29 marzo 2012
“IL RIFORMISTA” CHIUDE E VA IN LIQUIDAZIONE – DOMANI SARÀ IN EDICOLA
L’ULTIMO NUMERO – E’ PREVISTO PER OGGI L’ARRIVO DEL LIQUIDATORE – UN BEL
RISULTATO PER EMANUELE MACALUSO: A 88 ANNI È RIUSCITO A FAR CHIUDERE IL
QUOTIDIANO DOPO SOLI 9 MESI DI DIREZIONE…
“Il Riformista” chiude e va in liquidazione. Oggi l’attesa assemblea
della cooperativa presieduta da Gianni Cervetti, 4 voti contro 3, ha
sancito la chiusura del quotidiano arancione. Domani sarà in edicola
l’ultimo numero. E’ previsto per oggi l’arrivo del liquidatore che dovrà
mettere mano ai conti e appunto pagare gli stipendi al personale
assunto e i compensi ai collaboratori fissi; e verificare un eventuale
compratore. Un bel risultato per Emanuele Macaluso: a 88 anni è riuscito
a far chiudere il quotidiano dopo soli 9 mesi di direzione.
http://www.vip.it/chiude-il-riformista/
Non ce l’abbiamo fatta
di Emanuele Macaluso
In queste ultime settimane abbiamo reso noto ai nostri lettori le
difficoltà che incontravamo per continuare a pubblicare il Riformista.
Oggi con grande amarezza vi diciamo che tutti i tentativi fatti per
salvare il salvabile, non hanno avuto esito positivo. L’assemblea dei
soci, quindi, ha deciso di affidare a un liquidatore l’amministrazione
della cooperativa e di sospendere la pubblicazione del giornale. Dico
sospendere perché, a norma di legge, se c’è un editore che mostra con i
fatti di essere in grado di riprendere la pubblicazione,la liquidazione
può essere revocata. A chi nei giorni scorsi si è fatto avanti gli
amministratori della cooperativa hanno mostrato carte e conti, che sono
in perfetto ordine e alla luce del sole, e la disponibilità a sostituire
soci e direttore. Ad oggi nessuno ancora ha deciso di fare il passo
decisivo, spero che ci sia chi lo faccia in questi giorni in cui opera
solo il liquidatore.
Tuttavia, comunque vadano le cose, da oggi non
sarò più il direttore di questo giornale. Avevamo accettato l’offerta
dei vecchi editori (sempre incombenti) di provare a resuscitare il
giornale già chiuso, entro un anno, solo se si realizzavano tutti gli
impegni contrattuali e se il contributo pubblico non fosse stato
decurtato. Non è stato così. L’anno che ormai è alle nostre spalle è
stato denso di avvenimenti politici e sociali che abbiamo commentato
quotidianamente con un nostro punto di vista. E l’abbiamo fatto con
ragionamenti pacati anche in momenti in cui lo scontro politico e
mediatico era furibondo tra berlusconiani e antiberlusconiani.
Abbiamo
scelto una linea, il riformismo socialista ed europeista, come punto di
riferimento essenziale alle forze conservatrici in Italia e in Europa.
Abbiamo sollecitato l’unità del movimento sindacale come condizione
ineludibile per fronteggiare i marosi della crisi che investe l’Europa e
particolarmente il nostro paese, per non fare pagare il conto solo al
mondo del lavoro. L’abbiamo fatto ponendo con forza l’esigenza di
un’opera – anche da parte del sindacato – che metta al centro
l’interesse generale e salvezza del paese. Questo anche per evitare che
lo scontro sociale si verifichi nelle condizioni in cui l’abbiamo visto
in Grecia e ora in Portogallo e Spagna. Abbiamo messo al centro del
nostro impegno la battaglia per i diritti civili e un garantismo
alternativo a quello peloso di chi, con il suo agire e le sue leggi, ha
mortificato la giustizia. Le pagine del giornale sui temi internazionali
e della cultura hanno dato un esempio di informazione puntale e di
scelte in sintonia con tutte le forze che si battono per la pace, contro
ogni razzismo ed egemonismo per la libertà della cultura in Italia e in
ogni parte del mondo.
Avevamo messo in orbita anche un domenicale,
curato da Paolo Franchi, Ragioni, per dare più senso alla nostra
battaglia politico culturale. Come è noto in passato ho diretto un
grande quotidiano e riviste della sinistra e ho collaborato a tanti
giornali, ho conosciuto il mondo dell’informazione sin dalla rinascita
della stampa libera in Italia. Il Riformista è un piccolo ma
significativo quotidiano con redattori giovani e di qualità che spero
possano continuare a scrivere e lavorare in questo giornale; e un
personale “tecnico” di eccezionale professionalità e disponibilità.
Sono
particolarmente grato a Marcello Del Bosco che, con professionalità e
abnegazione, ha condiviso con me la direzione del giornale. Ringrazio
chi ha collaborato scrivendo sul Riformista. Ricorderò tutti con
affetto. Mi dispiace che in un momento difficile per il giornale, e
amarissimo per me, ci sia stato qualcuno che in redazione con il suo
agire scorretto mi ha costretto a chiudere in modo brusco il mio impegno
che ho profuso con disinteresse e passione. Infine, voglio ribadire che
non ce l’abbiamo fatta, anche per ragioni politico-editoriali, per
nostre, soprattutto mie, deficienze. Non ce l’abbiamo fatta, come ho
detto in altre occasioni, anche perché chi poteva darci una mano,
soprattutto il movimento cooperativo con la pubblicità che concede a
destra e a manca, ma anche il sindacato, non ce l’ha data.
E’ un
segno dei tempi. Ma non mi arrendo. E con me Gianni Cervetti che ha
condiviso questa avventura. In un modo o in un altro, per quel che mi
riguarda personalmente, finché avrò forze fisiche, continuerò la mia
battaglia.
Grazie a tanti lettori e amici che in questi giorni mi hanno mostrato solidarietà e stima.
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