sabato 25 ottobre 2014

Disavventure in città

Rientro in aereo da Malta. Tutto bene fino all'arrivo all'aeroporto di Fiumicino. Si sbarca, ma c'è solo un pullmino. L'altro arriva dopo circa 10 minuti, e diversi passeggeri (compreso il sottoscritto) sono già in pista, infreddoliti, perché fatti scendere ma non fatti salire (non c'era posto sulla prima navetta). In aeroporto vado a mangiare qualcosa, mi metto in fila allacassa. L'uomo prima di me aspetta i comodi di una cassiera che non c'è, e che arriva dopo alcuni minuti: glielo fa osservare, e lei risponde infastidita. Quando viene il mio turno chiedo cosa ci sia di primo fra i piatti annotati in un menu a lato alla cassa. Non c'è nulla di quanto elencato, e il menu viene rapidamente rimosso: se voglio c'è quel che vedo, osserva la cassiera con un'aria tra il provocatorio e lo sgarbato. Ripiego su un immangiabile piatto di penne al tonno, che assaggio appena e poi lascio lì.
Esco, e si fanno subito sotto i tassisti abusivi. ”Taxi?” ”Vole 'n taxi, dotto'?” "Co' mme spenne poco, a dotto'!" Solita solfa alla stazione dei taxi, dopo altri 10 minuti di fila. "Dove va?", mi chiede una ragazza che smista la clientela. "A Ostia", rispondo. "Allora deve andare di là, a prendere i taxi di Fiumicino, perché qui si va a Roma", mi fa. "No, resto qua", ribatto. "Non faccio un'altra fila. E pretendo di prendere un taxi". Il tassista in pole position, che con me guadagnerà così appena una quindicina di euro (altra corsa, se fossi dovuto andare a Roma), mi carica malvolentieri, e intanto smadonna e se la prende con il Comune. Perché? Perché non raddoppia le tariffe per chi deve andare sul litorale romano: i tassisti romani che caricano i passeggeri che devono andare lì sono costretti, dal regolamento, ad azionare il tassametro. E quelli di Fiumicino ? Quelli il tassametro neanche a parlarne, e te lo dicono subito: "So' 30 euro dotto', prendere o lasciare". Gli dici che vuoi il tassametro? Cedono, se ti va bene, solo se minacci di denunciare la cosa.
Prima di salire sul taxi faticosamente guadagnato sento la smistatrice, alle mie spalle, che dice a una coppia diretta pure lei al litorale quel che ha detto a me: vorrei aiutare i due, per solidarietà tra bistrattati consumatori, ma il tassista è sull'orlo di una crisi di nervi ed evito. Cedo anche alla stanchezza di una giornata faticosissima, ma avrei dovuto combattere anche per loro.
Il tassista corre lungo il tragitto, e continua a smadonnare; telefona senza auricolare, lamentandosi (con la moglie, la compagna, un'amica?) della situazione, e del fatto che dovrà tornare all'aeroporto, e aspettare chissà quanto per caricare un altro passeggero e rimpinguare il magro incasso della giornata. Mi fa pena, anche lui è come te. Schiacciato da un sistema che non fa sconti a nessuno, e che un giorno ti fa vittima e l'altro carnefice: è Il sistema Italia, dove quella voce che alzi con un semplice cittadino per difendere i tuoi diritti dovresti alzarla, con milioni di altre persone, contro chi ti governa e sbafa alla faccia tua e dei tuoi connazionali.

Massimo Arcangeli



Massimo Arcangeli Ma che Italia è mai questa?

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