venerdì 10 dicembre 2021

Lev Landau




Durante il periodo del grande terrore, la rappresaglia di Stalin attuata per “distruggere tutti i rivali, reali e immaginari” non risparmiò nessuno, neppure il più brillante fisico teorico dell’Unione Sovietica: Lev Landau.


Già da tempo Landau era un sorvegliato speciale del Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD) e cercò di prendere contromisure adeguate per proteggere sé stesso dalle purghe staliniane e dai continui processi farsa. Il suo piano era basato unicamente sulla sua capacità di scienziato: doveva guadagnarsi ulteriore prestigio nella comunità dei fisici risolvendo un problema particolarmente importante in un ben selezionato ambito di ricerca. Un inquirente dell’NKVD, durante un interrogatorio, disse: 


“Per il momento Landau è protetto dalla sua reputazione internazionale come scienziato, ma questo non lo aiuterà molto a lungo”.


La scelta dell’argomento ricadde sull’astrofisica, dove affrontò l’origine dell’energia stellare, e portò alla pubblicazione di un lavoro che ispirò risultati ad oggi basilari nell’ambito dell’astrofisica teorica. Comunque, la storia di questa pubblicazione è abbastanza travagliata; venne chiamato in causa dall’Accademia delle Scienze Sovietiche anche Niels Bohr per un consulto sulla reale importanza di tale risultato.


Il piano non sorbì alcun effetto. Il 28 aprile 1938 Landau fu arrestato con l’accusa di essere un “nemico del popolo”. Quella stessa mattina, poche ore dopo il suo arresto, Petr Kapica, direttore dell’Istituto di Problemi Fisici di Mosca, inviò una lettera a Stalin:


“Questa mattina è stato arrestato L.D. Landau, collaboratore scientifico dell’Istituto. Nonostante abbia soltanto trent’anni, egli è, insieme a [Vladimir] Fok, il più eminente fisico teorico del nostro Paese. Non c’è alcun dubbio che la perdita di Landau come scienziato non passerà inosservata, ma sarà profondamente sentita nel nostro Istituto, in Unione Sovietica e in tutto il mondo. […] A mio avviso si dovrebbe tenere in conto anche il carattere di Landau, che è pessimo. Egli è suscettibile e attaccabrighe, adora andare alla ricerca degli errori altrui, e quando li trova, soprattutto se si tratta di uomini anziani e rispettabili come i nostri Accademici, si diverte a provocare senza il minimo rispetto. In tal modo, si è fatto moli nemici. Malgrado i suoi difetti caratteriali, mi riesce difficile credere che Landau sia capace di commetter qualunque azione disonesta. Landau è giovane e ha ancora molto da dare alla scienza. Nessuno può raccontare tutte queste cose se non un altro scienziato.”


Kapica si era già mobilitato nel 1937 per scarcerare Fok e cercò di ripetere il tentativo con Landau, senza però ottenere i risultati cercati. 


L’interrogatorio, che ebbe luogo il 3 agosto, svelò i capi di accusa. Landau era accusato di aver stampato e distribuito un volantino antisovietico in cui c’era scritto si esortava alla resistenza contro Stalin, al suo “colpo di stato fascista”, e suo “rabbioso disprezzo per il vero socialismo”. Può sembrare incredibile ma questo non fu il capo di accusa in cui gli agenti dell’NKVD si concentrarono di più. Posero, piuttosto, molto rilievo su una completa e infondata attività di sabotaggio dell’Istituto in cui Landau lavorava.


Intanto, nel luglio del ’38, Niels Bohr aveva inviato una lettera a Landau dove lo invitava a soggiornare nuovamente a Copenaghen per il mese di ottobre. Non avendo ricevuto alcuna risposta, e compreso che fosse successo qualcosa, Bohr fece recapitare tramite l’ambasciatore sovietico in Danimarca una lettera a Stalin che recitava:


“Mi permetto di richiamare la sua attenzione su uno dei fisici più eminenti della nuova generazione: il professor L.D. Landau. Ho tentato di contattare il prof. Landau con l’aiuto dell’Accademia Sovietica delle Scienze, di cui ho l’onore di far parte. Sfortunatamente la risposta non mi fornisce alcun dettaglio riguardo l’attuale residenza o il destino del prof. Landau. Tutto ciò mi fa temere non poco per la sua sorte, poiché di recente mi sono giunte voci del suo arresto. Mi auguro con tutto il cuore che queste voci siano infondate. Perché se non lo fossero, allora sono sicuro che non potrà trattarsi d’altro che di un malinteso. Se anche ci fosse stato un equivoco, spero vivamente che al prof. Landau venga data la possibilità di continuare il proprio lavoro scientifico, così importante per il progresso dell’umanità.”


Così, dopo Kapica, anche Bohr si proferì a favore di Landau. La situazione si risolse solamente dopo un anno di prigionia, quando Kapica riscrisse un’ulteriore lettera, questa volta indirizzata a Vjačeslav Molotov, l’unico tra i principali rivoluzionari a sopravvivere alle purghe:


“Compagno Molotov, 

di recente, compiendo ricerche sull’elio liquido tenuto a temperature vicino allo zero assoluto, sono riuscito a scoprire una serie di fenomeni nuovi, che promettono di gettare luce su una delle aree più misteriose della fisica contemporanea. Mi propongo di pubblicare pare di questo lavoro nei prossimi mesi, ma avrei bisogni dell’aiuto di un fisico teorico. In Unione Sovietica c’è una persona che padroneggi alla perfezione il campo teorico di cui ho bisogno: si tratta di Landau, che però è in carcere già da un anno. Ho sempre sperato nel suo rilascio, anche perché non riesco a credere che egli sia un traditore[..] malgrado il suo pessimo carattere, cui anche io ho dovuto tener testa, non gli ho mai visto compiere un’azione disonesta.”


Due settimane dopo questa lettera, Kapica fu convocato all’una di notte dall’NKVD e dopo circa tre ore di conversazione e di contrattazione, pronunciandosi come suo garante e come unico e solo responsabile di qualsivoglia crimine, Landau venne liberato. A due anni di distanza, Landau “fu pronto a saldare il proprio debito con Kapica, sfoderando il capolavoro di una vita intera.”

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