mercoledì 28 febbraio 2024

Le Leggende della Scalinata dei Borgia e l’antico “vicus sceleratus”

 



A Roma nel Rione del Colle Esquilino, si vive un’atmosfera particolare e si gode dall’alto il panorama della Chiesa della Madonna dei Monti, della via Cavour e della Torre dei Conti su via dei Fori Imperiali.


La salita dei Borgia si chiama così perchè su di essa si ergono quelle che furono ritenute le “Case” dei Borgia.


La facciata principale dell’edificio la cui origine risale al XIII secolo, presenta caratteri architettonici medievali, rinascimentali e cinquecenteschi, in alto ammirare un delizioso balconcino (forse disegnato da Raffaello) che sovrasta l’arco.


Secondo la tradizione popolare si tratterebbe del Balcone di Vannozza, ovvero Giovanna Cattanei, spregiudicata amante del papa Alessandro VI Borgia, dal quale ebbe quattro figli illeggitimi: Giovanni, Cesare, Goffredo e, la famosa, Lucrezia Borgia.


La scalinata dei Borgia è legata ad un omicidio dell’antica Roma risalente al 535 a.c.


La leggenda narra che Servio Tullio, sesto Re di Roma, fece sposare le due figlie entrambe di nome Tullia con i figli del suo predecessore Tarquinio Prisco, Aronte e Lucio Tarquinio.


Aronte era un uomo pacifico, mentre Lucio Tarquinio era ambizioso, prepotente e di pessimo carattere.

Anche le due figlie di Servio Tullio erano di indole diversa ed opposta, una mite, l’altra ribelle.

L’insofferente Tullia, stanca del marito Arunte, che considerava inetto ed incapace, fece di tutto per prendersi il cognato Lucio Tarquinio, più coraggioso e violento.


I due (Lucio Tarquinio e Tullia Maior) decisero di uccidere i rispettivi cognati e si sposarono.

Successivamente decisero di uccidere anche Servio Tullio (il padre di Tullia). 


Lucio Tarquinio, con un colpo di stato si impossessò del potere e durante una rissa colpì Servio Tullio che ruzzolò per i gradini della curia, il povero re cercò di fuggire, ma, inseguito dai sicari di Lucio Tarquinio, venne ucciso.


La folle Tullia, arrivata nei pressi del Senato chiamò a gran voce il marito perchè voleva essere la prima a salutarlo con il titolo di re. Lucio Tarquinio le intimò di allontanarsi da quel tumulto, Tullia obbedì risalendo con il cocchio via della Cipria, ma alla curva dell’imbocco per il clivo Urbio l’auriga si arrestò inorridito davanti alla macabra scena del cadavere ancora caldo di Servio Tullio.


La donna furibonda e accecata dall’ira, urlò di proseguire e di passare più volte con cocchio sul corpo esanime del re suo padre.

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#quandoildestinodiventafato

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