lunedì 24 novembre 2025

SALADINO CONTRO RICCARDO CUOR DI LEONE: RISPETTO TRA NEMICI IMMORTALI

 


In un’epoca dominata dalla fede e dall’ideale cavalleresco, la Terza Crociata vide emergere due figure destinate a imprimere il proprio nome nella memoria collettiva: Saladino, il sultano di Egitto e Siria, e Riccardo Cuor di Leone, il re inglese riconosciuto tra i più impavidi condottieri del medioevo. La loro rivalità, sviluppatasi tra il 1189 e il 1192 nelle terre contese della Palestina, andò ben oltre il confronto militare, assumendo i toni di un duello morale e umano, fatto di rispetto, ammirazione e gesti destinati a diventare leggendari.


Lo scontro fisico fra i due grandi avversari fu segnato da eventi chiave come la battaglia di Arsuf, combattuta il 7 settembre 1191 nei pressi della costa di Giaffa. Saladino, dotato di pazienza strategica, tentò di logorare il nemico con incursioni serrate e avvelenando i pozzi d’acqua, mentre Riccardo rispose con il coraggio e la determinazione che gli valsero la fama di cavaliere errante, quasi più votato all’ideale della gloria cavalleresca che alla Croce stessa. In quella battaglia Riccardo dimostrò abilità tattica e sangue freddo, riorganizzando le sue truppe sotto assedio e respingendo gli attacchi musulmani, ma senza mai riuscire ad abbattere definitivamente il valore di Saladino.


Al di là della brutalità e del sangue, il confronto tra Saladino e Riccardo è avvolto da un velo di rispetto reciproco che le fonti arabe e latine non mancano di sottolineare. Quando Riccardo si ammalò, narrano i cronisti, Saladino gli inviò frutta fresca, neve per rinfrescare l’acqua e addirittura il proprio medico personale. La loro corrispondenza, documentata da cronisti come Baha’ al-Din, rivela tentativi di negoziato e dialogo, dove i due sovrani, pur non rinunciando ciascuno ai propri principi, si riconobbero pari nella grandezza d’animo e nell’intelligenza militare. Riccardo tentò persino un’alleanza dinastica, offrendo la mano della propria sorella a un fratello di Saladino, come atto di riconciliazione tra cristianità e Islam.


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Gli episodi di clemenza e cavalleria segnarono i loro rapporti tanto quanto la durezza degli scontri. Dopo la tregua del 1192, Riccardo rifiutò di vendicarsi su pellegrini cristiani in visita a Gerusalemme, mentre Saladino più volte evitò di infliggere ritorsioni indiscriminate sui crociati sconfitti, liberando molti prigionieri incapaci di pagare il riscatto. La fama di Saladino fu tale che anche nelle corti cristiane venne lodato come esempio di sovranità illuminata, fondatore di scuole e promotore della sunna; Riccardo invece fu celebrato in patria per il suo valore guerriero, ma anche criticato per le spese e le assenze causate dalla crociata, incarnando una figura complessa, a metà tra l’eroe e il sovrano discusso.


Questo singolare rispetto tra nemici trovò eco nelle cronache di entrambe le civiltà e finì per affascinare generazioni di scrittori e storici. Saladino e Riccardo Cuor di Leone seppero rappresentare un modello di onore e confronto morale capace di superare le frontiere religiose e le barriere politiche dell’epoca. Il loro lascito va oltre quello degli eserciti e delle conquiste, riverberando nell’idea che la grandezza della guerra possa essere riscattata solo nell’umanità del nemico.


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