I tempi cambiano. I giudici prima si ammazzavano, ora si mandano al confino all'estero, molto più lontano che ai tempi di Mussolini. Ieri a Eboli, oggi a Città del Guatemala. Con il loro consenso, ovviamente. Le forme vanno salvate. Il ministro della Giustizia Severino, con sfoggio di humor british, ha detto "Combattere la criminalità organizzata anche fuori dal territorio nazionale è importantissimo, perché la criminalità organizzata è transnazionale e avere i nostri magistrati... è una cosa che ci fa veramente onore". L'Italia, Paese delle mafie, 'ndrangheta, camorra, mafia siciliana, sacra corona unita, tra i più corrotti del mondo, si priva quindi di uno dei suoi più importanti magistrati per combattere la criminalità guatemalteca. E' una barzelletta atomica. Non siete più credibili, evitate almeno di prendere per il culo gli italiani che, mentre salutano un uomo coraggioso, devono ascoltare il piduista Cicchitto, tessera 2232, spiegare che "Nessuno può paragonare Borsellino a Ingroia sul terreno della lotta alla mafia. E infatti si è visto quello che è successo a Borsellino". Cicchitto ci spieghi se la P2 è stata coinvolta o meno nelle trattative. Cicchitto, che ha detto di Ingroia, è "una grave anomalia, un falsario, un fazioso", dovrebbe saperlo. Rigor Montis, nel frattempo, pensa da vero statista alle prossime generazioni. Zzzzzzzzzzz. Non svegliatelo. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere.
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