A SEUL LA MARIJUANA È CONSIDERATA COME L'EROINA – IL SUICIDIO DI LEE SUN-KYUN GETTA UNA NUOVA LUCE SULLE RIGIDISSIME REGOLE IN VIGORE IN COREA DEL SUD IN MATERIA DI DROGA. PER IL SOLO SOSPETTO DI AVER USATO MARIJUANA, L'ATTORE DI "PARASITE" ERA STATO INTERROGATO E DIPINTO COME UN TOSSICOMANE, SUBENDO ANCHE UNA RITORSIONE PROFESSIONALE - L’UOMO SI È TOLTO LA VITA NELLA SUA MACCHINA CHIUDENDO I FINESTRINI E DANDO FUOCO A UN FILTRO PER CALDAIE CHE EMETTE MONOSSIDO DI CARBONIO...
https://youtu.be/HiWUlzx2rl8
Estratto dell’articolo di Gianluca Modolo per www.repubblica.it
Da ottobre Lee Sun-kyun era entrato e uscito dalla stazione di polizia di Incheon, alle porte di Seul, già tre volte per essere interrogato: accusato di fare uso di sostanze stupefacenti in un Paese, la Corea del Sud, dove anche fumare marijuana può costarti fino a cinque anni di carcere. Lo scorso fine settimana l’ultimo interrogatorio era andato avanti per diciannove ore.
Un’indagine seguitissima dall’opinione pubblica sudcoreana quella nei confronti della star di Parasite, il film premiato tre anni fa con la statuetta dell’Oscar che è stato il vero acceleratore della hallyu, un’onda di soft - e pure hard - power coreano che dalla musica al cinema, dal cibo ai cosmetici fino alla moda, ha poi travolto il mondo. A ottobre l’attore si era pubblicamente scusato in un video molto intenso. Proprio il caso legato alla droga al momento sembra spiegare il suo suicidio.
FILTRO DELLA CALDAIA CON CUI SI È UCCISO LEE SUN-KYUN
Lee era sospettato di aver fatto uso di marijuana e altre droghe a casa di una hostess che lavorava in un bar di alto livello nel quartiere Gangnam di Seul, in diverse occasioni, scrive l'agenzia sudcoreana Yonhap. L'attore aveva dichiarato di essere stato ingannato dalla hostess e di non sapere cosa stesse assumendo.
Aveva sporto denuncia contro due persone, tra cui la hostess, accusandole di averlo ricattato e truffato. "Chiedo che la polizia giudichi bene se le dichiarazioni credibili siano le mie o quelle dei ricattatori", disse ai giornalisti qualche giorno fa dopo l’ultimo interrogatorio-fiume di 19 ore.
Seul ha leggi tra le più severe al mondo quando si tratta di consumo e spaccio di droga. Chi viene condannato per aver esportato o importato marijuana, ad esempio, o per averla posseduta per tali scopi può rischiare da cinque anni all’ergastolo. Chi ne fa uso può essere condannato a un massimo di cinque anni di carcere o a una multa fino a 34mila euro. Anche chi rientra in Corea del Sud dopo aver consumato legalmente cannabis all’estero può essere perseguito. Gli spacciatori possono essere condannati alla pena di morte per reati particolarmente gravi. […]
La domanda di stupefacenti non è mai stata così alta in Corea del Sud. Nei primi undici mesi di quest'anno sono state arrestate più di 17mila persone, numero più alto degli ultimi dieci anni. Traffico e consumo sono aumentati nell’ultimo decennio, specialmente tra i più giovani in una società iper-competitiva. L'anno scorso il numero di adolescenti autori di reati di droga è aumentato del 304%, passando da 119 nel 2017 a 481. […]
L'industria dell'intrattenimento sudcoreana è stata scossa da una serie di scandali, con cantanti K-pop e star del cinema che hanno dovuto affrontare i controlli della polizia negli ultimi mesi. L'attore Yoo Ah-in è attualmente sotto processo per uso di droga. La settimana scorsa si è concluso il caso di Kwon Ji-yong, in arte G-Dragon, star del K-Pop: scagionato, poi, dalle accuse. A settembre la polizia ha iniziato ad indagare su 17 soldati statunitensi che avrebbero contrabbandato marijuana sintetica attraverso la posta militare a Camp Humphreys e Camp Casey, basi americane ad una quarantina di chilometri da Seul.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/seul-marijuana-considerata-come-39-eroina-nbsp-ndash-379379.htm
Malatesta71
Nessun commento:
Posta un commento