Personaggio poco noto della mitologia greca, di Ocna ci narra Plutarco, descrivendola come fanciulla di grande fascino, figlia di Colono di Tanagra e sorella di Bucolo, Leonte ed Echemo.
La ragazza era follemente innamorata di un bel giovane della sua stessa città, tal Eunosto figlio di Elieo, ma per quanto provasse a conquistarlo, egli non voleva assolutamente saperne di contraccambiare i suoi sentimenti, così, all’ennesimo rifiuto, Ocna si infuriò di brutto e, accecata dalla rabbia, decise di vendicarsi e per farlo si inventò la più ignobile delle bugie con la quale accusò Eunosto di averla maltrattata, arrivando quasi allo stupro.
I tre fratelli della ragazza, dinnanzi a quella rivelazione, furono colti da un attacco di cieca furia e senza neppure permettere al povero disgraziato di dimostrare la propria innocenza, lo uccisero in maniera spietata e crudele. In seguito Elieo punì l’omicidio del figlio, cacciando i tre dalla città.
A quel punto Ocna, distrutta dall’allontanamento dei suoi fratelli, nonché dalla perdita dell’unico uomo che aveva mai amato, si pentì amaramente di ciò che aveva fatto e confessò ogni sua bugia, poi, la vergogna di esser stata la causa di un omicidio, e delle molteplici sofferenze da esso generate, la sopraffece talmente tanto che preferì suicidarsi anziché continuare a vivere con quell’enorme rimorso che l’avrebbe perseguitata per sempre.
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Mitologia greca
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