domenica 29 aprile 2012

Grillo contro Di Pietro "Tu quoque, Tonino?"

Il comico replica al leader Idv
che avevo preso le distanze
dal Movimento 5 Stelle. Critici anche Bersani e Casini che fanno quadrato attorno a Napolitano

torino
Tu quoque, Tonino? Beppe Grillo non replica a Giorgio Napolitano, per l’allarme sui rischi dell’antipolitica, ma al leader Idv che, intervistato dal Fatto quotidiano, prende le distanze dal padre del "Vaffa day". «Tra me e Grillo c’è una sola differenza: io critico ma voglio costruire un’alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario. Lui invece mira a sfasciare tutto e basta», diceva infatti oggi Di Pietro. Frase che Grillo mette in evidenza sul proprio blog, sotto un estratto del discorso del capo dello Stato, per confessare il proprio sconforto: «Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero che sia stato un lapsus. Da lui, proprio da lui, non me le aspettavo».

Ma se la politica si stringe attorno al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Beppe Grillo alza il tiro: il richiamo del Capo dello Stato, durante il discorso del 25 aprile, contro la demagogia è stato, secondo il comico genovese, «un atto anticostituzionale. Il Movimento 5 stelle ha 130 consiglieri che sono stati eletti, non come lui che è il presidente dei partiti e che dovrebbe essere super partes». L’attacco che i partiti stanno muovendo a Grillo ed al Movimento 5 stelle, non ha fatto altro che motivare i grillini. Lui dice di non essere un leader politico, ma solo il portavoce del «movimento di cittadini più grande d’Europa». Eppure, a dieci giorni dalle amministrative, batte la provincia italiana in profondità come un vero segretario, se non di più. E come al solito, Grillo non fa distinzioni. E pensa di sapere quale sia il motivo di tanto astio nei suoi confronti: «ci accusano di demagogia e populismo, perché non stanno capendo cosa succede, noi abbiamo con noi la rete, i social network, i partiti si stanno suicidando da soli: il Pdl vuol fare il partito 2.0, pensate se aprono un blog che commenti arrivano...».

 Dire che il Movimento 5 Stelle è il terzo partito italiano, Beppe Grillo lo considera un’offesa. «I partiti - ha detto - si fanno i loro sondaggi, telefonano alla gente per chiedere se voteranno centrodestra o centrosinistra. Ma il 99% di quelli che rispondo li mandano affanculo». Gli obiettivi privilegiati sono Napolitano, Monti e le politiche economiche del governo. Scrive sul blog, poi lo rilancia in piazza: «Usciamo dall’Euro, non ce lo possiamo più permettere, o almeno discutiamone, oppure è un totem che non si può toccare?».

Contro Grillo si scagliano soprattutto Bersani e Casini. «Ieri Napolitano ha detto cose puntuali e serissime - ha detto il leader del Pd - Grillo ha risposto con insulti, non si permetta». Sprezzante Casini: «Grillo? Meglio dentro che fuori dal Parlamento, così passa dalle chiacchiere ai fatti e fa i conti con la realtà. È capitato ad altri movimenti politici: sono arrivati pieni di aspettative e poi hanno fatto i conti con la realtà dei fatti». E stavolta anche Di Pietro, di solito il meno ostile nei suoi confronti, non gli ha risparmiato critiche. Salvo poi invitarlo a non cadere nel trabocchetto «di chi vuol metterci l’uno contro l’altro» 

 

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