Costa cara la rissa finale del "Friuli": 3 turni a Dias, 4 a Marchetti e ammenda alla società... Presidente dell'AIA: "Bergonzi ha ritenuto il fischio ininfluente"
Fonte: Emiliano Storace/ Giorgia Baldinacci - Lalaziosiamonoi.it
Stangata doveva essere e stangata è stata. La rissa finale dello Stadio “Friuli”, costa cara alla Lazio sia in termini di squalifiche che di ammende pecuniarie. Sono stati infatti squalificati per 3 giornate di campionato il difensore brasiliano Andrè Dias per avere, al termine della gara nel recinto di giuoco, assunto un atteggiamento aggressivo e gravemente intimidatorio nei confronti del Quarto Ufficiale venendo trattenuto con la forza dai presenti, e per 4 giornate il portiere Federico Marchetti, per avere, al termine della gara sul terreno di giuoco, posto da tergo le mani sulla spalla dell'Arbitro, spingendolo con veemenza. Inoltre è stata sanzionata la società Lazio, con un’ammenda di 20.000 € per aver omesso di impedire, al termine della gara, l'ingresso non autorizzato nel recinto di giuoco di un proprio dirigente e di un collaboratore, che spingeva un dirigente della squadra avversaria, facendolo cadere al suolo. Nessuna ammenda è stata invece corrisposta alla società Udinese calcio.
Una rissa quella nel finale dalle pesanti conseguenze per la Lazio, e proprio per questo, evitabilissima soprattutto perchè quel gol dell'Udinese era assolutamente ininfluente ai fini del risultato: "Quello che è successo lo hanno visto tutti, è mancato il buon senso perchè la partita era conclusa", ha commentato Marcello Nicchi, Presidente dell'AIA, durante la trasmissione 'La politica nel pallone' su Gr Parlamento. "Quello che ci coglie di sorpresa sono queste reazioni non prevedibili, anche violente, da parte di professionisti - continua il numero uno degli arbitri - Va sicuramente condannato quello sprovveduto che ha emesso il triplice fischio, ma bisogna controllare i nervi. L'arbitro ha chiaramente fatto capire che non aveva fischiato e ha fatto continuare il gioco perchè ha ritenuto che c'erano le condizioni per farlo". Il regolamento a tal proposito parla chiaro, l'arbitro deve interrompere il gioco se ritiene che un agente esterno abbia influito sul corso della partita, e chiaramente Bergonzi non ha ritenuto tale il fischio fantasma, come sottolinea ancora Nicchi: "L'unico che ha il potere di interrompere il gioco è l'arbitro, che in quel momento ha reputato che il fischio non aveva influito sulla gara. Spero - ha concluso - che il fischio fantasma sia provenuto dall'esterno e non dal recinto di gioco".
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