Crivellato con sette colpi. Di giorno, affinché tutti vedessero. E straziato così che tutti coloro che avevano visto imparassero la lezione.
Il motivo è in questa frase che disse ai carabinieri: "Sono una persona del mio tempo, sono nato povero e mi sono fatto da solo. Non mi piegherò mai, perché quello che ho realizzato l’ho fatto per i miei figli".
Francesco Pepi non solo non si era piegato alla mafia, rifiutandosi di trasportare armi e droga nei suoi camion per conto del boss, ma era diventato informatore. E un punto di riferimento per gli altri commercianti di Niscemi, che esortava a non pagare il pizzo, a non piegarsi ai mafiosi.
Perché il lavoro è sacro. E Francesco, partito come mezzadro e poi riuscito a costruire una sua piccola azienda agroalimentare con enorme fatica, che era diventata un gioiellino, lo sapeva bene. E non voleva certo piegarsi. Anzi, voleva lottare affinché nemmeno gli altri dovessero piegarsi.
Era il 14 febbraio del 1989 quando venne ucciso, il giorno di San Valentino. La famiglia ha dovuto aspettare 25 anni per uno straccio di giustizia.
Oggi lo ricordiamo. Il suo coraggio, il suo impegno. Affinché rimanga d'esempio per tanti.
Leonardo Cecchi
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