ABBIAMO PERSO LA BUSSOLA
– IL LOCALE SIMBOLO DELLA VERSILIA APRE LE PORTE IL 4 GIUGNO 1955 CON
RENATO CAROSONE. POI ARRIVERANNO MINA, CELENTANO, MODUGNO, LOUIS
ARMSTRONG, I PLATTERS, ELLA FITZGERALD, MARLENE DIETRICH, MILES DAVIS… –
È QUI, NELL'ESTATE DEL 1961, CHE NASCE L'AMORE SCANDALOSO TRA STEFANIA
SANDRELLI E GINO PAOLI. ED È SEMPRE QUI CHE, DOPO UN CONCERTO, MOGOL CONSIGLIA A BATTISTI DI NON ESIBIRSI PIU' – LA FEROCE CONTESTAZIONI DEL 1969 ORGANIZZATA DA GIORGIO PIETROSTEFANI (“LOTTA CONTINUA COMINCIÒ LÌ”) – PEPPINO DI CAPRI: “QUANTE SERATE A GIOCARE A RAMINO POKERATO, ARRIVAI A PAGARE..."
1 - C'ERA UNA VOLTA LA BUSSOLA
Paolo Giordano per “il Giornale”
RENATO CAROSONE ALLA BUSSOLA
Basterebbero
già le foto all'ingresso. Mina, Celentano, Ray Charles, Tom Jones. Una
di fianco all'altra. Una più simbolica dell'altra. Quando entri nella
Bussola di Marina di Pietrasanta, passeggiando fino ad arrivare in riva
al mare, entri in un mondo senza tempo. Perché quel tempo, ossia gli
anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, è ormai depositato nella banca dei
nostri ricordi e da lì mica se ne va, anzi.
Oggi
la Bussola è rinata e germoglia un'altra volta per una generazione di
ragazzini che naturalmente non c'erano quando tutto questo è nato, ossia
il 4 giugno 1955. Dice la leggenda che il celebre Sergio Bernardini
avesse avuto come regalo di Natale l'affitto di questo locale dal
proprietario Alpo Benelli e da allora iniziò a costruire un mito. Quella
sera fu Renato Carosone a inaugurare con la sua orchestra (cachet, si
dice, di 1 milione e 600mila lire) quello che alla velocità della luce
sarebbe diventato un tempio della musica, del costume e pure del gossip
italiano. Se eri un cantante, puntavi a esibirti alla Bussola per
diventare una vera star.
bernardini davanti alla bussola
Se
eri un aspirante famoso (oggi si dice influencer), la Bussola era il
tuo crocevia. Se poi di mestiere facevi il paparazzo, beh, come si
faceva a non avere una postazione fissa alla Bussola, dove passava
chiunque «facesse titolo», gli aristocratici, le dive, gli attori, gli
imprenditori rampanti e i rampolli di buona famiglia che trasformavano
l'estate in un set di amori, amorazzi, eccessi, intrighi e passerelle di
abiti nuovi.
TRADIMENTI CELEBRI
Per
capirci, d'estate le pagine dei rotocalchi grondavano di storie uscite
dalla Bussola. Quando finì l'anno di militare, Adriano Celentano scelse
la Bussola per tornare dal vivo con la sua band I Ribelli. Era l'agosto
del 1961, gli italiani si erano ripresi dalla crisi del Dopoguerra e
iniziavano ad andare davvero in vacanza. C'era il «boom», che non era
soltanto un dato economico ma si dimostrava soprattutto uno stato
d'animo. Si respirava la voglia di ripartire, di divertirsi, di
rimediare alle angosce degli ultimi decenni con quella salutare dose di
leggerezza che adesso, nel nostro tempo, abbiamo purtroppo dimenticato
un'altra volta.
MINA BUSSOLADOMANI
Allora
la Bussola diventa un riflettore dell'italianità che dappertutto
rinasce. Nella Roma della Dolce Vita (non quella di oggi cantata da
Fedez) arrivano divi hollywoodiani e paparazzi, a Palazzo Chigi c'è
Amintore Fanfani con quello che sarà il «governo delle convergenze
parallele», a Palazzo Pitti sfila per la prima volta una collezione di
Valentino. Si torna a respirare. Ad agosto i Beatles fanno il loro primo
concerto al Cavern di Liverpool e qui da noi, in Italia, arriva il
primo tormentone, ossia Legata a un granello di sabbia di Nico Fidenco.
Il bello è che tutto sembra inedito.
mina alla bussola
Proprio
in quell'estate del 1961, alla Bussola nasce l'amore tra Stefania
Sandrelli e Gino Paoli, che era sposato con Anna Fabbri: «Mi innamorai
di lui per una canzone» ha detto poco tempo fa questa attrice superba.
In ogni caso, «l'affaire Paoli Sandrelli» diventò di dominio nazionale,
con diluvio di foto e di chiacchiere, di indignazione perché lei era
minorenne e di illazioni sul loro futuro (si lasciarono definitivamente
nel 1968). Di quell'epoca si sente ancora il «profumo» entrando alla
Bussola passando di fianco al bar che precede di pochi passi la
spiaggia. A destra c'è la piscina. Più avanti le tende e le sdraio.
L'atmosfera
è cambiata ma il filo conduttore resta lo stesso di allora, quando «ci
si vestiva bene» per andare alla Bussola e godersi qualcosa di
totalmente unico. Qualche settimana fa, Mario Lavezzi parlando proprio
alla Bussola ha ricordato che, dopo un concerto in questo locale, Mogol
consigliò a Lucio Battisti di rinunciare alle esibizioni dal vivo perché
non era abbastanza empatico con il pubblico. Una decisione che ha
cambiato la musica d'autore italiana.
GOTHA INTERNAZIONALE
STEFANIA SANDRELLI E GINO PAOLI
Anno
dopo anno, alla Bussola arrivano tutti, ma proprio tutti. I cantanti,
da Louis Armstrong a Neil Sedaka, dai Platters a Peppino Di Capri, Don
Marino Barreto jr, Milva, Ella Fitzgerald, Domenico Modugno, Gilbert
Bécaud, Marlene Dietrich, Juliette Greco, Josephine Baker, Wilson
Pickett, Edoardo Vianello, Lola Falana, Miles Davis, Walter Chiari,
Lelio Luttazzi eccetera. E si vedono anche i volti noti, quelli che oggi
si chiamano vip e che facevano a gara per trascorrere una serata
davanti ai fotografi.
Non c'erano i social, c'era la Bussola di Sergio Bernardini.
gino paoli e stefania sandrelli
Pochi
chilometri più avanti, verso Forte dei Marmi, c'era la Capannina, altro
epicentro di vita notturna visto che già nel 1939 ci transitò un
giovanissimo John Fitzgerald Kennedy. Ora, a poche centinaia di metri
dalla Bussola c'è il Twiga, simbolo di una mondanità lontana anni luce
da quella che ha reso celebre (e immortale) la Bussola. E il Bussolotto?
Era un locale collegato alla Bussola, ma dedicato alla musica jazz,
dove, fra gli altri, si esibì diverse volte Romano Mussolini. In
sostanza era un «privè» nel quale si ritrovavano anche personaggi famosi
in cerca di riservatezza.
COSTUME D'ESTATE
MINA LA BUSSOLA
In
poche parole, la Bussola dettava il tempo dello spettacolo e del
costume d'estate. Per capirci, era l'epoca delle vere dive, il momento
nel quale Mina e Ornella Vanoni si contendevano i riflettori. Una
rivalità che Sergio Bernardini, autentico scopritore di Mina ma amico
leale anche della Vanoni, racconta così nel suo libro Non ho mai perso
la bussola, pubblicato da Garzanti nel 1987: «C'è Mina e c'è la Vanoni.
Se Mina è in un modo, Ornella è il suo opposto».
Alla
Bussola, se c'è una, non c'è l'altra. Una volta, Mina ha la febbre alta
e Ornella Vanoni, che è in vacanza a Forte dei Marmi, accetta di
sostituirla. Quasi a fine concerto, tra il pubblico si ritrova proprio
Mina avvolta da una coperta che la applaude persino più degli altri.
Un'altra volta, Ornella Vanoni stupisce davvero tutti. Sergio Bernardini
lo racconta così: «Non capisco davvero perché, al pomeriggio durante le
prove, (lei) si rivolga in continuazione al tecnico delle luci
ricordandogli che, quella sera, ad un certo punto di una canzone il cui
titolo ora mi sfugge (ritengo possa trattarsi di Senza fine) vuole che
lo spot solare la illumini dal basso verso l'alto. Non mi pare una cosa
così importante.
MINA BUSSOLA
Sbaglio,
naturalmente. Lei ha già preparato il suo grande colpo di teatro.
Questo: vestito bianco aderentissimo, espressione del viso da civetta
come mai. S' accende il famoso e richiestissimo riflettore e per la
gente (i maschietti in particolare) c'è Ornella che sotto il vestito non
porta proprio nulla, come direbbero i Vanzina». Immaginatevi che cosa
accadrebbe oggi con gli smartphone e i social a moltiplicare
all'infinito quelle foto galeotte: se ne parlerebbe per giorni.
CAPODANNO «CALDO»
Della
Bussola si parlò molto anche il primo gennaio del 1969 perché nella
notte di Capodanno, quando avrebbero dovuto esibirsi Fred Bongusto e
Shirley Bassey, una violenta contestazione portò anche in questo locale
della Versilia il clima del tempo. Il «Potere Operaio di Pisa» aveva
organizzato una manifestazione contro la sfilata di lusso che si sarebbe
vista alla Bussola dove, tanto per capire, il cenone sarebbe costato
36mila lire, ossia lo stipendio mensile di un operaio.
LA BUSSOLA - MARINA DI PIETRASANTA
Per
convocare la protesta fu lanciato un manifesto preparato da due futuri
dirigenti di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani e Paolo Brogi.
L'obiettivo era chiaro: «Il 31 dicembre faremo la festa ai padroni». Uno
slogan talmente truce che, ha rivelato tanti anni dopo Pietrostefani,
Adriano Sofri lo giudicò «una caduta di stile». Arrivarono migliaia di
persone (tra loro anche Massimo D'Alema), molte con sacchi di vernice
rossa, qualcuno con buste piene di escrementi. Come spesso accadeva, si
unirono i cosiddetti «facinorosi» e qualche gruppetto di neofascisti. La
polizia intervenne. I ragazzi costruirono barricate e poi scapparono in
spiaggia e tra le ville lì intorno. Su di una barricata rimase Soriano
Ceccanti che aveva 16 anni e da allora vive sulla sedia a rotelle
(paradosso burocratico: nel 2013 l'Inps gli ha revocato la pensione
d'invalidità).
adriano celentano ALLA BUSSOLA
«Lotta
Continua cominciò lì» ha riassunto Pietrostefani. La Bussola rimase uno
dei centri nevralgici dell'Italia popolare per tanto tempo pagando,
com' è naturale, un calo di popolarità, qualche cambio di gestione e
persino una chiusura per «rumore molesto».
Adesso
c'è la Bussola 2.0, che è gestita dalla famiglia Angeli e interpreta lo
spirito del tempo ospitando i concerti (straesauriti) di Lazza, Tedua,
Rhove e altri eroi della nuova scena musicale. Ma non solo. Ci sono i
pomeriggi con protagonisti come Mara Venier o Rita Dalla Chiesa e Matteo
Bassetti. E c'è comunque un ritorno a quella riservatezza elegante che è
stata il marchio di fabbrica della Bussola fin da quella prima serata
nel 1955 con Renato Carosone. I tempi sono cambiati. Ma, passando
all'ingresso davanti alle foto di Mina, Celentano e Ray Charles,
l'atmosfera rimane indiscutibilmente la stessa.
2 - "LE NOTTI PASSATE A GIOCARE A CARTE E QUEL DEBITO DA QUATTRO MILIONI"
Paolo Giordano per “il Giornale”
PEPPINO DI CAPRI
Ascoltarlo
è un piacere. Quando canta, si sa, Peppino Di Capri ha un repertorio
come pochi. E, quando parla, ha il garbo senza tempo che rende fascinoso
ogni racconto. Ottantatrè anni e non farli sentire. «La Bussola? Che
tempi quei tempi».
La sua prima volta?
«Nel
1960. Però l'anno prima avevo partecipato al tour Bussola On Stage in
giro per l'Italia con Romano Mussolini, Chet Baker e altri. Ma nel 1960
mi sono esibito proprio alla Bussola con la mia band. Stavamo lì per un
mese, suonando tutta la sera anche se poi a una certa ora arrivava
l'attrazione principale. Quell'anno c'era Caterina Valente. Ma poi ci
furono Ray Charles e altri...».
E Mina?
«Lei era in cartellone nel 1961, era già famosa, aveva cantato Tintarella di Luna e Le mille bolle blu».
LA BUSSOLA ANNI SESSANTA
Come fu il vostro incontro?
«In
realtà la conoscevo già da anni, direi dal 1958. A Ischia io cantavo al
Rangio Fellone, lei al Moresco che era a cento metri. Si chiamava
ancora Baby Gate e andava sul palco con la sua band, I solitari. Eravamo
giovanissimi. Lei era bellissima, molto simpatica e si faceva notare.
Chi finiva prima, andava a prendere l'altro. Quando toccava a me,
prendevo la mia Lambretta, la accendevo e partivo».
Più o meno a che ora?
«Si iniziava alle 22 circa e non si finiva prima delle 3.30 o le 4».
LA BUSSOLA - MARINA DI PIETRASANTA
E poi?
«Andavamo
in giro a svegliare pescatori o cuochi per fare uno spaghetto alle
vongole o un piatto di pesce perché avevamo una fame pazzesca. Lei non
lo può certo sapere, ma i nostri concerti avevano un ritmo frenetico,
mica potevamo mangiare tra una canzone e l'altra. Appena rallentavamo un
po' il ritmo, il proprietario del locale arrivava subito a dire: E
allora? Forza su! Suonate, suonate così la gente balla. Quanti ricordi,
che tempi».
Quindi alla Bussola vi conoscevate già.
«Eccome. Ed eravamo pure in qualche modo concorrenti. Però io alla Bussola credo di esserci andato molte più volte».
peppino di capri 4
Ci fece pure il pranzo di nozze.
«Con
Roberta, la mia prima moglie, mi sposai lì vicino, alla chiesa delle
Focette. L'avevo conosciuta a Ischia, dove la vidi ballare con William
Holden. Lei faceva l'indossatrice».
Oggi si direbbe modella.
«Mi
innamorai subito e le dedicai una canzone. Sergio Bernardini ci offrì
di fare il pranzo di nozze proprio alla Bussola: Ci penso io, tu pensa
ai 200 invitati. Accettammo. Fu un pranzo meraviglioso con tanta gente,
tutti elegantissimi. Gino Paoli arrivò in jeans, ma lui è sempre stato
un tipo strano».
E poi?
«Dopo
aver aperto tutti i regali di nozze, mi accorsi che mancava proprio
quello di Bernardini. Pensai che, come regalo, mi avesse offerto il
pranzo. E invece no».
Niente regalo?
«Anzi,
il direttore della Bussola mi chiese quattro milioni e mezzo di lire di
allora. Io gli dissi: Ma il regalo?. E lui rispose: Quello è già stato
scalato».
Da cosa?
PEPPINO DI CAPRI 2
«Dal debito che avevo scoperto di avere».
Oddio.
«Dopo
i concerti avevamo preso l'abitudine di giocare a carte. Io, Sergio,
Carletto Pirovano il cuoco della Bussola che sapeva preparare piatti
favolosi anche alle quattro di notte, poi Bruno Martino, Fred Bongusto e
altri».
Scusi quale gioco?
«Allora
si chiamava ramino pokerato. Però se vincevo io, Sergio Bernardini
voleva subito la rivincita. Se vinceva lui, segnava subito. Alla fine
dovetti pagare 4 milioni e mezzo per il mio pranzo di nozze, anzi no per
il debito a carte».
gerry bruno peppino di capri
Poi partì per il viaggio?
«Sì ma durò due giorni perché avevo già un concerto fissato al Covo di Nord Est a Santa Margherita Ligure».
C'era la Bussola e c'era il Bussolotto, una sorta di privè con musica più sofisticata.
«Un
anno alla Bussola arrivò Joao Gilberto ma nessuno se lo filò. Allora
Bernardini lo fece suonare al Bussolotto, dove noi andavamo ad ascoltare
i grandissimi Renato Sellani, Romano Mussolini e tutti i jazzisti più
famosi».
C'è una foto in cui lei alla Bussola canta in piedi sopra il pianoforte davanti a una platea di ragazzi che ballano.
«Era l'epoca di Let's twist again e Saint Tropez, erano tutti scatenati».
CHET BAKER ALLA BUSSOLA
Scatenati ma elegantissimi.
«Erano
belli puliti, il look non era certo da rockettari. Alla Bussola
arrivavano persone importanti, tanto per capirci arrivavano anche Gianni
e Umberto Agnelli... L'atmosfera era divertita e scatenata ma c'era un
certo stile, uno stile indimenticabile ma pure irripetibile perché
quell'epoca della Bussola non tornerà più. Adesso è cambiato tutto e si
riparte daccapo».
PEPPINO DI CAPRI peppino di capri foto di bacco peppino di capri al pianoforte foto di bacco LA BUSSOLA - MARINA DI PIETRASANTA LA BUSSOLA - MARINA DI PIETRASANTA LA BUSSOLA - MARINA DI PIETRASANTA LA BUSSOLA - MARINA DI PIETRASANTA
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Costanzo71