Sir Isaac Newton è ampiamente considerato uno dei più influenti scienziati di tutti i tempi. Il suo capolavoro Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (I Principi Matematici della Filosofia Naturale) è considerato una delle più importanti conquiste del pensiero scientifico. Fu in questa opera che formulò le leggi del moto e della gravitazione universale, costruendo così le fondamenta della meccanica classica.
Newton nacque, secondo il calendario Giuliano, il giorno di Natale del 1642 e fu battezzato il primo gennaio. Quando anche l'Inghilterra iniziò ad adoperare il calendario Gregoriano, la sua nascita slittò al 4 gennaio 1643. Non conobbe mai suo padre perché morì tre mesi prima della sua nascita, mentre sua madre si risposò con un pastore anglicano e il piccolo Isaac fu affidato ai nonni materni. Trattato praticamente da orfano, ebbe un’infanzia molto infelice e covò un forte risentimento verso le figure genitoriali. Di questo odio c’è una testimonianza scritta dallo stesso Newton, che raccolse un elenco di peccati che sentiva di aver commesso fino all’età di 19, che citava:
“Minacciare mio padre e mia madre di farli bruciare dentro la loro casa”.
La lista completa conteneva 48 punti.
Da giovane non brillava particolarmente e fu descritto come uno studente pigro e disattento. Nonostante ciò, nel 1661 riuscì ad entrare al Trinity College di Cambridge, ma con il titolo di “Sizar” (cioè uno studente che in cambio dello svolgimento di compiti umili riceveva denaro) nonostante la madre fosse benestante. Nei suoi primi anni a Cambridge acquistò circa duemila volumi che trattavano, principalmente, filosofia naturale e teologia e ognuno di loro era minuziosamente annotato in un registro.
Nel 1655 ottenne la Laurea ma, nell’ estate dello stesso anno, l’Università fu chiusa per il divampare della peste bubbonica e Newton dovette far ritorno nella sua casa in campagna. Scrisse più tardi:
“Nei due anni della peste, 1665 e 1666, ero nel fiore dell’età creativa, attendevo la Matematica e la Filosofia più di quanto abbia mai fatto in seguito”
A 25 anni aveva, almeno nella sua testa, le idee rivoluzionarie che lo renderanno famoso. Scrisse infatti:
“Trovai il metodo delle approssimazioni delle serie e la regola per ridurre un qualunque esponente di un binomio qualsiasi a tale serie (Il Binomio di Newton), lo stesso anno trovai il metodo della tangente e il metodo diretto delle flussioni e l’anno dopo il metodo inverso (calcolo delle derivate e quello integrale), nello stesso anno comincia a pensare alla gravità che si estende all’orbita della luna e (..) dedussi che le forze che trattengono i pianeti nelle loro orbite devono essere reciprocamente come i quadrati delle loro distanze dai centri intorno ai quali ruotano (la gravitazione universale)."
Il calcolo differenziale e integrale, indipendentemente proposto da Leibniz, lo elaborò in dettaglio nel “De Methodis Serierum et Floxionum scritto nel 1671 ma non fu mai pubblicato fino all’edizione inglese del 1736. Un’aspra diatriba si aprì per la paternità di queste idee tra Newton e Leibniz.
Ritornò così a Cambridge nel 1677 con la nomea del matematico più geniale in Europa, senza però aver pubblicato nulla.
Si trovò di fronte spesso a contrasti e critiche da parte dei colleghi che lo spinsero ancor più verso l’isolamento. Nel suo carattere si evidenziavano due contrastanti spinte: l’ambizione di avere riconoscimenti e la paura delle critiche e così scelse più volte di non pubblicare nulla.
Nel 1678 soffrì di un esaurimento nervoso e l’anno dopo, anche a causa della morte della madre, si rinchiuse ancor di più fino ad evitare le apparizioni pubbliche.
Nel 1687 scrisse ciò che è riconosciuto come il più importante libro scientifico di tutti i tempi “Philosophiae naturalis principia mathematica” universalmente riconosciuto come “Principia”.
Negli ultimi anni si dedicò agli amati studi storici e cronologici, soprattutto sui libri biblici, e a speculazioni teologiche, ma anche all’alchimia mai abbandonata. Su questi argomenti molti suoi trattati sono stati pubblicati postumi, ma la grande mole di manoscritti fu tenuta segreta dagli eredi per paura di accuse di eresia e per non intaccare l’immagine del Newton scienziato che si era ormai affermata, e solo in anni molto recenti è stata esaminata dagli studiosi.
Mitologia greca
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