negli ultimi 30 anni le suore cattoliche negli Usa sono scese da 180mila a 65mila
La Santa Sede ha fatto partire una doppia indagine allo scopo di mettere in riga le religiose troppo progressiste
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Madre Sandra Schneiders, docente emerito di Nuovo Testamento e Spiritualità all’Università di Berkeley, in California (da www.sscs.press.jhu.edu)
WASHINGTON (USA) – Nell’arco di trent’anni, il numero delle suore cattoliche negli Stati Uniti è sceso da 180 mila a 65 mila. Ma nell’arco di trent’anni, le religiose di Santa Romana Chiesa in America hanno radicalmente riletto e spesso reinventato il loro ruolo nel mondo. Molte sorelle hanno smesso gli abiti monacali, hanno lasciato i conventi per vivere tra la gente, sono entrate nelle università, hanno abbracciato le libere professioni, si sono impegnate nel volontario, hanno animato organizzazioni di base e perfino gruppi di pressione in favore del sacerdozio femminile o del matrimonio dei preti. Troppo, forse, per il Vaticano nell’era di Benedetto XVI, un Pontefice legato a una visione molto dottrinaria e ortodossa del magistero cattolico, impegnato a contenere o spingere indietro ogni fermento modernista e contrario alla tradizione.
DOPPIA INDAGINE - Rivela infatti il New York Times, che la Curia Romana ha lanciato due indagini a vasto raggio sulle suore americane, suscitando allarme e preoccupazione negli ordini, che ora temono di essere oggetto di una vera e propria inquisizione. E se alcune di loro cercano di far buon viso, salutando il fatto che Roma si interessi finalmente a una comunità in drammatico calo di vocazioni, la maggior parte sospetta che il vero obiettivo delle inchieste, sollecitate da alcuni vescovi americani, sia di metterle in riga. In altre parole, riportarle nei conventi, rimetter loro le tonache, organizzare le loro vite intorno ai quotidiani esercizi spirituali e, non ultimo, limitare le attività al lavoro alle istituzioni cattoliche, fossero ospedali, orfanotrofi o scuole. «Ci considerano solo come forza-lavoro ecclesiastica, mentre noi viviamo una vita di totale dedizione a Cristo e da ciò discende un profondo impegno per il bene di tutta l’unamità», dice madre Sandra Schneiders, docente emerito di Nuovo Testamento e Spiritualità all’Università di Berkeley, in California.VISITA APOSTOLICA - La più capillare delle due indagini in corso è una Visita Apostolica, strumento in genere usato dal Vaticano solo in casi estremi come lo scandalo dei preti-pedofili. Scopo ufficiale e molto vago dell’inchiesta: «Verificare la qualità della vita» degli istituti religiosi femminili. A condurla è la Superiora Generale delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, madre Mary Clare Millea, inviata da Roma, che ha già incontrato le pari grado di 127 ordini monacali, da Los Angeles a Boston. Sarà suo compito stilare un rapporto segreto per il cardinale Franc Rodè, responsabile degli ordini, sullo stato di ognuna delle 340 congregazioni di suore in America. Ma la ribellione è già in atto: in una e-mail che doveva rimanere confidenziale, ma è stata divulgata da una delle destinatarie, madre Schneiders ha invitato le sue consorelle a boicottare la Visita Apostolica, dicendo loro che gli inquisitori dovranno essere trattati «come ospiti non invitati, da ricevere in parlatorio e non portati in giro per la casa». L’altra inchiesta lanciata dal Vaticano è più mirata, ma ancora più segnata dai caratteri dell’inquisizione. Ordinata infatti dalla Congregazione per la dottrina della Fede, erede appunto della Santa Inquisizione, ha nel mirino la Leadership Conference of Women Religious, organizzazione americana di cui fanno parte 1500 donne, quasi tutte suore, accusata di aver deviato dagli insegnamenti romani su temi come il sacerdozio femminile, l’omosessualità e la supremazia di Santa Romana Chiesa come mezzo per la salvezza eterna.
http://www.corriere.it/esteri/09_luglio_02/suore_america_paolo_valentino_489dcd9e-673e-11de-9708-00144f02aabc.shtml
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