L’Ucraina è diventata una merce di scambio nella realizzazione delle ambizioni geopolitiche dell’Occidente“, ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista al quotidiano mongolo Onoodor in occasione del suo viaggio nel paese. “Per decenni hanno cercato il controllo completo sull’Ucraina. Là hanno finanziato organizzazioni nazionaliste e antirusse e hanno diffuso sistematicamente il concetto che la Russia sarebbe l’eterno nemico dell’Ucraina, la principale minaccia alla sua esistenza“. Inoltre, ha proseguito il capo del Cremlino, “le élite occidentali continuano a fornire all’attuale regime un sostegno politico, finanziario e militare su larga scala, considerandolo un’arma nella lotta contro la Russia“. Il presidente russo Vladimir Putin sarà in visita in Mongolia il 3 settembre. Sarà la sua prima prima missione in un Paese membro della Corte penale internazionale (Cpi) dopo aver ricevuto, nel marzo 2023, dal tribunale dell’Aja, un mandato di arresto nei suoi confronti per la deportazione illegale di bambini ucraini. Per questo l’Ucraina ha subito esortato la Mongolia ad arrestare il presidente russo. l ministero degli Esteri ucraino ha auspicato che “il governo della Mongolia sia consapevole del fatto che Vladimir Putin è un criminale di guerra. Invitiamo le autorità mongole a eseguire il mandato di arresto internazionale vincolante e a trasferire Putin alla Corte penale internazionale dell’Aja”, è stato l’appello di Kiev. In tutta risposta Mosca si è detta “non preoccupata” in merito. Il portavoce della Cpi, Fadi el-Abdallah, ha spiegato che i funzionari mongoli “hanno l’obbligo” di rispettare le norme della Corte, ma ha anche chiarito che questo non implica necessariamente di effettuare un arresto.La Mongolia ha firmato il Trattato di Roma della Cpi nel dicembre 2000. Come spiega l’Agi, in base al trattato, tutti i 124 Stati membri della Cpi dovrebbero eseguire il mandato se Putin dovesse mettere piede sul loro territorio. Ma la Cpi non ha una polizia propria e fa affidamento sulla cooperazione dei suoi Stati membri per eseguire eventuali mandati di arresto. “In caso contrario, la Corte è tenuta a segnalare la questione all’organismo di gestione della Cpi, l’Assemblea degli Stati Parte, che si riunisce una volta all’anno. Ma le opzioni dell’Assemblea si limitano principalmente a sanzioni verbali”. Infatti, dei 49 mandati di arresto emessi dal 2002, solo 21 hanno portato a detenzioni e comparizioni in tribunale.
Fenix
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