sabato 30 marzo 2024

Carl Friedrich Gauss, il Principe dei Matematici

 



Le origini di Carl Friedrich, che in molti oggi chiamano il Primcipe dei Matematici, sono tutt’altro che regali. Nacque in povertà a Braunschweig, in Germania, il 30 aprile del 1777 da un padre scrupolosamente onesto, grossolano e severo, che scoraggiò in tutti i modi il desiderio del figlio di dedicarsi agli studi. La madre, invece, fu sempre la sua più grande sostenitrice anche se, ogni tanto, anche lei dubitava del talento del figlio. Una volta chiese a un suo compagno di studi Wolfgang Bolyai (discreto matematico anche se il cognome Bolyai trova più successo nel figlio János), se Gauss sarebbe stato in grado di conclurdere qualcosa. A questa domanda Bolyai esclamò “Sarà il più grande matematico di tutta Europa”. La predizione si rivelò azzeccata.


Se mai si dovesse affibbiare a qualcuno il termine “enfant prodige” nessuno lo meriterebbe più di Gauss. Il suo prodigioso talento nel calcolo mentale si manifestò prima dei tre anni, quando corresse il padre che stava compilando il foglio delle paga settimanale per i suoi operai. Più avanti affermò, scherzando, di aver imparato a contare prima di parlare.


Siamo stati fortunati a godere del suo talento dato che un incidente gli costò quasi la vita nei suoi primissimi anni di vita: una piena aveva fatto straripare il canale che fiancheggiava la casa dove viveva la sua famiglia e giocando vicino all’acqua Gauss ci cadde dentro rischiando di annegare; solo l’intervento di un operaio nelle vicinanze gli salvò la vita. La Matematica deve molto a quell’uomo

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Forse l'aneddoto più famoso legato a Gauss è quello del calcolo della progressione aritmetica. 


A sette anni iniziò a frequentare la scuola locale dove il maestro non godeva di una buona nomea: era molto esigente e spesso terrorizzava gli alunni. Un giorno, nel tentativo di tenerli occupati per tutta la mattinata, assegnò l’esercizio di sommare i primi cento numeri e di posare la lavagnetta sul proprio banco quando si era arrivati alla soluzione. Quasi immediatamente Gauss posò la sua lavagnetta dicendo “Ligget se” (Fatto) e passò le successive ore a guardarsi intorno. Quando l’insegnante controllò la sua lavagna vide scritto solo il risultato (ovviamente esatto) 5050, senza alcun conto. All’epoca dell’accaduto Gauss aveva dieci anni e (forse) fece uso della formula n(n+1)/2 per il calcolo della progressione aritmetica, senza che nessuno gli spiegò questi argomenti. Il maestro fu talmente tanto meravigliato che cambiò i suoi atteggiamenti (almeno nei confronti di Gauss) comprando, di sua tasca, il miglior manuale di matematica disponibile e lo regalò al giovane genio. Altra figura chiave della sua vita fu proprio l’assistente dell’insegnante, tale Johann Bartles. I due studiavano insieme, si confrontavano e si aiutavano a vicenda, facendo nascere un rapporto di amicizia che durò per tutta la vita di Bartles. Quest’ultimo aveva anche rapporti con persone influenti di Braunschweig, tra cui il duca Carlo Guglielmo Ferdinando che, nel 1791, si decise a finanziare gli studi del giovane matematico.


In parallelo Gauss portava avanti anche un’enorme passione, che era quella delle lingue; impararle era per lui un passatempo e con l’avanzare dell’età diceva che questo studio era ottimo per mantenere lo spirito agile. Padroneggiava perfettamente le lingue classiche e a sessantadue anni si mise, da autodidatta, a studiare il russo arrivando a tenere una corrispondenza scientifica con i colleghi russi nella loro lingua madre. Sembra che tentò di imparare anche il sanscrito ma lo abbandonò poco dopo perché lo riteneva noioso. La filologia tentò di sedurre Gauss riuscendo quasi a portarlo lontano dalla strada della matematica.

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