Sarà Niglia il nuovo presidente della Provincia
A Vibo vince la lista dell'accordo trasversale
ELEZIONI
Ecco tutti i nomi dei consiglieri eletti. Si afferma il leader della controversa lista accusata di trasversalismo. L'associazione antimafia Riferimenti attacca: «Era assessore comune sciolto per infiltrazioni». Il 12 si vota a Cosenza, Catanzaro e Crotone
Il neo presidente della Provincia di Vibo Andrea Niglia
VIBO VALENTIA - Il nuovo presidente dell'amministrazione provinciale, il primo nella regione eletto con il nuovo sistema di voto indiretto e di secondo livello, è Andrea Niglia, sindaco di Briatico, alla guida della lista "Insieme per la Provincia di Vibo Valentia Adesso". Ma sul suo nome vede ombre il coordinamento nazionale
antimafia Riferimenti chiede al prefetto di Vibo Valentia e alla Commissione parlamentare antimafia di «verificare e fare piena luce sull'elezione».
antimafia Riferimenti chiede al prefetto di Vibo Valentia e alla Commissione parlamentare antimafia di «verificare e fare piena luce sull'elezione».
DOPPIATO IL PRIMO INSEGUITORE - La sua lista, formata da indipendenti vicini al centro destra ed esponenti considerati appartenenti all'area renziana del Partito democratico ha vinto sugli altri due candidati Sergio Rizzo, sindaco di Maierato, che correva con la lista "PD Amministratori Vibonesi Indipendenti" che aveva nel proprio simbolo il logo del Pd ma che nelle scorse settimane aveva subito la bocciatura del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini (LEGGI) il quale aveva disconosciuto l'ufficialità del sostegno del partito alla lista in questione, e Giuseppe Raffele, consigliere comunale di Serra San Bruno, che correva con il sostegno di Udc e Nuovo centro destra a capo della lista "Dalla parte giusta Ncd-Udc".
Il nuovo presidente della Provincia di Vibo Valentia ha ottenuto 456 voti. A 274 voti si è, invece, fermato Sergio Rizzo, mentre Giuseppe Raffele ne ha ottenuti 151. Molto duro il commento del senatore Tonino Gentile: «A Vibo Valentia ha vinto una "insalata mista", mal condita peraltro, mentre Ncd presenta il suo simbolo insieme all’Udc e conquista il 23% e due seggi».
I NOMI DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI ELETTI - Sulla base del complesso calcolo dei coefficienti, il consiglio provinciale risulta composto da 5 componenti della lista di Niglia, 3 di Rizzo, 2 di Raffele. Con il neo presidente sono passati: Pasquale Fera (consigliere comunale a San Nicola da Crissa), Francesco Galati (sindaco di Zungri); Giiovanni Macrì (consigliere comunale di Tropea); Mangiardi Carmine (vicesindaco di Sorianello); Ovidio Romano (sindaco di Simbario).
Dalla lista di Rizzo passano Franco Barbalace (sindaco di Spilinga); Leoluca Antonio Curello (consigliere comunale di Vibo); Vitaliano Papillo (sindaco di Gerocarne). Da quella di Raffaele, infine, eletti Raffaele Scaturchio (consigliere di Dasà), Antonio Bretti (consigliere di Tropea).
LE ALTRE PROVINCE AL VOTO - Vibo è stata la prima Provincia della Calabria ad andare al voto applicando la riforma Delrio a votare e ad essere eletti possono essere solo sindaci e consiglieri comunali del territorio. Il 12 ottobre si tornerà alle urne per le Province di Cosenza, Catanzaro e Crotone (LEGGI LO SPECIALE)(**).
RIFERIMENTI CHIEDE VERIFICHE - C'è una coda polemica, però, sulla votazione di Vibo dopo che il Coordinamento nazionale antimafia Riferimenti ha chiesto che venga esaminata con attenzione la relazione del commissario straordinario al comune di Briatico, agli atti della Commissione Parlamentare antimafia. Secondo quanto evidenziato da Riferimenti «risulta infatti che il neo presidente della Provincia di Vibo fosse assessore in carica al comune di Briatico al momento dello scioglimento per mafia e allo stesso comune sia stato candidato a sindaco con una sola lista in campo, la sua. Precedenti - aggiunge Riferimenti in una nota - sembrano esserci anche agli atti dell’inchiesta Pantarei.
Nei giorni scorsi, proprio la commissione Antimafia aveva redatto un codice etico da applicare in vista delle prossime elezioni comunali e regionali (LEGGI)(****). E il Coordinamento Riferimenti, agganciandosi all'elezione di Niglia, lancia un «preciso allarme per le prossime elezioni regionali calabresi, esigendo pulizia e trasparenza nelle liste che si andranno a presentare agli elettori, non essendo più accettabili e comprensibili errori di valutazione». «La Calabria - afferma la presidente di Riferimenti, Adriana Musella - ha bisogno di una politica del fare trasparente non una politica di pancia e di connivenze ma una politica di onestà, che sia di forte contrasto e non strumento degli intrecci perversi con la 'ndrangheta e la massoneria deviata».
E la deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, ha chiesto «la Commissione parlamentare antimafia dovrà valutare e non lasciare inascoltato l’odierno appello di Adriana Musella, presidente del coordinamento nazionale antimafia "Riferimenti", sulla elezione avvenuta ieri del Presidente della Provincia di Vibo Valentia».
(*)POLITICA
Provinciali, «a Vibo non ci sono liste ufficiali del Pd»
Guerini disconosce entrambi i candidati in corsa
Che la questione delle provinciali di Vibo Valentia non fosse piaciuta ai vertici nazionali del Partito Democratico era cosa nota ma adesso il vicesegretario nazionale Guerini mette un punto e disconosce ufficialmente le liste presentate, compresa quella con il simbolo
di FRANCESCO RIDOLFI
Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale Pd
VIBO VALENTIA - Non bastavano le accuse di accordi trasversali (LEGGI)(***), ad infiammare la competizione per il rinnovo del consiglio provinciale di Vibo Valentia adesso arriva anche la sonora bocciatura del vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini. Con una lettera inviata al segretario regionale, Ernesto Magorno, e al segretario provinciale, Michele Mirabello, infatti Guerini, senza mezzi termini, boccia le due liste, soprattutto quella presentata con il simbolo del partito, e ne disconosce l'appartenenza al partito stesso.
Nella missiva Guerini spiega come «il Pd della provincia di Vibo Valentia è stato protagonista nel recente passato di un’aspra battaglia politica, che ha prodotto tensioni e divisioni all’interno del partito». Alla luce di questa grave frattura si era ritenuto che «alla vigilia di importanti scelte politiche, quali la designazione del candidato presidente della Provincia e la formazione delle liste dei candidati consiglieri, l’unico metodo che potesse consentire una ricomposizione della classe dirigente fosse quello di una condivisione di un percorso che stabilisse metodi e criteri per una scelta unitaria».
Sul punto lo stesso politica nazionale precisa che tanto la segreteria nazionale quanto il segretario regionale «hanno addirittura imposto la scelta di questo percorso, consapevoli e convinti che una mera conta interna, pur legittimata dalle regole fondamentali della democrazia, non fosse la soluzione adatta per ricomporre un partito che aveva ed ha il dovere di dare un forte segnale di discontinuità per affrontare al meglio le prossime competizioni elettorali».
Ma per Guerini si è trattato di una vana speranza visto che «tale percorso non è stato portato a compimento e nessuno può ritenersi esente da responsabilità». Non salva nessuno il vicesegretario nazionale che denuncia, inoltre, come «l’avere presentato due liste riconducibili al Pd, contro la volontà del nazionale e del regionale, in cui risultano candidati, oltre ad amministratori del nostro partito, anche indipendenti e di altri schieramenti politici; l’aver candidato un amministratore che era notoriamente incandidabile e che ha causato notevole danno all’immagine del Pd; l’aver depositato, da parte di una delle due liste e contro la volontà del Segretario regionale, un contrassegno con il logo del Pd modificato» sono tutte ragioni di evidente censura visto che «hanno procurato un vulnus al partito che è impossibile ignorare».
Alla luce di ciò l'inevitabile conseguenza per Guerini è di «stigmatizzare le infelici scelte di tutta la classe dirigente del partito della provincia di Vibo Valentia», e «pur nella impossibilità di ritirare il simbolo già depositato una volta scaduti i termini di presentazione delle liste», la Segreteria nazionale prende atto che «risultano candidati in due liste contrapposte amministratori locali iscritti al Pd ma, al contempo, disconosce le liste presentate quali liste ufficiali del Partito Democratico».
(**)POLITICA
Provinciali, è ufficiale: a Cosenza è una sfida a 3
Presentate liste anche a Catanzaro e Crotone: ecco i nomi
Parte la corsa al voto del 12 ottobre. Manna, spinto da Gentile, lancia la sfida a Occhiuto nel centrodestra bruzio. Centrosinistra su Papasso. Quattro in tutto le liste crotonesi. Quarantadue i candidati nelle 4 liste catanzaresi
Marcello Manna, sindaco di Rende
LA data cerchiata in rosso sul calendario è il 12 ottobre. Quel giorno in Calabria saranno rinnovati 3 consigli provinciali su 5 e le liste dei candidati sono state formalmente depositate. Si vota a Cosenza, Catanzaro, Crotone, mentre Vibo ha il suo appuntamento elettorale il 28 settembre (LEGGI)(*) e Reggio Calabria - impegnata nelle comunali il 26 ottobre - deve traghettare verso il nuovo status di città metropolitana.
http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/729856/Provinciali__%C3%A8_ufficiale__a_Cosenza_%C3%A8_una_sfida_a____Presentate_liste_anche_a_Catanzaro_e_Crotone__ecco_i_nomi__.html
(***)POLITICA
Provinciali Vibo, 3 liste in corsa e tanta confusione
http://www.ilquotidianoweb.it/news/politica/729425/Provinciali-Vibo--3-liste-in.html
(****)POLITICA
L'antimafia lancia un codice etico per le candidature
http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/729960/L_antimafia_lancia_un_codice_etico_per_le_candidature__Stop_a_chi_%C3%A8_sotto_processo_e_ai_sindaci_dei_comuni_infiltrati.html
Si tratta della prima votazione dopo la riforma che prevede la trasformazione dell'ente Provincia in una struttura di secondo livello, nella quale elettorato attivo e passivo include solo sindaci e consiglieri dei Comuni che ricadono nel territorio provinciale. E a contendersi un posto nelle nuove assemblee consiliari sono diverse decine.
A Catanzaro, dove sono state consegnate 4 liste - Due per Bruno, una per ogni altro candidato presidente - i nomi per i consiglieri sono in tutto 42. La presidenza se la contenderanno Enzo Bruno per Aggregazione Democratica e sostenuto da una parte del suo partito, il Pd; Tommaso Brutto, espressione del centrodestra; Pantaleone Procopio per l’aggregazione dei sindaci “indipendentisti”.
A Crotone, 28 candidati consiglieri spalmati su 4 liste. A sostegno di Peppino Vallone, sindaco di Crotone, c'è la lista ufficiale del Pd. Per Roberto Siciliani, sindaco di Cirò Marina e promotore di un progetto "territoriale", c'è la lista "Crotone prima di tutto". Su Siciliani, di fatto, vanno così a convergere anche i voti del centrosinistra.
Più articolato lo scenario a Cosenza. In extremis è arrivata anche la candidatura di Marcello Manna, neo sindaco di Rende, sostenuto a gran voce dal senatore Tonino Gentile, coordinatore regionale del Ncd, che finisce così per spaccare il fronte di centrodestra nel quale si era mosso con grande anticipo il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Il candidato del centrosinistra è invece il sindaco di Cassano, Gianni Papasso, ma anche attorno al suo nome non sono mancate le polemiche di chi, nella coalizione, ha parlato di scelta impsota dai vertici romani.
Alla fine, Occhiuto ha presentato 420 firme di sostegno alla candidatura, Papasso 350, Manna circa 300. Sette in tutto le liste: Laboratorio civico; Insieme x la provincia; Nuova provincia; Patti fra comuni; Provincia democratica; Calabria futura; Italia del meridione Calabria.
(***)POLITICA
Provinciali Vibo, 3 liste in corsa e tanta confusione
De Nisi nega di essere l'autore del presunto inciucio
Le liste per l'elezione della provincia di Vibo sono state presentate, le sorprese, alla fine, non ci sono state anche se gli equilibri appaiono estremamente precari e in questa situazione l'ultimo presidente dell'ente, Francesco De Nisi, rigetta ogni accusa di inciucio e nega di essersi interessato alla competizione
di BRUNO GEMELLI
Francesco De Nisi
CATANZARO – Ieri alle 12 sono state presente tre liste, tra i sindaci e consiglieri concorrenti, per l’elezione del nuovo assetto della provincia di Vibo Valentia. Tutto il can can di questi giorni è riassunto in tre foglietti scritti a mano perché il tempo non ha consentito di fare una cosa più formale. Come anticipato dal Quotidiano le liste sono quelle annunciate ieri. Una di centrosinistra, una di centrodestra e una di destra, di cui due con sigle di partito.
C’è il Pd con candidato a presidente Sergio Rizzo, sindaco di Maierato che ha come capolista il sindaco di Spilinga, Franco Barbalace e numero due Franco Bartone, sindaco di Soriano. Poi c’è la lista con i simboli di Udc e Ncd, candidato a presidente Pino Raffaele, consigliere di Serra San Bruno, con capolista Franco Ranieli. E poi la lista “Insieme – Adesso”, del centrodestra (Fi, Fli e altri). La parola “Adesso” farebbe supporre che si tratti di un “adesso renziano” con candidato a presidente Andrea Niglia sindaco di Briatico.
Ma gli interessati negano. Infatti, Francesco De Nisi si vuole subito togliere di dosso i panni di colui il quale avrebbe fatto, l’inciucio con la destra. «Assolutamente non vero – ci dice per telefono – da tempo non incontro Nazareno Salerno». Ed allora cosa è successo? All’interno dei singoli comuni c’è un guazzabuglio di posizioni dove prevale l’etichetta di “indipendente” che si muove secondo logiche che non sono attribuibili al galateo della politica e alla terminologia tradizionale. In un Comune di 2 mila abitanti, tanto per dire, bisogna essere daltonici all’incontrario per riconoscere i colori. L’accordo politico all’interno del Pd, sostiene De Nisi, «lo fai se la lista del presidente si ritirava per trovare un’altra persona, pure la lista del Pd è civica, quattro candidati su dieci non sono del Pd, quindi è come le altre. Ogni comune ha una storia a sé, i consiglieri che non sono stati contattati hanno preso impegni. Quindi quest’accordo politico-trasversale non c’entra nulla perché non mi sono sentito mai con nessuno a discutere di liste e di altro. Il problema è un altro: se io voglio rappresentare il mio comune e nessuno mi contatta, mi metto d’accordo con altri sindaci e facciamo la lista. Con chi avrei dovuto fare l’accordo? io non ho né l’autorevolezza né rappresento nulla. L’unica cosa che ho potuto fare è: nel mio Comune non si candida nessuno. Infatti, a Filadelfia non si è candidato nessuno. Il problema è che il Pd ha voluto utilizzare questa cosa come battaglia politica, presentiamo liste, senza tener conto che in un Comune in cui il sindaco dice: io voglio partecipare. Il bilancio lo vota l’assemblea dei sindaci. Questo significa che ogni volta che si vota il bilancio è un “accorduni”?; oppure diventa una cosa tipo Libano? Purtroppo questa delle province è una legge confusa, contorta, che non permette di fare una scelta».
Se è così, perché questa parte del Pd non ha stroncato sul nascere le dicerie dell’inciucio? De Nisi confessa al cronista: «Perché non l’ho seguita sta cosa, io sono in giro per lavoro. Ma ritorno sul punto: ogni amministrazione comunale tutela i propri interessi, non può essere una cosa tribale, non bisognava fare prevalere la logica del colore politico». E ancora: «Escluso io e Censore, gli altri non sono attrezzati per fare liste e quindi c’hanno speculato perché non riescono a tenere i Comuni, alla fine hanno cercato di mettere una bandierina».
C’è una cosa che Francesco De Nisi vuole che si sappia: «Gianluca Callipo in questa vicenda non c’entra nulla». E nel tardo pomeriggio è arrivata la richiesta di dimissioni del segretario provinciale Mirabello da parte di 11 sindaci , 2 vice, 2 capigruppo a 4 consiglieri, (la nota è stata diffusa da Pasquale Fera consigliere comunale di San Nicola da Crissa, componente della commissione di garanzia del Pd, ma candidato nella lista Insieme Adesso”, dove c'è anche il sindaco di Rombiolo, Navarra, anche lui candidato nella stessa lista di destra, ma del Pd). La nota dice: «Non sono i renziani a essere fuori dalla lista del Pd, è il Pd vibonese e il suo segretario provinciale che sono fuori dal Pd». Accuse respinte al mittente dal segretario Mirabello che evidenzia come tutti gli accordi sono stati presi dalla direzione provinciale alla presenza di Magorno. Intanto il “caso Vibo” fa scuola e crea un precedente. «Quanto avvenuto a Vibo Valentia e quanto può ancora accadere nel resto della Calabria – scrive Pasqualino Macuso dell'area del Pd Azione democratica su facebook - obbliga il Pd della Calabria ad una seria riflessione per scongiurare tensioni insopportabili che ne minano la credibilità e la tenuta politica complessiva».
(****)POLITICA
L'antimafia lancia un codice etico per le candidature
Stop a chi è sotto processo e ai sindaci dei comuni infiltrati
La commissione parlamentare ha presentato le indicazioni in vista delle prossime elezioni: «Vigileremo su Reggio Calabria e sulle regionali». Norme più dure rispetto alla legge Severino. Magorno: «Il Pd calabrese ne tenga conto»
di VALENTINA RONCATI
Liste elettorali
ROMA - Impegnare partiti e movimenti politici affinchè non vengano candidati soggetti coinvolti in reati di criminalità organizzata contro la pubblica amministrazione, di estorsione ed usura, di traffico di stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti e di altre gravi condotte. E’ quanto prevede il Codice etico approvato all’unanimità dalla Commissione Antimafia e presentato ieri dalla Commissione presieduta da Rosy Bindi in vista delle prossime scadenze elettorali, prime fra tutte le comunali a Reggio Calabria, fissate per il 26 otobre, le elezioni regionali in Calabria del 23 novembre e quelle in Emilia Romagna.
Auspicio della Commissione è di trasformare questo Codice in un disegno di legge che vada a integrare la legge Severino. «Penso che riusciremo a presentare un disegno di legge - ha detto Bindi - certo, ho visto quanta fatica abbiamo fatto a approvare la legge Severino. Immagino, quindi, che il percorso sarà molto più impegnativo».
«Abbiamo voluto stilare un nuovo Codice che non ha valore sanzionatorio ma è un invito morale alle forze politiche a presentare persone che rispondano a precisi requisiti. La politica vanno compiuti gesti e scelte che la rendano inattaccabile e impermeabile ai poteri mafiosi», ha concluso Bindi.
STOP A CHI E' SOTTO PROCESSO - Il Codice etico è stato esteso ad una serie di reati che prima non venivano presi in considerazione come quelli contro la pubblica amministrazione; prevede poi un invito a non candidarsi al momento del rinvio a giudizio (e non al momento della condanna, come prevede la legge Severino); stabilisce la incandidabilità per almeno una tornata elettorale di coloro che siano stati sindaci in comuni sciolti per mafia e prevede che questa autoregolamentazione valga non solo per partiti, movimenti, liste per la designazione dei candidati alle elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali, ma anche per i candidati sindaci delle città metropolitane e i presidenti delle Regioni e delle Unioni delle Province. Vengono infine estese queste regole alla designazione degli organi di amministrazione di enti pubblici, del consiglio di amministrazione dei consorzi, del consiglio e delle giunte delle unioni dei comuni, consigliere e presidente delle aziende speciali.
«La Commissione - ha spiegato il presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi - effettuerà un monitoraggio per verificare la rispondenza della composizione delle liste elettorali alle prescrizioni del codice nei confronti di chi vi aderisce». «E’ un regolamento che speriamo tutti i partiti applichino - ha detto il parlamentare Luigi Gaetti (M5S, vicepresidente della Commissione Antimafia) - e ci auguriamo sia un punto di partenza. Il Movimento 5 Stelle già lo applica, con un po' di malumore da parte di qualcuno». Per Angelo Attaguile (Lega), «il lavoro fatto è utile a tutti i partiti e se uno di essi si discosterà da questo Codice, ne pagherà davanti all’opinione pubblica».
"VIGILEREMO SU REGGIO CALABRIA" - «La Commissione si impegna, e questa è una novità assoluta, a vigilare concretamente sulle liste elettorali per segnalare all’opinione pubblica quei candidati e quei partiti che violeranno il codice da loro sottoscritto», ha spiegato il vicepresidente della Commissione Antimafia Claudio Fava. «Un primo banco di prova saranno le elezioni a Reggio Calabria, comune sciolto per mafia, ma - spiega Fava - ancora fortemente sottoposto al ricatto della ndrangheta. Non possiamo più delegare la lotta alla mafia al solo lavoro dei magistrati: occorre pretendere che la politica recuperi fino in fondo il proprio senso di responsabilità. E se ciò non accadrà , sarà importante poter fare affidamento sul lavoro di monitoraggio e di denunzia politica della nostra commissione».
MAGORNO: "IL PD LO TENGA PRESENTE" - Ernesto Magorno, deputato e segretario del Pd in Calabria, ha chiesto «al partito calabrese che questo Codice venga tenuto in considerazione nella formazione delle liste. Dobbiamo dare un segnale ai cittadini e alla politica che deve fare attenzione alla formazione delle future classi dirigenti».
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