Le opere in mostra sono state selezionate dalla raccolta grafica del
Museo
diRoma. Si tratta di acquarelli e incisioni realizzatii da artisti
francesi
attivi a Roma tra la metà del Settecento e i primi anni dell'Ottocento: per
lo
più pittori che gravitavano nella cerchia dell'Accademia di
Francia,prestigiosa
istituzione fondata per volere di Luigi XVI e ospitata in Villa Medici dal
1803
con l'intento di consentire ai giovani artisti francesi di perfezionarsi a
Roma.
Questi acquerelli riproducenti paesaggi e vedute,nascevano,quasi
sempre,con
l'intento di soddisfare la crescente richiesta a seguito del viaggio in
Italia
e a Roma,secondo una consuetudine che si andava consolidando e che
rappresentava una tappa irrinunciabile nella formazione intellettuale di
ogni
giovane europeo di buona famiglia. Si tratta di fogli che ci mostrano
visioni
della Roma del tempo,insolite per il nostro sguardo "imbarbarito": si
alternano
il Foro Romano e il Colosseo,Villa Borghese e Castel Sant'Angelo,San Pietro
e
il Pincio,Ponte Milvio e il sepolcro di Cecilia Metella.
Roma presentava molteplici contraddizioni,lo Stato Pontificio era uno
dei
più arretrati d'Europa e,malgrado le presenze cosmopolite,la città appariva
una
realtà immobile: era insieme capitale internazionale e piccola città, sede
di
accademie e crocevia per artisti e intellettuali di fama,ma girovagare per
le
sue strade di notte poteva risultare piuttosto pericoloso. I pittori
sembravano
ossessionati dalla lotta tra il verde,le rovine,gli alberi e la pietra
dove le
tracce della Roma antica faticavano ad emergere ; proprio da questo
apparente
caos,tuttavia,"Robert delle rovine" - così era soprannominato Hubert Robert
dai
contemporanei - e Abraham- Louis-Rodolphe Ducros traevano ispirazione per
le
loro creazioni,mentre Francois-Marius Granet realizzava le sue
emozionanti
immagini della Roma moderna e Victor-Jean Nicolle e Charles-Joshep
Natoire
delineavano in nitide vedute o , con sentimento visionario,la loro idea
della
città.
Fabio Vergovich
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