venerdì 29 marzo 2024

FRANCESCO COCO

 


“Un giorno Capello mi prese da parte e mi disse guardandomi dritto negli occhi: “Se diventi un professionista, mi taglio le palle”.

Poi un anno dopo mi mise lui in prima squadra e mi fece diventare un calciatore professionista. Lo fece per motivarmi.

La gran parte delle mie migliori partite le ho giocate senza dormire il giorno prima perché ero fuori con gli amici a far festa e a bere.

Avevo fiducia totale nelle mie doti calcistiche e fisiche nella vita di tutti i giorni, questa cosa mi ha portato a pensare che avessi il diritto di non essere sempre professionale. 

Due giorni prima di Milan-Barcellona, dove segnai anche un gol, mi ricordo che uscii fino alle 7, sono tornato a casa, ho preso la borsa, mi sono lavato i denti e sono partito per la Spagna. Ero ancora ubriaco. Eppure poi giocai una delle partite più belle della mia carriera.

Io ho sempre avuto i capelli lunghi e mi hanno sempre rotto le palle per questo motivo. Poi un giorno è arrivato Berlusconi in persona a tagliarmi la frangia.

Oggi i calciatori arrivano con la borsa all’allenamento, prima era una cosa non ammissibile. Se lo facevi ti etichettavano come un ribelle

Passato all'Inter, alla prima partita a San Siro sentii un boato enorme: "milanista di merda!" rivolto verso di me dai miei stessi tifosi. 

Capii subito di aver fatto una stupidaggine a firmare".


FRANCESCO COCO ricorda il suo passato rossonero ed il passaggio, con qualche rimpianto, all'Inter

Facebook 

Nessun commento:

Posta un commento