Il 27 novembre 602 segna la fine di un’epoca per l’Impero romano d’Oriente. In quel giorno, l’ex imperatore Maurizio viene giustiziato insieme a cinque dei suoi figli dall’usurpatore Foca.
Con la morte di Maurizio si chiude una fase importante della storia di Costantinopoli. Era l’ultimo imperatore davvero legato alla tradizione romana. Era colto, bravo amministratore e stratega, ma gli mancava la flessibilità politica nei momenti difficili.
Maurizio sale al trono nel 582, trovandosi a gestire un impero stremato dalle guerre contro i Sasanidi e gli Àvari. Riuscì a stabilire i confini orientali e aiutò Cosroe II a tornare re di Persia, liberando l’impero dal pagamento di tributi pesanti.
Avviò anche riforme che gettarono le basi per i famosi distretti militari bizantini. Gli esarcati d’Africa e d’Italia sono nati grazie a lui. Ma il suo modo severo di governare lo rese impopolare.
Maurizio era frugale e rigoroso, e chiedeva la stessa disciplina a tutti. Per sistemare le finanze aumentò le tasse e tagliò le spese militari, arrivando a non pagare il riscatto di soldati catturati. Quel gesto spezzò definitivamente il rapporto con l’esercito.
Nel 602, per risparmiare, ordinò ai soldati di restare in inverno oltre il Danubio, in territorio ostile. I militari, esausti, si ribellarono e scelsero Foca come nuovo imperatore. Foca rappresentava il malcontento di chi non si sentiva ascoltato.
Maurizio avrebbe potuto salvarsi solo grazie al sostegno della capitale, ma la popolazione era contro di lui. Durante una processione, alcuni gli lanciarono pietre e un monaco lo maledisse con la spada in mano. Capì che doveva fuggire.
Scappò con la famiglia a Calcedonia, rifugiandosi in una chiesa. Affidò il figlio Teodosio a una difficile missione: chiedere aiuto al re di Persia. Ma era troppo tardi.
Foca entrò a Costantinopoli e fu acclamato imperatore. Pochi giorni dopo mandò i suoi uomini a eliminare Maurizio e i figli. Si racconta che Maurizio, vedendo arrivare i boia, sussurrò: «Tu sei giusto, Signore, e il tuo giudizio è retto». Vide i figli morire uno dopo l’altro, poi fu ucciso anche lui.
La morte di Maurizio cambiò tutto. Cosroe II, il re persiano, colse la scusa per invadere l’impero, dando inizio a una guerra lunga vent’anni che indebolì sia i bizantini sia i persiani. Proprio in quel momento, una nuova forza, l’Islam, stava emergendo.
Per molti storici, il 27 novembre 602 segna la fine della tarda antichità. Finisce il mondo di Giustiniano, quello che ancora si riconosceva romano, per lasciare spazio a una nuova identità bizantina.
#storiabizantina #almanacco
Storiachepassione.it

Nessun commento:
Posta un commento