’evoluzione del lavoro nel prossimo decennio (Ed Marsilio) coordinata dal sociologo Domenico De Masi. Viene riconfermato dalle elezioni del 2018 ricoprendo durante il Governo Conte I la carica di Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In qualità di membro del Governo designato, si è occupato della conversione in Legge del Decreto istitutivo del Reddito di Cittadinanza e del Decreto Dignità. Attualmente ricopre l’incarico di Tesoriere del Movimento 5 Stelle.

https://beppegrillo.it/non-di-solo-salario/

Dalema71 

 

I nostri poveri invisibili

  - Luglio 31, 2023

 

 

11 gennaio 1963, sulle pagine della rivista americana New Yorker appare un saggio di 13.000 parole di Dwight Macdonald intitolato “Our Invisible Poor” (i nostri poveri invisibili), la recensione di un libro più lunga che il giornale avesse mai pubblicato.

Apparentemente, era una recensione del libro di Michael Harrington The Other America, quasi completamente scomparso dalla sua pubblicazione nel 1962. In realtà il saggio di Macdonald era una disamina sulla povertà, in cui usciva con forza l’atrocità della povertà in un’epoca di benessere.

Ciò che Dwight Macdonald spiegò è stato come una classe media americana in ascesa avrebbe potuto non riuscire nemmeno a vedere la povertà. “La parte peggiore dell’essere vecchi e poveri in questo paese, è la solitudine […] C’è una monotonia riguardo alle ingiustizie subite dai poveri che forse spiega la mancanza di interesse che il resto della società mostra nei loro confronti”.

Ciò che Macdonald fece, è stato far digerire una grande mole di informazioni, racconti, dati e statistiche ad un pubblico popolare, dalle pagine di una rivista. L’autore si preoccupava dei fatti e delle prove. Semplicemente non gli piaceva il modo in cui scrivevano solitamente gli accademici: senza forza, senza passione e senza, apparentemente, la capacità di distinguere tra una scoperta importante e una incredibilmente ovvia. “Sebbene sia impossibile scrivere seriamente sulla povertà senza un copioso uso di statistiche , è possibile portare pensieri e sentimenti su tale tema”.

The Other America ha venduto 70.000 copie l’anno successivo alla pubblicazione del saggio di Macdonald (il libro da allora ha venduto più di un milione di copie), e Our Invisible Poor è stato uno dei saggi più letti del suo tempo.

Walter Heller, presidente del Council of Economic Advisers, ne diede una copia a John F. Kennedy, che accusò Heller di aver lanciato un assalto legislativo alla povertà. Dopo l’assassinio di Kennedy, il Presidente Lyndon B. Johnson prese in carico la battaglia, dichiarando “guerra alla povertà”. Attraverso un’ ampia legislazione sul benessere sociale introdotta negli anni ’60 dalla sua amministrazione, Johnson intendeva porre fine alla povertà negli Stati Uniti. Con un ampio programma di riforma legislativa, noto come il Great Society , Johnson sperava che gli Stati Uniti potessero diventare un paese più equo e giusto. Inoltre, Johnson individuò la causa della povertà non nelle carenze morali personali dei poveri, ma in un fallimento della società: “La causa potrebbe essere più profonda nel nostro fallimento nel dare ai nostri concittadini una giusta possibilità di sviluppare le proprie capacità, in una istruzione e formazione, in mancanza di cure mediche e alloggi, in mancanza di comunità decenti in cui vivere e allevare i propri figli”. Il discorso è stato storico nel suo appello idealistico per la creazione di una società più giusta. In occasioni simili in passato siamo stati spesso chiamati a fare la guerra contro nemici stranieri che minacciavano la nostra libertà. Oggi ci viene chiesto di dichiarare guerra a un nemico interno che minaccia la forza della nostra nazione e il benessere del nostro popolo. Se ora andiamo avanti contro questo nemico – se possiamo portare alle sfide della pace la stessa determinazione e forza che ci ha portato alla vittoria in guerra – allora questo giorno e questo Congresso avranno conquistato un posto sicuro e onorevole nella storia della nazione e la gratitudine duratura delle generazioni di americani che devono ancora venire”.

Negli anni successivi, con l’ascesa di un movimento conservatore contrario ai principi fondamentali dell’interpretazione di Macdonald e dell’agenda di Johnson, i termini del dibattito cambiarono. Per Macdonald, il governo era la soluzione. Per l’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, no, citando i fallimenti della guerra alla povertà di Johnson.

Nel suo saggio, Macdonald conscluse Civis Romanus somma!”  (sono cittadino romano) gridò San Paolo quando fu minacciato di fustigazione. Fino a quando i nostri poveri potranno essere orgogliosi di dire “Civis Romanus sum!”, fino a quando l’atto di giustizia che lo renderebbe possibile non sarà compiuto dai tre quarti degli americani che non sono poveri, fino ad allora la vergogna dell’Altra America continuerà.

60 anni dopo anche nel nostro paese le cose non sembrano essere in alcun modo cambiate. Si continua senza sosta una guerra ingiustificata a oltre 3 milioni di persone…i nostri poveri invisibili.

https://beppegrillo.it/i-nostri-poveri-invisibili/

Dalema71

LA DESTRA HA UN’ALLERGIA ALLE TASSE?

 

LA DESTRA HA UN’ALLERGIA ALLE TASSE? - TRA GLI OBIETTIVI TAGLIATI, NELLA REVISIONE DEL PNRR, C’E’ ANCHE LA RIDUZIONE DEL TAX GAP (DAL 18 AL 15%) CIOE’ MIGLIORARE LA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE PER RECUPERARE 15 MILIARDI - IL GOVERNO NON INDICA MISURE ALTERNATIVE E METTE IN SALITA IL PROSSIMO CONFRONTO CON LA COMMISSIONE UE CHE GIA’ DEVE SCIROPPARSI UN ESECUTIVO CHE OCCHIEGGIA ALL’EVASIONE - DAI 13 CONDONI IN MANOVRA ALLA DELEGA FISCALE PIENA DI SANATORIE, CONCORDATI PREVENTIVI, ADEMPIMENTI COLLABORATIVI. E POI LA BATTAGLIA SULLA SOGLIA DEL CONTANTE E LA NON OBBLIGATORIETÀ DEL POS ALLA LOTTA ALL’EVASIONE CHE MELONI HA DEFINITO “PIZZO DI STATO” E SALVINI CHE INVOCA STRALCI, ROTTAMAZIONI, PULIZIE TOMBALI DELLE CARTELLE…

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

Appena 18 righe per chiedere all’Europa di rinunciare alla lotta all’evasione. Almeno nelle modalità concordate nel Pnrr all’epoca del governo Draghi: ridurre di 2,7 punti il tax gap, la propensione all’evasione in Italia misurata dalla differenza tra imposte incassate e imposte attese. Si tratta di 10-15 miliardi per passare dal 18,5% del 2019 - tra le percentuali più alte in Ue - al 15,8% alla fine del prossimo anno.

 

Questo era scritto nel Pnrr. Ma il governo Meloni ferma tutto. E infila la richiesta di stop tra le 144 modifiche al Pnrr ufficializzate dal ministro Raffaele Fitto il 27 luglio. Mettendo così in salita il confronto con Bruxelles. Perché la lotta all’evasione era stata aggiunta all’ultimo, dietro pressione della Commissione, come clausola di garanzia per la buona riuscita del Piano.

matteo salvini e giorgia meloni matteo salvini e giorgia meloni

 

Quasi un’assicurazione che l’Italia - al top per evasione dell’Iva in Europa, 100 miliardi di tasse non riscosse all’anno, 1.153 miliardi di cartelle nel magazzino fiscale di cui appena 114 miliardi recuperabili - fa sul serio. Un test di affidabilità. E invece ora Palazzo Chigi cambia a sorpresa strada. E in quelle 18 righe scrive che «vi sono alcune ragioni oggettive che suggeriscono la modifica del target».

 

Ne cita solo una: «La crisi di liquidità delle imprese» che «può incidere negativamente sulla regolarità dei versamenti tributari». […] lo stesso governo che […] esalta i numeri dell’economia italiana […] ora invece dice di non essere in grado di abbassare di tre punti scarsi il tax gap portandolo al 15,8% nel 2024, ovvero di recuperare 10-15 miliardi di tasse, perché la stessa economia zoppica. Lo fa senza peraltro indicare una chiara e plausibile alternativa […]

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

[…] è evidente che la richiesta di cambio dell’indice a Bruxelles dovrà essere motivata con ben più di 18 righe. Il confronto alla fine sarà molto più politico che tecnico. […] il governo Meloni sin dalla sua prima legge di Bilancio non ha fatto altro che occhieggiare all’evasione […] Dai dodici condoni in manovra, poi diventati tredici, alla delega fiscale piena di sanatorie, concordati preventivi, adempimenti collabora tivi. Dalla battaglia sulla soglia del contante e la non obbligatorietà del Pos alla lotta all’evasione verso i piccoli letta dalla premier come «pizzo di Stato» […] Con […] Salvini, che non perde occasione per invocare stralci, rottamazioni, pulizie tombali delle cartelle […]

ITALIA - LE TASSE DAL 2015 AL 2024 ITALIA - LE TASSE DAL 2015 AL 2024 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/destra-ha-rsquo-allergia-tasse-obiettivi-tagliati-362173.htm

Mladic71

 

Travolto da una ceppaia nel bosco: muore Giuseppe, era un volontario della protezione civile

 


Giuseppe De Paoli, 74 anni, di Preone, è morto per le ferite riportate dopo essere stato travolto

Travolto da una ceppaia nel bosco: muore Giuseppe, era un volontario della protezione civile


Incidente mortale alle 12.30 di oggi, sabato 29 luglio, a Verzegnis (Udine). Giuseppe De Paoli, 74 anni, di Preone, è morto per le ferite riportate dopo essere stato travolto da una ceppaia in un bosco. De Paoli, caposquadra volontario della Protezione civile, stava pulendo assieme ad altre due persone il sentiero nei pressi di Pozzis, sulla destra del torrente Arzino, colpito dal maltempo nei giorni scorsi. Nessuno ha assistito all'incidente dal momento che i due compagni erano più avanti di lui sul percorso. Non vedendolo arrivare sono tornati indietro e lo hanno trovato senza vita, travolto da una pianta caduta dall'alto.  Inutili i soccorsi prestati dal personale medico infermieristico inviato dagli infermieri della Struttura operativa regionale emergenza sanitaria. 

Le condoglianze di Fedriga e Riccardi

«La tragica morte di Giuseppe De Paoli addolora e scuote profondamente la comunità della nostra regione. La perdita di un volontario di Protezione civile che perde la vita durante un'attività di bonifica per danni causati dal maltempo apre una profonda ferita». Sono le parole del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e dell'assessore regionale con delega alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi.

 https://www.leggo.it/italia/cronache/ceppaia_morto_volontario_protezione_civile_giuseppe_de_paoli_udine_oggi_29_7_2023-7548503.html

Blaserna71

 

 

"VIOLENZA È SPESSO GIUSTIZIA…”

 

I RAGAZZI GUARDANO TROPPE SERIE TV: CREDONO CHE LA GIUSTIZIA SIA UNA VENDETTA - LA POLIZIA HA IDENTIFICATO 40 RAGAZZI, TRA I 15 E I 19 ANNI, RESPONSABILI DEL BLITZ IN CASA DEL KILLER DI MICHELLE CAUSO, LA 17ENNE UCCISA A PRIMAVALLE - I GIOVANI, CHE HANNO DEVASTATO L'APPARTAMENTO, SI ERANO ORGANIZZATI IN UNA CHAT - IL COMITATO CHE HA ORGANIZZATO IL CORTEO PER RICORDARE MICHELLE PRENDE LE DISTANZE ("VOGLIAMO GIUSTIZIA NON VIOLENZA") MA I RAGAZZI RINCARANO LA DOSE: "VIOLENZA È SPESSO GIUSTIZIA…”

 


Estratto dell'articolo di M.C. per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

michelle causo 4 michelle causo 4

Violazione di sigilli, invasione di edifici, danneggiamento e manifestazione non autorizzata. Sono alcuni dei reati che saranno contestati ai protagonisti del blitz di via Dusmet dello scorso venerdì quando un centinaio di giovanissimi hanno fatto irruzione nella casa sotto sequestro dell’assassino di Michelle Causo distruggendo tutti gli arredi.

 

I poliziotti del commissariato Primavalle hanno identificato in tutto 40 ragazzi, tra i 15 e 19 anni, che hanno partecipato alla vendetta […] Tra i giovani identificati ci sarebbe anche il fidanzatino di Michelle, Flavio, che in un video aveva commentato il fatto con un sorriso beffardo: . «Stic… io la fototessera me la sono fatta fare così». Il video era stato postato sulla chat whatsapp “ Protesta Michelle” che nel frattempo non è più raggiungibile. Tanta è la paura dei giovani di essere scoperti.

MANIFESTAZIONE A PRIMAVALLE PER MICHELLE CAUSO MANIFESTAZIONE A PRIMAVALLE PER MICHELLE CAUSO

 

[…] « Eravamo pochi ma quello che dovevamo fa lo abbiamo fatto » , le parole in chat di uno dei tanti adolescenti che hanno partecipato alla devastazione di massa della casa dove un mese fa Michelle è stata uccisa con almeno 20 coltellate. Un gesto di vendetta urbana che non è piaciuto al comitato Primavalle Torrevecchia che aveva supportato gli amici di Michelle nell’organizzazione del corteo autorizzato: « Il comitato e le persone che vogliono bene a Michelle si dissociano dall’accaduto. Vogliamo giustizia non violenza», ricevendo commenti come questo: “ Violenza è spesso giustizia”.

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ragazzi-guardano-troppe-serie-tv-credono-che-giustizia-sia-362178.htm

Malatesta71

L’ACROBATA FRANCESE REMI LUCIDI È MORTO DOPO ESSERE PRECIPITATO DAL 68ESIMO PIANO DI UN GRATTACIELO, A HONG KONG

 

L’ACROBATA FRANCESE REMI LUCIDI È MORTO DOPO ESSERE PRECIPITATO DAL 68ESIMO PIANO DI UN GRATTACIELO, A HONG KONG – LUCIDI SI TROVAVA NEL COMPLESSO DELLA "TREGUNTER TOWER" A HONG KONG ED È CADUTO NEL VUOTO, MA NON STAVA COMPIENDO UNA DELLE SUE IMPRESE. ERA INFATTI ARRIVATO NEL PALAZZO IN SERATA PER VISITARE DA UN AMICO AL 40ESIMO PIANO. L'ULTIMO A VEDERLO VIVO È STATA UN'ADDETTA ALLE PULIZIE: L'ACROBATA BUSSAVA FRENETICAMENTE SUL VETRO…

 

(ANSA) - Il francese Remi Lucidi, noto per le sue spericolate acrobazie sui grattacieli di mezzo mondo, è morto oggi dopo essere precipitato dal 68° piano di un edificio in una zona residenziale di Hong Kong.

 

l acrobata francese remi lucidi l acrobata francese remi lucidi

Lo si scrivono media locali, ripresi dall'Independent. Lucidi, 30 anni, si trovava nel complesso della Tregunter Tower a Hong Kong ed è caduto nel vuoto dopo essere rimasto intrappolato fuori da un attico. Secondo gli inquirenti, era arrivato nel palazzo in serata dicendo alla guardia giurata che era in visita da un amico al 40esimo piano. L'ultimo a vederlo vivo è stata un'addetta alle pulizie: l'acrobata bussava freneticamente sul vetro. La donna, a quel punto, aveva chiamato la polizia.

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https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/rsquo-acrobata-francese-remi-lucidi-nbsp-morto-dopo-essere-362194.htm

LePen71