I nomadi tibetani vivono stabilmente in un territorio delimitato. Alcuni gruppi mantengono un insediamento principale fisso e, nel corso delle stagioni, si spostano verso le località dove le condizioni dei pascoli sono favorevoli per il sostentamento del bestiame. L’area di pascolo di ciascun animale (yak, ovini e cavalli) può essere diversa, secondo i suoi bisogni nutrizionali. Tradizionalmente, in un territorio abitato da diversi gruppi di nomadi, i pascoli venivano ridistribuiti ogni tre anni, secondo le nuove esigenze di ciascun gruppo. Il numero di capi di bestiame poteva aumentare, grazie a condizioni favorevoli, o diminuire, per esempio in seguito a calamità naturali. Questa pratica garantiva anche la conservazione delle risorse locali.
Nonade, Rongpo Gyakhar, Amdo 2007
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