domenica 15 settembre 2024

Nicola Zalewski 392

 


La conferenza di De Rossi chiude momentaneamente il cerchio su questa vicenda che ha quasi monopolizzato la comunicazione negli ultimi giorni.

Abbiamo letto tutto e il contrario di tutto per quasi una settimana, nel solito contesto di volubilità che ha sempre permeato l'etere romano (social compresi), con giudizi estremi in base alle notizie che mano a mano venivano fuori.


In tutto questo marasma di fatti e opinioni contrastanti, però,  di punti fermi ce ne sono:


- Il calciatore ha il diritto di fare le sue scelte di calcio e di vita, assumendosi però le responsabilità e le conseguenze che ne derivano


- La società ha il diritto ad agire di conseguenza, anche mettendo fuori rosa il calciatore laddove lo ritiene opportuno...tenendo conto dei rischi potenziali a livello economico.


- Il rendimento del calciatore negli ultimi 2 anni è stato molto al di sotto della sufficienza, nonostante di opportunità per mettersi in mostra ne abbia avute anche col precedente allenatore...e se fosse partito per 10/11 milioni, di certo non si poteva gridare allo scandalo, anzi, sarebbe stata una buona operazione in uscita (se consideriamo l'ingente esborso che c'è stato in questa sessione esitva).


- il rendimento in Nazionale è una cosa, quello con la nostra maglia, un'altra.

E se questo potenziale rimane inespresso quando gioca qui per svariati motivi, fare un'esperienza fuori può essere propedeutico per rilanciarsi soprattutto in un campionato come quello olandese (vedasi trasferimento rifiutato al PSV).


- ogni cessione (come ogni acquisto) ha la sua percentuale di rischio e se ragionassimo sempre con la retorica del "potremmo pentircene", praticamente non esisterebbe più mercato.


Fatte queste considerazioni la situazione che si è delineata è ormai molto chiara, sebbene non definitiva.


Al netto del fatto che Zalewski sia un prodotto del vivaio e un patrimonio, di fronte a un rifiuto di rinnovo e i rifiuti a due trasferimenti (Galatasaray e PSV), l'atteggiamento della società in questo caso è si forte, ma comunque legittimo.


Ora testa al campo nella speranza che più avanti si trovi una soluzione che possa accontentare tutte le parti in causa, in un senso o nell'altro.

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