Il governo Renzi e la legge sul conflitto di interessi
Nei prossimi giorni il governo Renzi discuterà la proposta di legge sul conflitto di interessi, ma il problema, secondo ilgiornale.it, sarebbero le persone a cui è stato affidato il compito: Gregorio Gitti e Franco Bassanini. Il giornalista Stefano Sansonetti ha spiegato il motivo in un articolo dal titolo: "La sinistra affida a due furbetti la legge sul conflitto d'interessi". Secondo Sansonetti i 20 articoli che compongono la proposta di legge sarebbero stati scritti dall'Astrid, "pensatoio vicino alla sinistra presieduto dall'ex ministro Ds della Funzione pubblica Franco Bassanini, che oggi siede pure sulla poltrona di presidente di quella Cassa depositi e prestiti che è controllata al'80% dal ministero dell'Economia."
Nella foto sotto Bassanini e Gitti:
Scorrendo la pagina, leggiamo che "la bozza di Astrid si guarda bene dal toccare situazioni di conflitto d'interessiche il governo Renzi ha regalato nella recente tornata di nomine. Basti pensare a Emma Marcegaglia, nuovo presidente dell'Eni ma contemporaneamente ai vertici della holding di famiglia attivo nella trasformazione dell'acciaio"
Nel caso della Marcegaglia, la situazione è piuttosto controversa in quanto "il gruppo Marcegaglia è tra i maggiori consumatori di energia. Insomma, può stare la rampolla di famiglia in una società come l'Eni che produce energia? A sentir lei non c'è nessun problema."
Inoltre "l'Eni è uno dei maggiori «finanziatori» della Confindustria, che dai gruppi semi-pubblici associati riceve la quote più sostanziose. Più volte s'è detto che senza questi contributi l'associazione di viale dell'Astronomia andrebbe gambe all'aria. Anche qui, forse non si commette un peccato grave se si arriva a pensare che la Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, potrebbe attivarsi per non fare mancare il sostanzioso appoggio finanziario dell'Eni."
E in merito a Bassanini, Sansonetti scrive:
"E poi ci sono gli autori della proposta Astrid sul conflitto d'interessi. Tra questi spicca proprio Bassanini. Il quale ha una certa dimestichezza con il cumulo di poltrone pubbliche e private. Non solo è numero uno della Cassa depositi, ma è anche presidente del consiglio di sorveglianza della società Condotte. Si tratta di uno dei principali gruppi italiani di costruzioni che, guarda caso, spesso e volentieri si trova a sviluppare grandi opere commissionate dagli enti locali e finanziate proprio dalla Cassa depositi. E così Bassanini, che secondo alcuni rumors ambirebbe a inserirsi nella partita della successione a Giorgio Napolitano, tiene un bel piede in due staffe."
L'altra persona che sostiene la proposta di riforma è Gregorio Gitti, il quale è genero del prodiano Bazoli e "dopo un lungo corteggiamento con il Pd nel 2013 è riuscito a strappare uno scranno alla Camera sotto le insegne della ormai esangue Scelta civica. Ma si dà il caso che Gitti sia anche tra i titolari di uno studio legale che offre consulenze lautamente pagate proprio alla Cassa depositi, a Intesa e a Ubi Banca. Del resto i contatti tra Gitti e la Cdp sono favoriti dall'amministratore delegato del colosso pubblico, Giovanni Gorno Tempini, che vanta un passato in Hopa, Mittel e Intesa, in pratica tutta la filiera tanto cara a Bazoli."
Nella foto sotto Bassanini e Gitti:
Scorrendo la pagina, leggiamo che "la bozza di Astrid si guarda bene dal toccare situazioni di conflitto d'interessiche il governo Renzi ha regalato nella recente tornata di nomine. Basti pensare a Emma Marcegaglia, nuovo presidente dell'Eni ma contemporaneamente ai vertici della holding di famiglia attivo nella trasformazione dell'acciaio"
Nel caso della Marcegaglia, la situazione è piuttosto controversa in quanto "il gruppo Marcegaglia è tra i maggiori consumatori di energia. Insomma, può stare la rampolla di famiglia in una società come l'Eni che produce energia? A sentir lei non c'è nessun problema."
Inoltre "l'Eni è uno dei maggiori «finanziatori» della Confindustria, che dai gruppi semi-pubblici associati riceve la quote più sostanziose. Più volte s'è detto che senza questi contributi l'associazione di viale dell'Astronomia andrebbe gambe all'aria. Anche qui, forse non si commette un peccato grave se si arriva a pensare che la Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, potrebbe attivarsi per non fare mancare il sostanzioso appoggio finanziario dell'Eni."
E in merito a Bassanini, Sansonetti scrive:
"E poi ci sono gli autori della proposta Astrid sul conflitto d'interessi. Tra questi spicca proprio Bassanini. Il quale ha una certa dimestichezza con il cumulo di poltrone pubbliche e private. Non solo è numero uno della Cassa depositi, ma è anche presidente del consiglio di sorveglianza della società Condotte. Si tratta di uno dei principali gruppi italiani di costruzioni che, guarda caso, spesso e volentieri si trova a sviluppare grandi opere commissionate dagli enti locali e finanziate proprio dalla Cassa depositi. E così Bassanini, che secondo alcuni rumors ambirebbe a inserirsi nella partita della successione a Giorgio Napolitano, tiene un bel piede in due staffe."
L'altra persona che sostiene la proposta di riforma è Gregorio Gitti, il quale è genero del prodiano Bazoli e "dopo un lungo corteggiamento con il Pd nel 2013 è riuscito a strappare uno scranno alla Camera sotto le insegne della ormai esangue Scelta civica. Ma si dà il caso che Gitti sia anche tra i titolari di uno studio legale che offre consulenze lautamente pagate proprio alla Cassa depositi, a Intesa e a Ubi Banca. Del resto i contatti tra Gitti e la Cdp sono favoriti dall'amministratore delegato del colosso pubblico, Giovanni Gorno Tempini, che vanta un passato in Hopa, Mittel e Intesa, in pratica tutta la filiera tanto cara a Bazoli."
http://www.tzetze.it/redazione/2014/06/il_governo_renzi_e_la_legge_sul_conflitto_di_interessi/index.html
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