Fratelli d'Italia...
Berlusconi vede Pisanu: ora acceleriamo sulla riforma elettorale
ROMA
Tutti sono proiettati sul dopo. Si attende il passaggio delle
amministrative. Non tanto per il risultato, stavolta abbastanza
scontato, quanto per lanciare la campagna d'autunno. L'uscita di
Berlusconi su possibili elezioni a ottobre, ma soprattutto l'aut aut
lanciato dal Pdl al governo sulla riforma del mercato del lavoro («Se il
ddl non cambia non lo votiamo», ha ribadito il capogruppo al Senato
Gasparri) segnala la difficoltà e l'insofferenza del principale gruppo
di maggioranza il cui elettorato (almeno il 70%) è contrario a mantenere
l'appoggio all'esecutivo. Il Cavaliere però ha detto e ripetuto in
pubblico e in privato che non si assumerà la responsabilità di portare
il Paese a elezioni anticipate. Di qui al 2013 tuttavia «non possiamo
rimanere fermi». Ecco allora il lancio del nuovo partito per il quale è
già cominciato il toto nome (da Fratelli d'Italia a Italia libera), ma
soprattutto l'attenzione a quanti si muovono sul cosiddetto fronte
moderato.
Ieri Berlusconi, assieme ad Angelino Alfano, ha incontrato il senatore
Giuseppe Pisanu, che assieme ad altri 28 parlamentari ha sottoscritto un
documento in cui si chiede di andare «oltre il Pdl». L'ex premier si è
mostrato comprensivo nei confronti del gruppo dei «dissidenti»,
sottolineando che il suo «sogno» è sempre stato quello di creare un
fronte unito dei moderati. Un obiettivo che al momento non è tuttavia a
portata di mano. «Casini si tiene a distanza...», ha sostenuto
Berlusconi convinto che a questo punto sia indispensabile «accelerare»
sulla riforma della legge elettorale. E il modello che continua a
convincere di più l'ex premier è il sistema tedesco, un proporzionale
con sbarramento. Una scelta che di fatto lascia aperte più possibilità
anche qualora dalle urne il Pdl uscisse fortemente ridimensionato.
Questa è la posizione manifestata da Berlusconi e Alfano nel corso
dell'incontro con Pisanu. Ma non tutti nel partito la condividono.
Soprattutto gli ex An e quanti tra i forzisti temono che in questo modo
si arrivi alla «democristizzazione» del Pdl. Berlusconi sembra però
essersi convinto che l'epoca delle coalizioni forzate sia finita. Non
solo non c'è possibilità di "costringere" Casini ma con la Lega che
rischia di essere superata dai grillini, anche qualora si ricostruisse
l'alleanza con il Carroccio, le possibilità di vittoria sarebbero
praticamente inesistenti. Meglio allora giocare di rimessa, dare una
verniciata al partito, con un nuovo nome e tante facce nuove, e
prepararsi a gestire il secondo tempo che comincerà solo dopo la fine
del governo e il superamento delle elezioni politiche. Un appuntamento
al quale il Cavaliere potrebbe presentarsi con qualche rinforzo, magari
una lista civica guidata da personalità con forte impatto sull'opinione
pubblica. Il primo nome che viene in mente è quello di Luca Cordero di
Montezemolo. Il presidente della Ferrari continua a smentire l'ipotesi
di una sua «discesa in campo» ma recentemente ha avuto un faccia a
faccia sia con Berlusconi che con Casini. E proprio il leader dell'Udc
ieri ha definito «utile e positivo» l'attivismo dell'ex presidente di
Confindustria.
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