Il 16 febbraio 1907 ci lasciava Giosuè Carducci, poeta, scrittore e critico letterario insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1906.
Le sue opere rispecchiano, in primis, il suo amore per la patria, a cui si aggiunge un innato sentimento per il bello, la natura e la vita.
Una delle poesie più celebri è “San Martino” (“La nebbia a gl’irti colli…”), ma famosa e struggente è anche “Pianto antico”, dedicata al figlioletto strappato alla vita a soli tre anni a causa del tifo:
L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
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