«Muoversi in bicicletta, ti cambia la vita». Lo dicono studenti che
la prendono «per arrivare prima all’università», casalinghe che
ritornano a casa con la spesa nel cestino, anziani che pedalando, senza
fretta, ammettono di aver «riscoperto» profumi, scorci e atmosfere
tipiche dell’Urbe. Chiedono di «ripensare la mobilità» nei centri urbani
e per questo saranno oggi a Roma alla manifestazione nazionale promossa
dal movimento #Salvaiciclisti.
«Veni, vidi, bici», è questo il motto della bicifestazione che dalle
15 in poi radunerà il popolo delle ruote a pedale ai Fori Imperiali. Ci
sarà anche un flash mob per ricordare la strage dei ciclisti sulle
strade (231 solo a Roma e in provincia, nel 2011), una vera e propria
emergenza. «Ci siamo stancati di morire, per strada non ci sono più
regole», attacca uno dei promotori dell’iniziativa, Paolo Bellino, che
parte dai dati secondo cui la maggior parte degli spostamenti avviene
nel raggio di dieci chilometri per approdare alla convinzione che la
bicicletta sia «il modo giusto per muoversi», soprattutto, in tempo di
crisi e con i prezzi della benzina alle stelle. Roma, città a misura di
bici? «Ha tutto per diventare come Copenaghen, in cui il 55 per cento
degli spostamenti avviene sulle due ruote». Ma non è una città piena di
saliscendi? «A parte che i sette colli sono spariti da molti secoli, le
pendenze non sono quelle di San Francisco, insomma, è perfetta». E le
piste ciclabili? «Sono progettate per le passeggiate e scontano i
problemi legati all’illuminazione insufficiente e alla scarsa
manutenzione». Non solo buche, rami, cocci di bottiglie, pezzi di ferro.
Si trova di tutto, basta farsi un giro per scoprire mancanza di
collegamenti e ricuciture, interruzioni continue. A Ponte Milvio, la
pista ciclabile finisce per interrompersi davanti a una sbarra. Maggiore
attenzione alla segnaletica, e alla sicurezza, viene chiesta per la
dorsale del Tevere. Mentre si aspetta la realizzazione di un percorso
ciclabile lungo via Nomentana, in piazza Cavour – secondo quanto
sottolinea Fausto Bonafaccia, presidente dell’associazione BiciRoma –
l’allargamento del marciapiede e l’impianto semaforico farebbero da
ostacolo al percorso ciclabile che finisce davanti al cinema Adriano.
Intanto che si aspetta il collegamento fra via Cicerone e Castel
Sant’Angelo, viene chiesto il ripristino del semaforo di via Rossini,
prima di entrare in villa Borghese.
Situazioni da migliorare ce ne sono parecchie, «ma, soprattutto, bisogna
dare sicurezza agli utenti», chiede Bonafaccia. Casco obbligatorio e
giubbetto retroriflettente, consiglia Maurizio Felici, pensionato: «Il
ciclismo è la mia grande passione. Ho fatto la Granfondo di Chianciano,
categoria supergentleman, ho partecipato all’Eroica sulle strade bianche
del Chianti e quando c’è la Maratona delle Dolomiti vado sempre su con
tutta la famiglia». La bici è un piacere al quale non rinunciare anche
in città. «La uso da 10 anni, adesso ho comprato quella a pedalata
assistita. Non ti fa sudare, non inquina, è meglio di un motorino».
Problemi? «La gente disattenta, i tanti, troppi rischi. A Roma le
ciclabili sono più pericolose della strada. Mamme con le carrozzine,
bambini che giocano, anziani a passeggio, chi va in bicicletta è
costretto a fare lo slalom. Manca il rispetto delle regole. Sulla
Cristoforo Colombo, fra l’ex Fiera di Roma e via Laurentina, le persone
aspettano l’autobus in mezzo alla ciclabile». Camion in sosta lungo lo
spazio dedicato ai ciclisti di via Cicerone e molte persone che
camminano lungo la pista, fa notare Rossella Pretto, attrice, che usa
questo mezzo perché non ha la patente e, leggera, sorride: «La bici è
un’ amica: ci vado a fare la spesa, la prendo per fare una passeggiata o
per andare a lavoro»….. “di FRANCESCO PERSILI
http://www.romadailynews.it/2012/04/il-messaggero-cronaca-di-roma-il-popolo-delle-due-ruote-ai-fori-per-la-sicurezza/66856
Nessun commento:
Posta un commento