sabato 22 novembre 2025

Fabiana Raciti

 


"Hanno ucciso papà e non si sono mai scusati. Ho pianto e provato rabbia.


Verso tutto. lo e mio fratello tornammo a scuola una settimana dopo la sua morte, ma abbiamo avuto difficoltà: sa quante volte, entrando in classe, ho trovato sul banco scritte vergognose? Del tipo: "10, 100, 1000 Raciti". Per tre volte ho dovuto cambiare aula, a casa ci hanno bruciato il citofono, ci hanno minacciato al telefono e su Facebook, offeso, ferito, umiliato il suo nome con striscioni assurdi. Mi chiedevo, perché? Qual è il motivo di ferire una famiglia già ferita? Dopo il diploma volevo andare all'estero. Troppa violenza: Ciro Esposito, l'uomo con la maglietta 'Speziale libero' in finale di Coppa Italia, comunque ho finito gli studi in Italia. Oggi vivo e lavoro a Bruxelles, ma non dimentico certe cose.


Il mondo del calcio ci è stato vicino e non ho rancore, mi piacerebbe far passare un messaggio: negli stadi circolano gioia e odio, violenza e felicità, ancora oggi. Se papà è morto per difendere dei valori che sembrano fragili, c'è qualcosa che non va.


Ha cercato di costruire ponti anche quella maledetta sera. È morto per evitare che le due tifoserie si scontrassero, vittima di un odio che non appartiene al mondo dello sport. Vorrei che la sua memoria diventasse un seme, non un ricordo".


 ⁃ Fabiana Raciti, figlia dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti morto nel 2007 alla fine di Catania-Palermo

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