martedì 21 maggio 2024

Storie degli altri

 


Lui è Joe. Vive a a Londra e lavora per una impresa di spedizioni. È l’aprile del 1994. Joe esce di casa per chiamare la sua famiglia, che vive in Africa. Raggiunge la cabina telefonica del quartiere, apre la porta, il pavimento è pieno di immondizia. Joe fa una smorfia, si fa largo tra le buste, le sposta con i piedi, sente qualcosa di strano. Oddio! C’è una bambina, è appena nata! Joe la prende subito in braccio, la piccola apre la manina e gli stringe il dito. Joe la guarda incantato. Arrivano i soccorsi. Joe parla con gli assistenti sociali, racconta tutto per filo e per segno. Grazie, può andare. Joe si volta, fa qualche passo, tentenna, torna indietro. Voglio adottare la bambina, cosa devo fare? I funzionari scuotono la testa. Signore, lei è single e ha un lavoro precario, se lo tolga dalla testa. Joe accusa il colpo, forse è vero, quell’angioletto merita di meglio. Passano le settimane. Joe chiede di vedere la bambina, se non può fare il genitore, può essere almeno uno zio. Non si può, grazie, può andare. Lui non demorde, le invia giocattoli, vestiti, soldi, non salta un compleanno né un Natale, le sta vicino, in silenzio. Joe è cresciuto senza mamma, sa cosa vuol dire non avere nessuno. Passano otto anni. Squilla il telefono. La bambina è stata adottata, la nuova famiglia vuole che Joe esca dalla sua vita. Lui ingoia il rospo, si fa da parte. Il tempo scorre. È il 2016. Joe ha 52 anni. Entra in ufficio, si siede alla scrivania, un collega gli butta sotto il naso il giornale. Mi sa che questo sei tu. Joe sgrana gli occhi. Una ragazza di nome Kiran sta cercando l’uomo che vent’anni prima l’ha trovata in una cabina telefonica. Passa qualche giorno. Joe è seduto al tavolino di un bar, è agitato, tiene gli occhi fissi sulla porta. Eccola! È lei, non può che essere lei. Il suo cuore l’ha subito riconosciuta. Kiran è emozionata, si siede, gli chiede scusa. Ho saputo quello che hai fatto per me, volevo ringraziarti, non abbiamo legami di sangue, ma ti chiedo di essere parte della mia famiglia. Joe non riesce a trattenere le lacrime.... 


Storie degli altri 

Carmelo Abbate

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Tanti Auguri Mr. T! 👊

 


Oggi P. E. ne compie 72! 

Tanti Auguri Mr. T! 👊

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Lord Lord Jacob Rothschild



Lord Jacob Rothschild è morto il 26 febbraio 2024, all'età di 87 anni. Il quarto barone Rothschild, filantropo e uomo d'affari, era vicino alla famiglia reale britannica. Lord Jacob ha ricevuto una delle più alte onorificenze britanniche quando si è unito all'Ordine al merito nel 2002, che è limitato a 24 membri.

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Ganimede rapito da Zeus con le sembianze da aquila.

 


Scultura in marmo.

Palazzo (cinquecentesco) Grimani a Venezia. 

Età Romana, II secolo d.c.


Nella sala detta Tribuna, un tempo nota come Antiquarium, ispirata al Pantheon di Roma.

La scultura è sospesa a mezz'aria, tramite un sistema di ganci infissi nel dorso e nel capo di un'aquila.


È una replica romana, fine II sec. d. C., di un modello tardo - ellenistico, donata da Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia e grande mecenate, nel 1587 alla Repubblica di Venezia, insieme ad altre sculture della sua raccolta privata.


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COMMODO, L'IMPERATORE STRAVAGANTE, CRUDELE E DEPRAVATO

 



"Quanti lo deridevano, Commodo li dava in pasto alle belve. 


In quei momenti ordinò di gettare alle fiere anche uno che aveva letto il libro di Tranquillo contenente la vita di Caligola, solo perché il proprio giorno di nascita coincideva con quello di Caligola. 


Se uno diceva di essere disposto a morire per lui, lo faceva gettar giù da una rupe, nonostante le sue disperate proteste. 


Anche negli scherzi era esiziale.


Per esempio, a qualcuno cui aveva notato dei capelli bianchi in mezzo a quelli neri, che davano quasi l’impressione di piccoli vermi, poneva sulla testa uno storno, così che questo credesse di dare la caccia a dei vermi, facendogli in tal modo venire delle piaghe sul capo per via delle beccate. 


Fece squarciare a mezzo la pancia a un grassone, perché ne uscissero fuori in un momento tutte le budella. 


Chiamava «monopodi» e «loschi» coloro ai quali aveva cavato un occhio o spezzato un piede. 


Inoltre mise a morte qua e là molte altre persone, quali perché si erano presentate a lui vestite alla maniera dei barbari, e quali per il loro abbigliamento troppo vistoso da persone nobili. 


Aveva tra i suoi oggetti di piacere degli uomini chiamati col nome delle pudende di entrambi i sessi, ai quali profondeva i suoi baci con particolare trasporto. 


Teneva anche con sé un uomo dal pene prominente oltre misure animalesche, cui aveva dato il nome di Onos, e che gli era quanto mai caro. Infatti lo arricchì e lo prepose al sacerdozio di Ercole Rustico. 


Si dice che spesso mischiasse a cibi pregiatissimi dello sterco umano, e che non avesse ritegno neppure ad assaggiarli, pensando con ciò di farsi beffe degli altri. 


Si fece servire su di un vassoio d’argento due gobbi contorti dopo averli fatti cospargere di senape, dopo di che seduta stante li promosse a qualche carica e li colmò di ricchezze. 


Gettò in una piscina il suo prefetto del pretorio Giuliano con la toga addosso, alla presenza dei suoi subalterni. E gli ordinò anche di danzare nudo davanti alle sue concubine, suonando il cembalo e con la faccia imbrattata da vari tipi di legumi cotti." 


(Historia Augusta, Commodo, 10-11)


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Rosalie

 


Rosalie, nel corso di una delle sue prime apparizioni a serate nobiliari incontra Charlotte, la figlia della contessa di Polignac. Tra le due giovanissime scatta subito una forte tensione, alimentata in particolare da Charlotte, gelosa del fatto che Rosalie, grazie al suo rapporto con Oscar, abbia raccolto su di sé le attenzioni di tutta l’aristocrazia. 

Lo scontro tra le due giovani si conclude con una sorta di tregua armata, e lascia presto il posto a nuove vicende più significative e gravide di nefaste conseguenze

Infatti, nell’ottica di rafforzare la sua posizione a corte, la contessa di Polignac ha combinato le nozze della figlia, ancora undicenne, con il duca Roland De Guiche. La ragazzina reagisce alla notizia manifestando il suo dissenso e cercando di sottrarsi allo schema patriarcale impostole dalla madre, che tuttavia si dimostra insensibile alle sue rimostranze.

A Charlotte non resta altro che confidarsi con Oscar, l’unica persona in grado di comprendere la sua sofferenza: "Madamigella Oscar io avrei voluto sposarmi tra qualche anno, il giorno in cui mi fossi innamorata di qualcuno, qualcuno di gentile come voi". Purtroppo, però, la sorte di Charlotte è segnata. Viene condotta dalla madre nel castello del duca, dove quest’ultimo, come in ogni incontro con lei, manifesta atteggiamenti lascivi e forme di violenza che la ragazzina subisce senza poter reagire. Alla fine arriva a baciarla su una mano; un gesto che destabilizza Charlotte portandola alla decisione di togliersi la vita. Dopo essersi immersa in una delle fontane di Versailles, dove l’acqua zampilla da orribili rospi che nella mente della ragazza rinnovano l’immagine del duca, e aver in questo modo purificato il suo corpo, Charlotte decide di gettarsi dal tetto della reggia, stringendo una rosa bianca in mano e pronunciando queste parole: "Questa mano è di nuovo pulita e candida, come lo era prima e come sarà sempre. Io non voglio sposarmi".

Questo è indubbiamente uno dei fatti più tragici e terribili raccontati in Lady Oscar; un esempio perfetto di come la nobiltà sia disposta a mettere i propri interessi davanti alla vita dei propri figli. 


A Lady Oscar è dedicato il nostro libro “La Rivoluzione di Lady Oscar - questione di genere e lotta di classe ne Le Rose di Versailles”. Lo trovate qui: https://bit.ly/3VuuFsK

Cronache Ribelli 

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Le bugie offendono gli intelligenti, ma donano speranza all'ignoranti .....

 


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Angelino

 


È arrivato qui con un'umiltà ed una fame incredibile.

Nonostante in passato avesse giocato in squadre forti come City, Lipsia e PSV. 

Nonostante con queste squadre avesse fatto la Champions League praticamente ogni anno.

Ha deciso di calarsi nella parte, di accettare un ruolo che non lo vedeva come titolare inamovibile.

Ha deciso di lottare per rimettersi in forma, dopo mesi in cui era rimasto fermo in Turchia, e non per motivi tecnici.

Il suo rendimento è salito, di partita in partita, fino alla bellissima prova da terzo di difesa contro il Leverkusen, fino all'ottima gara di ieri sera.

Per cinque milioni, direi che non ci sono dubbi.

Angeliño deve rimanere a Roma.

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Edgar Allan Poe

 


Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte.


(Edgar Allan Poe)

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lunedì 20 maggio 2024

Morona io ti vedo cosi😎

 


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Le mille e una notte

 


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Grazie Morona

 


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Morona tu sei unica!

 


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Sangiuliano?

 


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La Santanche'

 


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Che bel futuro la Roma...

 


Vi ha messo in difficoltà il Genoa nel primo tempo. Si è arrabbiato con El Shaarawy?: "Mi sono arrabbiato con me stesso per un problema di comunicazione, non ho detto il suo nome anche se lo pensavo. Non abbiamo trovato l’ampiezza perché abbiamo giocato più stretti. Nelle ultime partite avevamo subito troppe ripartenze. Il Genoa è difficile da affrontare ma abbiamo creato molte occasioni tirando 10 volte dal limite senza mai prendere la porta. Hanno giocato come se fosse la partita della vita e questo mi piace, stiamo cambiando in Italia. Questi ragazzi hanno un cuore gigante".


La zampata del campione che ha giocato gli ultimi minuti a Roma. Farà di tutto per tenerlo qui?:

 “Farò quello che posso per rendere questa squadra migliore. Anche l’Inter proverà a rendersi ancora più forte. Non so ancora quello che possiamo fare ma proveremo a fare della Roma una squadra da qualche piazzamento più in su”.


Il sesto posto cosa è per questa squadra?: “La Roma deve provare ad arrivare tra le prime quattro anche se non è facile. Il Bologna è stato super quest'anno, abbiamo sotto tante squadre forti. La Roma nella sua storia ha ottenuto quel posto per tanti anni e dobbiamo tornare ad essere quella squadra lì. Non ci sono tante squadre più forti di noi, dipende da quanto sei continuo durante una stagione”.


Le ripartenze vi potevano far male stasera: “Pensavamo giocasse Gudmundsson mezzala, lo ha fatto in qualche occasione. E' un giocatore che ti fa fare 100 metri indietro, pensavamo che qualche uomo in più ci potesse tenere più corti come blocco squadra. Non è stato un grande primo tempo ma abbiamo avuto occasioni, non siamo stati precisi nei tiri in porta. Il Genoa è forte, dà fastidio a tutti e non ultimi noi che all’andata abbiamo preso 4 gol”.


Hai in testa dei profili per giocare il tuo calcio:

“Ne ho mille di nomi. Questo lavoro è tremendo perché mi chiamano duemila procuratori o giornalisti al giorno dicendomi che abbiamo preso tizio o caio. Per fortuna ho avuto qualcosa da fare e non avevo tanto tempo, né tanto interesse nel cercare profili. Un po’ di sano scouting da dilettante lo abbiamo fatto. Arriverà un direttore sportivo che avrà più nomi di me. Ho ben chiare le caratteristiche che servono a questa rosa perché è un po' carente. In base ai giocatori che rimangono o che vanno via capiremo quali sono i nomi giusti. Bisogna capire come inserirli nella rosa, non basta prendere solo i migliori”.


La rosa va irrobustita o va implementata?: “Questa rosa è forte, l’ho detto dal primo giorno. Abbiamo pochi giocatori che dribblano, pochi di gamba e pochi come quelli che ci mettono in difficoltà. Ci ricordiamo Frimpong contro il Leverkusen. Va aggiunta una caratteristica, non una qualità e si capirà anche in base a chi vuole o meno rimanere. Non ho parlato nel dettaglio con il direttore sportivo o con la proprietà. E’ prematura dire voglio questo o quello”.


Fonte: forzaroma.info

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REPORT di domenica....

 


E L'HANNO SPOSTATO A DOMENICA REPORT, PERCHé?

REPORT è PIù FORTE DI PRIMA 


I "patrioti" volevano chiudere Report? O dargli meno visibilità? 

"Passo il mio tempo libero a difendermi dal lavoro che faccio.Ho attraversato indenne circa 70 tra querele e risarcimenti danni, ne ho aperte altrettante. Io sono libero e mi sento libero.

E voglio dire a tutti i giornalisti Rai, sentitevi liberi, perché si può." Sigfrido Ranucci

Resistenza

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Il Calcio!




Se pensate che Real Madrid 3-3 Manchester City sia la partita migliore della stagione non avete visto Udinese-Empoli.

🛑 All’89’ Samardzic ingenuamente compie un fallo da rigore 
⚽️ Niang lo realizza e manda l’Empoli ad un passo dalla salvezza 
🛑 All’ultimo secondo della partita, però, Marin trattiene la maglia di Bijol da solo davanti la porta impedendogli di segnare, ma non viene assegnato il rigore 
⏸️ L’arbitro aspetta diversi minuti e poi raduna i due allenatori per discutere su qualcosa che onestamente non abbiamo capito e non vogliamo capire 
🔴 In quel frangente si becca anche un insulto da parte di un componente della panchina dell’Empoli che viene espulso 
👀 Dopo il controllo al VAR finalmente assegna il rigore e Davide Nicola si inginocchia in mezzo al campo disperato 
⚽️ Lo stesso Samardzic lo realizza al 104esimo minuto, che Rio Ave-Milan spostati. 

In una parola: “CALCIOOO”.

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Da Danso a Fofana, passando per Moffi: l’ossatura di Lens e Nizza firmata Florent

 




Il Romanista (S.Carloni)

Ricche plusvalenze per il ds francese nelle sue esperienze in Ligue 1: spiccano anche Badé e Medina


Abile scout. Così viene descritto Florent Ghisolfi, che nel percorso in Francia ha dato prova delle sue capacità scovando giocatori pieni di qualità. A partire dal periodo al Lens: nell’estate 2020 ha portato a termine l’ingaggio di Loïc Badé, arrivato a parametro zero e rivenduto appena un anno più tardi al Rennes per 17 milioni di euro. Ma c’è anche chi, dopo essere stato individuato e portato in giallorosso, ha contribuito a formare l’ossatura della squadra, rimanendo fino a oggi tra i fedelissimi. Esempio lampante è quello di Facundo Medina, al tempo in forza al Talleres. 20 anni, 3,5 milioni di spesi per averlo; e oggi il valore  di mercato del difensore si aggira intorno ai 25 milioni. Oppure Kevin Danso, arrivato per 5,5 milioni dall’Augusta un anno più tardi e ancora a Lens, a 25 anni, con un valore vicino ai 25 milioni. Un altro è Samba, acquistato  in cambio di 5 milioni nel 2022.


Il vero e proprio capolavoro di Ghisolfi è Ikoma-Loïs Openda. Dopo l’acquisto nel corso del calciomercato estivo del 2022 e i 21 gol segnati, si è trasferito al Lipsia per 40 milioni di euro e oggi ne vale addirittura 60. Tutte operazioni, insieme a quella che ha portato Seko Fofana (ora all’Al-Nassr), che hanno condotto il Lens al secondo posto in campionato con 78 punti e una storica qualificazione in Champions.


La stessa linea è stata adottata nel corso dell’esperienza al Nizza. Tra gli acquisti, a partire dal mercato invernale della stagione 2022-23, spiccano: Youssouf Ndayishimiye, comprato per 11,5 milioni di euro dal Basaksehir; Terem Moffi, riscattato per poco più di 20 milioni dopo il prestito dal Lorient; Jeremie Boga, arrivato la scorsa estate dall’Atalanta e ancora in rossonero. C’è anche stato spazio per l’arrivo di giovanissimi pronti a esplodere. Tra tutti, spiccano Mohamed-Ali Cho (19 anni, ceduto dalla Real Sociedad per 10 milioni di euro) e Aliou Baldé (un anno in meno di Cho; 2,5 i milioni spesi per acquistarlo dal Lausanne-Sport). Giocatori futuribili e pronti per crescere insieme all’allenatore: un modo di lavorare ben visto in quel di Trigoria dai Friedkin.

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Thuram & son

 


Da juventino.. Vorrei capire che problemi ha chi critica questa foto, e sui vari post è pieno.

Ragazzi.. Un padre che celebra il successo del figlio, un figlio che ha cresciuto e ce l'ha fatta a realizzare il sogno di diventare professionista, giocare in una big e vincere uno scudetto.

Cosa doveva fare lilian? Per me ha fatto più che bene.

Tra l'altro maglia al contrario per non avere lo stemma sul cuore e scalpellotto al figlio che salta al coro.

Imparate a vivere il calcio come quello vero, quello delle emozioni. Quello dei padri che gioiscono se i figli diventano qualcuno. Lo sport è anche questo

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Lukaku 🤝 Roma, una breve ma intensa storia d’amore 💛❤️

 


Era arrivato in una sera di fine agosto scortato dal presidente Friedkin, andato di persona fino a Londra per portarlo a Roma.

Il sogno di una notte di mezza estate, il big che ogni tifoso romanista non si aspettava ma ha accolto a braccia aperte.


E così, con un gol alla sua ultima partita prima di ritornare al Chelsea, Lukaku saluta Roma.

21 gol, 4 assist, una quantità indicibile di spalla alla spalla, da solo, contro i difensori avversari e millioni di litri di sudore col quale ha sudato la maglia, onorandola.


Lukaku 🤝 Roma, una breve ma intensa storia d’amore 💛❤️

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SASSUOLO IN B: PERCHÉ COTANTO GIUBILO?

 



Se c'è un aspetto che ci ha da sempre incuriosito riguardo i cliché calcistici social, è la speranza atavica del Sassuolo retrocesso in B. Infatti, passata la sbornia della squadra piccola che arriva "di rincorsa" con un progetto e una proprietà facoltosa (gli Squinzi) nel calcio che conta, gli emiliani sono diventati la rappresentazione perfetta del male che attanaglia il calcio moderno (ancor più che italiano). In sequenza: squadra senza identità, senza stadio, senza tifosi, senza ambizioni, plusvalenzificio e succursale delle big di Serie A. Roba che se ci fosse stato il Sassuolo al posto di Barabba, molto probabilmente Gesù sarebbe stato salvato dalla folla. 


Ecco, senza volerci confondere con la folla sbraitante, preferiamo contestualizzare le undici stagioni in Serie A, andando ad individuare con più interesse ciò che è andato storto nella gestione del Sassuolo. 460 mln di € sono i ricavi da calciomercato del Sassuolo da quando è in A. 450 mln i costi. 10 mln di utile in 11 con 7 stagioni di A chiuse con un mercato più oneroso delle entrate. Insomma, una macchina da player trading che non ha creato valore (come nel caso dell'Udinese), ma che si è mantenuta in equilibrio. Un equilibrio sottile, dove la qualità dei calciatori in entrata ed in uscita ha fatto la differenza, specie nella stagione appena conclusa. Un crollo spiegabile solo nella qualità povera della rosa, per una classifica che ha quasi ricalcato la prima salvezza nella massima serie. 


Difficile capirne le motivazioni, se non nella scelta della proprietà di riequilibrare una macchina inceppata, con 3 bilanci su 4 dal 2020 chiusi in perdita nonostante il sostegno della proprietà con la sponsor di casa Mapei (seconda fonte di ricavi del club). Una strategia però rischiosa, perché operante sul materiale umano e, forse, troppo confidente del fatto di essere ormai una realtà da metà classifica e di essere in grado di pescare i calciatori funzionali ad ottenere la permanenza tranquilla in A. 


Intorno a questa evidenza si possono poi innestare i risultati sportivi ottenuti in poco più di un decennio nel calcio che conta, la qualificazione in Europa, gli allenatori lanciati, i risultati del settore giovanile (2 trofei di Viareggio e un campionato Beretti), tanti giovani italiani lanciati (Berardi, Raspadori, Scamacca, Frattesi su tutti), le ombre sull'acquisizione dello stadio, il rapporto mai sbocciato con Reggio Emilia (e vorremmo anche vedere, data la presenza forte del club cittadino), sassolesi stessi desiderosi di tornare allo storico Ricci e una grande domanda finale da porre al pubblico che ci legge: è davvero il Sassuolo il problema del calcio italiano piuttosto che un ecosistema che spinge chi ha i soldi ad investirli in piccole realtà, senza pressioni e senza sovrastrutture e ambizioni eccessivamente onerose da dover mantenere anche in caso di crisi dei progetti tecnici? 


Pasini che preferisce dilettarsi con la FeralpiSalò anziché rilevare il Brescia è l'esempio perfetto di quanto affermato. La famiglia De Laurentiis si sta rendendo altresì conto di cosa voglia dire vivere la complessità di due realtà capoluogo di regione. Due facce della stessa medaglia che dovrebbero fare riflettere più della retrocessione del Sassuolo

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Atrani, Salerno

 


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📍#ATRANI (Salerno) #CostieraAmalfitana

📸 @varreto88

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La sinistra italiana prenda nota!

 


Dodici anni di prigione per aver difeso i contadini. Le torture, le privazioni. Un pezzo di vita passato al buio con ogni giorno la paura di venire fucilato.


Pepe Mujica combatteva la dittatura.

La vinse, infine. Dopo anni di lotte. E venne democraticamente eletto Presidente. Divenuto l'uomo più potente del Paese, non scordò mai le sue origini. Anche per questo decise di rinunciare al 90% del suo stipendio, tenendo per sé poche centinaia di euro al mese e dando il resto ai bisognosi.


Dopo cinque anni, si ritirò dalla politica. Lo fece nonostante un consenso stellare, dato che in cinque anni aveva rivoluzionato l'Uruguay.


Oggi quest'uomo, che è diventato un esempio per tanti in tutto il mondo (e che è anche per metà italiano), compie gli anni. 


A lui, alla brava persona qual è, anche quest'anno buon compleanno!

Leonardo Cecchi 

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domenica 19 maggio 2024

Il Real stellare

 


Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskás, nel corso dei sei anni di convivenza al Real Madrid dal 1958 al 1964, hanno realisticamente formato la più grande coppia offensiva della storia del calcio.


E non soltanto per i gol segnati (un'enormità) e per i trofei vinti (tanti anche questi), ma anche e soprattutto per l'alchimia immediata che legava un Leader assoluto come Alfredo Di Stefano e un genio dell'Est Europa come Ferenc Puskás.


Ci fu però un giorno in cui i due raggiunsero un picco che nemmeno loro si sarebbero immaginati alla vigilia di quella finale, quando si ritrovarono a seppellire di reti il povero Eintracht Francoforte. 


Ad essere sconcertante, oltre le loro prestazioni, fu il fatto che la squadra tedesca subì un poker da Puskás e una tripletta da Di Stefano, ritrovandosi a perdere per 7-3 contro questi monumenti che insieme erano veramente infermabili.


64 anni fa, Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskás arrivavano al loro apice coppia, timbrando una delle prove "sincronizzate" più epocali della storia del calcio.


Gabriele Gilli ✍🏻

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Minori, Salerno

 


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📍#MINORI (Salerno)

📸 Vincepenta photo

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Mentre seduco la mia Morona 😎😎😏

 


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La contessa di Lecce

 


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È richiesta un pò d'intelligenza

 


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La fascista e l'assassino

 


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Che deficiente!



San Francesco Lollobrigida:"come verificare se una mucca sta' bene? Basta chiederlo a lei!"

Ma non diceva che gli animali non sono esseri senzienti?

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"Taranto ti amo "

 


" Noi siamo arrivati secondi e non dovevamo giocare a Vicenza : dovevamo guardare le partite dal divano aspettando il sorteggio dell'indomani. Quando sono arrivato a Taranto, c'erano 230 persone allo stadio : ora ce ne sono 13 mila , ma col campo aperto ce ne sarebbero stati 25 mila. Taranto è una città meravigliosa . Ora i bambini vengono a chiederti l'autografo. Da quanto tempo non accadeva? Abbiamo stupito tutti per un intero campionato, è un miracolo sportivo. Ho avuto questo ruolo inedito di costruzione della squadra e ho scelto calciatori che non erano stati protagonisti, gente che aveva fame. E io ho fatto sacrifici illimitati. Operando con parsimonia, col quattordicesimo budget del girone , perdendo Antonini , Romano e Cianci a gennaio, realizzando plusvalenze e siamo arrivati secondi. Giocando a porte chiuse e in campo neutro. 

Col Vicenza all'andata ci aspettavamo loro col 3-4-3 . A mezz'ora dall'inizio scopro che fanno il 3-5-2 . Ci hanno rispettato, ma ci hanno sorpreso . Noi all'andata abbiamo fatto il 68 per cento di possesso di palla, ma ci ha condannato quel clamoroso errore sulla palla inattiva : l'unico gol subito nei playoff . Al ritorno mi mancavano giocatori, Miceli ha giocato con una fascia al quadricipite come negli anni '70 e Calvano non stava bene.  

Adesso stacco il telefono per 4-5 giorni. Ho due anni di contratto. Poi parlerò col presidente .

 

Voglio però dire: Taranto ti amo " .


Eziolino Capuano a testa alta nel calcio di oggi che dimentica in fretta . 


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(foto: blunote)

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Dan Friedkin

 


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Tranquilla Morona non mi perderai mai😎

 


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Top Gun

 


𝗞𝗲𝗹𝗹𝘆 𝗠𝗰𝗚𝗶𝗹𝗹𝗶𝘀 e 𝗧𝗼𝗺 𝗖𝗿𝘂𝗶𝘀𝗲 sul set di 𝗧𝗼𝗽 𝗚𝘂𝗻. Il film usci negli Stati Uniti nel maggio del 1986 ottenendo un grande successo al botteghino. Nel suo primo weekend di apertura, il film ha incassato poco più di 8 milioni di dollari ed è stato il film di maggiore incasso del 1986. Il film consacrò Cruise come una delle principali star di Hollywood.


𝗗𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗳𝗮𝗻 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮 𝗙𝗮𝗰𝗲𝗯𝗼𝗼𝗸 𝗥𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗔𝗻𝗻𝗶 '𝟠𝟘


#anni80 #ritornoaglianni80 #nostalgia #80s #ricordi #infanzia #beitempi #top #MustWatch #cinematography #culto #eighties #ricordibelli #cinema #topgun #topgunmovie #TomCruise #tomcruisefan #tomcruisemovie #films

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La Ruta Siriana

 




La Ruta Siriana è una pianta originaria dell'india, con un seme tendente al color rosso contenente Dimetiltriptammina, una sostanza psicoattiva che causa allucinazioni.

Quando la Persia tra il 1735 ed il 1740 invase l'India dei Moghul ci fu il sacco di Dheli, e questi semi vennero importati e sperimentati in Persia per ricavare un certo tipo di rosso per la tintura delle lane dei tappeti. 

Alcune legende e fonti narrano che i tintori persiani bollirono questi semi nell'acqua in grossi calderoni con l'aggiunta di sali e/o acidi, per moltissime ore, quindi vi immersero le lane che poi stesero ad asciugare al sole in forme di grosse matasse. Quando i tessitori cominciarono ad annodare i tappeti usando le lane tinte con i semi della Ruta, vennero però colpiti dagli effetti psicoattivi della Dimetiltriptammina che veniva ancora emanata sotto forma di fumi dalle matasse. Così gli annodatori iniziarono a vivere esperienze fantastiche, sognando a occhi aperti di tappeti volanti e abbandonandosi a comportamenti di puro delirio onirico. L'utilizzo della Ruta Siriana venne subito abbandonata, ma le esperienze vissute dai tessitori rimasero nelle menti degli stessi, i quali certi di aver vissuto un'esperienza reale la raccontarono, dando vita alla leggenda dei tappeti volanti.

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Semplicemente bello! 😍

 


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🛎 𝗟𝗔 𝗣𝗜𝗡𝗔 𝗠𝗘𝗖𝗖𝗔𝗡𝗜𝗖𝗔: 𝗜𝗟 𝗗𝗘𝗣𝗢𝗥𝗧𝗜𝗩𝗢 𝗟𝗔 𝗖𝗢𝗥𝗨𝗡𝗔 𝗘̀' 𝗗𝗜 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 𝗜𝗡 𝗦𝗘𝗖𝗢𝗡𝗗𝗔 𝗦𝗘𝗥𝗜𝗘!



La storia del Deportivo La Coruña la conoscete tutti: Maakay, Djalminha, Valerón, Diego Tristan, Mauro Silva, Bebeto, Fran, Donato, Naybet, Capdevila e molti altri. 

A cavallo fra gli anni '90 e i primi anni '00 i galiziani festeggiano sei titoli, diventando una big del calcio iberico e continentale. 


Poi qualcosa si è rotto. 

Problemi economici, investimenti sballati e senza copertura finanziaria adeguata. 

L’ormai ex Superdepor inizia a fare da ascensore fra Liga e Segunda División: retrocede nel 2011, nel 2013 ed infine nel 2018. 

Sembrava non potesse andar peggio per il club di casa al Riazor ed invece le cose crollano ulteriormente. 


La retrocessione in Segunda Federación (oggi Primera Federación, il terzo livello del calcio iberico) nel 2020, nel mezzo della pandemia e delle polemiche di quel luglio assurdo per il calcio galiziano, sembrava quasi una pietra tombale per il club. 

Troppi debiti, troppa confusione, situazione decisamente complessa da risollevare; insomma, un'istituzione del calcio spagnolo sembrava destinata a scomparire. 


Ma in Galizia non sono noti per mollare subito; la loro testardaggine è proverbiale. 

Poco importa se per continuare a vivere il Depor dovrà far sanguinose rinunce. 

La nuova direttiva è diretta emanazione di Abanca, una banca che possiede il 75% del club, ma che ha anche un credito da riscuotere pari a 60 milioni di euro. A questo debito enorme si aggiunge quello nei confronti del fisco iberico, spalmato fino al 2048. 

Il Deportivo La Coruña a inizio stagione era impossibilitato a fare investimenti di rilievo, ma aveva la necessità di tornare nel calcio che conta quanto prima. 

Un’impresa complessa, a cui serve un eroe. 

Quell’eroe è Lucas Pérez. 


Il figliol prodigo della Galizia è tornato a casa a gennaio 2022 per compiere la sua missione e ci è riuscito. 

Davanti a 31.833 spettatori, in un Riazor in delirio, al minuto 57 Lucas Pérez mette a segno il gol più importante dei 126 marcati in carriera. 

Una stagione da 12 gol e 17 assist, mettendo lo zampino su oltre metà dei gol stagionali del Depor. 

L’1-0 mette al tappeto il Barcelona B, ma soprattutto manda in Segunda División i biancoblu, visto che i ragazzi di Idiakez sono ormai irraggiungibili in testa alla classifica. 

Dal 2011-12, stagione in cui Leo Messi contribuiva assistendo o marcando in cinque giornate consecutive, nessuno era riuscito a eguagliare questo record nel calcio professionistico iberico. Pèrez lo ha fatto, dalla giornata 22 alla 26. 


Dopo quattro anni nel fango della terza serie iberica serviva una stagione di livello. 

Lucas Pèrez e compagni non perdono dal 21 gennaio. Hanno un filotto aperto di 17 risultati utili consecutivi, un girone di ritorno pazzesco. 

Undici vittorie esterne, record storico per i galiziani. 

Una rimonta clamorosa  passando dal -10 dalla vetta della giornata 19 alla vittoria del Grupo 1 della Primera Federacion con due giornate di anticipo. 


Il pubblico galiziano ha sempre risposto alla grande. In tutti gli incontri del campionato, tranne quattro, il Riazor ha superato i ventimila spettatori. 

Il Depor e il suo popolo hanno fame e voglia di tornare nel calcio che conta. Abbonamenti già esauriti ed una lista di attesa di oltre 4000 pretendenti per poter partecipare alle partite quando un abbonato non si presenti. 

Anche nei momenti più duri di inizio anno, con Imanol Idiakez vicino all’esonero e la squadra lontana dalle posizioni di testa, i galiziani hanno tenuto duro, sostenendo e facendo sentire la propria vicinanza alla squadra. 


Anzi qualcuno dice che sia merito dei “twitteros” del Depor questa rimonta storica. 

Succede tutto a fine 2023, quando fra i seguaci del club si diffonde l’idea che mettere un’ananas, piña in spagnolo, nell’username social possa portare fortuna al Deportivo. 

L’idea piace e inizia a viaggiare e a grande richiesta popolare anche i calciatori iniziano a usare la “piña”. 

Lucas Pérez è il primo, seguono Quintero e Ruben Lopez. 

Nasce la Piña Mecánica ed il resto sarà storia. 


Ancora non si festeggia in maniera ufficiale in Plaza de Los Cuatros Caminos, si attende la fine della stagione regolare. Poi si affronterà il Castellon, vittorioso nel Grupo 2, per definire il campione della terza divisione. 

Lo sguardo è già al futuro del club, che vuole fare le cose per bene con la promozione odierna prima step di quella che vuole essere una crescita sostenibile e di lungo periodo, radicata nel territorio e connessa alla sua gente. 


✍️🏼 Stefano Follador

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ANDREA BARZAGLI

 


"Il periodo più difficile della mia vita è stato lontano da casa mia. A Palermo mi ero trovato bene, Lippi mi aveva voluto come terza scelta per il mondiale, poi era arrivato il Wolfsburg, una squadra straordinaria, un ambiente un po' difficile. A 30 anni mi sentivo un calciatore finito, non avevo più stimoli e difendevo poco. Era il 2011, sera, a cena con degli amici. Il mio telefono squilla molte volte, non rispondo mai perché credo sia qualcuno del Wolfsburg, non avevo la mentalità per sentire nessuno. Torno a casa alle 22, guardo chi era e scopro il numero di Del Piero. Lo richiamo: "Alex, ti disturbo?". "No, Barza, ti chiamo per chiederti una cosa. Come stai fisicamente?" "Fisicamente? Non come quando siamo diventati campioni". Ha riso, poi ecco il suo piano: "La Juventus mi ha chiesto di proporre un difensore da portare qui, ho fatto il tuo nome. Devi prendere il primo aereo e venire qui, serve la tua esperienza". In un primo momento sono rimasto senza parole. Osservavo Del Piero distruggere il mondo quando ero piccolo, sentirlo al telefono era già un emozione enorme. "Non posso, Alex, forse mi ritiro". "Cosa? Vuoi ritirarti? Sei uscito di testa? Muoviti che a Torino dobbiamo rinascere, un leader difensivo come te serve". "Ma ho 30 anni e nessuna voglia di giocare". "A 30 anni hai voglia a fare stagioni decenti, vieni alla Juventus".


Non ringrazierò mai abbastanza Del Piero per aver dato alla mia carriera un senso. Gli anni con la Juventus sono stati i migliori della mia carriera, ho disputato grandi partite e non c'è squadra migliore. Parlate del Real, del Barcellona, la Juventus è unica e nessuno sembra capirlo. La Fiorentina mi ha cercato per una stagione a 400.000 euro in più, ho rifiutato. La mia carriera è intitolata a questa squadra".


ANDREA BARZAGLI

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Maurizio Merli

 


«Non sono affatto convinto che siano dei film fascisti. Rispetto i critici ma soprattutto amo il consenso del pubblico. È lui che decide, spesso a dispetto dei critici. So per certo che alcuni film che io ho girato, se anziché parlare di Roma o di Napoli, avessero parlato di New York o di Chicago, tutti avrebbero detto che erano dei capolavori. In Italia siamo molto esterofili. Tutto quello che viene da fuori fa gridare al miracolo. Mentre io sono convinto che noi italiani, nel campo del cinema, non abbiamo niente da invidiare a nessuno».


Maurizio Merli

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Marco saluta il Signal Iduna Park con la solita classe.

 




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Shaktar campione!

 


In Ucraina lo Shakhtar vince il sempre acceso match contro la Dynamo Kyiv ed è campione per la 15esima volta nella sua storia.

Il match winner è il numero 10, la stella della squadra, quel Georgiy Sudakov che sicuramente lascerà il club neroarancione a fine stagione per ambire a qualcosa in più.

Per il classe 2002 il bottino attuale in Prem'er-Liha 23/24 è di 6 goal e 4 assist.


La squadra allenata da Pusic - oltre a confermare il valore di due calciatori ucraini molto interessante come Sikan (10 goal in campionato) e Kryskiv - ha messo nuovamente in mostra alcuni talenti brasiliani come Kevin, Marlon Gomes ed Eguinaldo.

Nota di merito per capitan Taras Stepanenko, che a 34 anni ha conquistato il decimo scudetto con i Kroty. 


Lo Shakhtar c'è ed è vivo. 🇺🇦

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sabato 18 maggio 2024

Fascia destra, si cambia: DDR cerca i suoi esterni

 

Corriere dello Sport (L.Scalia)

Pulizia totale. La Roma cambierà pelle sulla fascia destra, da troppo tempo il punto debole della squadra. Tra l’altro è una delle poche porzioni di campo dove le alternative non mancano, ma non c’è un vero e proprio titolare che dà garanzie. Traduzione: andranno via Celik, Kristensen e Karsdorp. Inizierà una nuova era.


E quindi è già scattata per la Roma la ricerca di due esterni di spinta e qualità, funzionali al gioco offensivo di Daniele De Rossi. Insomma, profili che sanno crossare, che sanno correre e che non vanno in difficoltà quando bisogna difendere. La rivoluzione è già nell’aria.


Salutare Kristensen è la cosa più semplice. L’esterno è arrivato in giallorosso in prestito dal Leeds la scorsa estate. Tornerà alla base, in Inghilterra, e non sarà ridiscusso il prestito né un’altra forma di trasferimento. Era arrivato come la soluzione ai problemi sulla destra, alla fine non ha dato quel quid in più. Tanto agonismo, ma poca qualità con la palla tra i piedi. L’addio tra un mese o poco più è scontato.


Celik, invece, tornerà sul mercato come a gennaio. Se in inverno fosse arrivata l’offerta giusta, il turco sarebbe già un ex. E’ rimasto dando una mano alla causa nonostante gli interessamenti del Marsiglia e del Galatasaray. Anche la sua avventura in giallorosso non sarà ricordata: spesso è stato poco pungente in attacco e confusionario in difesa.


Gli estimatori non gli mancano e forse non gli mancheranno nel prossimo futuro perché avrà come vetrina gli Europei sotto la guida di Vincenzo Montella, l’attuale commissario tecnico della Turchia. Non si può escludere un ritorno in patria (ipotesi rispetto alla quale era stato invece reticente ad inizio anno), così come un capitolo bis in Francia. Celik, infatti, è stato acquistato due stagioni fa dal Lille per 7,4 milioni di euro. La Roma tenterà di vederlo a una cifra simile, magari provando a centrare una piccola plusvalenza.


I titoli di coda scorrono lentamente dopo sette anni di agonia. Karsdorp è sul mercato. Pesano gli errori a raffica e le incomprensioni con i tifosi. Dopo l’applauso ironico indirizzato alla Curva Sud che lo fischiava al momento del cambio in Roma-Bayer Leverkusen, il terzino ha fatto infuriare i romanisti a Bergamo, quando è stato sorpreso dalle telecamere a ridere mentre la squadra stava perdendo il treno per la Champions. Karsdorp ha sulla coscienza una bella fetta dell’eliminazione in semifinale di Europa League e spesso è andato in rotta di collisione con l’ambiente.

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Netanyahu?

 


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Energia lunare

 


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Per te Morona!

 


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Bisogna sempre volersi bene!

 


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Buona Pasqua Renzi, auguri per le europee 😎😎😏

 


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Berlusconi all'inferno?

 


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