Ellen e Alice Kessler hanno pianificato tutto. Nel pieno rispetto della legge (svizzera: italiana figuriamoci).
Per andarsene hanno speso 6mila euro. Ci hanno pensato a lungo e hanno incontrato medici, psicologi, avvocati nei mesi precedenti alla scelta.
Hanno deciso di andarsene nella loro casa, insieme. A seguirle è stara l’associazione Deutsche Gesellschaft für Humanes Sterben (Dghs), a rendere nota pur nell’assoluta discrezione la scelta delle gemelle Kessler. Si tratta di una delle tre associazioni che si occupano di Sterbehilfe, assistenza al morire, e ha sede a Berlino. Da anni ne facevano parte. Da anni, infatti, avevano il desiderio di morire insieme ed essere sepolte accanto alla madre Elsa e all’amato cane Yolli.
I dettagli della vicenda sono stati riportati da Wega Wetzel, portavoce dell’associazione: “Le gemelle Kessler hanno ricevuto prima la visita di un legale che doveva assicurarsi che la loro decisione fosse maturata da un tempo sufficiente, che non vedessero alternative, che fosse libera e che non avessero, per esempio, malattie psichiatriche. In un secondo momento è andato a trovarli un medico. Anche lui per sincerarsi che le due sorelle avessero maturato una ‘decisione libera e responsabile’, come richiesto dalla recente sentenza della Corte costituzionale che ha legalizzato il suicidio assistito. Poi queste due persone hanno continuato a seguire da vicino le gemelle per accertarsi che non avessero proprio più dubbi”.
“Al momento della morte - cito Today - sia il legale sia il medico erano presenti. È il medico a preparare l’infusione, ma deve essere rigorosamente il paziente a girare la valvola perché le venga iniettata - continua a spiegare Wetzel -. Lì hanno chiesto alle gemelle per un’ultima volta se avessero ben chiaro cosa stessero per fare, se lo volessero davvero. E hanno fatto una prova tecnica con la soluzione salina. Soltanto dopo questa ennesima procedura, dopo essersi sincerati fino in fondo della loro ‘libera e responsabile decisione’, le Kessler hanno potuto iniettarsi la dose letale. La morte in questi casi avviene subito per arresto cardiaco. A quel punto, una volta accertata, viene chiamata la polizia”. La loro eredità, adesso, andrà tutta in beneficenza”.
Ad aprile Ellen Kessler aveva detto: "Mi hanno impiantato un pacemaker e poi ho iniziato a curare le infezioni del tratto urinario. Le pillole mi fanno quasi deprimere, mi buttano giù. Non ho mai sperimentato simili sbalzi d'umore prima".
Le sorelle Kessler - ha ricordato chi le ha seguite fino alla fine - "parlavano apertamente dell'incapacità di comprendere" la situazione di "altre persone (importanti)" che "diventavano impotenti nella loro vecchiaia e necessitavano di cure. Un'operazione dopo l'altra, in definitiva inutile, l'isolamento con una flebo o in una casa di cura: questa non era un'opzione per le Kessler. Era semplicemente una prospettiva orribile da evitare a tutti i costi”
Un coraggio, una coerenza, una lucidità straordinarie.
È vomitevole che in italia sia al governo gente che reputa inconcepibile e addirittura peccaminosa una scelta così. Vomitevole.
Andrea Scanzi

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