venerdì 27 aprile 2012
Signori ed il giudizio ingiusto
«Non sono stato giudicato in modo imparziale e questo mi irrita». C’è rabbia e delusione in Beppe Signori, che parla così della decisione del Tnas, ultimo grado della giustizia sportiva che ieri ha decretato la sua radiazione, respingendo il ricorso dell’ex attaccante coinvolto nel calcioscommesse. «Provo delusione – dice – per il fatto di aver avuto una sentenza sportiva tanto dura quanto ingiusta, nonostante io non sia più tornato alla ‘ribalta’. Nessuno dei pentiti mi ha indicato quale uomo chiave, capo dei capi, partecipe, presente, leader indiscusso in qualsivoglia malaffare…».
In una lunga nota all’ANSA dell’agenzia investigativa Eaglekeeper, che lo ha assistito dall’inizio della vicenda, l’ex bandiera della Lazio torna sulle accuse contro di lui: «Non metto in discussione che il mio comportamento andasse censurato per aver accettato quell’invito ed aver partecipato a quell’incontro. Ma certo è che andava attribuita la giusta responsabilità ed il giusto valore alla pena». «Ho scommesso - ribadisce Signori - in modo regolare da non tesserato in una partita che tra l’altro non ha dato i risultati che mi sono stati imputati, tanto che a tutt’oggi Inter-Lecce non è fra le partite oggetto di combine. Così come Atalanta-Piacenza, la cui combine è stata attribuita a me come regia».
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