domenica 31 dicembre 2023

FORZA ITALIA, BULLIZZATA DA MELONI E SALVINI SUL SUPERBONUS E SUL MES, NON SA COME SOPRAVVIVERE

 

C’E’ VITA SENZA SILVIO? - FORZA ITALIA, BULLIZZATA DA MELONI E SALVINI SUL SUPERBONUS E SUL MES, NON SA COME SOPRAVVIVERE - ALLE EUROPEE NON PUO’ ANDARE SOTTO ALLA PERCENTUALE DELLE POLITICHE 2022 (L’8,3%) - IL PARTITO E’ ANCHE GRAVATO DA UNA MONTAGNA DI DEBITI, CIOÈ 90 MILIONI, FINORA GARANTITI DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI (SE I VOTI SCOMPAIONO, MARINA E PIER SILVIO POTREBBERO ANCHE LIQUIDARE FORZA ITALIA) - IL NODO DELLE CANDIDATURE: POTREBBE RICICCIARE L’EX DETENUTO ROBERTO FORMIGONI (CIAO CORE)

 

 

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

giorgia meloni antonio tajani giorgia meloni antonio tajani

Obiettivo numero uno: un voto in più della Lega. Obiettivo numero due: non andare sotto alla percentuale del 2022, cioè l’8,3 per cento. La Forza Italia orfana di Silvio Berlusconi si prepara al voto delle Europee in uno stato di salute incerto. A sentire un pezzo di partito […] c’è grande entusiasmo e il congresso in programma tra febbraio a marzo sta lì a dimostrarlo; a sentirne un altro, Fi è quotidianamente bullizzata dagli alleati di governo.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

[…] vedi ad esempio l’ultima sconfitta in Consiglio dei ministri sulla mancata proroga al Superbonus; seguita alla mancata ratifica del Mes […] Tajani ha ancora diversi nodi da sciogliere, non solo legati alle candidature ma anche alla tenuta stessa del partito, gravato da una montagna di debiti, cioè 90 milioni. Soldi che finora aveva garantito proprio il Cavaliere […] La pacchia però pare sia finita e nei giorni scorsi Fi ha messo in chiaro che per correre alle prossime elezioni, regionali comprese, bisogna pagare gli arretrati dovuti e non saranno ammesse deroghe.

 

TAJANI e il nome di berlusconi nel simbolo di forza italia TAJANI e il nome di berlusconi nel simbolo di forza italia

Messi più o meno in sicurezza i conti, il vicepremier deve intanto decidere se candidarsi lui stesso per Bruxelles. […] Un modo per pesarsi con le preferenze […] e che però rappresenta un’arma a doppio taglio. Perché se va bene, uno si rafforza; se va male, su di sé ricade l’onta della sconfitta generale. Poi ci sono le alleanze.

 

Fi farà un accordo con Noi moderati, il piccolo partito sempre collegato al Ppe e guidato da Maurizio Lupi? […] i centristi possono valere un 1-2 per cento. E con Alternativa popolare del vulcanico sindaco di Terni Stefano Bandecchi? Su al nord, in Trentino Alto- Adige, si ripeterà lo schema dell’apparentamento con il Südtiroler Volkspartei? Nel 2019 Fi prese l’8,8 per cento eleggendo sei persone, mentre la media dei sondaggi dà oggi gli azzurri al 7,1 per cento. Basta appunto un due per cento di più o di meno per parlare di fallimento oppure di successo.

antonio tajani giorgia meloni antonio tajani giorgia meloni

 

Dopodiché tanto dipenderà […] dalle candidature. […] In Lombardia conta sempre di più la appena rientrata Letizia Moratti, che non si candiderà, ma di sicuro farà valere il proprio sistema di relazioni […] la ex sindaca di Milano è anche una super finanziatrice: lei ha versato 35 mila euro nelle casse azzurre il 30 novembre, il figlio Gabriele 50 mila, l’amico Paolo Scaroni 30 mila. Dopotutto il capoluogo lombardo è la vera culla del berlusconismo, tornare a contare nel nord è quasi una scelta obbligata per sopravvivere […]

 

ANTONIO TAJANI LICIA RONZULLI ALESSANDRO CATTANEO SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONI ANTONIO TAJANI LICIA RONZULLI ALESSANDRO CATTANEO SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONI

Il revival forzista potrebbe arricchirsi di un’altra candidatura di peso, l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni. […] Altro rovello, la ricandidatura o meno di Lara Comi, condannata a 4 anni e 2 mesi per la “Mensa dei poveri”. Sono in corsa invece un altro ex presidente di Regione, ma del Piemonte, cioè il già leghista Roberto Cota; si parla di una possibile corsa dell’imprenditore Paolo Damiliano, candidato sindaco del centrodestra a Torino all’ultimo giro; e di Flavio Tosi, anche lui ex Lega, […]

antonio tajani silvio berlusconi convention di forza italia antonio tajani silvio berlusconi convention di forza italia

 

berlusconi tajani 8 berlusconi tajani 8 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/rsquo-rsquo-vita-senza-silvio-forza-italia-bullizzata-meloni-379755.htm

Mladic71

Attacco ucraino su Belgorod, il bilancio aumenta, i morti sono 24

 E' la risposta di Kiev all'ondata di bombardamenti russi degli ultimi due giorni, che hanno ucciso 42 persone 

Belgorod colpita dall 'attacco ucraino © ANSA/AFP 

Il bilancio delle vittime degli attacchi missilistici ucraini di ieri sulla città russa di Belgorod è salito a 24: lo ha reso noto su Telegram il governatore dell'omonima regione, Vyacheslav Gladkov, precisando che sono decedute altre due persone, tra cui un bambino.

Nel complesso i feriti sono 108. 

      "Questo attacco non resterà impunito", ha tuonato il ministero della Difesa russo, secondo cui la contraerea è riuscita a intercettare due missili e "la maggior parte" dei razzi lanciati contro la città vicina al confine ucraino: altrimenti, ha sottolineato, le conseguenze sarebbero state ancora peggiori. E mentre il presidente Vladimir Putin viene "informato" della situazione, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha puntato il dito contro "i Paesi dell'Ue che continuano a fornire armi" all'Ucraina e contro "la Gran Bretagna che, in coordinamento con gli Stati Uniti, incita il regime di Kiev a compiere azioni terroristiche, rendendosi conto che la controffensiva ucraina è fallita". Mosca ha quindi chiesto e ottenuto la convocazione di una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accaduto.

    Un primo lancio di razzi su Belgorod, venerdì sera, aveva causato la morte di un uomo e due bambini e il ferimento di altre quattro persone, secondo quanto aveva fatto sapere il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, aggiungendo che i razzi avevano colpito dieci edifici residenziali e due veicoli. Un nuovo attacco ha poi colpito la città nel pomeriggio di sabato: nelle immagini diffuse dai social si vedono auto in fiamme ed edifici danneggiati, razzi sarebbero caduti vicino a un cinema e anche nei pressi di una pista di pattinaggio aperta al pubblico.

  Le autorità ucraine, come in altre occasioni, non hanno confermato i raid su Belgorod, ma il giorno prima il presidente Volodymyr Zelensky aveva promesso "una risposta" ai 160 missili e droni lanciati da Mosca su tutta l'Ucraina: altre due vittime dell'attacco di venerdì scorso sono state annunciate nelle ultime ore. Il corpo di un'altra persona è stato trovato sotto le macerie a Kiev e uno dei feriti di Dnipro è deceduto in ospedale: il bilancio complessivo del devastante attacco sale così ad almeno 42 morti, di cui 19 nella capitale ucraina (oltre a quello già annunciato dal sindaco Vitaliy Klitschko questa mattina, è stato trovato un altro corpo) e 7 a Dnipro (centro), dove un uomo di 45 anni è deceduto in seguito alle ferite riportate. Klitschko ha decretato un giorno di lutto cittadino per il primo gennaio.

    La Russia sostiene invece di aver attaccato solo infrastrutture militari e che la responsabilità dei morti è da imputare alla difesa aerea ucraina. Ma intanto i bombardamenti non si fermano: tre persone sono rimaste uccise nei raid delle ultime ore sulle regioni di Kherson, Zaporizhizhia e Chernihiv.

   E almeno 26 persone sono rimaste ferite ieri sera in bombardamenti russi su Kharkiv, riferiscono i media locali. Attacchi di droni sulla città ucraina orientale capoluogo dell'omonima regione sono stati segnalati anche questa notte, afferma il sindaco Ihor Terekhov. Tra le persone rimaste ferite ieri ci sono due ragazzi di 14 e 16 anni e un giornalista straniero, secondo le autorità locali. La città è stata attaccata con almeno sei missili, uno dei quali ha colpito un edificio residenziale provocando un incendio. La polizia afferma che sono stati danneggiati 12 condomini, 13 case private, un ospedale, un gasdotto, un asilo e diversi negozi.

Nessuna traccia di un missile russo in Polonia

    L'esercito polacco ha reso noto di non aver trovato elementi riconducibili a un missile russo, dopo aver completato le ricerche scattate in seguito alla recente violazione dello spazio aereo nell'area del voivodato di Lublino.

   In un post su X citato dai media ucraini, il Comando operativo delle Forze armate della Polonia ha spiegato che circa 500 soldati delle sue Forze di difesa territoriali sono stati coinvolti nella perlustrazione del territorio designato. "Il risultato della ricerca è stato negativo. Non è stato trovato nulla che possa minacciare la sicurezza dei residenti. I nostri militari hanno completato il loro lavoro e non pianifichiamo ulteriori perquisizioni", si legge in un comunicato di Varsavia.

   Ieri la Polonia ha chiesto chiarimenti a Mosca su quanto accaduto durante il massiccio attacco russo del 29 dicembre contro l'Ucraina. Convocato al ministero degli Esteri di Varsavia, l'incaricato d'affari Andrei Ordash ha risposto però che "Mosca non darà alcuna spiegazione finché non saranno fornite prove concrete" di un'accusa giudicata "infondata".

   Il diplomatico russo ha quindi ricordato l'incidente del novembre 2022, quando un missile uccise due persone in un villaggio
polacco al confine: "All'epoca cercarono di incolparci per questo incidente, poi si è scoperto che il missile era stato lanciato dall'esercito ucraino".

(ANSA)

Purtin71

 

Killer Khan

 

Killer Khan, pseudonimo di Masashi Ozawa (小沢 正志 Ozawa Masashi?; Tsubame, 6 marzo 1947Tokyo, 29 dicembre 2023), è stato un wrestler giapponese, soprannominato "il gigante della Mongolia", interpretava la gimmick di un gigantesco lottatore heel proveniente dalla Mongolia.

Ha avuto una celebre faida con André the Giant. Secondo la storyline, Khan aveva spezzato una caviglia proprio ad André durante un match disputatosi il 2 maggio 1981 a Rochester, New York. In realtà André si era rotto la caviglia cadendo dal letto la mattina precedente all'incontro.[2] Talvolta, Khan ricorreva alla tecnica detta "Asian Mist" contro gli avversari. 

Killer Khan

 

Killer Khan con il suo manager Freddie Blassie (1982)
NomeMasashi Ozawa
NazionalitàBandiera del Giappone Giappone
Luogo nascitaTsubame, Niigata
6 marzo 1947
Ring nameKiller Khan[1]
Temjin El Mongol[1]
Masashi Ozawa[1]
Altezza dichiarata215 cm
Peso dichiarato165 kg
Debutto1973
Ritiro1987
Progetto Wrestling

 

Carriera

Il personaggio del gigante mongolo interpretato da Ozawa era stato ideato da Karl Gotch. Nel 1979, Ozawa si trasferì in America. L'anno successivo, Khan lottò per la prima volta contro André the Giant in un tag team match per il titolo Georgia Championship Wrestling. In seguito, venne messo sotto contratto dalla World Wrestling Federation, dove ebbe un feud con il WWF Champion Bob Backlund, e con Pedro Morales.

Faida con André the Giant

Il suo avversario "storico" fu però André the Giant. Durante un match disputatosi nel maggio 1981, Khan ruppe una caviglia ad André (kayfabe), precipitandogli addosso dal paletto del ring. In realtà, il gigante francese si era fratturato la caviglia poco tempo prima cadendo dal letto, ma l'incidente venne inglobato in una storyline per aiutare la fama da heel di Khan. Quando André tornò dall'infortunio, lui e Khan si scontrarono in diversi match per tutto l'anno seguente.[3] Nel novembre 1981 a Philadelphia Andre sconfisse Khan in un "Mongolian Stretcher Match".[3] La rivalità venne premiata da Wrestling Observer Newsletter come "Feud of the Year".[4]

Nel 1984 in Canada nella Stampede Wrestling, Killer Khan ebbe una serie di match con Archie "The Stomper" Gouldie.[5] Il 20 gennaio 1984, vinse il titolo Stampede North American Heavyweight Championship battendo Gouldie in uno Street Fight Match.[5] A marzo, perse la cintura contro Dynamite Kid.

Khan fece un breve ritorno in WWF nel 1987, con manager Mr. Fuji,[6] dove ebbe un feud con Outback Jack. In aggiunta, sfidò in qualche house show il WWF Champion Hulk Hogan perdendo regolarmente ogni incontro.[7] Poco tempo dopo si ritirò dal wrestling.

Vita privata

Nel 1994 Khan ha recitato nel ruolo di una guardia del corpo nel film 3 Ninjas Kick Back e nel 2006 ha effettuato un cameo nella serie televisiva giapponese Lion-Maru G; ha gestito un ristorante a Tokyo. È sposato con l'americana Cindy Ozawa, residente negli Stati Uniti, con la quale vive una relazione a distanza in due continenti separati. Ha tre figli: Yukie, Yoshiko e David Masato, tutti residenti negli Stati Uniti.

Personaggio

Mosse finali
Manager

Titoli e riconoscimenti

Note


  • Killer Khan Profile, su onlineworldofwrestling.com, Online World of Wrestling. URL consultato il 18 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2011).
  • ^ Todd, Terry, To The Giant Among Us, su sportsillustrated.cnn.com, Sports Illustrated, 21 dicembre 1981. URL consultato il 15 dicembre 2009.

  • Krugman, Michael. André the Giant: A Legendary Life, p.56–57.

  • Krugman, Michael. André the Giant: A Legendary Life, p.61.

  • Nevada, Vance, Archie "The Stomper" Gouldie, su slam.canoe.ca, SLAM! Wrestling, 11 maggio 2008. URL consultato il 15 dicembre 2009.

    1. Brian Shields e Kevin Sullivan, WWE Encyclopedia, Dorling Kindersley, 2009, p. 172, ISBN 978-0-7566-4190-0.
    2. ^ Ward, Marshall, "Unreleased" Hogan DVD great if not exactly true [collegamento interrotto], su slam.canoe.ca, SLAM! Wrestling, 16 novembre 2009. URL consultato il 15 dicembre 2009.
    3. ^ Killer Khan Profile, su cagematch.net, CageMatch. URL consultato il 18 aprile 2012.
    4. ^ Gary Hart profile, su onlineworldofwrestling.com, Online World of Wrestling. URL consultato il 23 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2012).

    Collegamenti esterni

     

    https://it.wikipedia.org/wiki/Killer_Khan

    Putin71

    Il wrestling piange Killer Khan, il gigante della Mongolia che sfidava Hulk Hogan e André the Giant

     

    E' morto a 76 anni uno dei grandi eroi della Wwe anni 80 e uno dei grandi rivali dei due massimi esponenti della storia dello show

    Giuseppe Di Giovanni

    Si è spento un altro dei grandi eroi della Wwe degli anni 80. Killer Khan è morto all’età di 76 anni a causa della rottura di un’arteria. Il Gigante della Mongolia, soprannome nato dalla sua gimmick in ring, quella di un grosso e brutale guerriero proveniente proprio dalla Mongolia, è noto per grandi rivalità con Pedro Morales, Bob Buckland e più in avanti con André the Giant (con cui fu premiato anche per la faida dell’anno del 1981 dal Wrestling Observer) e Hulk Hogan. 

    il personaggio

    —  

    Masashi Ozawa, vero nome del wrestler, è stato uno dei primi grandi "cattivi" all'interno delle storie degli show Wwe. La sua rivalità con André the Giant nasce nel maggio 1981, dove venne messa in scena la rottura della gamba del gigante francese, attribuita proprio a Killer Khan (in realtà André si era fatto male cadendo dal letto la mattina precedente all'incontro). Con questa rivalità molto accesa, che durò per tutto l'anno, Killer Khan divenne un personaggio sempre più conosciuto e popolare. Riconosciuto come campione anche in altre federazioni, Ozawa ha lavorato anche con Mr. Fuji, uno dei manager più rappresentativi della storia del pro wrestling (è stato per gran parte della sua carriera al fianco di Yokozuna).

    hogan

    —  

    Nella parte finale della sua carriera in Wwe, Killer Khan riuscì a rivaleggiare anche contro The Immortal Hulk Hogan, cercando invano di strappare dalla vita di The Hulkster il titolo di campione assoluto. Per Khan resta il riconoscimento di aver condiviso il ring più volte contro uno dei più grandi di sempre e di aver lasciato un segno importantissimo nella storia del wrestling.

    https://www.gazzetta.it/Sport-Vari/31-12-2023/killer-khan-grande-del-wrestling-morto-a-76-anni.shtml

    Putin71

     

     

    Morto Vladimir Egorov, esponente del partito di Putin: ancora un mistero in Russia

     


    Morto Vladimir Egorov, esponente del partito di Putin: ancora un mistero in Russia
    di Lee Gotti
     

    Vladimir Egorov, esponente del partito Russia Unita, la formazione politica del presidente russo Vladimir Putin, è stato trovato senza vita nel cortile di casa a Tobolsk, nella regione della Siberia. Gli investigatori, intervistati dal Kommersant, hanno dichiarato che non ci sono segni evidenti di violenza sul corpo. Sebbene le cause del decesso di Egorov, 46 anni, debbano ancora essere stabilite dalla polizia, la Duma della città di Tobolsk ha reso noto un necrologio sulla sua pagina social affermando che il politico è deceduto «a seguito di un incidente».

    Egorov era deputato della Duma locale. Nel 2016 era stato condannato per corruzione ma aveva evitato la pena, sostengono le fonti, grazie ai suoi incarichi politici.

    Il canale Telegram non ufficiale Baza, noto per i suoi legami con i servizi di sicurezza russi, ha riferito che il corpo di Egorov è stato ritrovato nel cortile di casa in via Kedrovaya mercoledì. La morte di Egorov si aggiunge alla lista di decessi di figure di spicco russe in circostanze non completamente chiare, includendo diversi uomini d'affari legati alle principali società energetiche del Paese.

     

    Il caso Prigozhin e quello di Cherepennikov

    Tra le vittime di risonanza figura Evgenij Prigozhin, il fondatore e leader della milizia Wagner, precedentemente un fedele alleato del leader russo, almeno fino alla sua decisione di sfidarlo con la "marcia su Mosca" nel giugno 2023. Dopo il fallimento della rivolta e una "fuga" temporanea in Bielorussia, sembrava che un chiarimento con Putin avesse ristabilito la normalità nei loro rapporti. Tuttavia, Prigozhin è deceduto il 23 agosto 2023 in un incidente aereo alquanto sospetto, insieme ad altre persone, tra cui il suo braccio destro alla guida della Wagner, Dmitri Utkin. Prigozhin era noto come il "cuoco di Putin" poiché possedeva diversi ristoranti e una società di catering che aveva organizzato cene a cui Vladimir Putin aveva partecipato insieme a dignitari stranieri.

    Nelle settimane precedenti, nel luglio 2023, si registra un altro decesso sospetto nell'entourage del presidente russo Vladimir Putin. Anton Cherepennikov, a soli 40 anni, è stato trovato morto nel suo ufficio a Mosca. Egli era il capo della più grande azienda informatica russa, la Ics Holding, ed era notoriamente vicino ai servizi di sicurezza del Cremlino. Secondo quanto riferisce il sito Formiche.net, il quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta ha sottolineato che la Ics Holding era stata utilizzata dal Servizio di sicurezza federale russo (Fsb) per la sorveglianza delle attività online dei cittadini.

     

    https://www.leggo.it/schede/vladimir_egorov_putin_morto_russia_oggi_30_12_2023-le_altre_morti_sospette-3-7843723.html

    Putin71

     
     

    Gil de Ferran, morto dopo un infarto in pista l'ex pilota brasiliano: stava correndo insieme al figlio. Aveva 56 anni

     


    Ferran durante la corsa ha accostato dicendo di non sentirsi bene

    Infarto in pista, morto Gil de Ferran: l'ex pilota brasiliano stava correndo insieme al figlio. Aveva 56 anni


    Gil de Ferran, ex pilota brasiliano e vincitore della 500 Miglia di Indianapolis e due titoli IndyCar, è morto a causa di un infarto avvenuto in pista mentre  stava correndo insieme al figlio Luke al Concourse Club, in Florida. A confermare la notizia all'Associated Press sono stati diversi ex compagni di squadra. Ferran durante la corsa ha accostato dicendo di non sentirsi bene. Assistito e portato all'ospedale più vicino è poi deceduto. 

    La carriera

    Con il passaggio alla Penske nel 2000 il pilota conquistò due titoli mondiali, prima di abbandonare la categoria CART a fine 2001. Il 28 ottobre 2000, durante le qualifiche della gara Marlboro 500 disputatesi presso il California Speedway, de Ferran segnò il giro più veloce ad una media record di 388,537 km/h (241.426 mph), si tratta del primato mondiale del giro con la velocità media più elevata mai stabilita in qualsiasi competizioni in circuito chiuso. 

    Nel 2002 avviene il passaggio alla IRL con Penske, ma nella gara sul circuito di Chicago ebbe un brutto incidente dove diede forfait alle ultime gare della stagione. Nel 2003 vince la 500 Miglia di Indianapolis, a fine stagione annuncia il ritiro dalle corse Nel 2005 il brasiliano fu eletto direttore sportivo della BAR, ma lasciò l'incarico a fine 2007. Nel 2008 de Ferran ha invece annunciato la partecipazione del suo team alla American Le Mans Series. Nel 2014 de Ferran partecipa al primo campionato di Formula E. Da luglio 2018 è sportivo della McLaren in Formula 1, sostituendo Éric Boullier. Ha lasciato il team nel 2021.

    https://www.leggo.it/sport/formula1/gil_de_ferran_morto_infarto_chi_e_pilota_oggi_20_12_2023-7843750.html

    Previti71

    sabato 30 dicembre 2023

    È MORTO A ROMA IL GIORNALISTA PAOLO GRALDI: 81 ANNI, EX DIRETTORE DEL “MATTINO” E DEL “MESSAGGERO”

     

    È MORTO A ROMA IL GIORNALISTA PAOLO GRALDI: 81 ANNI, EX DIRETTORE DEL “MATTINO” E DEL “MESSAGGERO”, ERA NATO A BOLOGNA, POI SI ERA TRASFERITO A ROMA PER LAVORARE PRIMA A “PAESE SERA, POI AL “CORRIERE”, DOVE È RIMASTO PER 20 ANNI. POI SBARCA AL “MATTINO”, COME VICE DI SERGIO ZAVOLI, E DIVENTA  DIRETTORE NEL 1994 – NEL 2001 CALTAGIRONE LO CHIAMA AL “MESSAGGERO”...

     

    Da www.adnkronos.com

     

    paolo graldi foto di bacco paolo graldi foto di bacco

    Morto il giornalista Paolo Graldi. Nato a Bologna il 27 maggio 1942, è stato inviato al Corriere della Sera e direttore del Mattino e del Messaggero.

     

    Graldi ha iniziato giovanissimo a scrivere per alcune testate locali, per trasferirsi poi a Roma per lavorare prima con 'Paese Sera', poi con il 'Corriere della Sera' dove resterà per vent’anni. Per il quotidiano di via Solferino è stato cronista giudiziario, poi inviato speciale e da ultimo capo dell’Edizione romana. Da inviato speciale segue tutti i principali fatti di mafia e di terrorismo in Italia e all’estero di quegli anni.

    paolo graldi francesco gaetano caltagirone paolo graldi francesco gaetano caltagirone

     

    Vice direttore con Sergio Zavoli al Mattino di Napoli è nominato direttore dalla Fondazione Banco di Napoli nell’ottobre del ’94 e rimane al timone del quotidiano di via Chiatamone fino al 2001 quando viene chiamato dall’editore Franco Gaetano Caltagirone alla direzione de 'Il Messaggero' per tre anni, per poi nominarlo direttore editoriale. Qui rimane come editorialista del gruppo, scrivendo per il Messaggero, il Mattino e Il Gazzettino di Venezia.

     

    paolo graldi paolo graldi

    Per la Tv ha collaborato a quasi tutte le trasmissioni di Enzo Biagi ed è stato caporedattore con Sergio Zavoli per la realizzazione de 'La notte della Repubblica' e 'Viaggio intorno all’uomo'. Ha firmato per Raiuno l’inchiesta in venti puntate 'Io e il fumo', 'Io e il telefono', 'Io e il Cibo' e numerose inchieste per 'Scatola aperta'. Da cinque anni era presidente della Scuola Superiore di Giornalismo presso la Università Internazionale Luiss di Roma.

    https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/morto-roma-giornalista-paolo-graldi-81-anni-ex-direttore-379660.htm

    Dalema71

     

    venerdì 29 dicembre 2023

    Le onde elettromagnetiche sono pericolose per la salute?

     27 dicembre 2023 - 10:06


    No, nessuna delle ricerche condotte finora lo ha dimostrato 
     
    Rappresentazione artistica di un campo elettromagnetico (fonte: sakkmesterke, iStock) © Ansa 
     

    Cosa verifichiamo
    Gli ultimi decenni hanno visto un aumento senza precedenti di apparecchi e dispositivi che generano campi elettromagnetici. Questa diffusione ha generato preoccupazioni per i possibili rischi per la salute connessi al loro uso. Molti studi sono stati fatti sulla possibilità che l’esposizione a questi campi possa essere dannosa, ma i risultati non indicano un legame fra l'esposizione alle onde elettromagnetiche e problemi di salute.

    Analisi
    Tutti i corpi,  laTerra compresa, emettono onde elettromagnetiche e quindi esiste nell’ambiente una radiazione elettromagnetica di fondo. L’evoluzione tecnologica, però, ha aumentato enormemente le sorgenti artificiali di questo tipo di radiazione: tra le più comuni ci sono i telefoni cellulari, i televisori, i forni a microonde e i radar.
    Le onde elettromagnetiche sono formate dai fotoni, le particelle della luce, e la loro energia è direttamente proporzionale alla frequenza, cioè il numero di oscillazioni delle onde: più alta è la frequenza, maggiore è la quantità di energia di ogni fotone. I campi elettromagnetici si dividono in tre categorie: quelli a frequenza estremamente bassa, fino a 300 hertz, associati soprattutto alle infrastrutture per la produzione e la trasmissione di elettricità come le linee di alta tensione, quelli a frequenza intermedia (dai 300 hertz ai 10 megahertz), emessi ad esempio da schermi di computer e dispositivi anti-taccheggio, e infine i campi a radiofrequenza, quelli che generano più timori, che vanno da 10 megahertz a 300 gigahertz e sono legati a dispostivi come televisori, telefoni cellulari, forni a microonde.

    I campi elettromagnetici a radiofrequenza non possono provocare mutazioni cancerogene, ma possono scaldare i tessuti: l’energia elettromagnetica trasportata dalle onde, infatti, viene assorbita e convertita in calore. Tuttavia, i livelli dei campi ai quali la popolazione è normalmente esposta sono di gran lunga inferiori a quelli necessari per produrre un effetto significativo. Infatti, gli unici studi che hanno riscontrato effetti negativi come l’insorgere di tumori sono quelli che hanno esposto le cavie a livelli massicci, molto lontani da quelli a cui sono esposti normalmente gòli esseri umani.

    Le stazioni radio base per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per la loro capillare diffusione, generano maggiore preoccupazione nella popolazione. Ma il modo in cui queste stazioni irradiano i campi elettromagnetici ed il fatto che la potenza sia limitata per evitare interferenze dei segnali fanno sì che i livelli rimangano molto contenuti. I telefoni cellulari emettono molta meno potenza rispetto alle stazioni radio base, ma dal momento che vengono utilizzati spesso a diretto contatto con l’orecchio quando si effettuano chiamate, il livello di esposizione può essere elevato. Gli studi effettuati finora, però, non hanno mostrato legami significativi tra uso del cellulare e tumori cerebrali.

    Ad esempio, lo studio Interphone ha coinvolto 13 Paesi, Italia compresa, e oltre 10.700 persone, focalizzandosi su due tipologie di tumore cerebrale: il glioma e il meningioma. Tra gli utilizzatori regolari di telefoni cellulari, lo studio non ha riscontrato alcun aumento del rischio di tumori, neppure tra coloro che usavano il telefonino da dieci anni o più, ma è stato rilevato un nesso con una piccolissima percentuale di coloro che facevano un utilizzo improprio e particolarmente intensivo di questi apparecchi. Risultati simili sono stati ottenuti in un ramo dello studio che valutava invece l’associazione con il neurinoma del nervo acustico, un tumore benigno che incide sull’udito.

    Il Danish Cohort Study ha valutato l’incidenza dei tumori in 400.000 possessori di telefonino dal 1982 al 1995 e altrettante persone che non lo possedevano. Lo studio è importante perché fornisce un’indicazione riguardo ai modelli più vecchi, oggi considerati i più a rischio, mentre quelli più moderni espongono a dosi molto basse di onde elettromagnetiche. Lo studio danese non ha trovato correlazioni tra l’uso del cellulare e la comparsa di tumori cerebrali.
    Il Million Women Study, uno dei più grandi studi sulla salute delle donne, ha coinvolto circa 800.000 donne britanniche e ha valutato il rischio di sviluppare un tumore cerebrale in un periodo di sette anni di utilizzo del cellulare. Anche questo studio non ha trovato relazioni di causa-effetto tra tumori e cellulari, tranne che per un possibile legame con il neurinoma dell’acustico.

    Su bambini e giovani tra i 10 ed i 24 anni si è focalizzato lo studio Mobi-Kids, che ha riguardato 14 paesi. Anche in questo caso gli autori hanno concluso che non vi sono prove di una relazione di causa ed effetto tra l’uso del telefono cellulare e l’insorgenza di tumori cerebrali. Altri studi attualmente in corso potrebbero presto aggiungere ulteriori dati utili. Tra questi vi è lo studio Cosmos, che ha preso il via in Europa nel 2010 coinvolgendo circa 250.000 partecipanti: l’obiettivo è valutare gli effetti a lungo termine dell’uso dei cellulari sulla salute, seguendo le persone per un periodo di tempo compreso tra 20 e 30 anni.

    Anche altre ricerche hanno riscontrato che i pazienti che si sono ammalati di tumori al cervello non hanno dichiarato un uso del cellulare più intenso di quelli che non si sono ammalati, non hanno trovato un aumento del rischio legato all'aumento dell'utilizzo del cellulare, fattore che dovrebbe emergere se fosse cancerogeno, e non hanno mostrato un aumento dei tumori dal lato d’uso del cellulare. Nonostante ciò, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni” (gruppo 2B) per quanto riguarda i casi di uso improprio del cellulare. Altre agenzie, come l’Istituto Nazionale americano per il Cancro e la Food and Drug Administration, hanno scelto invece di non classificare i telefoni cellulari tra i potenziali cancerogeni e li considerano sicuri se utilizzati con gli auricolari.

    Conclusione
    Le ricerche condotte finora non hanno mostrato legami significativi tra uso del cellulare e tumori cerebrali. Gli smartphone di moderna concezione sono molto più sicuri di quelli vecchi e, inoltre, l’aumento dei ripetitori sul territorio rende la tecnologia ancora meno rischiosa, dal momento che la quantità di onde elettromagnetiche emesse aumenta quando l’apparecchio fatica a trovare campo. Gli esperti consigliano comunque di prendere qualche precauzione, come evitare di effettuare telefonate per molte ore di seguito tenendo il cellulare a diretto contatto con l’orecchio e preferire l’uso di auricolari.

    Fonti

    The INTERPHONE Study Group, Acoustic neuroma risk in relation to mobile telephone use: Results of the INTERPHONE international case–control study, Cancer EpidemiologyVolume 35, Issue 5, October 2011, Pages 453-464 

    IARC Report to the Union for International Cancer Control (UICC) on the Interphone Study, 2011

    Frei et al, Use of mobile phones and risk of brain tumours: update of Danish cohort study, 2011, British Medical Journal

    Schüz et al, Cellular Telephone Use and the Risk of Brain Tumors: Update of the UK Million Women Study, 2022, Journal of the National Cancer Institute

    Castaño-Vinyals et al, Wireless phone use in childhood and adolescence and neuroepithelial brain tumours: Results from the international MOBI-Kids study, 2022, Environment International

    COSMOS, Cohort Study of Mobile Phone Use and Health:

    S. Parasuraman et al., Smartphone usage and Increased Risk of Mobile Phone Addiction: A Concurrent Study, International Journal of Pharmaceutical Investigation, 2017, 7, 3, 125-131

    Istituto Superiore di Sanità, Epicentro, Campi elettromagnetici

    Airc, L'uso dei cellulari può causare un tumore al cervello?

    Airc, È vero che i campi elettromagnetici aumentano la probabilità che insorga il cancro?

     
    ((ANSA)
     
    Mucci71
     

    “SE GIULIA CECCHETTIN È MORTA, TUTTE SIAMO A RISCHIO E SE SIAMO SALVE È PER CASO O FORTUNA”

     

    QUALCUNO FERMI QUESTO DELIRIO! - LA TRECCANI SCEGLIE “FEMMINICIDIO” COME PAROLA DEL 2023 E CHIARA VALERIO ESONDA: “SE GIULIA CECCHETTIN È MORTA, TUTTE SIAMO A RISCHIO E SE SIAMO SALVE È PER CASO O FORTUNA” - UN FANATISMO RIDICOLO CHE FA PASSARE TUTTI GLI UOMINI PER POTENZIALI ASSASSINI - UNA FALSITA’ IDEOLOGICA PER TRASFORMARE LE DONNE IN “VITTIME”. E COME SCRISSE IL CRITICO DANIELE GIGLIOLI “ESSERE VITTIME DÀ PRESTIGIO, IMPONE ASCOLTO, PROMUOVE RICONOSCIMENTO. COME POTREBBE LA VITTIMA RESPONSABILE DI QUALCOSA?”

     

    Estratto dell’articolo di Chiara Valerio per “la Repubblica”

     

    chiara valerio 5 chiara valerio 5

    La parola del 2023 secondo Treccani è femminicidio. […] Il femminicidio non è questione astratta, è la pratica attraverso la quale il sistema che chiamiamo società civile ed è formato e sostenuto da uomini e donne punisce i deboli, gli irregolari, i non conformi. Dove debole, irregolare e non conforme significa il contrario di maschio bianco eterosessuale. E dove il debole, irregolare e non conforme più diffuso è la donna.

     

    Le vittime concrete di questa pratica sono dunque le donne che, dall’inizio dell’anno 2023 e, direi, del tempo, vengono uccise, le vittime astratte di questa pratica siamo noi. Tutti noi. Con un problema che, nel nostro essere vittime astratte sottovalutiamo — i maschi bianchi eterosessuali, fuori e dentro di noi, di più, ma dicono “non si può dire niente/non si può fare niente” — e, con questa sottovalutazione, contribuiamo al fatto che i femminicidi crescano quasi indisturbati, le misure, già lasche, si rivelino prima inefficaci e poi inutili.

     

    giulia cecchettin filippo turetta giulia cecchettin filippo turetta

    Elena Cecchettin, dal giorno in cui è morta sua sorella Giulia, ribadisce col corpo e le parole che se è successo a Giulia, può succedere a tutte. Se Giulia Cecchettin è morta, tutte siamo a rischio e se siamo salve è per caso o fortuna, per una serie ininterrotta di gesti riusciti. Se caso e fortuna sono dirimenti allora la società che abbiamo costruito deve essere ripensata.

     

    Nell’anno 2014, Daniele Giglioli, studioso e critico, pubblicava per i tipi nottetempo Critica della vittima. Un esperimento con l’etica che cominciava così: “La vittima è l’eroe del nostro tempo. Essere vittime dà prestigio, impone ascolto, promette e promuove riconoscimento, attiva un potente generatore di identità, diritto, autostima... Come potrebbe la vittima essere colpevole, e anzi responsabile di qualcosa? Non ha fatto, le è stato fatto. Non agisce, patisce... Non siamo ciò che facciamo, ma ciò che abbiamo subìto, ciò che possiamo perdere, ciò che ci hanno tolto”. […]

    chiara valerio 2 chiara valerio 2 elena giulia gino cecchettin elena giulia gino cecchettin chiara valerio 6 chiara valerio 6

     

    https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/qualcuno-fermi-questo-delirio-treccani-sceglie-379548.htm

     

     

     

     

    Mucci71

     

    IL GOVERNO DEI “CONIGLI”

     

    IL GOVERNO DEI “CONIGLI” – FRANCESCO MERLO SI CUCINA GIORGETTI E TAJANI: “VORREBBERO COMBATTERE LE PAZZIE EVERSIVE DI MELONI E SALVINI, MA NON NE HANNO IL CORAGGIO. ESIBISCONO LA FACCIA GENTILE, AFFIDABILE E RASSICURANTE CHE A VOLTE RIESCE A FAR PENSARE ALLA SAGGEZZA DELLO STATISTA, MA PIÙ SPESSO ALLA PRUDENZA DEL CONIGLIO. DA QUELLO IN UMIDO, COME SI SA, VIENE FUORI UN PROFUMO SQUISITO CHE, NEL SILENZIO, ‘FA PENSARE CHE IL CONIGLIO, DANDO UN’ULTIMA PROVA DELLA SUA INNATA GENTILEZZA, SI STIA CUCINANDO DA SOLO’”

     

    FRANCESCO MERLO FRANCESCO MERLO

    Da “Posta e Risposta” – “la Repubblica”

     

    Caro Merlo, almeno uno, Giorgetti, sembrava presentabile, draghiano, affidabile e invece ci viene a raccontare che non aveva mai detto che avrebbe firmato per il Mes. Io credo che Giorgetti sia della stessa stoffa dei Tajani, modesta classe politica che eccelle nelle sabbie mobili dove tutto si digerisce.

    Ugo Locatelli — Bergamo

     

    Risposta di Francesco Merlo:

    GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI

    È vero. Giorgetti e Tajani vorrebbero entrambi combattere le pazzie eversive di Meloni e Salvini, ma non ne hanno mai davvero il coraggio. Come Giorgetti si logora nell’interpretare la Lega che vuole liberarsi della Lega, cosi Tajani si consuma nel tenersi fuori dall’estremismo standoci dentro.

     

    E i due esibiscono la faccia gentile, affidabile e rassicurante che a volte riesce a far pensare alla saggezza dello statista, ma più spesso alla prudenza del coniglio. Da quello in umido, come si sa, viene fuori un profumo squisito che, nel silenzio, “fa pensare che il coniglio, dando un’ultima prova della sua innata gentilezza, si stia cucinando da solo”.

    giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI  

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/governo-ldquo-conigli-rdquo-ndash-francesco-merlo-si-cucina-379544.htm

    Mladic71

     

    QUANTO È CAGIONEVOLE LA SORA GIORGIA – LA DUCETTA HA SALTATO SEI IMPEGNI ISTITUZIONALI IN UN ANNO

     

    QUANTO È CAGIONEVOLE LA SORA GIORGIA – LA DUCETTA HA SALTATO SEI IMPEGNI ISTITUZIONALI IN UN ANNO - UN CASO UNICO NEL SUO GENERE: DALLA FEBBRE DELLO SCORSO ANNO ALLA SINDROME "OTOLITICA" DI QUESTI GIORNI, CHE L'HA COSTRETTA A STARE DUE GIORNI AL BUIO, A LETTO - DI SOLITO I LEADER SI IMBOTTISCONO DI FARMACI PER NON SALTARE GLI APPUNTAMENTI PUBBLICI. E INVECE LA PREMIER, CHE PURE È ANDATA ALLA RECITA DELLA FIGLIA E A MILANO A CASA GIAMBRUNO PER NATALE, PREFERISCE DISERTARE – IN AMERICA, PER MOLTO MENO, DA MESI VA AVANTI IL DIBATTITO SULL’OPPORTUNITÀ DELLA RICANDIDATURA DI JOE BIDEN...

     

    Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

     

    GIORGIA MELONI ALLA RECITA NATALE DELLA FIGLIA GIORGIA MELONI ALLA RECITA NATALE DELLA FIGLIA

    E uno, e due, e tre, e quattro, e cinque, e sei. I casi di impegni annullati per motivi di salute da parte di Giorgia Meloni da quando è diventata presidente del Consiglio rischiano di diventare un caso a sé. Non ovviamente perché ammalarsi sia una colpa, ma perché la piena integrità fisica è fondamentale per guidare un Paese e non a caso, ad esempio, negli Stati Uniti da mesi ormai va avanti il dibattito pubblico attorno allo stato di salute di Joe Biden e all’opportunità di una sua ricandidatura per i democratici.

     

    Comunque, mercoledì sera un otorino ha visitata Meloni a casa, le ha diagnosticato la “sindrome otolitica” eseguendo “la manovra” per risolvere la situazione. Ora la premier è «già in via di miglioramento » e «con il collare è riuscita ad alzarsi e a parlare al telefono », dopo essere stata a letto e al buio per due giorni, sono le notizie diramate dal suo staff. […]

     

    giorgia meloni prende una pasticca per il mal di gola giorgia meloni prende una pasticca per il mal di gola

    La conferenza stampa di fine anno è stata quindi rimandata, per la seconda volta, al 4 gennaio.  […] Dopodiché la lista di eventi, vertici internazionali e via discorrendo saltati da Meloni comincia ad essere ben più di un fattore sporadico.

     

    Nel libro- intervista La versione di Giorgia (Rizzoli), […] Alessandro Sallusti […] fa un riferimento proprio alla salute cagionevole della presidente del Consiglio.

     

    Nel suo prologo racconta di «quel pomeriggio, vigilia di Natale» del 2022, «Meloni è febbricitante come milioni di italiani, cosa che lei, a differenza dei più, non potendosi fermare neppure un minuto, si trascinerà per mesi nonostante gli antibiotici e complice qualche sigaretta di troppo». In realtà era già accaduto che a inizio di quel dicembre Meloni avesse disdetto la propria presenza ad Alicante, al vertice Eu Med 9, «a causa di uno stato influenzale».

     

    GIORGIA MELONI CON IL MAL DI GOLA AD ATREJU GIORGIA MELONI CON IL MAL DI GOLA AD ATREJU

    Al suo posto era andato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Poi la leader del centrodestra aveva scherzato: siccome a Sant’Ambrogio era stata alla Prima della Scala con un vestito scollato s’era beccata il malanno («non ho più l’età per indossare un vestito con le spalle nude»). E qui si torna ai giorni a cui fa riferimento Sallusti: il 21 dicembre Meloni è attesa negli studi di Porta a Porta .

     

    E ha in agenda anche un Consiglio dei ministri. La riunione di governo è presieduta invece dall’altro vice, Matteo Salvini; la puntata della trasmissione di Bruno Vespa viene rimandata per «un’indisposizione». Ora, in genere è assai raro che, a parte per il Covid che costringeva all’isolamento […], i capi di Stato o di governo si assentino ad appuntamenti pubblici, anche a costo di arrivare agli appuntamenti imbottiti di farmaci. Ma comunque andò così anche a metà febbraio di quest’anno.

    GIORGIA MELONI FUMA GIORGIA MELONI FUMA

     

    Niente cerimonia per l’anniversario dei Patti Lateranensi il 14 febbraio, poi Meloni sembra riprendersi, invece no: niente incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola che era arrivata in Italia apposta, niente da fare per la partecipazione alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza. «Impegni annullati per l’intera settimana» a causa di uno «stato influenzale».

     

    LA VERSIONE DI GIORGIA - ALESSANDRO SALLUSTI INTERVISTA GIORGIA MELONI - ED RIZZOLI LA VERSIONE DI GIORGIA - ALESSANDRO SALLUSTI INTERVISTA GIORGIA MELONI - ED RIZZOLI

    Quando poi il 21 febbraio la premier arriva in Polonia e incontra l’omologo Mateusz Morawiecki in conferenza stampa è costretta a interrompersi due volte per la forte tosse. «Ho avuto l’influenza, siamo umani», dice in quel frangente. Poi eccoci a novembre, il 20: «Il Presidente della Repubblica ha rinviato a successiva data la riunione del Consiglio Supremo di Difesa […] a causa di una lieve influenza del presidente del Consiglio».

     

    Disdetta la firma di un altro protocollo il giorno seguente, con la Regione Lazio. Passa un mese esatto, siamo al 19 dicembre: impegni annullati. Stessa cosa il 20, niente scambio degli auguri di fine anno al Quirinale con Mattarella e rimandata la conferenza stampa del 21. In mezzo a tutto questo ci sarebbero le indiscrezioni di Dagospia , con la premier invece intravista alla recita a scuola della figlia e che poi passa il Natale con gli ex suoceri a Milano. Siamo infine al 27, ieri l’altro, quando «a causa della recrudescenza dello stato influenzale » risalta il domande e risposte con i giornalisti.

     

    gli auguri di natale di giorgia meloni con la figlia ginevra gli auguri di natale di giorgia meloni con la figlia ginevra

    Nel mezzo le speculazioni, anche se nessuno per ora ha voluto farlo in chiaro, si sprecano: troppo stress, troppa pressione, la difficoltà di bilanciare il ruolo pubblico con quello privato, l’influenza come risposta del corpo e della mente a un peso faticoso da gestire. Davvero sì, tutto molto umano. In Nuova Zelanda giusto un anno fa la premier Jacinda Ardern annunciò le proprie dimissioni: «Ho finito le energie». Non sarà certo il caso di Meloni, tempra coriacea, nonostante l’anno a singhiozzo, come si suol dire in questo periodo, andrà meglio nel 2024.

    DECIMA MES - MEME BY EMILIANO CARLI DECIMA MES - MEME BY EMILIANO CARLI GIORGIA MELONI - EUROPA GIORGIA MELONI - EUROPA GIORGIA MELONI A LETTO CON L INFLUENZA - FOTOMONTAGGIO BY DAGOSPIA GIORGIA MELONI A LETTO CON L INFLUENZA - FOTOMONTAGGIO BY DAGOSPIA giorgia meloni e il presepe 4 giorgia meloni e il presepe 4 GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO GIORGIA MELONI RINVIA DI NUOVO LA CONFERENZA STAMPA - VIGNETTA BY NATANGELO GIORGIA MELONI RINVIA DI NUOVO LA CONFERENZA STAMPA - VIGNETTA BY NATANGELO MES KETA - MEME BY EMILIANO CARLI MES KETA - MEME BY EMILIANO CARLI

     

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/quanto-nbsp-cagionevole-sora-giorgia-ndash-nbsp-ducetta-ha-379541.htm

     

     

     

     

    Mladic71