lunedì 27 dicembre 2021

La via della luce

 

Ma tu dormi ora ti racconto della luce bianca ero in coma stavo molto male io mi trovavo in un posto,  ero molto sola come in  un limbo, andavo a destra perche' sentivo che mia madre era alla mia destra però non riuscivo a ttovarlo andavo a sinistra li c'era Carlo ma non riuscivo a trovarlo vedevo solo vetri da li non riuscivo ad uscire al che mi fermo e vedo puntini di luce che mi attiravano erano come una calamita non riuscivo a fregarmene la luce era piu' forte di me perche' emanava una sensazione di pace. Una pace che qui non c'e' poi all'improvviso diventa una luce incandescente, la  luce del Signore quella luce mi  è entrata dentro,  nell' anima e ti da una pace che non finisce mai non ha una fine e' eterna e' continua all'infinito e stai bene e Li che a volte vorrei andare li non soffri qui e' un inferno. Mi chiefo per he' Dio mi ha sslvato quale e' il motivo a cosa gli servo qua se poi è successo tutto questo?

Anonimo 

giovedì 23 dicembre 2021

A te e famiglia

 


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Eva Gini

 


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Via col vento

 


Nel 1936 viene pubblicato il romanzo “Via Col Vento” e da subito vengono acquistati i diritti per realizzare il più famoso film della storia del Cinema. Per il ruolo di Rossella si scatena una lotta furibonda fra le divine dello schermo. Katharine Hepburn e Bette Davis fanno di tutto per avere la parte, Paulette Godard sembra essere la prescelta, ma, la sera in cui si gira la scena dell’incendio di Atlanta, appare lei ed è immediatamente chiaro a tutti chi avrà la parte: Vivien Leigh è Rossella O’Hara.

Vecchia Hollywood e dintorni 

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martedì 14 dicembre 2021

Micheal Douglas

 


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Fenix

 


Termini in uso dagli intellettuali di Facebook

 


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Nastassja Kinski

 


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Se lo dice la Bibbia...

 


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I nostri rivoluzionari de sto cazzo li riconosci subito

 



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Maria Fleed e Goldrake in 3D. 🤔

 


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Storia di diamanti, banche, politici e ndrangheta

 


Questa mattina su Il Fatto Quotidiano Nicola Borzi anticipa l’inchiesta di #Report sulla maxi truffa dei diamanti venduti in banca a prezzi gonfiati. 

Le banche vendevano i loro diamanti, agli ignari clienti in base a quale valutazione?  In base a un listino prezzi pubblicato sul Sole24Ore, peccato che non fosse la valutazione quella Rapaport di mercato, ma una valutazione creata ad hoc dalle società che vendevano diamanti: DPI e IDB. 

Le banche hanno venduto diamanti per 1,3 miliardi di euro. Questo meccanismo è durato fino a quando #Report l’ha portato alla luce e ha fatto saltare il Banco. Una testimonianza esclusiva, per la prima volta nella storia parla un whistleblower di banca d'italia. Dalla fonte e grazie ai documenti recuperati, Report ha ricostruito le lacune dell'intero sistema di controllo delle banche.

Ha indagato la procura di Milano e ora 104 tra manager e bancari e banchieri rischiano il processo per truffa e riciclaggio. 


QUESTA SERA A REPORT ORE 21.20 #Rai3 inchiesta di Emanuele Bellano 


#diamanti #maxitruffa #Banche #Report

Sigfrido Ranucci 

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Micheal Owen



Lancio di Beckham sporcato da Veron, Owen riceve e scatta resistendo alla carica di Chamot, poi svernicia Ayala e batte Roa.

Con questo gol fantastico Michael Owen si presenta al mondo nel 1998 ai mondiali di Francia contro gli odiati argentini.

La partita finirà male per gli inglesi, battuti ai rigori nella partita che passò alla storia per l'espulsione di Beckham per reazione sul Cholo Simeone. 

Ma gli inglesi avevano trovato il fuoriclasse che attendevano da tempo. 

Velocità supersonica, tecnica, senso del gol e appena 18 anni. 

In molti iniziarono a vedere in lui il salvatore della Patria, colui che avrebbe riportato l'Inghilterra a vincere la Coppa del Mondo.

Dopo i mondiali del '98 la sua crescita fu esponenziale, in un Liverpool in cui, dalle giovanili, si affacciavano due tipetti come Steven Gerrard e Jamie Carragher. 

La stagione 2000/2001 è l'anno della consacrazione: agli ordini di Houllier, il Liverpool vince cinque coppe( Coppa di Lega, FA Cup, Charity Shield, Coppa Uefa e Supercoppa Europea).

A dicembre 2001 arriva la ciliegina sulla torta: France Football lo nomina miglior giocatore europeo e Owen vince il "Pallone d'oro". 

Sembra solo l'inizio di una folgorante carriera ma il Golden Boy non poteva immaginare quanto sarebbero diventati fragili i suoi muscoli.

Infiniti problemi fisici ne limiteranno il rendimento e la stella di Owen diventerà sempre meno brillante finendo per spegnersi quasi nel disinteresse generale e con sua enorme sofferenza:


“Quando mi sono fatto male per la prima volta gli adduttori, sono finito. Davvero. Ho cambiato il mio modo di giocare, non ero più quello che segnava gol come quello all’Argentina. Saltavo gli avversari, scattavo negli spazi, crossavo. Quello ero io. Ma negli ultimi sei o sette anni della mia carriera mi sono trasformato in quello che riuscivo a essere. Ero terrorizzato dalla possibilità di scattare quando avevo spazio. Sapevo che mi sarei strappato l’adduttore.

E la cosa peggiore è che il mio istinto mi diceva di fare come sempre. Sono nato per essere un calciatore. E invece mi ricordo che quando McManaman prendeva il pallone e poteva lanciarmi in profondità pensavo ‘no, non puoi farlo, ti prego, passala corta.

Ho perso tutto. E per quei sei o sette anni ho odiato il calcio. 

Non vedevo l’ora di ritirarmi, perchè quello che andava in campo non ero io."


Non avrà reso come il devastante avvio di carriera lasciava credere, ma le immagini del giovane Owen che segna a raffica con le sue Umbro restano indimenticabili.


Auguri Michael Owen

My heroes football 

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lunedì 13 dicembre 2021

Catherine Deneuve, 1969 Buon Appetito!



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Ataru uno di noi...!

 



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The patriot...



 



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Sophia Loren "Man of La Mancha", 1972 Buon Pomeriggio!




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Victor Mature & Hedy Lamarr "Samson and Delilah", 1949 Buon Pomeriggio!



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Francesca Bertamini

 


Francesca Bertamini è anestesista. Ha appena raccontato in tivù cose allucinanti. Queste.


“Ho chiamato il padre di un ragazzo trentenne No Vax ricoverato in terapia intensiva e mi ha attaccato, dicendomi che non vuole vaccinare nessuno della sua famiglia e che non dobbiamo azzardarci a vaccinare suo figlio perché non sanno cosa ci sia dentro. Non ha capito che per suo figlio vaccinarsi è tardi, visto che è in terapia intensiva in condizioni gravi”.


“Ce ne sono tanti di trentenni ricoverati che hanno deciso di non vaccinarsi e, dopo essersi presi il virus, sono da noi in rianimazione anziché al bar a prendersi uno spritz".


“Provo una grande amarezza, perché noi cerchiamo di salvare vite e poi quelli che si salvano a volte ci denunciano. Un paziente no vax, dopo 15 giorni di terapia intensiva, ci ha denunciato, dopo averlo tirato fuori per i capelli, per un ematoma sul braccio. Negli sguardi di questi pazienti vedo odio".


Ma ci rendiamo conto? Tutto questo è intollerabile!

Andrea Scanzi 

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Mickey Rooney & Ava Gardner Buon Appetito!



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Marilyn Monroe e Jane Russell aul set di Gli uomini preferiscono le biinde, 1953

 


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Torino

 


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Giovanni Trapattoni

 


"Tutte le sere, dopo l'allenamento, prendo il treno e torno a Cusano. 

Mio padre lo incrocio di sfuggita, poche parole, sguardi che ancora si cercano ma non si incontrano. So che è venuto a vedermi giocare a Varedo, ma non sa che io so. Anzi, credo che lui invece sappia che io so, ma comunque non ne parliamo. 

È una cosa tra noi. Forse dovrei farmi avanti e dirglielo: 'Papà, anche se non ti piace il calcio vieni a qualche partita… devi vedere quanto corro!'.

O forse è meglio aspettare l'esordio in prima squadra. A quel punto non dovrebbe più avere dubbi sulla mia scelta.


L'occasione per firmare una pace definitiva tra me e mio padre arriva a fine giugno del 1958 quando vengo chiamato all'esordio in prima squadra contro il Como in Coppa Italia. 

Il giorno della partita arrivo allo stadio senza aver detto niente a mio padre. Vinciamo 4-1, tripletta di Galli. 

Papà viene a sapere del mio debutto dagli amici di Cusano. Sono sulla bocca di tutti: 'Il figlio del Francesco, il Trapattoni, in prima squadra nel Milan…'. Lui mi aspetta giù in cucina e mi dice solo una frase: 'Dovevi dirmelo, stavolta. Io non avrò la fortuna di vederti ancora'. 

Tre giorni dopo quella frase un infarto se lo porta via. 

È un giovedì, torno dall'allenamento e trovo mia madre che piange disperata, i vicini di casa mi rassicurano che è morto senza soffrire. Un colpo secco. 

Perché mi ha detto quella frase? Come faceva a saperlo? Non smetterò mai di pensarci. 

Credo che avesse già avuto qualche sintomo e che, com'era tipico degli uomini della sua generazione, avesse fatto finta di niente. Mai lamentarsi. 

Mai ascoltare il proprio corpo quando ti lancia dei segnali. Dritti, avanti, a lavorare come se niente fosse".


[Giovanni Trapattoni]


Fonte: autobiografia 'Non dire gatto - La mia vita sempre in campo tra calci e fischi'

No Berlusconi al Quirinale

 



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Scrivetelo, forse la Melona lo capisce

 


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Michael Caine, Roger Moore & Sean Connery Buonanotte!




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domenica 12 dicembre 2021

Graziella Campagna

 


Dilaniata da cinque colpi di un fucile a canne mozze che la colpirono in volto, da una distanza inferiore a due metri. Inutile il suo tentativo di coprirsi con il braccio e, nonostante fosse a terra, le sferrarono un ultimo colpo alle testa.


E c'è ancora chi li chiama "uomini d'onore".


Graziella Campagna aveva 17 anni, veniva da una famiglia numerosa e lavorava per aiutare la madre ed il padre a mantenere gli altri sette fratelli. Guadagnava 150mila lire al mese, per lavorare con turni massacranti in una lavanderia nel messinese.


L’unica “colpa” di Graziella fu quella di aver estratto da una camicia che doveva lavare un'agendina di un boss mafioso. Tra le mani di Graziella passarono i segreti che nessuno doveva sapere: il documento rivelava che il vero nome dell'uomo fosse Gerlando Alberti junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti.

Qualcuno, da quella lavanderia, confermò ai mafiosi che Graziella avesse visto.


Ed allora il 12 dicembre 1985 – 36 anni fa oggi -, come ogni sera mentre aspettava l’autobus per tornare a casa, venne fatta salire in macchina dai killer, portata in un prato e uccisa in quel modo.

Graziella è una vittima innocente della violenza mafiosa, quella stessa violenza che è propria di chi ha le mani sporche di sangue, dei killer ma anche di chi si gira dall’altra parte, dei politici che fanno patti con la mafia e degli imprenditori che cedono al ricatto.


Graziella voleva vivere e sognare. E basta.


Paolo Borrometi

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Gualtieri che dice a proposito?

 


Aveva solo 27 anni! 


Si chiamava Mamadou, 27 anni del Gambia, morto di freddo per terra sul marciapiede a piazza dei Cinquecento a Roma nei pressi della stazione Termini.


Morire di freddo per strada perché povero, è la dimostrazione della nostra indifferenza, uno dei più grandi fallimenti di questa società odierna incapace di aiutare chi ne ha bisogno. 


L’indifferenza uccide più di una pallottola. Si chiamava Mamadou.

Soumaila Diawara 

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Liv Tyler

 


1994. #LivTyler nel backstage di uno dei concerti degli Aerosmith.

Ha conosciuto il suo vero padre solo dopo anni. Da bambina l’attrice si chiamava Liv Rundgren, dal cognome del compagno di sua madre. Nel 1986, all’età di nove anni, conobbe Steven Tyler, noto per essere il cantante del gruppo Aerosmith. Liv venne così a conoscenza delle sue origini, scoprendo di essere la figlia di Steven, di cui per tanto decise di adottare il cognome.

L’attrice ha dichiarato che l’esperienza più bella dell’aver partecipato alla trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson è stata l’essere stati lontani dall’ambiente hollywoodiano. In Nuova Zelanda l’attrice si è sentita come su un altro mondo, e questo le ha permesso di calarsi ancor di più nel ruolo.

La sua ultima apparizione al cinema è stata nel film di science fiction di James Gray, "Ad Astra" (2019).

La scimmia pensa

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I coglioni vanno puniti

 


Ve la ricordate questa notizia? Ne avevo parlato anch’io. Un gruppetto di giocano criminali efferati e senza cuore torturava tre disabili. Li filmava. E poi riguardava le scene per riderci su. Il massimo dello schifo. 


Ora è arrivata la buona notizia: quei quattro giovani siciliani, che qualcuno all’epoca aveva pure difeso con la solita motivazione tipo “sono solo ragazzate che da giovani fanno tutti”, sono stati condannati dal Tribunale di Agrigento a complessivi 31 anni di carcere per i reati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio. Ottima notizia.


Cito Fanpage: “Al termine del processo di primo grado svolto con rito abbreviato, il giudice per le udienze preliminare di Agrigento Francesco Provenzano ha inflitto la pena più alta ad Antonio Casaccio, 26enne condannato a 9 anni,  8 anni invece sono stati inflitti al 25enne Jason Lauria, mentre condannati a 7 anni ciascuno Gianluca Sortino (23enne) e Angelo Sortino (36enne). Lo stesso tribunale ha disposto anche il pagamento di una provvisionale di oltre 35 mila euro in favore delle vittime come risarcimento danni, immediatamente esecutiva”.


Gesti come questi incarnano il peggio dell’essere umano e le pene inflitte non saranno mai sufficientemente gravi. Lo schifo dello schifo, proprio. Un abbraccio alle famiglie dei ragazzi bullizzati da questi criminali.

Andrea Scanzi 

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Romy Schneider & Alain Delon Buon Appetito!

 


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La Lega è la solita serva dei padroni

 La Lega vuole fare un bel regalo di Natale alle multinazionali: 200 milioni di euro. Di soldi nostri. 


Quattro senatori leghisti hanno infatti avuto un’idea fantastica: eliminare l’aumento delle tasse per le multinazionali del tabacco. Un aumento già previsto e che la Lega vuole togliere con un bell’emendamento. 


Tradotto, tra il 2022 e il 2023 lo Stato perderebbe 200 milioni di euro circa. E le multinazionali del tabacco li risparmierebbero, guadagnandoci. 



Ora qualcuno deve spiegarci quale sarebbe l’interesse del popolo italiano ad una roba del genere. Qualcuno deve spiegarci per quale ragione dovremmo privarci di 200 milioni di euro utilizzabili per scuola, sanità, infrastrutture, per regalarli alle multinazionali del tabacco. 


E anche perché quattro parlamentari della Repubblica, pagati dal contribuente italiano, stanno portando avanti questa proposta che arreca un danno al contribuente italiano stesso. 


Ce lo spieghino, in dettaglio possibilmente.

Perché da questa roba nasce l'antipolitica. E davvero di cose del genere non se ne può davvero più.

Leonardo Cecchi 

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Romy Schneider, 1972 Buongiorno!

 


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"Neve al lago" Olio su tela 40x30 Valentina Chiavacci

 


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Gina Lollobrigida & Anthony Quinn "Notre-Dame de Paris", 1956 Buon Pomeriggio!

 


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sabato 11 dicembre 2021

Ava Gardner Set of "Mogambo", 1953 Buon Pomeriggio!

 


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Francesco Panzera

 


Lo freddarono fuori la porta di casa, il 10 dicembre. Francesco Panzera non era un magistrato, giornalista, poliziotto, politico: era un professore di matematica. Era il vicepreside del liceo scientifico Zaleuco di Locri.


La sua colpa era stata quella di voler proteggere i suoi ragazzi. Proteggerli dalla droga che l’ndrangheta, tra gli anni ’70 e ’80, faceva girare nelle scuole.  Lui questa cosa non poteva tollerarla. Parlava con gli studenti, li convinceva a non comprarla. Parlava con i genitori, con le istituzioni, con i cittadini. Mise tutto sé stesso per fare in modo che i “venditori di morte”, così li chiamava, non mettessero piede nella scuola. Così da proteggere i suoi ragazzi. E non mollò mai, conscio dei rischi. 


Quei rischi si concretizzarono quando gli spararono otto volte, in questo giorno del 1982. Aveva 37 anni Francesco Panzera, rimasto senza giustizia perché i responsabili non sono mai stati individuati. Era uno dei molti eroi a volte poco conosciuti, morti per mano delle mafie, e che pure dovrebbero essere ricordati come esempi di vita e virtù in tutta Italia. 


In questo giorno, a lui va allora il nostro ricordo.

Leonardo Cecchi 

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Enrico Pieri

 


Lo intervistai il primo novembre 2019, fu uno degli ultimi reportage che realizzai per Fanpage.it prima di diventare senatore della Repubblica: “I sopravvissuti di Sant’Anna di Stazzema”. Lui era Enrico Pieri, uno di quei sopravvissuti che conobbero  l’orrore nazifascista.  Aveva 10 anni quel 12 agosto 1944 quando con l’aiuto dei fascisti del posto, i nazisti massacrano 560 civili, di cui 130 bambini di Stazzema. Enrico Pieri come gli altri sopravvissuti ha dedicato la sua vita a testimoniare nelle scuole l’indicibile orrore. Enrico Pieri si è spento oggi a 87 anni. Ricordo la sua lucidità e la sua memoria. Oggi è un giorno triste. Che la terra gli sia lieve!

Sandro Ruotolo

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Alberto Castagna

 


"Vi racconto chi era mio padre.

Mi portava spesso a pescare, fosse stato per lui mi avrebbe insegnato prima a nuotare che a camminare. D'estate penso tanto a papà e al mare che lui adorava. L'immagine che mi porto sempre dentro è quello di lui al timone della sua barca mentre mi sorride.


Me le dava tutte vinte, mi viziava e mi coccolava. Per lui ero la sua principessa, ero unica e insostituibile. Tra noi c'era un amore profondo"

(Carolina Castagna)


La figlia Carolina lo ricorda così.

Atmosfere del passato

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Stella Rossa - Olympiacos

 


Alessandro è un ragazzo italiano che in questi giorni si trova a Belgrado, e ieri sera voleva acquistare un biglietto a vedere il match di Eurolega Stella Rossa-Olympiacos.

Problema: tutti i siti sono solo in lingua serba, e lui non si fida molto delle traduzioni automatiche...

La mattina decide allora di andare al palasport a chiedere informazioni.

All'ingresso, seduto al bar, riconosce un bestione di 2.05: è il centro tedesco della squadra, Zirbes. Probabilmente hanno appena finito di fare allenamento. Chi meglio di un giocatore della Stella Rossa può aiutarlo a comprare un biglietto?


Ma neanche Zirbes conosce bene il serbo. E a quell'ora la biglietteria è chiusa...


A quel punto Zirbes telefona a qualcuno e nel giro di cinque minuti arriva Kuzmic, 2 metri e 15, l'altro centro della Stella Rossa.

Lui almeno è serbo.

Kuzmic prende il portatile di Alessandro e in due secondi gli compra il biglietto online.


In foto Alessandro qualche ora dopo.

La Giornata tipo

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Andrea Bettarini



"Quando ero al Cagliari con lui, Bettarini frequentava Alessia Marcuzzi e spesso uscivano foto e servizi sui giornali. Alla fine di una partita in cui giocò male Mazzone gli disse “Aho, ma che pe’ fatte corre ti devo mette davanti Novella 2000?”.

Roberto Muzzi

Calcio- Ultimi Romantici 

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venerdì 10 dicembre 2021

Lev Landau




Durante il periodo del grande terrore, la rappresaglia di Stalin attuata per “distruggere tutti i rivali, reali e immaginari” non risparmiò nessuno, neppure il più brillante fisico teorico dell’Unione Sovietica: Lev Landau.


Già da tempo Landau era un sorvegliato speciale del Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD) e cercò di prendere contromisure adeguate per proteggere sé stesso dalle purghe staliniane e dai continui processi farsa. Il suo piano era basato unicamente sulla sua capacità di scienziato: doveva guadagnarsi ulteriore prestigio nella comunità dei fisici risolvendo un problema particolarmente importante in un ben selezionato ambito di ricerca. Un inquirente dell’NKVD, durante un interrogatorio, disse: 


“Per il momento Landau è protetto dalla sua reputazione internazionale come scienziato, ma questo non lo aiuterà molto a lungo”.


La scelta dell’argomento ricadde sull’astrofisica, dove affrontò l’origine dell’energia stellare, e portò alla pubblicazione di un lavoro che ispirò risultati ad oggi basilari nell’ambito dell’astrofisica teorica. Comunque, la storia di questa pubblicazione è abbastanza travagliata; venne chiamato in causa dall’Accademia delle Scienze Sovietiche anche Niels Bohr per un consulto sulla reale importanza di tale risultato.


Il piano non sorbì alcun effetto. Il 28 aprile 1938 Landau fu arrestato con l’accusa di essere un “nemico del popolo”. Quella stessa mattina, poche ore dopo il suo arresto, Petr Kapica, direttore dell’Istituto di Problemi Fisici di Mosca, inviò una lettera a Stalin:


“Questa mattina è stato arrestato L.D. Landau, collaboratore scientifico dell’Istituto. Nonostante abbia soltanto trent’anni, egli è, insieme a [Vladimir] Fok, il più eminente fisico teorico del nostro Paese. Non c’è alcun dubbio che la perdita di Landau come scienziato non passerà inosservata, ma sarà profondamente sentita nel nostro Istituto, in Unione Sovietica e in tutto il mondo. […] A mio avviso si dovrebbe tenere in conto anche il carattere di Landau, che è pessimo. Egli è suscettibile e attaccabrighe, adora andare alla ricerca degli errori altrui, e quando li trova, soprattutto se si tratta di uomini anziani e rispettabili come i nostri Accademici, si diverte a provocare senza il minimo rispetto. In tal modo, si è fatto moli nemici. Malgrado i suoi difetti caratteriali, mi riesce difficile credere che Landau sia capace di commetter qualunque azione disonesta. Landau è giovane e ha ancora molto da dare alla scienza. Nessuno può raccontare tutte queste cose se non un altro scienziato.”


Kapica si era già mobilitato nel 1937 per scarcerare Fok e cercò di ripetere il tentativo con Landau, senza però ottenere i risultati cercati. 


L’interrogatorio, che ebbe luogo il 3 agosto, svelò i capi di accusa. Landau era accusato di aver stampato e distribuito un volantino antisovietico in cui c’era scritto si esortava alla resistenza contro Stalin, al suo “colpo di stato fascista”, e suo “rabbioso disprezzo per il vero socialismo”. Può sembrare incredibile ma questo non fu il capo di accusa in cui gli agenti dell’NKVD si concentrarono di più. Posero, piuttosto, molto rilievo su una completa e infondata attività di sabotaggio dell’Istituto in cui Landau lavorava.


Intanto, nel luglio del ’38, Niels Bohr aveva inviato una lettera a Landau dove lo invitava a soggiornare nuovamente a Copenaghen per il mese di ottobre. Non avendo ricevuto alcuna risposta, e compreso che fosse successo qualcosa, Bohr fece recapitare tramite l’ambasciatore sovietico in Danimarca una lettera a Stalin che recitava:


“Mi permetto di richiamare la sua attenzione su uno dei fisici più eminenti della nuova generazione: il professor L.D. Landau. Ho tentato di contattare il prof. Landau con l’aiuto dell’Accademia Sovietica delle Scienze, di cui ho l’onore di far parte. Sfortunatamente la risposta non mi fornisce alcun dettaglio riguardo l’attuale residenza o il destino del prof. Landau. Tutto ciò mi fa temere non poco per la sua sorte, poiché di recente mi sono giunte voci del suo arresto. Mi auguro con tutto il cuore che queste voci siano infondate. Perché se non lo fossero, allora sono sicuro che non potrà trattarsi d’altro che di un malinteso. Se anche ci fosse stato un equivoco, spero vivamente che al prof. Landau venga data la possibilità di continuare il proprio lavoro scientifico, così importante per il progresso dell’umanità.”


Così, dopo Kapica, anche Bohr si proferì a favore di Landau. La situazione si risolse solamente dopo un anno di prigionia, quando Kapica riscrisse un’ulteriore lettera, questa volta indirizzata a Vjačeslav Molotov, l’unico tra i principali rivoluzionari a sopravvivere alle purghe:


“Compagno Molotov, 

di recente, compiendo ricerche sull’elio liquido tenuto a temperature vicino allo zero assoluto, sono riuscito a scoprire una serie di fenomeni nuovi, che promettono di gettare luce su una delle aree più misteriose della fisica contemporanea. Mi propongo di pubblicare pare di questo lavoro nei prossimi mesi, ma avrei bisogni dell’aiuto di un fisico teorico. In Unione Sovietica c’è una persona che padroneggi alla perfezione il campo teorico di cui ho bisogno: si tratta di Landau, che però è in carcere già da un anno. Ho sempre sperato nel suo rilascio, anche perché non riesco a credere che egli sia un traditore[..] malgrado il suo pessimo carattere, cui anche io ho dovuto tener testa, non gli ho mai visto compiere un’azione disonesta.”


Due settimane dopo questa lettera, Kapica fu convocato all’una di notte dall’NKVD e dopo circa tre ore di conversazione e di contrattazione, pronunciandosi come suo garante e come unico e solo responsabile di qualsivoglia crimine, Landau venne liberato. A due anni di distanza, Landau “fu pronto a saldare il proprio debito con Kapica, sfoderando il capolavoro di una vita intera.”

Storie Scientifiche 

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Robert De Niro & Martin Scorsese, Cape Fear, 1991



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Jurgen Klopp

 


Jurgen Klopp è un passionale. Non si nasconde e esterna spesso tutte le sue emozioni, nel bene e nel male.


L'allenatore del Liverpool si è sempre contraddistinto nel corso della sua carriera per il modo in cui vive ogni situazione e per la sua partecipazione alle partite, sia durante che dopo i 90′.


Il manager tedesco si è fatto notare per questo coinvolgimento anche allo stadio Meazza, dove i Reds giocano l'ultimo match del girone B di Champions League contro il Milan.


Klopp per la prima volta nella sua carriera è entrato nella "Scala del calcio" e ai microfoni di Sky non ha nascosto la sua emozione: "Ho 54 anni ed è la mia prima volta a a San Siro, è un vero peccato, una vergogna. Ho giocato spesso contro il Napoli, un paio di volte con Juventus e Roma, ma non ero mai stato qua a Milano. È davvero eccezionale, uno stadio bellissimo. È bello essere qui".


Il tecnico del Liverpool nel corso dell'intervista si guardava intorno davvero estasiato sul terreno di gioco di San Siro nei minuti precedenti al fischio d'inizio. Ancora una volta Klopp dimostra di essere un personaggio davvero unico.


In tanti ricorderanno come il tedesco fu protagonista di episodio molto divertente in occasione della sfida in casa del Napoli ai tempi del Borussia Dortmund: l'allenatore venne espulso nel corso del match contro gli azzurri ed era stato accolto dal custode nella sua stanza con un buon caffè e da lì seguì tutto il secondo tempo della partita. Insomma, si può dire che Klopp si senta a suo agio negli stadi italiani.

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