È polemica su Facebook: «Che ci fanno lì a 10 anni?»
Gli organizzatori:alcune mamme li mandano volentieri
di Veronica Cursi
Sei
ragazzini in posa, gli sguardi arrabbiati, da duri, il sorriso appena
accennato su un viso troppo giovane per veder spuntare anche un timido
accenno di barba. Avranno dieci anni. Forse uno o due di più. È il 4
aprile. Mercoledì mattina. Una normale giornata scolastica. Ma invece di
stare sui banchi di scuola, quel gruppo di bambini travestiti da
grandi, con le tute e la giacca di pelle, è al centro di una pista, al
Qube, la discoteca di via di Portonaccio, tra ragazzine seminude che
giocano a fare le cubiste e ci riescono davvero.Abbracciati, aspettano il click della macchina fotografica che li immortalerà, quasi fosse uno status symbol, tra i frequentatori del Matinee, il più grande festival dei teenagers di Roma, «la mattina con l’house che pompa nelle casse». Non si immaginano però che quello scatto pubblicato su Facebook, nella pagina ufficiale dell’evento, diventerà la foto più cliccata del giorno: 474 condivisioni e quasi 200 commenti. L’immagine simbolo di una generazione divisa. Di chi alla loro stessa età, magari qualche anno di più, adesso si chiede allibito «che ci fanno a 10 anni, così piccoli, a ballare invece di andare a scuola?».E chi invece risponde con un certo orgoglio: «Se non ci vanno ora al Matinee quando ci vanno? Che qui già a 15 anni ci si sfascia la sera?».
Gli organizzatori. Basta guardarla questa galleria di ricordi, abbracci, piercing, minigonne e cappelli da baseball, una sfilata di balli e baci, ragazzine davanti all’obiettivo che fingono giochi erotici, altre che si esibiscono in tanga e reggiseno davanti una platea di maschietti estasiati, cubisti, vocalist e deejay, perché sono queste immagini, più di tante parole, a raccontare cosa si fa alle nove di mattina quando si partecipa a un Matinee. «Una festa riservata solo ai minorenni, sia chiaro - ci tengono a specificare i responsabili del locale che non desiderano rendere noto il proprio nome e la proprietà è impossibile da contattare - Ed è vero, gli adulti non entrano, se non qualche mamma che a volte chiede di poter controllare il proprio figlio e poi scappa via. Perché le mamme, non tutte, ma ce ne sono, sono felici che i loro ragazzi siano qui, piuttosto che in mezzo a una strada a fare chissà cosa».
Dieci euro il biglietto. Anche se quella mattina, invece di ballare l’house, avrebbero dovuto andare a scuola? «Beh lì c’è stato un errore, perché ci avevano detto che gli istituti erano chiusi per Pasqua invece qualche scuola era ancora aperta ma ormai era impossibile disdire l’evento». Una festa super sorvegliata. Dieci euro dalle 9 alle 18 per divertirsi quando il sole è ancora alto. «I controlli all’interno del locale sono rigidi, le assicuro», spiegano gli organizzatori. Body guard con auricolari, butta dentro, sistema collaudato attorno ai bagni. «Chiediamo il documento all’entrata per evitare che entrino ragazzini troppo piccoli, che abbiano meno di 13 anni, però quasi nessuno lo porta mai con se». E allora come fate? «Ci affidiamo alla discrezione del selezionatore all’ingresso». Che forse quella mattina del 4 aprile non ha notato quei visetti così giovani che adesso sorridono tra le foto di Facebook col pollice alzato come a dire, qui è pazzesco, ci divertiamo un sacco. «Ma quale successo - replicano dal locale - Abbiamo organizzato solo quattro eventi come questo. L’ultimo due settimane fa. Ma ormai non vanno più, nemmeno tra i ragazzini. Il locale quella mattina era semivuoto, ci saranno state 300 persone, tanto che abbiamo deciso di non farne più».
I quartieri.Sarà, eppure sembrano proprio non pensarla così tutti quei ragazzi che vengono da ogni parte di Roma, Centocelle, Tor Sapienza, San Basilio e partono all’alba da casa pur di esserci. Magari arrivano con lo zaino in spalla, tanto per fare vedere che a scuola ci sono andati davvero. Solo che dentro, al posto dei libri, magari c’è il top scollato o la minigonna. Cubiste? «Non abbiamo animazione all’interno del locale». E quelle ragazze che ballano fomentando la pista, quella biondina tutto pepe che appare nelle foto e sventola una gonna inguinale fucsia? «Magari qualcuno dentro la discoteca si cambia in bagno e poi sale sul cubo a ballare, ma se vediamo situazioni esagerate, interveniamo subito». Non sono tutti d’accordo. C’è Thomas che commenta l’immagine di quel gruppetto di bambini e ripete «sono solo ragazzi che si vogliono divertire, che male c’è? Almeno una volta nella vita avranno fatto tutti sega scuola». E Andrea, dj in un locale under 18 che ribatte: «E’ giusto che si divertano ma non sono questi i luoghi adatti a quell’età». «Bisogna andare a gradi nella vita - dice Davide - perché a 13 anni io mi sentivo matto a fumare senza aspirare, loro a 13 anni hanno già bruciato tutte le tappe».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=192002&sez=HOME_ROMA
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