martedì 14 dicembre 2021

Micheal Owen



Lancio di Beckham sporcato da Veron, Owen riceve e scatta resistendo alla carica di Chamot, poi svernicia Ayala e batte Roa.

Con questo gol fantastico Michael Owen si presenta al mondo nel 1998 ai mondiali di Francia contro gli odiati argentini.

La partita finirà male per gli inglesi, battuti ai rigori nella partita che passò alla storia per l'espulsione di Beckham per reazione sul Cholo Simeone. 

Ma gli inglesi avevano trovato il fuoriclasse che attendevano da tempo. 

Velocità supersonica, tecnica, senso del gol e appena 18 anni. 

In molti iniziarono a vedere in lui il salvatore della Patria, colui che avrebbe riportato l'Inghilterra a vincere la Coppa del Mondo.

Dopo i mondiali del '98 la sua crescita fu esponenziale, in un Liverpool in cui, dalle giovanili, si affacciavano due tipetti come Steven Gerrard e Jamie Carragher. 

La stagione 2000/2001 è l'anno della consacrazione: agli ordini di Houllier, il Liverpool vince cinque coppe( Coppa di Lega, FA Cup, Charity Shield, Coppa Uefa e Supercoppa Europea).

A dicembre 2001 arriva la ciliegina sulla torta: France Football lo nomina miglior giocatore europeo e Owen vince il "Pallone d'oro". 

Sembra solo l'inizio di una folgorante carriera ma il Golden Boy non poteva immaginare quanto sarebbero diventati fragili i suoi muscoli.

Infiniti problemi fisici ne limiteranno il rendimento e la stella di Owen diventerà sempre meno brillante finendo per spegnersi quasi nel disinteresse generale e con sua enorme sofferenza:


“Quando mi sono fatto male per la prima volta gli adduttori, sono finito. Davvero. Ho cambiato il mio modo di giocare, non ero più quello che segnava gol come quello all’Argentina. Saltavo gli avversari, scattavo negli spazi, crossavo. Quello ero io. Ma negli ultimi sei o sette anni della mia carriera mi sono trasformato in quello che riuscivo a essere. Ero terrorizzato dalla possibilità di scattare quando avevo spazio. Sapevo che mi sarei strappato l’adduttore.

E la cosa peggiore è che il mio istinto mi diceva di fare come sempre. Sono nato per essere un calciatore. E invece mi ricordo che quando McManaman prendeva il pallone e poteva lanciarmi in profondità pensavo ‘no, non puoi farlo, ti prego, passala corta.

Ho perso tutto. E per quei sei o sette anni ho odiato il calcio. 

Non vedevo l’ora di ritirarmi, perchè quello che andava in campo non ero io."


Non avrà reso come il devastante avvio di carriera lasciava credere, ma le immagini del giovane Owen che segna a raffica con le sue Umbro restano indimenticabili.


Auguri Michael Owen

My heroes football 

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