Visto che Gratteri è diventato il principale volto del "NO" alla riforma della giustizia, ci sembra il caso di ricordare il suo curriculum, un percorso fatto di maxi indagini con decine/centinaia di arresti ingiusti. Alcuni esempi:
- la maxi operazione contro la 'ndrangheta del 2003 a Platì, nella Locride, con 125 misure di custodia cautelare e alla fine solo in 8 vennero condannati);
- l’operazione "Circolo formato" del 2011, con l’arresto di 40 persone, tra cui il sindaco di Marina di Gioiosa Ionica e diversi assessori. Gli amministratori locali sono stati assolti;
- la maxi operazione "Stige", con 169 arresti e a processo finirono 100 imputati che poi sono stati poi assolti. All'epoca degli arresti Gratteri la definì "la più grande operazione degli ultimi 23 anni" e "un'indagine da portare nella scuola della magistratura";
- l’ancora più nota operazione “Rinascita-Scott”, lanciata nel 2019 con 334 persone destinatarie di misure cautelari. In primo grado sono stati assolti 131 imputati su 338, praticamente uno su tre;
- l’inchiesta del dicembre 2018 che sconvolse la politica calabrese, con le accuse di corruzione e abuso d’ufficio contro l’allora presidente della regione, Mario Oliverio, poi assolto da tutte le accuse;
- l’indagine "Erebo Lacinio" del 2021, con 8 persone accusate di associazione a delinquere per traffico illecito di rifiuti, poi tutte assolte, ma nel frattempo l'azienda è fallita;
- l'indagine contro Domenico Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, accusato e poi assolto definitivamente dalle accuse infamanti di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso, accuse che gli costarono anche un mese ai domiciliari.
E non vale più la pena aggiungere altro alla lunga lista dei suoi fallimenti giudiziari.
Anche a causa delle maxi retate di Gratteri, la Calabria è diventata la prima regione italiana per indennizzi per ingiuste detenzioni. Dal 2018 al 2024 lo Stato ha pagato 78 milioni di euro per indennizzare i cittadini vittime di ingiusta detenzione in Calabria, il 35% della spesa nazionale (220 milioni).
Quando il Foglio pubblicò questi numeri, Gratteri accusò il giornale di riportare "dati totalmente falsi", peccato che siano tratti dalla relazione del ministero della Giustizia.
Gratter, poi, ebbe la faccia tosta di dire, parlando di sé in terza persona, che "non c’è una sola ingiusta detenzione attribuibile a Nicola Gratteri". Un’altra evidente bufala, basti pensare alla storia dell’imprenditore Francesco Zito, arrestato nella maxi operazione “Stige” condotta proprio da Gratteri, recluso per 26 giorni in carcere, ristretto altri 152 giorni ai domiciliari, infine assolto e indennizzato per l’ingiusta detenzione con 47 mila euro.
Bufale, come quelle che ora Gratteri racconta contro la riforma Nordio, accusandola di sottomettere il pm all'esecutivo (falso: l'articolo 104 della Costituzione continuerà a garantire autonomia e indipendenza all'intera magistratura, giudici e pm).
Eppure Gratteri continua a essere intervistato ogni giorno, senza contraddittorio, da tv e giornali, per commentare la riforma costituzionale e per parlare di "giustizia giusta"... lui!!
Vogliamo anche aggiungere che la procura di Catanzaro è causa di 1/3 di tutti i risarcimenti che deve fare lo Stato per ingiusta detenzione grazie a lui? Questo magistrato sarà ricordato come il magistrato che ha fatto le più memorabili inchieste flop.
Come magistrato ha compromesso la sua credibilita, manifestando pubblicamente di fare politica attiva. Individuo inqualificabile e inattendibile. Deve dimettersi e solo dopo questo fare politica, se vuole.
Il peggior nemico della democrazia è la disinformazione.
Visto che ci attendono mesi di dibattito sul referendum fate girare queste informazioni.

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