giovedì 31 agosto 2023

GLI OLTRE TRENTA FILM DIRETTI DA MICHEL DEVILLE, SCOMPARSO A 91 ANNI, HANNO IN COMUNE UNA GRAZIA E UNA ELEGANZA DIFFICILMENTE DIMENTICABILI

 

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – PUR DIFFICILE DA ETICHETTARE, GLI OLTRE TRENTA FILM DIRETTI DA MICHEL DEVILLE, SCOMPARSO A 91 ANNI, HANNO IN COMUNE UNA GRAZIA E UNA ELEGANZA DIFFICILMENTE DIMENTICABILI – GRANDE REGISTA DI ATTRICI, FORSE IL PIÙ GRANDE CHE SI SIA VISTO IN FRANCIA, TROVÒ NELLA SCENEGGIATRICE NINA COMPANEZ LA COMPAGNA DI VIAGGIO IDEALE. MA QUESTI FILM NON AVREBBERO AVUTO LO STESSO IMPATTO SENZA QUEL TIPO DI REGIA LEGGERISSIMA, BRILLANTE, CHE FACEVA LA DIFFERENZA… – VIDEO

 

https://youtu.be/6EbLvXgHVDA

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 Marco Giusti per Dagospia

 

Grazia, eleganza. Pur difficile da definire o etichettare, gli oltre trenta film diretti da Michel Deville, scomparso a 91 anni, interpretati dalle più belle donne del cinema francese, Brigitte Bardot, Catherine Deneuve, Anna Karina, Myléne Demongeot, Françoise Fabian, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Emmanuelle Seigneur, hanno in comune una grazia e una eleganza difficilmente dimenticabili. “Il montone infuriato”, “La lettrice”, “La femme en bleu”, “L’orso e la bambola”, “Benjamin o le disavventure di un adolescente” sono tutti film toccati da una grazia particolare.

 

Deville, grande regista di attrici, forse il più grande che si sia visto in Francia, trovò nella sceneggiatrice Nina Companez, che gli scrisse 12 film meravigliosi uno dopo l’altro, dal 1961 di “Ce soir ou jamais” al 1971 di “Raphael ou le debauche”, tutti al femminile, la compagna di viaggio ideale. Ma questi film non avrebbero avuto lo stesso impatto senza quel tipo di regia leggerissima, brillante, che realmente faceva la differenza.

https://youtu.be/RNB_ZJFZpA4

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Ricordo che da ragazzetto impazzii per due suoi film degli anni ’60, neanche considerati il suo top, “Il diavolo sotto le vesti” con Jacques Charrier, Mylène Demongeot, Marie Laforet, e “Il ladro della Gioconda” con George Chakiris, Marina Vlady e Margaret Lee, proprio per come riusciva a muovere le attrici, a farle recitare, a farci innamorare da subito di tutte. Nessun regista italiano o inglese, per quanto superiore, possedeva quel tocco. E non si poteva neanche dire che Deville fosse legato alla Nouvelle Vague o al cinema di papà, benché i suoi film fossero in grande parte ritenuti commerciali.

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Anche quando perderà la preziosa collaborazione di Nina Companez all’inizio degli anni ’70, pur mettendo in piedi film più seriosi, polizieschi o sentimentali che fossero, penso a “La femme en bleu” con Lea Massari e Michel Piccoli a “Il montone infuriato” con Jean-Louis Trintignant, Jean-Pierre Cassel, Romy Schneider, non perderà mai quel magico tocco di regia che lo aveva messo così in luce negli anni ’60 quando tutto il mondo impazziva per Godard, Truffaut, Chabrol. Non era un regista così profondo e autorevole come i grandi nomi della Nouvelle Vague, ma ha lasciati ottimi film che andrebbero rivisti e ha lavorato davvero sui suoi attori.

https://youtu.be/OBRxlWQ_t58

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"Un regista è un manipolatore”, dirà. “Scelgo i miei attori con un amore sconfinato”. Nato nel 1931 a Boulogne -Billancourt, dal 1951 al 1958 diventa assistente di Henri Decoin per ben 12 film, da “Gli amanti di Toledo” con Alida Valli a “La gatta” con Françoise Arnoul, da “Les intregoutes” con Jeanne Moreau a “Lulù tra gli uomini” con Zizi Jeanmaire. Sui set dei film di Decoin, che non era un maestro di cinema, apprende la capacità di trattare con le attrici.

 

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Nel 1958 è regista della seconda unità, e forse qualcosa di più, della versione cinematografica de “Le bourgeois gentilhomme” di e con Jean Meyer, e contemporaneamente firma con Charles Gerard la regia del polar “La venere della gang” con Pierre Vaneck e Mijanou Bardot, la sorellina di Brigitte. Ma si mette davvero in luce solo due anni dopo con “Ce soir ou jamais” cin Anna Karina e Claude Rich, che apre la galleria dei film scritti assieme a Nina Companez, anche lei nata a Boulogne-Billancourt, che fa il suo esordio con lui nel cinema.

https://youtu.be/gPFSBcWauMc

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I loro film sono grandi commedie sentimentali, a volte originali, a volte tratte da romanzi, a volte in costume a volte no, che lasceranno il segno e lanceranno fior di attrici. Ricordiamo “Le bugie nel mio letto” (“Adorable menteuse"), con Marina Vlady e Macha Meril, “L’appartamento delle ragazze” con Mylène Demongeot e Sylva Koscina, “Les petits demoiselles” con Françoise Dorléac, sorella di Catherine Deneuve, e Macha Meril. La Companez scrive pure il curioso “Joe Mitra” (“Lucky Joe”) con Eddie Constantine, “Martin Soldat”, che in Italia diventa “Le armi segrete del generale Fiascone”, con Robert Hirsch, Veronique Vendell, Marlene Jobert, Katia Christine, ancora nel pieno del cinema di coproduzione europea.

 

La vera svolta nel cinema Deville-Companez arriva col successo di pubblico e di critica di “Benjamin o le avventure di un adolescente”, con Pierre Clementi, Catherine Deneuve, che ottiene il Premio Louis Delluc. Sarà un successo anche la commedia “L’orso e la bambola”, dove si incontrano una Brigitte Bardot in versione parigina snob, ricca e capricciosa, e un Jean-Pierre Cassel violoncellista chiuso e timido. Brigitte Bardot dirà che sarà Deville a ricrearle una nuova vita.

https://youtu.be/KXm4spMeXJk

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L’ultimo film che Nina Companez scrive per Deville è “Raphael ou le debauche”, che da noi diventa un terribile “Le notti boccaccesche di un libertino e di una candida prostituta”, con Maurice Ronet, Françoise Fabian, Anne Wiazemsky, Brigitte Fossey. Dal 1973 la Companez proseguirà da regista la via della commedia sentimentale più o meno d’epoca con una ventina di titoli, mentre Deville prenderà una nuova strada, meno leggera, con altri sceneggiatori, che porterà a film come “La femme en bleu” con Lea Massari e Michel Piccoli, “Il montone infuriato”, con Jean-Louis Trintignant, Jean-Pierre Cassel, Romy Schneider, che lo segnaleranno come un vero e proprio autore nel cinema francese del tempo.

 

Avremo ancora titoli come lo spionistico “Dossier 51” con François Marthouret, “Un dolce viaggio” con Dominique Sanda e Geraldine Chaplin allora trentenni, “Acque profonde” con Jean-Louis Trintignant e Isabelle Huppert o il bellissimo giallo erotico “Pericolo nella dimora” con Richard Bohringer e Anémone, del quale dirà "Volevo fare un film sull'erotismo, l'erotismo quotidiano, naturale, non perverso".

https://youtu.be/RYFEGfo6-KU

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Troverà nella moglie Rosalinde una nuova collaboratrice alle sceneggiatura con la quale scriverà i suoi ultimi film, “La divine poursuite” con Emmanuel Seigneur, Elodie Bouchez, fino all’ultimo film, del 2005, “Un fil à la patte” con Emmanuelle Béart e Charles Berling.

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https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/necrologio-giusti-ndash-nbsp-pur-difficile-etichettare-343525.htm

LePen71

 

 

 

 

 

 

SE NE VA A 87 ANNI LA BELLISSIMA MYLENE DEMONGEOT, BIONDA, SEXY, RIVALE DI BRIGITTE BARDOT SULLA SCENA DEL CINEMA EUROPEO DI FINE ANNI '50 E INIZIO ANNI '60

 

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – SE NE VA A 87 ANNI LA BELLISSIMA MYLENE DEMONGEOT, BIONDA, SEXY, RIVALE DI BRIGITTE BARDOT SULLA SCENA DEL CINEMA EUROPEO DI FINE ANNI '50 E INIZIO ANNI '60 – FECE SCANDALO QUANDO PARTÌ PER IL BRASILE PER GIRARE "COPACABANA PALACE" DI STENO CON WALTER CHIARI E SI INNAMORÒ PAZZAMENTE DI ANTONIO CARLOS JOBIM E LASCIÒ TUTTO, ANCHE IL MARITO – RIVEDETEVI "UN AMORE A ROMA" DI DINO RISI, DOVE È FANTASTICA – VIDEO

 

https://youtu.be/uchKxNEZkEg

Marco Giusti per Dagospia

 

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«In fondo, quando ci diamo la pena di rifletterci un po', non c'è che l'amore che conta nella vita... il resto non è che vanità ". Se ne va la bellissima Mylene Demongeot, 87 anni, bionda, sexy, rivale di Brigitte Bardot sulla scena del cinema europeo di fine anni '50 inizio anni '60. Il pubblico francese la adorava come la Laurette della serie di "Fantomas" diretta da André Hunnebelle con Jean Marais e Louis De Funes, Dino Risi la volle protagonista del complesso, non fortunato "Un amore a Roma", scritto da Ennio Flaiano, che lo vedeva cime una sorta di anti-dolce vita. Di grande riscatto. E non lo fu.

 

Nel peplum del tempo fu la coprotagonista di Steve Reeves in "La battaglia di Maratona" di Mario Bava e Jacques Tourneur, stupenda nel suo completino bianco come Andromeda l'amore del forzuto Filippide armato di giavellotto. Divise la scena con i giovani e belli del cinema francese, Delon e Belmondo in "Fatti bella e taci" di Marc Allegret, Jacques Charrier in "Il diavolo sotto le gonne" di Michel Deville, ancora Delon in "Faibles femmes" di Michel Boisrond ancora Bebel in "Un avventuriero a Tahiti" di Jean Becker.

https://youtu.be/4HNYfnx3REg

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Stava bene con tutti, anche se questi ruoli di bella ragazza non le piacevano granché. Fece scandalo quando parti' per il Brasile per girare "Copacabana Palace" di Steno con Walter Chiari e si innamoro" pazzamente di Antonio Carlos Jobim e lascio' tutto, anche il marito, il fotografo Henri Coste, sposato nel 1958, per vivere con lui durante la rivoluzione della Bossa Nova. Del resto aveva già avuto un grande amore giovanile con il mitico Gerard Philippe e aveva oltremodo scatenato i paparazzi a Roma con le sue uscite serali.

 

Nata a Nizza nel 1935, rampolla di una nobile famiglia francese e di mamma ucraina, si era spostata presto a Parigi, dove aveva studiato piano e aveva fatto la modella per esordire nel cinema nel 1953 adocchiata da Leonid Moguy in "I figli dell'amore" per proseguire poi come modella. La ritroviamo presto nel più forte "Le vergini di Salem" di Raymond Rouleau, tratto da "Il crogiuolo" di Henry Miller. Lo stesso regista la volle a teatro in "Virage dangereux".

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Bellissima la ritroviamo in "Bonjour tristesse" di Otto Preminger, che fu il suo lancio americano, dove però la star è Jean Seberg e nel folle western di Roy Ward Baker "Il coraggio e la sfida", girato in Almeria, con Dirk Bogarde pistolero nerovestito francamente molto poco interessato alle donne. Si trova più a suo agio in Italia tra i peplum, "Il ratto delle sabine" di Richard Pottier con Roger Moore, "Oro per i cesari" di André De Toth, e i film d'autore, "La notte brava" di Mauro Bolognini.

 

Il Brasile e Jobim le resteranno nel cuore anche se ritornerà in Francia sposando nel 1968 il regista Marc Simenon, figlio del celebre romanziere, un matrimonio che durerà fino alla morte improvvisa di lui nel 1999. Tra film e TV seguitera' a lavorare, per ottenere ben due nomination ai Cesars con "36 Quai des Orfevres" e "La Californie". Ma rivedetevi "Un amore a Roma" di Dino Risi dove è fantastica.

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https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/necrologio-giusti-ndash-se-ne-va-87-anni-bellissima-mylene-334440.htm

 

 

 

CALCIATORI? DA SEMPRE MERCENARI

 

CALCIATORI? DA SEMPRE MERCENARI - QUELLI CHE ACCETTANO LE OFFERTE DA CAPOGIRO DELLA "SAUDI PRO LEAGUE" NON SONO MOLTO DIVERSI DAI CAMPIONI CHE NEGLI ANNI '70 VOLAVANO NEGLI STATES, COME PELE' E CHINAGLIA, O QUELLI CHE 7-8 ANNI FA SI FECERO SEDURRE DALLE RICCHE OFFERTE DALLA CINA - D'ALTRONDE E' IL LORO LAVORO: GUADAGNARE MEGLIO POSSIBILE - ANDREBBE SPIEGATO AI TIFOSI ALLOCCHI CHE ANCORA CREDONO ALLE "BANDIERE" NEL CALCIO O ALL'ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA...

 

cristiano ronaldo cristiano ronaldo

Estratto dell'articolo di Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”

 

Soldi, soldi, soldi. Tanti. Ma soprattutto facili. A tal punto che c’è chi sceglie di mollare una carriera vera, nel calcio che conta, nel pieno dell’età e della forma, pur di andare ad arricchirsi in posti lontani, in campionati minori. Mercenari? Forse, ma non scandalizziamoci, please , anche perché è sempre successo: perfino il grande Pelé, già nel 1975, ma a 35 anni, volò a New York per i dollari del soccer made in Usa.

 

Doveva essere l’alba del calcio americano, invece restò un’illusione, come spesso avviene.

marcelo brozovic marcelo brozovic

Vedi la Cina, dove la bolla del pallone di sette-otto anni fa è scoppiata dopo che il governo di Xi Jinping ha cambiato strategie. […]

 

Anche qui alla base di tutto c’è una questione geopolitica, col governo di Riad che punta forte sul calcio (e sull’organizzazione del Mondiale 2030 o 2034) per rifarsi un’immagine globale. Business e pallone. Cristiano Ronaldo è stato solo l’inizio: Benzema a 35 anni ha lasciato il Real Madrid, […]Più discutibile (e preoccupante) è però la scelta dell’ormai ex laziale Milinkovic, che a 28 anni anziché firmare per una big europea ha detto sì all’Al-Hilal per 20 milioni a stagione […]

 

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Come lui, l’ex napoletano Koulibaly, 32 anni: accolto come una rockstar, rischia però di aver chiuso in anticipo la carriera. Sempre che l’emergente Saudi Pro League non diventi davvero un torneo paragonabile alla Premier, come sperano laggiù. Possibile? Doping finanziario Una cosa è certa: lo shopping del fondo sovrano Pif nella nostra serie A fa paura. E giustamente il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini, ha parlato di «doping finanziario». Brozovic ha salutato l’Inter a 30 anni e per 25 milioni l’anno. Una fortuna.

 

Molti meno ne incasserà Cordaz, terzo portiere nerazzurro, che a 40 anni va all’Al Nassr.

Storia significativa, la sua. Perché non solo i big, ma anche le riserve, ora sognano uno stipendio da star: per lui un milione di euro. […]

 

 

 

 

karim benzema karim benzema

 

 

 

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https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/calciatori-sempre-mercenari-nbsp-quelli-che-accettano-offerte-361203.htm

Previti71

 

GLI INQUIETANTI METODI DI SCIENTOLOGY

 

GLI INQUIETANTI METODI DI SCIENTOLOGY, LA SETTA INVENTATA DA UN AFFABULATORE CHE VOLEVA FARE SOLDI E CHE SI IMBOTTIVA DI PSICOFARMACI PUR ODIANDO GLI PSICHIATRI - GLI ADEPTI DEVONO SOTTOPORSI AI COSIDDETTI “AUDIT”, TRAMITE UNA SPECIE DI MACCHINA DELLA VERITà - SOLO CHI SBORSA CIFRE RECORD HA DIRITTO ALLA ‘’CONOSCENZA’’ - DALL’ESORDIO ALL’ADDIO A NICOLE, ECCO I SEGRETI DI TOM CRUISE…

1 - I PADRONI DELL'ANIMA...
Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

Fu da quel torbido brodo primordiale che cominciò a bollire furiosamente negli anni ‘40 e ‘50, miscuglio fetido di terrori nucleari, di delusioni religiose, di paura, di minaccia rossa, di fantascienza grossolana, di psicoterapia da settimanali patinati, che il serpente di una strana setta chiamata "Scientology" sgusciò fuori per cominciare il suo viaggio nel mondo.

STEMMA DI SCIENTOLOGY jpegSTEMMA DI SCIENTOLOGY jpeg Martin Solomon James KaliardosMartin Solomon James Kaliardos

Lo creò dal nulla, come un dio che desse anima al fango del proprio tempo, uno scrittore di «pulp sci-fi», di romanzetti di fantascienza, chiamato Lafayette Ron Hubbard, figlio delle Grandi Praterie del Nebraska, ex ufficiale di Marina, fuoricorso senza laurea, magnifico imbonitore. Una vita da venditore di auto usate, da commesso viaggiatore o da scrittore di paperback da edicole delle stazioni si trasformò in un culto che 60 anni dopo avrebbe generato scontri diplomatici fra governi, cataste di querele e di azioni legali, conversioni di stelle del cinema.

E, soprattutto, miliardi. Fu la pubblicazione di un libro di "self help", di fai da te nel 1950 intitolato "Dianetics", dal greco "dia", attraverso, e "nous", intelletto a trasformare la sua vita e quelle di centinaia di migliaia di persone. Pasticcio di psicoanalisi, filosofie orientali, tecnologia, il saggio di Hubbard prometteva di purgare l'anima e la mente da ogni turbamento e di curare, come bonus, una lunga serie di malanni fisici, allergie, ulcere, difetti della vista, perversioni sessuali, emicranie, infertilità, ansie, disturbi gastrointestinali e patologie coronariche.

Erano, gli anni ‘50, l'epoca d'oro della spiritualità e dello "psychobabble", le chiacchiere pseudofreudiane fatte in casa, ma Hubbard, che qualche tempo prima aveva intuito che «non si fanno soldi scrivendo libri per un centesimo a parola, ma creando nuove religioni » tentò invano di trovare qualche accreditamento scientifico alle sue teorie.
Gli bastò poco tempo, due anni appena, per capire che il suo futuro non sarebbe stato nella pseudoscienza da ciarlatano, ma nella religione, dove la fede non richiede prove sperimentali, ma soltanto la disponibilità dei credenti.

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Si premurò di denunciare la prima moglie (ne avrà tre) come comunista e agente sovietica ai cacciatori di streghe rosse, la commissione McCarthy, per liberarsene acquisendo una patente di combattente per la libertà e insieme un divorzio. Nel 1953 creò la Church of Scientology, incorporando anche la croce cristiana nel proprio marchio e il riconoscimento di un generico "Essere Supremo", per darsi qualche rispettabilità tradizionale. E per garantirsi che, attraverso la metamorfosi religiosa, l'Irs, il fisco americano che cominciava a mordergli le caviglie e avrebbe continuato da allora a farlo periodicamente, gli riconoscesse l'esenzione fiscale garantita a tutte le chiese, non importa quale dottrina o dio venerino.

Ma se l'evoluzione della CoS, come ora si chiama abbreviando il nome nel solito acronimo, da organizzazione creata attorno agli scritti del logorroico Hubbard
- avrebbe lasciato alla morte nel 1986, 450 mila pagine di materiale vario - a setta religiosa è lineare e comprensibile, quando ci si addentra nel labirinto di credenze, pratiche, dogmi, gerarchie e tecniche si è assaliti dalla vertigine.

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Posto che a noi infedeli chiamati "pre clear", quelli prima della chiarezza, e ai semplici "clear", i catecumeni, i Misteri della Fede sono taciuti e soltanto a chi paga fortune come i Tom Cruise e i John Travolta avanza nel livello di iniziazione, quello che si conosce pubblicamente basta per dare brividi. Noi umani siamo oppressi e tormentati da spiriti invisibili, i "tethans", che arrivarono sul nostro Pianeta 75 milioni di anni or sono. Xenu, il dittatore dell'universo, trasportò tutti gli abitanti dei pianeti della Galassia, ormai sovrappopolata, proprio qui da noi, sulla Terra.

Li raccolse attorno ai vulcani nei quali gettò bombe all'idrogeno, proprio quelle bombe che in quegli anni Usa e Urss avevano prodotto e fatto esplodere, sterminandoli nell'eruzione di lava, polvere e lapilli radioattivi. Ma le loro anime, i "thetans" sopravvissero, appiccicandosi agli umani e poi trasmigrando dall'uno all'altro, con la loro carica negativa e probabilmente un certo rancore per quella mostruosa Piedigrotta nucleare.

Per liberarci dagli influssi negativi dei "thetans", purificare i nostri pensieri, la nostra mente, la nostra vita, l'unica via sono gli "audit", gli accertamenti condotti dai tecnici della setta con le confessioni. Interrogano a fondo l'impuro candidato alla "chiarezza". Lo sottopongono a una rudimentale macchina della verità, un "lie detector" costituito da due cilindretti di metallo impugnati dal penitente che dovrebbero trasmettere impulsi elettrici registrati da un computer e rivelare quali sono le zone buie, i pensieri negativi, i traumi nascosti e quindi estirparli.

Al costo di quattro mila dollari per "audit" (curiosamente, la stessa espressione usata dal Fisco quando va a spulciare nelle tasche dei contribuenti) comincia la purificazione che potrà raggiungere per gradi, versando molti altri soldi, in una crociera sulla grande nave bianca di Scientology, la "Freedom", dove i convertiti cominceranno la scalata verso i misteri e le verità finali. La macchinetta rivelatrice, la E-Meter, è stata più volte testata da esperti dello Fbi, da psichiatri, psicologi, neurologi, e dichiarata completamente inutile.

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Ma fu utile a Hubbard, che in quella astuta combinazione di tecnologia, di fantascienza, di analisi, offrì un cocktail gustoso e appetito soprattutto da alcune stelle del cinema e dello show business, persone deluse da decenni di psicoterapia, corrosi dall'ansia di non essere più nessuno, avidi di ogni promessa di serenità che Scientologia, dagli anni ‘90, cominciò a prendere di mira con il suo "Progetto Celebrità". Avere un Tom Cruise, un John Travolta, uno Isaac Hayes, una Leah Remini, protagonista di famosi show televisivi, tra i convertiti ha garantito alla CoS notorietà e qualche alone di rispettabilità.

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Molti governi, primo fra tutti il governo tedesco sotto la guida del democristiano e cattolicissimo Helmut Kohl, poi quello australiano, quello norvegese, hanno tentato invano di espellere e mettere fuori legge questo culto. Con volumi di testimonianza di ex "scientologi" usciti dal cerchio magico per raccontare lavaggi del cervello, punizioni brutali come quelle riportate dall'attrice anglo-iraniana che fu arruolata e sottoposta ad "audit" per convincerla a sposare Tom Cruise e dunque controllarlo sempre da vicino, le denunce e i processi si sono accumulati. Ma alla fine, e anche in Italia con una sentenza della Corte Costituzionale di dodici anni or sono, la CoS ha sempre vinto le proprie battaglie, riuscendo a farsi riconoscere come religione legittima quanto tutte le altre.

Un'aggressività missionaria e legale che non ha mai esteso il gregge dei fedeli oltre numeri molto piccoli. Otto milioni nel mondo, secondo il successore di Hubbard, David Miscavige, non più di 25 mila secondo il censimento 2010 sulla identificazione religiosa degli americani. Ma la ristrettezza dei numeri non si traduce in ristrettezze finanziarie per "Scientology", setacciata anche nel più lungo procedimento mai condotto dal fisco americano, che tentò invano di seguire il percorso dei 200 mila dollari versati da Tom Cruise per accedere al "Livello VIII" dei "Tethan", il massimo, senza successo. Fu allora che si scoprì che il nuovo sommo pontefice, Miscavige, aveva ascoltato e preso in giro con i collaboratori le registrazioni delle "confessioni" dello stesso Cruise, il babbeo
che pagava.

Poiché nessuno ha mai fatto bancarotta in America speculando sulla credulità del pubblico, come già insegnava P. T. Barnum, Scientology sopravviverà alle denunce degli apostati, ai processi intentati da genitori disperati di giovani plagiati, alle accuse di psichiatri e psicologi - i mortali nemici - che spesso devono raccogliere con il cucchiaio pazienti con la mente sconvolta dalle tecniche brutali di lavaggio del cervello.

Qualcosa, in quelle macchinette per purificare lo spirito e il cervello non deve funzionare bene, se il primogenito del fondatore Hubbard si tolse la vita e il secondo figlio fuggì di casa cambiando nome per sfuggire al padre. Anche nel sangue di Hubbard, quando gli fu fatta l'autopsia, furono trovati psicofarmaci, del tipo ordinato proprio dai detestati psichiatri. Xenu, il crudele tiranno galattico, la versione termonucleare del demonio, è sempre in
agguato.

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2 - DALL'ESORDIO ALL'ADDIO A NICOLE ECCO I SEGRETI DI TOM CRUISE...
Janet Reitman

UNA RECLUTA INSOLITA
Tom Cruise, che entrò in Scientology nel 1986, fu una recluta insolita. A 24 anni non era certamente ambizioso e insicuro, due delle qualità con cui era stato definito John Travolta quando entrò nella chiesa nel 1974. Al contrario, Cruise era già una star, fresco del successo di Top Gun e destinato a diventare uno dei più profittevoli divi di Hollywood.

IN CERCA DI FEDE
In privato, comunque, Cruise era alla ricerca di sé. Devoto cattolico per la maggior parte della sua vita, aveva vissuto un'infanzia itinerante e a volte quasi misera, spostandosi frequentemente con la madre e le tre sorelle dopo che i genitori avevano divorziato quando lui aveva 12 anni (...). La co-star di Cruise in Rain Man, Dustin Hoffman, ricordò in seguito che l'attore odiava restare solo: «Credo che desiderasse disperatamente una famiglia».

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PER MEZZO DI MIMÌ
Cruise trovò la sua famiglia, e molto di più, attraverso Scientology. Fu introdotto nella Chiesa grazie all'attrice Mimì Rogers, che Cruise aveva incontrato nel 1986 e sposato l'anno dopo. Di 5 anni più grande, Rogers era la figlia del responsabile di una delle più potenti missioni della chiesa, Phil Spickler.

CON IL SUO VERO NOME
Cruise, descritto dagli ex impiegati dell'Enhancement Center come un tipo "ipersensibile e molto brillante" era anche profondamente riservato. «Era venuto per risolvere i suoi problemi personali e non voleva che la gente lo venisse a sapere» ricorda un ex responsabile del gruppo di ascolto. Cruise si iscrisse col suo vero nome, Thomas Mapother IV, e per un anno nessuno al di fuori del gruppo di ascolto seppe del suo coinvolgimento.

GALLIANI E PREZIOSI CANTANO INSIEME A FORTE DEI MARMIGALLIANI E PREZIOSI CANTANO INSIEME A FORTE DEI MARMI

LA MANIPOLAZIONE
«Le celebrities, e certamente quelle come Tom Cruise, sono completamente all'oscuro della strategia che è stata messa in atto per arpionarli e controllarle» dice (l'ex adepta,
ndt) Nancy Many. «E la manipolazione è diversa per ognuno. Con Tom Cruise, ecco qui un tizio che doveva calarsi nei panni di un veterano del Vietnam (si preparava a girare "Nato il 4 di luglio", ndt). Pat (la sua guida religiosa, ndt) era un sopravvissuto dell'Offensiva del Tet: chi meglio di lui poteva aiutare Tom ad acquisire i fondamenti del suo cammino?

LA TRAPPOLA
La prima visita di Cruise, nell'estate del 1989, fu preceduta da una pianificazione e una preparazione estenuante. Tutta la base era stata sottoposta a un mini-rifacimento: gli edifici ridipinti, i cespugli potati, le strade ripulite. Gli impiegati, informati del fatto che sarebbe arrivato un "VIP", furono richiamati a comportarsi nel migliore dei modi, astenendosi dal fumare e dall'usare linguaggio scurrile.

L'EROE CHE NON SAPEVA SPARARE
Venne fuori che Cruise, l'eroe dei film d'azione, aveva paura delle armi. Per rimediare al problema, Miscavige (l'attuale capo della chiesa, ndt) ordinò a Fischer (uno degli assistenti, ndt) di rimettere in ordine il poligono dove L. Ron Hubbard si rilassava col tiro a piattello. «Miscavige lo portò laggiù e passarono qualche ora a tirare fino a che Tom non si sentì sempre più a suo agio con le pistole...».

LA DELUSIONE
Cruise aveva ormai raggiunto il livello OT3, il tanto decantato Muro del Fuoco. Per sette anni, aveva aspettato di scoprire le verità nascoste che - gli era stato promesso - avrebbero cambiato la sua vita. Quando le scoprì, ebbe quella reazione che molti ex di Scientology ammettono che non sia proprio così inusuale: «Diede di matto e sbottò con qualcosa del tipo: Ma che cazzo è questa stronzata della fantascienza??» - e decise di fare un passo indietro.

Ron HubbardRon Hubbard

LA SCELTA DI NICOLE
Miscavige era furioso con Nicole Kidman, che riteneva responsabile per il distacco crescente da Scientology. Inizialmente aveva messo da parte il fatto che il padre della Kidman, il dottor Antony Kidman, fosse uno psicologo - lui odiava la psicologia - ma aveva cominciato a preoccuparsi del fatto che Nicole, che aveva rifiutato di salire dal livello OT2 a quello OT3, era rimasta molto legata al padre. E ora lei e Cruise avevano comprato una casa nella sua città natale di Sydney.

L'ULTIMO ATTO
«Miscavige organizzò lo scioglimento del matrimonio di Tom Cruise e Nicole Kidman e il conseguente emergere di Cruise come Il Più Famoso Scientologo del Mondo (...). Kidman non ha mai parlato dei motivi della improvvisa fine del suo matrimonio nel gennaio 2001, subito dopo il decimo anniversario. Ma chi ha lasciato Scientology nei primi anni 2000 ricorda che nella chiesa era risaputo che Nicole Kidman fosse una SP (Suppressive Person, le "personalità antisociali" che secondo la chiesa impediscono la diffusione di Scientology, ndt).

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/inquietanti-metodi-scientology-setta-inventata-affabulatore-43693.htm

 

A DITTA PER CUI LAVORAVANO GLI OPERAI TRAVOLTI DA UN TRENO A BRANDIZZO NON ERA IN REGOLA: LA CERTIFICAZIONE RELATIVA ALLA SICUREZZA SUL LAVORO ERA SCADUTA IL 27 LUGLIO SCORSO

 

ALT: LA DITTA PER CUI LAVORAVANO GLI OPERAI TRAVOLTI DA UN TRENO A BRANDIZZO NON ERA IN REGOLA: LA CERTIFICAZIONE RELATIVA ALLA SICUREZZA SUL LAVORO ERA SCADUTA IL 27 LUGLIO SCORSO – L’INTERVENTO SUI BINARI PROSEGUIVA DA TEMPO, SEMPRE TRA MEZZANOTTE E LE 6 DEL MATTINO, E LA LINEA FERROVIARIA NON È MAI STATA SOSPESA. COSA È ANDATO STORTO LA SCORSA NOTTE? LA SQUADRA NON HA COMUNICATO L'INIZIO DELL'INTERVENTO? - MATTARELLA ALLA STAZIONE DI BRANDIZZO

 

Estratto dell’articolo di Carlotta Rocci per www.repubblica.it

 

SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo 1 SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo 1

Cosa non ha funzionato correttamente nella notte tra mercoledì e giovedì a Brandizzo? Quando un treno regionale in fase di trasferimento da Milano a Torino è passato nella stazione ha travolto cinque operai che erano al lavoro per delle operazioni di sostituzione dei binari.

 

Secondo le prime informazioni raccolte da Repubblica, i lavori proseguivano da giorni, sempre nella fase notturna, dalla mezzanotte alle 6. In questi casi la linea ferroviaria (che non è la linea dell’alta velocità Torino-Milano) non viene sospesa. I casi a cui l’indagine della procura di Ivrea dovrà dare una risposta sono almeno due: gli operai al lavoro non dovevano essere su quel binario? Oppure il treno regionale non doveva passare proprio su quel binario, lasciando così gli operai al lavoro?

 

La certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro mostrata sul sito di Sigifer, l'azienda appaltatrice di Rfi, è scaduta il 27 luglio scorso. Il sito Sigifer contiene i documenti relativi alle certificazioni di "qualità, rispetto ambientale, sicurezza sul lavoro" e, si legge, "aggiorna costantemente i propri certificati, simbolo di qualità, eccellenza e sicurezza".

SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo SERGIO MATTARELLA ALLA STAZIONE DI Brandizzo

 

Una prima certificazione 'UNI ISO 45001:2018' è la numero 29442 rilasciata da una società appartenente alla Cisq, e ha una ultima emissione il 28 luglio del 2020 e una scadenza il 27 luglio 2023. Un secondo certificato, il numero IT-119334, ha eguali date di ultima emissione e di scadenza.

 

Forse si è trattato di un errore di comunicazione tra la squadra sul posto e chi doveva coordinare i lavori sui binari”, ha detto Paolo Bodoni, sindaco di Brandizzo, riferendo le prime versioni raccolte subito dopo l’incidente ferroviario. “È probabile ci sia stato un errore umano”, ha aggiunto il primo cittadino.

treno uccide 5 operai a brandizzo treno uccide 5 operai a brandizzo

 

L’indagine dovrà accertare le responsabilità e il processo decisionale che ha portato ad autorizzare i lavori, svolti dalla ditta Sigifer per Rete Ferroviaria Italiana, oltre alla gestione degli scambi ferroviari che ordinano il traffico in entrata e uscita dalle stazioni.  […]

michael zanera michael zanera

 

"La norma è chiara: non puoi lavorare su un binario se non hai la certificazione che non passa più un treno lungo quella tratta. E un treno è passato, voglio sapere per quale motivo. Anche se ovviamente quelle cinque vite non tornano indietro". Così il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, parlando a margine di una conferenza stampa al Lido di Venezia. […]

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https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/alt-ditta-cui-lavoravano-operai-travolti-treno-brandizzo-365527.htm

 

 

 

 

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