Era assieme ai suoi “ragazzi”, tutti allievi carabinieri, qualche maresciallo. Il re, codardo, era fuggito e a difendere Roma e i civili dalla furia tedesca e nazista c’erano loro e pochi altri.
Orlando De Tommaso, capitano dei carabinieri, non si scoraggiò e raggruppò tutti gli allievi. Bloccò i tedeschi sull’Ostiense, pur di non farli entrare in città. Ma loro erano in pochi e peggio armati, e poi tanti tra i suoi erano solo ragazzi che non avevano mai combattuto.
Allora quando si rese conto che la situazione stava precipitando, giocò la sua ultima carta: saltò in mezzo alla strada sotto il fuoco nemico e incitò tutti i ragazzi ad andare avanti. Infuse loro coraggio, lo spronò. Fu falciato da una raffica di mitra, come d’altronde sapeva sarebbe accaduto; ma mentre moriva continuava ad incitare i carabinieri. Colpiti dal suo coraggio, i ragazzi andarono all’assalto e fermarono i tedeschi.
Nasceva oggi, il 20 febbraio, uno degli eroi silenziosi e sconosciuti della nostra storia, Orlando De Tommaso, medaglia d’oro.
Come tanti, pagò con la vita la codardia di un Re vigliacco che anziché assumersi la responsabilità dell’armistizio fuggì via, lasciando i civili alla mercé dei tedeschi. A difenderli furono uomini come De Tommaso.
A loro, il nostro ricordo, ora e sempre.
Leonardo Cecchi
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