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Antigone. Ifigenia. Clitemnestra. E poi Medea. E ancora Diotima, Aspasia, Artemisia, Olimpiade, Ada. La cultura greca era quanto di più misogino e patriarcale si possa immaginare. La definizione di “male necessario” per le donne l’hanno coniata i Greci, ed Esiodo ha ben delineato le caratteristiche della sola donna accettabile come compagna: muta, operosa come l’ape, e sottomessa. Eppure le figure di donne forti, spesso terribili, più belle vengono sempre dai Greci. Donne ribelli che non accettano le regole degli uomini, rivendicando l’obbedienza a regole più antiche, come Antigone. Che prevedono il futuro e la violenza maschile, come Cassandra. C’è un enorme non detto nella cultura greca: la voglia di silenziare il femminile presentando le donne di carattere come un pericolo, una minaccia che rompe le regole dell’ordine costituito. Il desiderio femminile di usare altre regole viene costantemente additato come una colpa o come un’anomalia persino quando porta a grandi risultati. Artemisia e Aspasia sono eccezioni in politica, Saffo in poesia, Olimpiade è descritta come un’intrigante isterica, Diotima in filosofia è un fantasma. La mentalità ancora oggi diffusa per cui le donne vengono sottostimate nei ruoli di potere prende il via da lì, da questo continuo raccontarle male e sminuire i loro pensieri e le loro scelte come non coerenti, illogiche, istintive. Come se fossero aliene. Le donne sono incomprensibili perché le loro regole di pensiero non valgono, non perché siano sbagliate. Giocano un altro campionato che i maschi non riconoscono come legittimo. Siamo i primi ET della storia e della letteratura. Ma non abbiamo avuto per secoli qualcuno da chiamare perché ci venisse a prendere: perché abitiamo qui, e non siamo aliene o strane per nulla. E #marzo che inizia domani è il mese giusto per ricordarlo . #donne #donna #antichità #storiaantica #mitologia #storia #grecia #et #femminism
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