All'epoca della crocifissione di Gesù Ponzio Pilato, originario forse dell'odierno Abruzzo, era effettivamente prefetto di Giudea. Infatti non era procuratore in quanto all'epoca la Giudea non era ancora ancora formalmente una provincia romana ma una prefettura della provincia di Siria, governata in collaborazione prima con Erode e poi con i suoi successori, che si divisero il regno come tetrarchi. La prova fu il ritrovamento di un'iscrizione a Cesarea Marittima, sede del governo romano in Palestina, di un'epigrafe recante il nome il nome del prefetto Ponzio Pilato, e più recentemente di un anello che riportava il suo nome, in greco. Sulla persona in sé non si può dire molto in quanto tutti i racconti sono narrati dai vangeli e non risultano attendibili come fonti storiche, sebbene quasi tutti sottolineino una certa propensione al mantenimento dell'ordine a tutti i costi da parte del prefetto, che a quanto pare sarebbe stato poi rimosso da Tiberio nel 36 d.C., forse anche per la sua gestione eccessivamente dura della Palestina. Tuttavia ci furono molti governatori romani che suscitarono l'ostilità della popolazione, tra cui il procuratore Gessio Floro, che toccando il tesoro del tempio provocò la grande ribellione giudaica del 66-73.
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