Nel 1959 nasce ad Antigas, in Uruguay, Rubén Walter Paz Márquez. Riprende dopo alcuni decenni di blackout la linea di comunicazione tra il Sudamerica e il Genoa: Franco Scoglio nell’estate del 1989 fa arrivare alla corte di Spinelli (in occasione del ritorno in serie A) tre giocatori uruguagi: il ‘volante central’ José Battle Perdomo Texeira, l’attaccante Carlos Pato Aguilera e il centrocampista della Nazionale uruguayana Rubén Paz, già in forza al Racing di Parigi.
Nel 1977 venne ingaggiato dal Peñarol di Montevideo, dove vinse tre campionati, nel 1981 fu anche capoannoniere. Con la Celeste uruguagia trionfò nella Copa de Oro, torneo internazionale di calcio disputato a Montevideo dal 30 dicembre 1980 al 10 gennaio 1981 tra le nazionali vincitrici – a quella data – del Mondiale.
https://youtu.be/rRRLuT0TCkg
Con l’Uruguay nella Copa de Oro
Tale vetrina favorì il suo passaggio, nel 1982, all’Internacional di Porto Alegre, società in cui gioca sino al 1986, vincendo tre Gauchão, il campionato di calcio dello stato di Rio Grande do Sul, A quel punto “El Cabeza“, come era soprannominato, era ptonto per il gran salto in Europa, che avvenne con il passaggio ai francesi del Racing Parigi, dove c’era anche Enzo Francescoli. Due campionati, poi il ritorno in Sudamerica, questa volta in Argentina, nel Racing Avellaneda, dove ebbe il tempo di vincere la Supercoppa Sudamericana nel 1988, e sempre nello stesso anno la Supercopa Interamericana.Sul piano personale, nel 1988 si aggiudicòpure il titolo di Calciatore sudamericano dell’anno.
Quindi l’Italia, uno cei campionati più importanti al mondo, quindi il Genoa. Paz è un ottimo regista, dotato di un discreto talento ma ormai sul viale del tramonto, anche se a Marassi (e non solo), in più di un’occasione mette in mostra sprazzi di classe vera, Venticinque le sue presenze in quel campionato e una sola rete al suo attivo: a Napoli, il 4 marzo 1990 mette a segno il temporaneo pareggio (Zola segnerà il 2-1 a tempo scaduto). Suo anche il goal d’apertura nell’amichevole contro il Lugano, battuto per 4-0 il 30 marzo seguente allo stadio Carlini.
Pur venendo apprezzato per la capacità di tocco e l’intelligenza
tattica, come ha fatto notare Giovanni Fasani, il calciatore uruguaiano
mancava di quel dinamismo ormai diventato prerogativa del calcio
proiettato verso il nuovo millennio. Al termine del campionato partecipò
alla sfortunata avventura Mondiale di Italia ’90 con l’Uruguay, terminata agli ottavi per mano dell’Italia.
Questo
risultato negativo si abbinò alla cocente delusione di quattro anni
prima in Messico, dove la squadra di Omar Borras fece a dir poco una
figuraccia. Alla luce di questi risultati decise di abbandonare la
nazionale, dopo essere sceso in campo per 45 volte, senza però essere
premiato come avrebbe meritato a livello di risultati. La seconda
negativa esperienza in Europa e la mancata conferma da parte della
squadra rossoblù lo convinsero a ritornare ad Avellaneda, dove la
dirigenza del Racing fu ben contenta di riprenderlo.
https://youtu.be/M5i0OaIj_qM
In azione nel Genoa, contro la Roma
Nel Racing Avellaneda
https://youtu.be/k_CHXu2xjpc
https://ilnobilecalcio.it/2023/04/28/nel-derby-tra-salernitana-e-napoli-larbitro-si-finge-morto/
Previti71
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