lunedì 30 aprile 2012

Chiude il Riformista

29 marzo 2012

 “IL RIFORMISTA” CHIUDE E VA IN LIQUIDAZIONE – DOMANI SARÀ IN EDICOLA L’ULTIMO NUMERO – E’ PREVISTO PER OGGI L’ARRIVO DEL LIQUIDATORE – UN BEL RISULTATO PER EMANUELE MACALUSO: A 88 ANNI È RIUSCITO A FAR CHIUDERE IL QUOTIDIANO DOPO SOLI 9 MESI DI DIREZIONE…

“Il Riformista” chiude e va in liquidazione. Oggi l’attesa assemblea della cooperativa presieduta da Gianni Cervetti, 4 voti contro 3, ha sancito la chiusura del quotidiano arancione. Domani sarà in edicola l’ultimo numero. E’ previsto per oggi l’arrivo del liquidatore che dovrà mettere mano ai conti e appunto pagare gli stipendi al personale assunto e i compensi ai collaboratori fissi; e verificare un eventuale compratore. Un bel risultato per Emanuele Macaluso: a 88 anni è riuscito a far chiudere il quotidiano dopo soli 9 mesi di direzione.

http://www.vip.it/chiude-il-riformista/

 

Non ce l’abbiamo fatta

di Emanuele Macaluso

In queste ultime settimane abbiamo reso noto ai nostri lettori le difficoltà che incontravamo per continuare a pubblicare il Riformista. Oggi con grande amarezza vi diciamo che tutti i tentativi fatti per salvare il salvabile, non hanno avuto esito positivo. L’assemblea dei soci, quindi, ha deciso di affidare a un liquidatore l’amministrazione della cooperativa e di sospendere la pubblicazione del giornale. Dico sospendere perché, a norma di legge, se c’è un editore che mostra con i fatti di essere in grado di riprendere la pubblicazione,la liquidazione può essere revocata. A chi nei giorni scorsi si è fatto avanti gli amministratori della cooperativa hanno mostrato carte e conti, che sono in perfetto ordine e alla luce del sole, e la disponibilità a sostituire soci e direttore. Ad oggi nessuno ancora ha deciso di fare il passo decisivo, spero che ci sia chi lo faccia in questi giorni in cui opera solo il liquidatore.
Tuttavia, comunque vadano le cose, da oggi non sarò più il direttore di questo giornale. Avevamo accettato l’offerta dei vecchi editori (sempre incombenti) di provare a resuscitare il giornale già chiuso, entro un anno, solo se si realizzavano tutti gli impegni contrattuali e se il contributo pubblico non fosse stato decurtato. Non è stato così. L’anno che ormai è alle nostre spalle è stato denso di avvenimenti politici e sociali che abbiamo commentato quotidianamente con un nostro punto di vista. E l’abbiamo fatto con ragionamenti pacati anche in momenti in cui lo scontro politico e mediatico era furibondo tra berlusconiani e antiberlusconiani.
Abbiamo scelto una linea, il riformismo socialista ed europeista, come punto di riferimento essenziale alle forze conservatrici in Italia e in Europa. Abbiamo sollecitato l’unità del movimento sindacale come condizione ineludibile per fronteggiare i marosi della crisi che investe l’Europa e particolarmente il nostro paese, per non fare pagare il conto solo al mondo del lavoro. L’abbiamo fatto ponendo con forza l’esigenza di un’opera – anche da parte del sindacato – che metta al centro l’interesse generale e salvezza del paese. Questo anche per evitare che lo scontro sociale si verifichi nelle condizioni in cui l’abbiamo visto in Grecia e ora in Portogallo e Spagna. Abbiamo messo al centro del nostro impegno la battaglia per i diritti civili e un garantismo alternativo a quello peloso di chi, con il suo agire e le sue leggi, ha mortificato la giustizia. Le pagine del giornale sui temi internazionali e della cultura hanno dato un esempio di informazione puntale e di scelte in sintonia con tutte le forze che si battono per la pace, contro ogni razzismo ed egemonismo per la libertà della cultura in Italia e in ogni parte del mondo.
Avevamo messo in orbita anche un domenicale, curato da Paolo Franchi, Ragioni, per dare più senso alla nostra battaglia politico culturale. Come è noto in passato ho diretto un grande quotidiano e riviste della sinistra e ho collaborato a tanti giornali, ho conosciuto il mondo dell’informazione sin dalla rinascita della stampa libera in Italia. Il Riformista è un piccolo ma significativo quotidiano con redattori giovani e di qualità che spero possano continuare a scrivere e lavorare in questo giornale; e un personale “tecnico” di eccezionale professionalità e disponibilità.
Sono particolarmente grato a Marcello Del Bosco che, con professionalità e abnegazione, ha condiviso con me la direzione del giornale. Ringrazio chi ha collaborato scrivendo sul Riformista. Ricorderò tutti con affetto. Mi dispiace che in un momento difficile per il giornale, e amarissimo per me, ci sia stato qualcuno che in redazione con il suo agire scorretto mi ha costretto a chiudere in modo brusco il mio impegno che ho profuso con disinteresse e passione. Infine, voglio ribadire che non ce l’abbiamo fatta, anche per ragioni politico-editoriali, per nostre, soprattutto mie, deficienze. Non ce l’abbiamo fatta, come ho detto in altre occasioni, anche perché chi poteva darci una mano, soprattutto il movimento cooperativo con la pubblicità che concede a destra e a manca, ma anche il sindacato, non ce l’ha data.
E’ un segno dei tempi. Ma non mi arrendo. E con me Gianni Cervetti che ha condiviso questa avventura. In un modo o in un altro, per quel che mi riguarda personalmente, finché avrò forze fisiche, continuerò la mia battaglia.
Grazie a tanti lettori e amici che in questi giorni mi hanno mostrato solidarietà e stima.

 http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/425709/

 

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